Capitolo 20
Reins Pov
Usando il mio nuovo potere interdimensionale tornai nel mondo normale, fuori da quel posto orribile che era l' Inferno. Mi sedetti su di una panchina e iniziai a fare il punto della situazione, avevo il cuore di mio fratello in mano e avevo lasciato mia sorella con una bambina di cui non sapevo quasi nulla e che mi ha tradito alla prima occasione, ogni cosa andava per il meglio. Per un attimo pensai di tornare da Zalgo ma scartai subito questa ipotesi non sapendo nulla sulla sua posizione o su cosa stesse facendo, perciò iniziai a camminare per la città cercando di capire cosa fare. Dopo qualche ora di passeggiata mi ritrovai fuori dalla città, un'immensa campagna si apriva davanti a me e solo un grosso edificio scuro era presente su una collina non poco distante, senza sapere cosa fare mi incamminai verso di esso affrettando il passo visto che da lì a poco sarebbe scoppiato un temporale. L'edificio era una vecchia villa sporca e decadente, era ricoperta di edera di un intenso colore viola e la porta era quasi inagibile da usare in quanto era letteralmente inchiodata al terreno, dopo un paio di calci riuscì a spaccare i vecchi vincoli di ferro arrugginito che la bloccava ed entrai nell' edificio. La casa era vuota, erano presenti solo pezzi di arredamento semi distrutti quali: un vecchio armadio scassato e un divano senza imbottitura leggermente bruciato e con delle pillole dalla dubbia provenienza sulla stoffa, dopo un paio di giri riuscì a trovare un vecchio ingresso quasi ricoperto interamente dalla carta da parati ma riuscì comunque ad entrare con poca fatica. Quell'ingresso portava ad un vecchio scantinato polveroso e verso il fondo era presente una grande cella con un vecchio lume ancora acceso, mi avvicinai verso questo è ciò che vidi all'interno mi colpì abbastanza, una ragazza dall'età indefinita strappava gradualmente pezzi della sua veste che in origine doveva essere di un candido bianco per alimentare la fiamma del lume. Ormai la ragazza era praticamente denudata, era visibilmente denutrita ed i capelli di nero estremamente intenso erano cresciuti a dismisura, inizialmente non si accorse di me ma non appena sentì i suoi meravigliosi occhi di un azzurro ormai spento puntermi sorrisi ed aprì la cella. La ragazza a fatica si alzò e mi raggiunse zoppicando, aveva un notevole taglio sulla coscia da cui ormai non perdeva più sangue, nonostante questo si presentò comunque con il massimo del rispetto e con una giusta dose di diffidenza nei miei confronti
<<Se posso chiedere,voi siete?>>
<<Molto piacere, il mio nome é Rei e sono solo di passaggio, fuori sta infuriando una tempesta e mi chiedevo se poteste gentilmente ospitarmi sino a domani, comunque potrei sapere il vostro nome?>>
Lei si avvicinò, controllò le mie tasche e le mie braccia, dopo qualche minuto di riflessione disse
<<Per me va bene, se proprio ti interessa il mio nome è Magdalene, ma prego accomodiamoci in soggiorno e parliamo un po'>>
Ed insieme andammo ci incamminammo.
Parlammo per qualche ora insieme, il tempo con le passava molto velocemente ed era molto stimolante conversare con lei, tutto ciò durò finché non mi pose una domanda
<<Quindi appena uscirai di qui dove andrai?>>
<<Non lo so, forse mi metterò sulle tracce del mio capo, tu invece?>>
Lei sorrise e rispose
<<Tornerò nella cella aspettando che un altro avvenente vagabondo passi di qui e mi offra una vita migliore di questa>>
<<Non ho mai detto che tu non potessi venire con me>>
Lei rimase sorpresa e mi guardò negli occhi per quanto ci riuscisse a causa della maschera e con un tono leggermente euforico rispose
<<E per quale motivo vossignoria mi vorrebbe con sé?>>
<< Tu possiedi qualcosa che mi rassicura e mi fa pensare di potermi fidare di te, ma se vorrai viaggiare con me ti servirà un nuovo aspetto per non essere riconosciuta in mia compagnia>>
Lei non si pose nessun genere di domande sulla mia provenienza, si limitò a correre in una stanza e tornare subito dopo indossando una lunga veste nera
<< Purtroppo non so come celare il mio volto>>
Io mi incamminai verso il bagno e trovai dopo pochi minuti di ricerca trovai una spazzola ed un paio di forbici, la feci accomodare su una sedia e dopo qualche minuto di acconciatura le feci ammirare il suo nuovo aspetto, i suoi lunghi capelli le ricadevano dolcemente sul volto coprendole il viso e non appena si specchiò con il vecchio specchio nel bagno mi rivolse ancora una volta uno dei suoi sorrisi, si affrettò ad andare in soggiorno e prendere un piccolo flacone con dei tranquillanti molto potenti, li presi e li poggiai sul divano
<<Da ora in poi con me non avrai più bisogno di tranquillanti ok?>>
<<Come hai fatto a riconoscerli così in fretta?>>
Scoppiai in una fragorosa risata e sfiorandole il volto le dissi
<<Diciamo che sono piuttosto pratico di queste cose, hanno cercato di rifilarmele come é successo a te. Ed ora mia regina mi segua, ci aspetta un lungo viaggio>>
Con un braccio presi un ombrello mentre l'altro lo offrì a lei, si aggrappò subito a me e con un leggero strato di pioggia che rendeva il paesaggio tutto più suggestivo ci incamminammo verso il Master
Intanto
L'uomo si sedette sul divano della sua grande villa e si mise le mani fra i capelli e guardando i due pargoli iniziò a piangere sgorgano lacrime di un intenso colore nero, accarezzò le teste dei bambini e sorrise amaramente, la loro madre se ne era andata per colpa sua e non poteva fare nulla per farla tornare indietro, per un attimo aveva pensato di raggiungerla usando il lungo coltello sul tavolo della cucina ma la sua era una maledizione e non avrebbe potuto rivedere il suo volto. Rassegnato di ciò è con il cuore affranto immerse i bambini in una soluzione dal colore rosso acceso e li guardò mentre tornavano alla vita.
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