Prologo

La situazione all'interno della prigione era tornata alla normalità: i poliziotti feriti erano stati portati via, mentre i prigionieri, estremamente agitati per quanto successo poco prima, furono calmati. Le forze dell'ordine non avevano subito alcuna perdita, ma questo non bastò per farli stare meglio e liberarsi dalla spiacevole sensazione di inutilità che provavano dentro. Nonostante il peggio fosse ormai passato, la sirena dell'allarme era ancora accesa, impedendo a chiunque, con il suo suono fastidioso, di accantonare, almeno per un momento, quello spiacevole episodio.

Tra i pochi agenti rimasti, uno in particolare era così assorto nei suoi pensieri che sembrava non udire il suono stridulo e incessante dell'allarme. Il commissario Kenji Tsuragamae non riusciva distogliere lo sguardo dall'enorme apertura sul muro, attraverso la quale si riusciva a scorgere il cielo notturno e udire il suono delle onde che si infrangevano sugli scogli.

Quel danno all'edificio era la rappresentazione della ferita inferta alla ormai debole figura del corpo di polizia. Con la comparsa delle Unicità, il livello di criminalità si alzò bruscamente e divenne sempre più difficile affrontare quelle persone che sceglievano di intraprendere la via del male. Fu così che nacquero gli eroi: comuni cittadini che mettevano la loro Unicità a servizio della legge. Erano gli unici che potevano gestire la situazione e garantire l'ordine pubblico. In poco tempo quello dell'eroe divenne a tutti gli effetti un lavoro retribuito e riconosciuto dallo stato, mentre il ruolo della polizia, importantissimo anni fa, divenne sempre più marginale, fino a limitarsi di fare da supporto agli eroi professionisti in caso di necessità e a sbrigare incarichi minori.

Tra questi c'era il compito di sorvegliare i criminali incarcerati: un lavoro importante anche se apparentemente semplice... almeno fino a quella notte.

-"Ehm... commissario Tsuragamae?"

L'uomo si riscosse e tornò alla realtà che lo circondava: l'allarme aveva ormai smesso di suonare e tre suoi sottoposti erano in attesa di ordini. In tutta la sua carriera era la prima volta che gli capitava una cosa simile e, nonostante la sua esperienza e i tanti anni di servizio, non sapeva bene come muoversi.

-"Siete sicuri di avermi detto tutto, bau?"

Uno dei tre si fece avanti e prese la parola.

-"Assolutamente! È andata esattamente come le abbiamo raccontato: al suono dell'allarme abbiamo subito chiamato rinforzi e circondato il prigioniero e la sua complice. Erano sotto tiro e in inferiorità numerica, ma nonostante ciò quel mostro si è scagliato contro di noi come una furia, travolgendo alcuni dei nostri. Ha sfondato la parete come se niente fosse e poi... sono caduti entrambi di sotto."

Tsuragamae si limitò ad annuire e guardò nuovamente al di fuori di quell'apertura. Si concentrò su quella distesa d'acqua scura in perpetuo movimento. Aguzzò la vista come se si aspettasse di scorgere i loro corpi trasportati dalle onde.

La prigione dove si trovavano era stata costruita tanti anni fa in cima a quella scogliera per scoraggiare ogni tentativo di fuga da parte dei prigionieri, questo almeno era quello che si sentiva dire. Prima della comparsa delle Unicità doveva essere stata una strategia vincente, ma forse ora non lo era più.

-"Lei crede che possano essere sopravvissuti?"

Non era in grado di dare una risposta certa. Erano molto in alto e sotto di loro c'erano decine di rocce appuntite. Per chiunque sarebbe stato difficile uscire illeso da una caduta del genere, perfino per quel prigioniero. A quel punto una teoria si fece largo nella mente del commissario: i due avevano tentato la fuga, ma qualcosa doveva essere andato storto. Messi con le spalle al muro e consapevoli di non poter più far nulla, forse avevano preferito porre fine alla propria vita, piuttosto che essere sottoposti al severo giudizio della legge.

In cuor suo sperava che le cose fossero andate così, anche se sapeva che non era una cosa bella nemmeno se si trattava di un fuorilegge. Un criminale così pericolo non poteva essere evaso per davvero, sarebbe stato molto meglio se fosse uscito definitivamente di scena.

-"Dobbiamo cercare i corpi, bau!" decise il commissario Tsuragamae per mettere fine ai suoi dubbi. -"Chiamate subito una squadra di sommozzatori!"

-"Sarà fatto, signore!"

Due agenti si allontanarono per eseguire l'ordine impartitogli, mentre l'ultimo rimase fermo dov'era. Aveva l'aria pensierosa e sembrava sul punto di voler dire qualcosa, probabilmente la causa del suo turbamento.

-"C'è qualcosa che vuoi dirmi, bau?"

-"C'è una faccenda di cui vorrei parlarle, anche se mi rendo conto che forse non è il momento adatto."

Tsuragamae lo fissò incuriosito, ignaro di cosa potesse trattarsi. Non voleva rimandare a un altro momento. A giudicare dal suo stato d'animo doveva trattarsi di una questione piuttosto urgente.

-"Ti ascolto, bau!"

-"Cosa dovremo dire ai giornalisti quando arriveranno qui?"

Era una domanda inaspettata quanto complessa la quale gli ricordò la faccenda che avrebbe dovuto affrontare. Era solo questione di tempo prima che la notizia si diffondesse, attirando in quel posto lugubre decine di giornalisti come fa il fuoco con le falene.

Si grattò nervosamente dietro a un orecchio alla ricerca di una soluzione. Non era una questione da prendere alla leggera. La stampa aveva un grandissimo potere che come tale era pericoloso nelle mani sbagliate. Questa infatti era in grado, con un solo articolo, di esaltare una persona al punto da farla amare dall'opinione pubblica, ma allo stesso tempo poteva distruggere la vita di qualcuno anche per un errore insignificante.

Sfortunatamente gran parte dei giornalisti erano di quel calibro e attendevano un qualsiasi passo falso solo per poter scrivere un articolo scandalistico che sarebbe andato a ruba. Persone del genere erano in grado di far arrivare ai lettori solo ciò che gli faceva comodo, incuranti dell'imparzialità che dovrebbe governare il loro operato. Non bisognava sottovalutarli ed entrambi sapevano che quanto successo quella notte era il genere di notizia che aspettavano con tanta impazienza.

-"Diremo loro la verità, bau!" decise il commissario Tsuragamae. -"I cittadini meritano di sapere come siano andate realmente le cose."

-"È sicuro che sia una buona idea?"

-"Anche se volessimo, non potremmo tenerglielo nascosto. I fatti parlano chiaro, bau!"

-"Non ha tutti i torti." convenne l'agente. -"Menomale che una cosa del genere non è successa al Tartarus."

Il Tartarus era la prigione più sicura dell'intero paese all'interno della quale venivano rinchiusi i criminali più pericolosi come Stain lo Stermina-Eroi e dove, l'indomani, avrebbero dovuto trasferire il criminale evaso.

A quel commento, nella mente del commissario Tsuragamae si ripresentò il momento dell'arresto dello stermina-eroi. Stentava ancora a credere che il merito fosse di tre studenti del primo anno del liceo Yuuei. Si erano ritrovati in una situazione più grande di loro, ma, nonostante la loro giovane età, ne erano usciti vittoriosi. Da grandi sarebbero diventati sicuramente degli eroi professionisti formidabili.

Nonostante il loro eroismo, avevano infranto numerose regole e per proteggerli dalle conseguenze delle loro azioni, la loro impresa fu tenuta nascosta all'opinione pubblica e il merito dell'arresto di Stain venne attribuito ad Endeavor, l'eroe numero due.

Nonostante la buona notizia, era un po' imbarazzante che una situazione così drammatica fosse stata risolta da dei ragazzini, gli stessi che, molto probabilmente, ebbero a che fare con gli ultimi criminali arrestati. Stando agli interrogatori, la situazione durante quel ritiro nei boschi era così drammatica che il professore autorizzò gli studenti ad usare le proprie Unicità per difendersi.

Quella sua decisione fece molto discutere l'opinione pubblica: alcuni arrivarono addirittura ad accusarlo per la tragedia avvenuta ai danni di un ragazzo rapito.

Più di una volta dei criminali pericolosi furono arrestati grazie all'intervento di giovani studenti, i quali sembravano riuscire dove gli adulti fallivano. La polizia era ancora utile alla società? Non solo si era ridotta a fare da supporto in caso di necessità, ma quella notte si era lasciata sfuggire uno dei malviventi più ricercati.

-"Andiamo anche noi, bau!" esclamò deciso di punto in bianco. -"Voglio vedere come procederanno le ricerche."

I due si affrettarono per raggiungere i propri colleghi. Durante il tragitto, il commissario Tsuragamae non smise un attimo di pensare. Molte cose gli frullavano per la testa.

Da quel momento in poi avrebbe fatto di tutto per impedire che episodi come quello succedessero nuovamente. Avrebbe fatto riparare quell'apertura alla parete e rafforzato la sorveglianza in tutte le prigioni.

Oltre alle migliorie al corpo di polizia, rifletteva al colloquio con i giornalisti che lo attendeva. Già immaginava i titoli che sarebbero comparsi su tutte le prime pagine dei giornali:

"Evasione notturna dalla prigione: Muscular e [Nome Cognome] deceduti nell'impresa."

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top