Extra 5: La maledizione della dea


Quando nacque Artri, ci fu una grande festa, ma Merlino vi presenziò a malapena, malgrado Ygraine avesse richiesto la sua presenza. Tutto ciò che fece fu benedire il bambino, un pargolo piuttosto vispo e in carne, e restituirlo alla madre.

Merlino era preoccupato per Ygraine, che era molto provata dal parto, e le diede una pozione ricostituente, sperando che sarebbe stata meglio anche senza di lui. Medb lo aveva invocato per cercare dei nuovi Mundbora, e il mago non poteva sottrarsi al suo volere, malgrado avrebbe preferito restare per assistere la neo-madre e quel gambero urlante di suo figlio.

Merlino si trasformò in un merlo, com'era sua abitudine, e volò fino alla caverna di Medb. Parlò con la regina, che gli raccontò di una ragazza dal potenziale di Mundbyrnes che viveva poco lontano da quello che un tempo era stato il suo villaggio. Si chiamava Freya, e Merlino aveva il compito di testare le sue capacità.

Merlino ubbidì e andò al villaggio. Ritornò da quell'esperienza molto cambiato e, avendo bisogno di restare solo, venne nel suo eremo, dove sapevo che sarebbe tornato prima o poi. Io in quel momento stavo giocando coi miei compagni folletti: avevamo rubato dei vestiti agli umani, e ci divertivamo ad assumere le loro sembianze, mettendo scompiglio nelle loro vite. Chissà che faccia avrebbero fatto, vedendo i loro sosia. Avrebbero pensato di essere impazziti, i poveretti, e sarebbe stato molto divertente... almeno per noi.

Merlino sembrava più giocondo del solito, quando si accomodò sulla sua postazione, e attorno a lui si formò la solita folla di fate in cerca di cure.

Fu una compagnia sorprendentemente piacevole quel giorno, e non lo sentii imprecare nemmeno una volta.

«Bizzarrevole Myrddin» gli dissi, arrampicandomi lungo il suo mantello verde. «Ti vedo felice, oggi. Cos'è successo? A Medb è caduto un masso in testa e ora è tornata in sé?»

«Macché» ridacchiò lui, scuotendo la testa. Non aveva nemmeno reagito alla mia provocazione. Incredibile. Di solito, quando osavo dire una sillaba sbagliata sulla sua Medb, lui si infervorava come se avessi insultato sua madre. «Sto solo reclutando dei Mundbora.»

«E questo ti rende felice perché non vedi l'ora di assoggettare altri poveri, innocenti umani al volere della tua mostruosa padrona?»

Nemmeno questo lo scalfì, e Merlino diede persino un bacio sulla testa del Puck cui aveva appena curato un eritema. Il folletto mi guardò con aria perplessa, come se temesse che Medb avesse risucchiato quel poco che restava del cervello del mago.

«No, no. E' solo che, Urchin, insomma...» ridacchiò Merlino. Era ubriaco? Febbricitante? Il suo alito non odorava di sidro però, e la sua pelle era fresca. Non lo vedevo tanto in salute da anni.

«...insomma hai perso la tua intelligenza nel fondo di un bicchiere» completai, sedendomi sul palmo della sua mano.

«No, non è questo» continuò lui, continuando a sghignazzare come una iena.

«E allora che hai da essere tanto contento? Di solito sei così cupo. Ti hanno fatto un maleficio, ecco la risposta!»

«Malef- ma no, idiota. Sto benissimo. Mai stato meglio» disse lui. «E' che ho finalmente ho trovato qualcuno con cui chiacchierare a parte Ygraine.»

«Immagino che il muro con cui tu abbia cominciato a parlare sia molto paziente. L'unico in grado di sopportarti.»

«Urchin. La mia pazienza è vasta, ma non infinita» brontolò Merlino, fulminandomi con lo sguardo. Ah, ecco il suo vero se stesso. Mi chiedevo dove fosse finito.

Alla fine, tra una risata e un brontolio, riuscii a strappargli che aveva fatto amicizia con una donna di nome Freya, e che era molto intelligente e sensibile, per essere un'umana, proprio come Ygraine. Solo che la regina era come una specie di sorella per Merlino, mentre Freya... con lei era diverso.

«E' strano dirlo, ma penso di essermi innamorato, Urchin» mormorò Merlino, appoggiandomi sul suo stomaco, mentre si distendeva sul tronco. Le Silfidi, che avevano ascoltato nascoste in un cespuglio, emersero dalle loro tane con dei risolini e si avvicinarono al mago, aggrappandosi ai suoi vestiti. Volevano saperne di più sulla faccenda amorosa. Erano sempre delle grandi impiccione quando si parlava di quegli argomenti. «So che Freya è una di quelle creature inutili, quei... quegli disgustosi esseri che infestano la terra come una piaga inestirpabile...»

«Ci risiamo con il sermone sugli umani» sospirai. «Se è così, me ne vado in letargo, eh.»

«Aspetta, Urchin. Voglio solo dire... ecco, per me è assurdo anche solo concepirlo, ma mi sono innamorato di un essere umano. Di una di quelle creature che ho rinnegato. Tutto ciò che sono sempre riuscito a provare nei loro confronti è stato solo fastidio... affetto unicamente per Ygraine e mia madre. E ora succede che provo amore per Freya, e non so nemmeno cos'abbia di tanto speciale! Non riesco a smettere di pensare a lei. E' così buffo.»

«Sarà ancor più buffo, quando Medb lo scoprirà, e farà la tua Freya a pezzettini» mormorai, in tono più cupo.

«Perché dovrebbe? Ha il potenziale per diventare una Mundbyrnes. Medb dovrebbe essere contenta di tanto affiatamento fra i suoi servitori. Lavoreremo molto bene assieme, ne sono sicuro. Sai, credo che anche Freya sia affascinata da me.»

Era talmente modesto quel Mundbora che a volte non sapevo come potesse essere simpatico a chicchessia – a me, in primo luogo. Malgrado lui fosse tanto felice, io non lo ero per niente. Quella Freya non gli avrebbe procurato altro che guai, e presto anche Merlino avrebbe dovuto aprire gli occhi al riguardo. Era troppo intelligente per fingere a lungo. Si sarebbe reso conto che fra lui e un'umana non avrebbe mai potuto esserci nulla. Sarebbe stato come se un fulmine avesse tentato di amare un fiore.

---

Quando Merlino tornò al castello di Uther, Artù stava crescendo molto bene, e Ygraine aveva ripreso parte del proprio colorito. Il mago aveva portato con sé la giovane Freya, che si era rivelata una compagnia molto sgradevole per gli uomini, visto che era troppo sveglia per i loro gusti.

Merlino aveva deciso di prendere anche me sotto la sua ala. Mi aveva raccolto come un bambino fa con un gatto randagio, e mi teneva sempre o sulla sua spalla o, quando c'erano persone nei dintorni, al sicuro nel colletto soffice della sua tunica.

Freya non aveva ancora imparato a tramutarsi in un volatile, come tutti i Mundbora sapevano fare, e per viaggiare i due dovettero ricorrere a due cervi, cui Merlino chiese se potevano usufruire della loro velocità, solo per una volta. Le creature si fecero corrompere dalla sua voce magnetica, che era impossibile da ignorare per dei semplici animali.

«Se morirò per colpa di questi cavalli strani, Myrddin, sarà solo colpa tua» si lamentò Freya, tenendosi ben stretta al collo del destriero improvvisato.

«Sono cervi, Freya!» disse Merlino, come se lei non lo sapesse già. Aveva una tale espressione da ebete stampata in viso che mi chiesi come diavolo potessi aver mai nutrito del timore reverenziale nei suoi confronti. L'amore lo rendeva imbarazzante, anche se più incline alla gentilezza. «Non hai mai sognato di viaggiare sul dorso di uno di questi stupendi animali selvatici?»

Sono pronto a scommettere qualunque cosa che lei fosse stata almeno tentata di dirgli "no" e lasciarlo con un palmo di naso, ma Freya se la giocò meglio.

« Una volta che ci si abitua ai palchi che rischiano di cavarti un occhio, è davvero stupendo» disse, in tono talmente gioviale che Merlino ci mise un attimo per capire che lei lo aveva preso in giro.

«Dovresti portarmi rispetto. Io sono il tuo maestro!» protestò lui, ma non aveva la minima traccia di rimprovero nello sguardo. Sembrava un orso piagnucolante. Era talmente divertente vederlo così infatuato di qualcuno che cominciai a ridere.

«E tu che hai da sogghignare, pustola parlante?» sibilò Merlino, afferrandomi in malo modo.

«Nulla, maestro» lo schernii, scivolando via dalla sua presa. «E' solo che guardi quella mocciosa come se potesse rivelarti il segreto della vita. Tutto qui.»

«Non è vero, io-» balbettò Merlino, scuotendo la testa. «Io sono un Mundbora anziano. Devi... dovete portarmi rispetto entrambi. Non potete trattarmi così.»

Sia io che Freya ridemmo della sua espressione afflitta, e Myrddin si chiuse in un cupo silenzio finché non arrivammo a destinazione.


---


N/A: Povero Merlino... qualcuno potrebbe portargli un po' di rispetto al posto di Urchin e Freya?

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top