Bellatrix Lestrange
Era una sera tempestosa quando Bellatrix Lestrange nacque all'ospedale di Londra.
La piccola subito si mise a piangere e lamentarsi come ogni bambino e già i medici pensavano al tempo che sarebbe stato impiegato per calmarla, soprattutto durante quel temporale.
Ma stranamente, al sentire dei tuoni e al rumore scrosciante della poggia, si rilassò velocemente e sempre di più; fino a ridacchiare serena.
Era una cosa insolita, certo, ma i genitori non parvero farci più di tanto caso e neppure i medimaghi, troppo contenti di non dover sentire lamenti quella notte.
Da piccola la maga era un "batuffolino d'amore" come diceva la madre.
E nel primo anno di vita la piccola Bellatrix muoveva spesso gambe e braccia, come a cercare di muoversi; iniziando a camminare solo quando ebbe compiuto 7 mesi.
I genitori furono molto stupiti, e contenti, di ciò; aspettandosi una fantastica figlia che apprendeva in fretta.
D'altronde un bambino inizia a camminare sul serio a circa 12 mesi di vita!
I genitori immaginavano che la figlia, con comunque il carattere autoritario tipico della sua famiglia, da grande se la sarebbe cavata in ogni situazione col suo intelletto.
Ricevette pure così tante attenzioni fin da piccina, visto che era la primogenita di tre figlie.
E anche se, dopo solo un anno e mezzo dalla sua nascita, nacque Andromeda la più grande fu spesso al centro delle attenzioni.
Surclassava qualunque bambino quando c'era lei; tutti gli altri era come se diventassero meno importanti.
All'età di tre anni era già una piccola furia che non parlava tanto, ma rideva e giocava con la sorella minore Andromeda, però più pacata della sorella maggiore.
Bellatrix aveva una bella risata da bambina, ovviamente, ma le sue risa protendevano verso un acuto quasi stridulo e tendeva a ridere fino a non avere più ossigeno nei polmoni.
Come se la risata potesse essere un qualche sfogo a un qualche cosa di non definito.
Ma chi poteva preoccuparsi per quello?
Chi poteva pensare che da grande sarebbe diventata una pazza ai completi comandi di un altrettanto folle?
Negli anni capitarono sempre tanti piccoli eventi che, rivolgendoci uno sguardo dal futuro, facevano intuire che strada inconsciamente avrebbe preso da grande.
•~-~•
<Bella, rientra! Sei tutta sporca.> si lamentò la povera madre della mora.
La piccola era in giardino e, con un bastone leggermente appuntito, stava cercando di beccare delle formiche.
I poveri insetti cercavano di scappare alla cattiveria incondizionata della bambina, provando a fuggire lontano o a rifugiarsi nel formicaio proprio lì accanto.
Con solo 4 anni sulle spalle aveva un umorismo e divertimento quasi macabro ma, al richiamo della mamma, lanciò lontano il bastone, si alzò sfoggiando il suo bel sorrisino e la seguì in casa.
E mentre più tardi era in giardino insieme alla madre a lasciare i lunghi capelli ricci asciugarsi al sole dopo la doccia; la donna le chiese: <Cosa stavi facendo in giardino, Bella?>
<Gioco con formiche, faccio male con un bastone.> spiegò con quel linguaggio abbastanza "primitivo".
D'altronde parlava molto poco, allenandosi con ciò raramente nel linguaggio, e in quello era un pochino indietro rispetto i suoi coetanei.
<Però ti sei pure tanto sporcata...> notò la madre.
<Devo stare vicino a formiche per fare bene male a loro.> spiegò ancora la bambina.
La madre la guardò un pochino stupita, ma si rilassò: era solo una bambina iperattiva e con qualche strana mania.
Ma i bambini tendono ad avere comportamenti strani.
Poi, per lei, sua figlia era un piccolo genietto... e d'altronde tutti i geni erano pazzi.
Però dimenticava che non tutti i pazzi erano geni.
•~-~•
Durante la sua infanzia Bellatrix fu comunque scatenata e dimostrò di saper fare magie già all'età di cinque anni, in un modo insolito.
Fece lievitare sulla testa del padre un piatto, mentre questo provava a imboccare la piccola Narcissa, non dando attenzioni a lei.
Erano tutti molto estasiati in famiglia vedendo che la loro piccolina aveva già fatto un incantesimo; dimenticandosi del perché fosse accaduto.
E cioè proprio perché voleva spaccarlo in testa al padre per essere stata bellamente ignorata.
Ma, come ho già detto, la contentezza in quel giorno e nei seguenti era tanta da scordarlo.
E andando avanti nel tempo fece sempre tante piccole magie, sempre con quell'aspetto comune sotto: erano rivolti a far del male agli altri.
Ma nessuno parve farci mai caso.
Bellatrix crebbe e, anche se l'iperattività scomparve nel tempo, divenne più aperta al parlare e fece molte conoscenza, però essere sua amica era riservato a pochi pure quando giocava con tanti figli purosangue da famiglie Serpeverde come la sua.
Ma era tutto nella norma, eccetto sempre per quella risata stridula che aveva, quasi da pazza, e quella sua piccola specie di soddisfazione nel far soffrire gli altri.
La lettera di Hogwarts per quando compì 11 anni sembrò essere arrivata tanto presto per i genitori.
Ma erano comunque eccitati: la loro primogenita stava per iniziare gli studi a Hogwarts dove i suoi genitori, nonni, bisnonni e tanti altri suoi parenti erano andati.
Il 1° settembre di quell'anno, la madre di Bellatrix pianse vedendo la figlia salire sul treno e salutarla dal vagone nel quale era con le sue amiche.
La piccola Lestrange era eccitata, non vedeva l'ora di andare a Hogwarts ed essere smistata a Serpeverde... tra l'altro le era ignoto lo smistamento stesso!
•~-~•
Bellatrix entrò nella Sala Grande eccitata, fantasticando su quale poteva essere la prova.
Quasi si arrabbiò al vedere uno sgabello con su uno sgualcito vecchio cappello marrone da strega.
Ma si ricredette appena il cappello iniziò a parlare con una voce da anziano ma quasi gradevole, quasi cantando i pregi delle quattro diverse casate.
E si sentì orgogliosa nel rispecchiarsi nelle qualità dei Serpeverde.
Appena il Cappello Parlante finì di parlare, la professoressa che li aveva accompagnati lì srotolò una lunga pergamena e iniziò a dire i nomi dei ragazzi in ordine alfabetico.
Quando diceva un nome, quello chiamato si faceva avanti e la donna gli metteva in testa il cappello che poi diceva il nome della casata alla quale pensava fosse meglio che appartenesse.
Il tempo variava da persona a persona.
Bellatrix intanto non stava nella pelle, aspettando impaziente di venir chiamata.
<Lestrange Bellatrix> disse la donna e lei si fece avanti tutta orgogliosa e si mise sullo sgabello mentre le mettevano il cappello sulla sua testa.
Il cappello le borbottò nelle orecchie per qualche secondo, quasi dubbioso, per poi gridare alla sala: <SERPEVERDE!>
Dal tavolo della casata in questione si levò il solito applauso mentre lei prendeva posto.
Sorrise contenta mentre si sedeva a quel tavolo.
Sapeva che quello era il posto adatto a lei.
•~-~•
Il primo anno ad Hogwarts passò tranquillamente, finendo l'anno con dei buoni voti.
Anche il secondo stava passando bene.
Tra l'altro si era fatta degli amici a scuola ed era orgogliosa di invitarli alla sua magione.
Ovviamente erano solo Serpeverdi.
Disprezzava chiunque fosse di un'altra casata, soprattutto i Grifondoro.
Li trovava così stupidi da venirle voglia di far su di loro un Pietrificus Totalus e poi farli lievitare in alto, per agganciarli a uno dei tanti punti sporgenti delle torri.
Ovviamente per lei le amicizie che aveva erano per metà sentite; non provava davvero affetto se non per una sola persona.
La sua migliore amica Josephine.
Avrebbe ucciso per lei.
E gli occhi le si colmarono di gioia quando, il giorno del suo 12° compleanno, le fece una grande sorpresa.
•~-~•
Bellatrix scese fino ai dormitori dei Serpeverde dopo le lezioni con un'espressione che dire che era arrabbiata era poco!
Era il giorno del suo 12° compleanno ed era stato fino a quel momento un giorno orribile!
Solo i suoi le avevano fatto gli auguri per gufo e non le avevano dato nulla.
Nessuna delle sue amiche glieli aveva augurati; neppure la sua migliore amica Josephine!
Si sentiva tradita!
L'avevano tutte schivate quel giorno, neppure fosse uno stupido babbano con la peste!
Era furiosa e in stanza avrebbe urlato.
E si sarebbe sfogata su quelle che considerava amiche.
Aprì la porta della stanza che condivideva con le altre furiosa.
Ma appena entrò senti urlare: <TANTI AUGURI BELLA!> mente delle lucine cadevano attorno a lei come piccole gocce di luce.
Si guardò attorno sconvolta, notando le ragazze che erano tutte lì in piedi e con ognuna un regalo per lei.
Gli occhi le si colmarono dalla gioia mentre Josephine l'abbracciava sussurrandole nell'orecchio: <Pensavi davvero che avrei dimenticato il compleanno della mia migliore amica?>
Bellatrix si staccò sorridendo mentre le altre si scostavano da davanti la visuale e la mora notò che sul suo letto c'era una torta e un grande regalo.
Avvicinandosi notò che era da parte dei suoi genitori.
Allora tutti se ne erano ricordati e le avevano dato qualcosa.
<Grazie di cuore... a tutte...> fece in un sussurro Bellatrix, pensandolo davvero.
Josephine le saltò addosso da dietro e le disse ridacchiando: <Vogliamo mangiare la torta e poi tu scarti i regali o resti a fissare e basta? Su!>
Bella si girò anche verso le altre e tagliò la torta in fette, dandone una ad ogni amica.
Quel pomeriggio Bellatrix si sentì contenta.
E quel compleanno fu uno dei momenti più belli di quando era ancora "piccola".
N/A: finalmente ce l'ho fatta!
Ho pubblicato 'sto capitolo per cui ho dannato tanto!
Scusa la lunga attesa e il mio quasi essere in ritardo xsheeranssmilex 😅
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