Chapter II

{Premessa: il libro è opera di FANTASIA, per tanto non segue chiaramente le VICENDE del libro e, scelta mia, alcuni personaggi saranno ancora in vita. Detto ciò, buona lettura.}

***

Non riuscivo a dormire, l'atteggiamento di Draco mi tormentava da ore.

Quel suo tocco mi aveva scombussolata, per non dire scioccata.

Confusa.

Non capivo il perché di tutta questa incertezza.

Ma insomma, avevo un ragazzo e poi mi aveva trattata male come sempre.

Insomma, non era la prima volta che Malfoy mi sfiorava, gli avevo anche tirato un pugno, dannazione!

Probabilmente stavo solo mostrando quel briciolo di pena rimasta per lui e la sua famiglia.

Chiusi gli occhi, cercando di placare il battito del mio cuore e sprofondando in un sonno davvero profondo.

***

Gli altri quattro giorni erano trascorsi tranquillamente.

Il primo Settembre arrivò con un freddo stranamente gelido.

Tutti noi ragazzi, che frequenteranno e continueranno a frequentare Hogwarts, eravamo già alla stazione, in attesa del treno «guarda chi si rivede, la Mezzosangue con il suo fidanzatino Lenticchia, insieme a Potter e la sorellina» sghignazzò quell'orribile voce che riconoscerei ovunque.

Ma non poteva lasciarmi un po' in pace?

Altro che tocco e tocco, Draco Lucius Malfoy si meritava un mio tocco sulla guancia, regalato dal mio pugno «EHI, IO NON SONO PICCOLA, sono solo bassa» a parlare fu Ginny, guardando il biondo in modo cagnesco «proprio per questo» se la rise il moro di fianco a Draco.

Guardai il ragazzo «Zabini» sibilai tra i denti «sono proprio io, Mezzosangue. Come va con Lenticchia?» rigira la frittata lui «CHE COSA VOLETE?» sbottò Ron, mettendosi davanti a me.

Lo guardai male, sapevo benissimo cavarmela da sola, non avevo bisogno del suo aiuto.

Zabini, Goyle e tutto il resto del gruppo, continuò a litigare.

Draco stette zitto, di solito era il primo ad insultare o prendere parola, come prima del resto.

Lo guardai intensamente e socchiusi gli occhi, lui fece altrettanto, vorrei dirgli tante cose e vorrei perfino dirgli delle strane sensazioni che stavo provando ultimamente.

Mi sentì tremendamente male a fare questi pensieri con il mio ragazzo accanto, il cuore iniziò a battermi fortissimo e Ron iniziò a fissarmi
«HERMIONE PERCHÉ TU E MALFOY VI GUARDATE COSÌ?» sbuffò, arrabbiato e deluso.

Mi girai verso di lui, distogliendo lo sguardo dal biondo e ritornando lucida.

Cercai di prendere parola «io e La Granger ci guardavamo con sguardi di fuoco, scemo. E poi, pensavo ad un modo per insultarla» guardai Malfoy, come per dirgli grazie.

Quasi arrossì.

C'era qualcosa di strano in me, lo sentivo.

Lui, capendo il mio sguardo, annuì«lo stesso vale per me, non scendere a conclusione affrettate» risposi a Ron «o-o-okay...» balbettò lui, poco convinto.

«Per noi è il momento di andare, ci vediamo» Zabini sibilò tra i denti, rivolto verso la rossa e facendole l'occhiolino più deprimente della storia.

Goyle gli fu subito dietro, spingendolo leggermente mentre il Serpeverde fiero e distaccato mi passò a fianco con fare austero.

Non gli staccai gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, non lo feci nemmeno quando sussurrò delle parole che quasi suonavano proibite «ne riparliamo a scuola, Mezzosangue.»

Il mio cervello andò in tilt, mi girai prontamente, guardandolo allontanarsi e con fare corrucciato.

Mille brividi scorrevano tra la mia pelle.

Cosa intendeva?

Per di più, come potevo minimamente pensare di di ringraziarlo.

Ero impazzita, totalmente.

«HERM SBRIGATI, IL TRENO STA PER PARTIRE» mi urlò Ginny, avvicinandosi a me «devi raccontarmi tutto» sussurrò al mio orecchio, ghinando.

Sembrava proprio che oggi fosse la giornata del "sussurro all'orecchio di Hermione?"

Comunque sia, ci avviammo al treno e, per tutto il viaggio, parlammo del più e del meno «Herm, vuoi spiegarmi il comportamento strano di te e Malfoy? È successo qualcosa?» mi chiese Ron, prendendomi la mano.

Senza pensarci la tolsi subito, le mani vibravano per la rabbia. Mi alzai in piedi «TI HO DETTO CHE CERCAVO UN MODO PER INSULTARLO, BASTA» urlai, arrabbiata.

Ron si massaggiò un orecchio e mi sentì tremendamente in colpa «ok, non c'era bisogno di urlare» poi il silenzio, un silenzio imbarazzante.

Arrivati a Hogwarts, salutammo Hagrid mentre accompagnava quelli del primo anno «ma ci pensate che anche noi eravamo così. E siamo già all'ultimo anno, tranne per Ginny ovviamente» dissi, con voce dispiaciuta, guardando Ginny.

Al primo anno ero piena di speranze, adesso restava solo quell'ombra di me.

La guerra mi aveva portata via tutto.

Continuai a sorridere tirata.

Ginny borbottò qualcosa e mi guardò torva mentre Harry e Ron se la risero di gusto.

Prendemmo le carozze e ci avviammo ad Hogwarts.

Era come la ricordavo, tranne che per delle macerie di qua e di là.

Quell'anno fu la McGonall a fare il discorso tipico di Silente. 

Dalla sua voce fuoriuscì dolore e speranza che mi diffusero amore e coraggio. Concluso il discorso, smistò i ragazzi nelle proprie case «che la cena abbia inizio» urlò poi, prima che un trabusto arrivò in tutta la sala.

Infatti, tutti gli alunni iniziarono a parlare o con i nuovi arrivati o con i loro amici di infanzia «ciao Neville, ciao Seamus, ciao Lavanda» salutai i nuovi arrivati «ciao ragazzi» risposero semplicemente, mettendosi di fronte a noi «allora....passate bene le "vacanze"?» dissi, facendo le virgolette a vacanze, visto che non potevano essere definite tali, dopo la sconfitta di Colui-che-non-può-essere-nominato.

«Non mi posso lamentare» rispose Neville, continuando a guardare il tavolo dei Corvonero «perché guardi il tavolo dei Corvonero?» gli chiese Harry, ricevendo uno schiaffo in testa da Ginny.

«Ehm.....» Neville, era davvero imbarazzato. Sorrisi «VE LO DICO IO COS'HA NEVILLE, LUI È......» urlai
«zitta Hermione, stai urlando» mi rimproverò Seamus.

Solo ora mi resi conto che ero in piedi dalla sedia e urlavo.

Avevo tutti gli occhi puntati addosso.

Mi sentii terribilmente in imbarazzo ma non duro molto poiché, tutti i Grifoni, cominciarono a ridere ed io mi feci trasportare da loro.

***

«Allora Draco, passato bene questi mesi senza scuola?» mi chiese Pansy, avvinghiandosi al mio braccio.

La scansai immediatamente, non notando minimamente il suo sguardo deluso «pff, non ne parliamo, è stato un incubo» Zabini sospirò «mi immagino amico, sai che...» prende parola «VE LO DICO IO COS'HA NEVILLE, LUI È....» la Granger, si era messa ad urlare ed era piuttosto imbarazzata, quando tutti i Grifoni risero insieme a lei.

«Che avranno da ridere?» chiese Daphne ed io sbuffai «e che ne so io» dissi, alzandomi dalla sedia e andarmene.

Quella situazione era imbarazzante, tutti i Grifoni che ridevano, la Granger che teneva la mano a Lenticchia e la Weasley stava morendo dal ridere sulla spalla di Potter.

Vomitevole.

«Granger dovresti controllare il tuo tono di voce» sussurrai ma credo che
lo sentì comunque perché corse subito verso l'uscita, dove mi trovavo io «che cosa hai detto?» sibilò, alterata «che-dovresti-controllare-il-tono-di-voce» le risposi, scandendo ogni singola parola «senti chi parla, stupido Furetto Purosangue, che va a proteggersi dal papino. Perché non provi ad andarci anche adesso?» strabuzzai gli occhi, non doveva nominare mio padre davanti a tutti
«ALMENO SONO UN PUROSANGUE E NO UN SANGUESPORCO, COME TE. GUARDATI, GENITORI BABBANI, UNA RELAZIONE CON LENTICCHIA. POTTER, LO SFIGATO CHE NON RIESCE A DIRE A LA WEASLEY CHE LA AMA. LA WEASLEY, TUA MIGLIORE AMICA, CHE NON PARLA NEMMENO LEI. PACIOCK CHE NEMMENO VOGLIO PARLARNE. È TUTTO IL RESTO DEI GRIFONI, UNO PIÙ SFIGATO DELL'ALTRO. ALMENO IO STO MEGLIO DI TE, MEZZOSANGUE» urlai, rinfacciandole tutto.

Non mi interessava se mezza sala, compresi i professori, mi avevano sentito.

Calò un silenzio pesante, i professori guardarono attentamente la scena, decidendo se intervenire o meno.

La Granger uscì la bacchetta e me la puntò sul petto «sempre meglio che essere un lecchino di Voldemort, Mangiamorte» sibilò acida mentre io feci un volo di almeno tre metri.

La Granger mi buttò uno schiantesimo e mentre i professori intervenivano, nella sala scoppiò il caos più totale.

Metà Serpeverde si alzarono e si avvicinarono a me, cercando di aiutarmi ad alzarmi.

Speravo che da un momento all'altro il professor Piton sarebbe apparso, aiutandomi, come faceva sempre ma non fu così.

Dovevo crescere.

Mi alzai da solo, evitando l'aiuto di tutti e, mentre la professoressa Sprite ordinava ai prefetti di riportare gli alunni nelle proprie camere, la professoressa McGonall convocò me e Hermione nel suo ufficio, tra un'ora precisa.

Sospirai e guardando la riccia salutare i suoi compagni e scusandosi ripetutamente con Potter e la Weasley, scomparve attraverso quel caos.

***

«NON DOVEVA DIRLO, PROPRIO NO, EH. NON DOVEVA DIRLO. PER COLPA MIA GINNY, TI HO ROVINATO LA REPUTAZIONE, INSIEME A HARRY, È STATA COLPA MIA, SOLO MIA» dissi tra i singhiozzi e soffiandomi ripetutamente il naso.

Era stato terribile trattenere la frustrazione per tutto questo tempo e, sapere che ero stata proprio io a rovinare il rapporto tra Ginny e Harry, entrambi miei migliori amici, mi fece stare ancora più male «non dire così, la reputazione non è importante, sta tranquilla Herm» sospirai «non capisci, io volevo che fosse Harry a dichiararsi e non quel DEMENTE» urlai.

Ginny mi sorrise «Herm, ormai quel che fatto è fatto, non possiamo andare a picchiare Malfoy» mi massaggiai gli occhi e sorrisi ironica «oh si, si che possiamo» Ginny alzò gli occhi al cielo
«Herm non scherzare, come dici tu, ci hanno già rovinato la reputazione, vuoi anche un espulsione? Non se ne parla nemmeno!» urlò, troncando definitivamente il discorso.

Sentirsi dire da qualcuno che non sia io, la parola espulsione, fece uno strano effetto.

***

Mi grattai i capelli biondi, cercando di capire cosa fare.

E, senza volerlo, arrivai davanti la casa dei Grifonpolli.

Alzai gli occhi al cielo, guardando la signora Grassa guardarmi in modo strano «non dovevi dire quelle cose, giovanotto» sbottò arrabbiata «le voci qui circolano, ti sembra educato? Che uomo, davvero!» mi rimproverò ancora con tono ironico.

Stetti quasi per risponderle ma subito dopo uscirono Potter e Lenticchia.

Mi guardarono male e Lenticchia si mise davanti a Potter, prendendo parola «guarda chi c'è, che vuoi ora» sbotta, arrabbiato.

Presi coraggio e lo guardai negli occhi
«devo parlare con la Granger» dico, impassibile.

Weasley ringhiò e se non fosse stato per Potter che lo stava tenendo per la spalla, mi sarebbe saltato addosso «NON CHIAMARLA NEMMENO PER COGNOME, CHIARO? DEVI CHIAMARLA COME HAI SEMPRE FATTO. TI RENDI CONTO DI COSA HAI FATTO? HAI ROVINATO LA REPUTAZIONE DI TUTTI, SOPRATUTTO DI HARRY E GINNY, MA CHE TI È SALTATO IN QUELLA TESTA?» lo ignorai «non sono qui per fare discussioni, la professoressa McGonall ci vuole nel suo ufficio. In questo momento» loro guardarono me, poi si guardarono negli occhi e rientrarono nel quadro, non accorgendosi che lo tenevo ancora aperto con una mano.

***

«No, no e no, non uscirò mai da qui, soprattutto con Malfoy. La McGonall capirà» sbuffai «Hermione, lo vuole la professoressa McGonall, sai che se fosse stato per noi avremmo preso Draco e ucciso con le nostre stesse mani ma lo vuole la prof, quindi non possiamo dire e fare nulla.»

Ginny sbuffò «intanto asciugati la faccia e i capelli» scossi la testa come una bambina «non fare la bambina Hermione» protestò ancora.

Incrociai le braccia al petto «io non mi muovo da qui» la rossa sospirò «facciamo una cosa allora» borbottò, uscendo la bacchetta e lanciandomi un incantesimo per sistemarmi la faccia e i capelli, odiavo truccarmi e odiavo quando Ginny mi costringeva a farlo.

«Ora sei pronta per andare dalla prof» interstardita, continuai a scuotere la testa «non mi muovo nemmeno sotto tortura» mi lamentai.

Harry stette per ribattere e Ron si avvicinò pericolosamente a me con le braccia tese ma una voce ci fece voltare tutti «benissimo allora, se la metti così» maledetta voce.

***

Non ne potevo più di aspettare i comodi di quella sangue sporco.

Evitando gli strilli del quadro sul fatto che un Serpeverde non possa assolutamente entrare nel dormitorio di un Grifondoro, puntualizzando le grandi conseguenze, entrai senza esitazione trovando quel dormitorio assolutamente vomitevole.

Luce, rosso e oro da tutte le parti.

Che schifo.

Dei ragazzini di primo anno mi guardarono spaventati ma altamente incuriositi dalla mia presenza.

Poveretti.

Salì le scale, che presumevo essere quelle del dormitorio femminile e restai abbastanza scioccato dal fatto che non si trasformarono in uno scivolo.

Probabilmente, finalmente, avevano deciso di togliere quel maledetto incantesimo o forse si erano ancora scordati di farlo.

Sorvolai su ciò e arrivai davanti ad una grande porta, una fra tante.

Sicuro fosse la camera della Granger, entrai non appena finì di strillare che non si sarebbe alzata nemmeno morta.

Oh quante storie, stupida mezzosangue poppante «benissimo allora, se la metti così» urlai, entrando nella stanza, senza degnare di uno sguardo Potter and friends e caricandomi quella lagnosa a sacco di patate.

Mi sarei dovuto fare una doccia di quelle potenti, dopo aver toccato così tanto una sangue sporco.

La Granger si dimenò, scalciando e non potei fare a meno di darle un pizzicotto sulle gambe «LASCIAMI STARE MALFOY, METTIMI GIÙ» la ignorai, ne avevo abbastanza di fare spettacolo.

Scesi le scale, ritrovandomi gli stessi ragazzini di prima a guardare la scena, scioccati.

Feci loro un occhialino e uno dei miei sorrisi migliori, provocando così dei lamenti dal mio sacco di patate «ma per favore...» si lamentò la Granger.

Ricominciai a correre non appena sentì le fastidiosissime voci di Potter e Lenticchia scendere le scale.

Per Salazar.

Uscì dal dormitorio, correndo più forte, sentendo dietro di me le grida della Signora Grassa e continuando a ricevere calci dalla Granger.

Brr.

Donne Grifondoro, la peggiore specie.

***

Mi dimenai ferocemente «mettimi giù» lo sentì sbuffare «finiscila, devo liberarmi della tua scocciatura» mi irrigidì e probabilmente lui lo notò perché non disse più nulla.

Malfoy voleva veramente liberarsi di me?

Non che fosse un male, almeno non mi avrebbe più insultata.

Ma io quelle parole le ho dette perché ero arrabbiata, non le pensavo davvero.

Se lui dovesse definitivamente uscire dalla mia vita era un male.

Perché si, odiavo quando mi insultava ma amavo insultarlo.

Come dovrei passare le mie giornate adesso?

Che egoista, davvero.

«È così che la metti, va bene. Andiamo dalla McGonnal e da lì in poi siamo due estranei. Ti sta bene,  Malfoy?» buttai acida, guardando un punto fisso davanti a me.

Lui ci mise un pò a rispondere ma annuì «non aspettavo altro» e mi diede stranamente fastidio.

***

Forse non avrei dovuto dirle che avrei voluto liberarmi di lei.

Ovviamente non era affatto vero.

Non provavo amore per lei, quella era acqua passata ma prenderla in giro era ormai diventato un mio hobby.

Mi divertiva il fatto della nostra "guerra",  io attaccavo e viceversa.

D'altro canto, anche lei aveva torto, era stata lei a chiedermi di uscire dalla sua vita e non io,  quindi, perché mi stavo facendo questo complesso?

Ma era anche vero che se io non l'avessi provocata tutto questo non sarebbe successo.

«Malfoy, hai intenzione di farmi scendere? Ci guardano tutti e ridono, più di me che di te, ho un orgoglio da difendere. Giuro che non scappo» mi sussurrò infastidita.

Ah beh, non che avesse torto.

La misi giù, attento a non farla cadere in avanti e la fissai negli occhi.

Non che mi provocasse un bell'effetto, sia chiaro.

«Sei pronta?» Le dissi.
«Quando vuoi.» Le sorrisi.

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