(R) Capitolo 16: I Sali (2/2)

Rose per poco non lasciò cadere il panino e lo guardò con occhi sgranati. «Per me? Non mi avevi detto che...»

«Rosemary, non ho intenzione di lasciarti andare allo sbaraglio. Se vuoi fronteggiare le fate, devi conoscerle bene, e, se vuoi conoscerle, devi cominciare a praticare la magia. Non lascerai ai Sali il tempo di cambiarti totalmente, questo no, ma dovrai assumere ingenti quantità di acqua e cibo di Avalon, se vorrai essere pronta nel caso qualcosa andasse storto. Tanto per farti un esempio, sarebbe importante che ti concentrassi sulla difesa e su diversi metodi di fuga. Uno di questi, molto efficace, è legato all'Acqua Cangiante.»

Myr si frugò in tasca ed estrasse un fischietto di legno dall'aria familiare. Lo posò fra le dita di Rose: lo stesso fischietto che aveva usato Wulfric il giorno in cui erano stati aggrediti dall'Unholda, quello a forma di merlo panciuto.

«Questo si chiama Evocatore. Permette di invocare un Mundbora, non importa dove si trovi: lui sentirà il suono di questo fischietto, e accorrerà sotto forma di volatile. Io, se non l'avessi capito, mi trasformo in un merlo. Non che l'abbia deciso io, è la forma che mi si è cucita addosso. Forse stavo simpatico ai merli e hanno deciso di rendermi uno di loro, chissà. Wulfric, invece, è un airone cinerino. Geodfrith, se vuoi saperlo, si trasforma in un falco pellegrino. Ogni tanto l'ho trovato nella foresta a catturare scoiattoli. E poi c'è Morgaine, lei...»

Myr si interruppe e si schiarì la gola. «Beh, insomma, ci sono molte trasformazioni. Diventare un volatile ha diversi vantaggi, tra cui volare, ovviamente, e muoversi in fretta.»

Rose annuì e non riuscì a nascondere che quella faccenda la intrigava parecchio. Tutti gli umani avevano sognato almeno una volta di poter volare: la sensazione di libertà che derivava dal potersi librare nell'aria, privi di peso, lasciandosi trasportare dalle correnti ascensionali.

«D'accordo, quefto poffo farlo» disse a bocca piena, nascondendo il viso dietro una mano. «Ma non ho idea di come sia possibile.»

«Dipende dai Sali che assumerai. L'Acqua Cangiante è il Sale della metamorfosi. Di Sali ce ne sono tre in totale: l'Acqua Rafforzante, che comporta delle modifiche permanenti al corpo, che diventa o più forte o più agile; l'Acqua Cangiante; e l'Acqua della Lunga Vita, che, se bevuta, fa sì che il processo di invecchiamento venga rallentato, fermato o persino invertito, fino al raggiungimento dell'età ideale. Per quanto riguarda me, la mia età ideale è un punto imprecisato fra i trenta e i diciassette anni. Infatti, a seconda della luce in cui mi si guarda, posso essere scambiato per un ragazzino. Non sai quanto Freya mi abbia preso in giro per questo.»

Rose sorrise. Freya. Era la prima volta che Myr gliela nominava così. Il mago sembrava non essersi nemmeno reso conto di averla inserita nella conversazione e sorrise. Riprese a spiegare.

«In ogni caso, tu non dovrai assumere il Sale di Lunga Vita. Ti basteranno quello Cangiante e il Rafforzante, entrambi in dosi massicce, ma assunti per un periodo di tempo molto breve, in modo da non darti problemi in futuro.»

Myr le porse una tabella che aveva compilato su un foglio di pergamena. «Le dosi sono tutte qui. Oggi ti darò la prima dose di Sale Rafforzante, assieme a una semplice porzione dell'acqua di Avalon, che contiene i Sali Primi, quelli che in genere vengono sintetizzati dai corpi delle fate: ti permetteranno di guarire più in fretta, e ti sentirai piena di energia. Qualora dovessi cominciare a sprizzare scintille dalla punta delle dita avvertimi però, perché vorrebbe dire che te ne ho dati troppi. Non va mai bene avere della magia in eccesso dentro di sé. Si accumula come dell'elettricità potenziale, e non vorremmo mai che finissi per generare un fulmine perché non l'hai fatta uscire con sfoghi brevi e misurati. I Mundboran e gli apprendisti usano la magia solo sotto forma di energia, a meno che non abbiano un artefatto magico con cui convertirla in altre forme. Sono solo le fate e le Daone Sith a poter usare quella elementale.»

Rose non poté far altro che annuire. Più andava avanti, più le sembrava di non sapere niente sul mondo delle fate. Tutto ciò che poteva fare era affidarsi a Myr e a Wulfric.

«Perfetto, allora. Dopo il nostro delizioso picchi-nicchi potrai assistere a uno scontro di magia. Non sei eccitata?»

«Anche un allenamento di magia?» gemette Wulfric, che nel frattempo li aveva raggiunti. Il ragazzo crollò al fianco di Rose e arraffò subito tre panini. «Maestro, a stento riesco a sentirmi le gambe! Come potrei...»

«Che razza di piagnucolone, fifone e lagnone che sei. Guarda Rosemary! Lei non si è mai lamentata!»

«Beh, Rosemary non è quasi morta due volte e non è diventata un airone per un giorno intero! E non ha nemmeno sperimentato i tuoi crudeli metodi di allenamento» sibilò Wulfric. «Io ho l'impressione che se farò un solo altro passo tutti i miei legamenti si disintegreranno.»

Myr fece roteare gli occhi e gli porse la caraffa. «Ecco. Guarda qui. Acqua di Avalon, con un zicchinino di Acqua Rafforzante, come avevi chiesto tu, Fritz» disse, parlando in falsetto. «Questo farà passare tutto il male al tuo povero, provato corpicino, vedrai.»

Wulfric aveva la stessa espressione di un impiegato tartassato dal capo. Un impiegato sul punto di aggredire il suo superiore con la spillatrice.

«Adesso so che soprannome darti» si intromise Rose, dandogli una gomitata. «Fritz. Oh, Fritz.»

«Dillo un'altra volta e giuro che ti annego in questa caraffa» grugnì Wulfric.

«Chissà, magari Myr ti trasformerà di nuovo in un airone» ribatté Rose, dandogli una spallata. «Eri più simpatico, quella volta.»

I due continuarono a borbottare sottovoce finché Wulfric non fu troppo stanco per stare al gioco e si gettò sulla caraffa. Bevve un bicchiere d'acqua luminescente come se non avesse aspettato altro e si distese sulla coperta del pic-nic con un sorriso soddisfatto, addormentandosi all'istante.

«Lascialo dormire» sospirò Myr. Gli gettò addosso il suo mantello in pelle d'orso per tenerlo al caldo. «Penso di averlo spinto al limite oggi. Mi dispiace tartassarlo tanto, ma una parte di me spera sempre che cambi idea. E lui nossignore, è più testardo di un Troll. Che riposi pure mezz'oretta... magari dopo sarà la volta buona che riesco a farlo desistere.»

«Se conosco Wulfric almeno un po', continuerà per la sua strada, non importa cosa dovrà fare» sospirò Rose, con un sorriso. «E' talmente testardo che vede solo il suo obbiettivo e non si rende conto di quello che si sta lasciando alle spalle.»

La ragazza avvertì lo sguardo di Myr esaminarle il viso. Una risatina intenerita provenne dal Mundbora.

«Ci tieni a Fritz, vero?» mormorò, dandole un pizzicotto sul braccio.

«Assolutamente no.»

«Certo. Ti credo. Se ti fa stare meglio, anche io ci tengo a lui» continuò Myr, e le posò una mano sulla spalla. «Difficile non volergli bene. Fa tanto il duro, ma ha il cuore ripieno di marmellata. Basta un nonnulla per sconvolgerlo, gli piace avere le sue sicurezze... hai visto come ha reagito quando gli ho detto la verità. Preferisce non vederla. Tu sei diversa, Rosemary; sei molto più realista.»

«Menomale che ci sono io, altrimenti chi ci penserebbe a far restare Wulf coi piedi per terra?»

Myr si distese sulla coperta e guardò il cielo. «Mi assomigli un po', ma, grazie agli dei, non sei ancora disillusa quanto me. Spesso mi chiedo perché e per chi io stia andando avanti, e non so darmi una risposta. Magari un giorno ingoierò un'intera botte di Iperico, e allora la mia vita sarà più dolce... ma, d'altro canto, non vorrei dimenticare Freya. Vivo più con lei nel passato, che nel presente.»

Rose lo osservò in silenzio e posò una delle proprie mani sulla sua. «Se posso chiederlo, amavi molto Freya, vero? E' stata una donna fortunata.»

Myr raccolse una margherita e la rigirò fra le dita. «Sì, l'amavo. Era molto complicato fra noi, ma eravamo due anime gemelle, nonostante l'abissale differenza d'età. Io ero un Mundbora già da secoli, mentre lei una semplice umana che lavorava per Nimueh. Forse saprai già qualcosa riguardo il mio morboso legame con Medb, ma è stato grazie a Freya se mi sono liberato dall'influenza della Regina. Però, per colpa del mio rifiuto, Medb si è infuriata. Da quel momento in poi, ha deciso che avrebbe tormentato Freya e la sua discendenza.»

«La sua discendenza? Hai avuto dei figli?»

Myr la guardò e scoppiò a ridere. «Figli? Oh, no. Freya ne ha avuti da altri, quando si è costruita una famiglia normale, com'era giusto che accadesse. Uno di me è già troppo. Tutto quello che ho fatto è stato mettere sottosopra il mondo sin da quando ci ho messo piede. No, non avrei mai coinvolto altri nella mia vita: tutti quelli cui mi sono avvicinato sono sempre stati usati da Medb per farmi del male.»

Rose abbassò lo sguardo e si circondò le gambe con le braccia. Le dispiaceva che Myr avesse dovuto soffrire in quel modo. «Che cos'è successo a Freya?»

«Una lunga storia.»

«Lo dici sempre, quando non vuoi parlarne.»

Myr rise. «Cominci a conoscermi un po' troppo bene per i miei gusti, bambina. Comunque, se vuoi sapere quello che mi è successo, dopo aver ucciso una persona buona per conto di Medb, mi sono reso conto di come mi stesse usando. Ho cercato di fare ammenda aiutando il figlio di quella persona, e ho rinnegato Medb. Solo che a lei non è piaciuto molto. Mi avrebbe ucciso, se la Dama non si fosse messa in mezzo, permettendomi di lavorare al suo servizio. Fra la morte e Nimueh, ho scelto la Dama. Ancora non so se ho fatto bene. In quanto a Freya, l'ho persa. Ormai mi sono abituato a restare da solo.»

Rose si avvicinò a lui e lo guardò negli occhi. «Non so quanto dolore possa averti dato quello che hai passato, ma tutti si meritino di essere felici, Myr. Anche tu. Non importa chi o cosa sei stato in passato.»

Il volto di Myr si fece serio. I suoi occhi seguivano le nuvole che si rincorrevano nel cielo. «Sei una ragazzina intelligente. Non provare nemmeno a farti affascinare da Nimueh, non si meriterebbe di avere una come te dalla sua parte.»

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