~ 3 ~

Canzone per il capitolo:
We are young ~ fun.

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Questa sera in spiaggia sembra sia arrivato il Natale.

Dalle decine di gazebi sparsi lungo la costa ai tronchi di alberi sul bagnasciuga, utilizzati come panchine, è tutto illuminato da piccole lucette intermittenti. Rendono molto più magica l'atmosfera già di per sé unica. Tuttavia è l'enorme falò che fa da protagonista alla serata, mentre tutto il resto è decorazione.

«Ne è valsa la pena, no?» mi chiede Anderson.

Annuisco in silenzio, rimanendo comunque dell'idea che sarei stata meglio a casa.

«Sei arrivato, amore!» La voce di Megan, la ragazza di Emerson, si riconosce da chilometri di distanza, da quanto è squillante. Io non la sopporto, ma Ems non lo sa. Lei e mio fratello si salutano con un lungo bacio.

Molto meno teatrale il saluto di Candice, la nuova fiamma di Andy. Si salutano, sorridono, bacio a stampo e poi mano nella mano.

Io e Chad ci guardiamo imbarazzati. Lui è l'unico dei miei fratelli ad essere single. Per scelta sua, dice sempre. «Bene, ho appena visto i miei amici,» commenta, per portare l'attenzione su di sé. «Se avete bisogno di me, sapete dove trovarmi, immagino.»

«Non avremo bisogno di te, Chad. Tra mezz'ora sarai già ubriaco,» lo prende in giro Emerson.

Chad di tutta risposta gli lancia un'occhiata offesa e si allontana.

«Andiamo a prendere qualcosa da bere, dai.» Anderson apre le danze e mette in moto il piccolo gruppo che si è formato.

Non credo che rimarrò molto insieme a loro, mi sento così fuori luogo a non avere qualcuno con cui parlare, mentre gli altri sono tutti già accoppiati. Devo trovare l'occasione giusta per allontanarmi.

«Cosa prendi, Fel?» mi chiedono, quando ormai siamo arrivati a uno dei chioschi attrezzati.

«Un blue lagoon,» rispondo in automatico, sapendo che era il cocktail che piaceva tanto a Mark e dal quale ero solita rubare qualche sorso.

«Seriamente?» mi chiede Anderson, colto alla sprovvista. «Non con me, comunque. Ti prendo qualcosa di analcolico.»

«Sì, beh, lo fanno anche analcolico. Mark me lo prendeva sempre...»

Io e Anderson rimaniamo immobili a guardarci. So già quello che vorrebbe dirmi, è come se riuscissi a sentire le sue parole. Vorrebbe rimproverarmi perché sono tornata a pensare a lui, al mio Mark, ma allo stesso tempo non vuole mettermi in cattiva luce davanti agli altri.

«È stato un bene che vi siate lasciati,» interviene Megan a sorpresa. «L'ho detto sin dall'inizio che meritavi di meglio.»

Cala un silenzio inaspettato, in cui solo Megan sembra essere a suo agio.

«Sapete cosa? Io non prendo niente, vado a fare due passi.»

«Ho detto qualcosa di sbagliato? È quello che pensiamo tutti!» Megan prova a difendersi, cercando dagli altri una conferma che non ottiene, ma ormai mi lascio tutti alle spalle.

Cammino tra la folla di ragazzi che ha riempito la spiaggia, un po' controcorrente, con l'obiettivo di raggiungere un posto lontano da tutta questa confusione.

Passo dopo passo, e gomitata dopo gomitata, le risate e le chiacchiere iniziano a sfumare. In lontananza vedo una scogliera libera da ogni fonte di vita sociale, senza alcuna luce, perfetta per mettersi in disparte fino a quando non mi torna la voglia di socializzare.

Improvvisamente sono immersa nel buio della notte, e mi ritengo soddisfatta. Dietro di me, il falò è alto tanto quanto il mio indice.

Mi siedo tra gli scogli e lascio scappare un sospiro. L'unico suono che mi tiene compagnia, e che ora amo tanto per quanta pace riesce a infondere dentro di me, sono le onde che si infrangono dolcemente a riva.

Ammetto che trovarsi soli in spiaggia, nel buio più totale, fa un certo effetto. Mi dovrebbero servire almeno trenta secondi di corsa sfrenata per tornare al sicuro tra la gente, dai miei fratelli.

Ed ecco che ci risiamo. Invece di godermi il panorama perfetto in un contesto altrettanto perfetto, l'ansia di vivere ancora una volta ha la meglio.

«Cosa ci fai qui in fondo da sola?»

Scatto in piedi dalla sorpresa che i miei pensieri si siano trasformati in una terribile realtà, mi guardo attorno fino a cercare la fonte di quelle parole. Il ragazzo si illumina il volto con lo schermo del cellulare. «Non volevo spaventarti,» aggiunge.

«Ho bisogno di stare da sola,» taglio corto.

«Nessuno dovrebbe stare da solo. Non stasera, almeno,» indica in direzione del falò.

«Anche tu sei qui da solo,» faccio notare al ragazzo.

«Passo di qua per andare alla festa.»

Il suono dei suoi passi viene verso la mia direzione. Stringo il cellulare in mano, pronta a digitare il numero di Anderson.

Il ragazzo si mette a sedere sullo stesso scoglio sul quale ero seduta io fino a poco fa. Beve un sorso dalla bottiglia di birra che tiene in mano e poi la allunga verso di me, come se fosse normale per me bere dalla bottiglia di un completo sconosciuto. Ovviamente rifiuto la sua offerta da galantuomo.

«Sbaglio o sei la sorella di Chad Myers?»

«Conosci mio fratello?»

«Usciamo sempre insieme, e parla spesso anche di te.»

«E che cosa dice?»

«Sei la piccola principessa di casa e ti vuole molto bene.»

Sorrido e, dopo aver fatto tesoro di queste ultime parole, trovo il coraggio di sedermi vicino a lui.

«Nessuno dei miei fratelli mi vizia tanto quanto Chad, pensandoci,» ridacchio.

Beve un altro sorso di birra. «Hai intenzione di rimanere qui tutta la sera?»

«È quello che avevo in mente.»

«Una Myers non si comporta così, voi siete l'anima delle feste.»

Alzo gli occhi al cielo. «Sono appena stata lasciata, non mi va di divertirmi, considerando che sarei potuta essere altrove con la persona che amavo.»

«E reagisci così?» ride incredulo. «Lasci che quel coglione ce l'abbia vinta, mentre tu ti piangi addosso come se fossi una nullità e non avessi più uno scopo nella vita?»

«Fanno male le tue parole...»

«Sai cosa? Dovresti ringraziarlo di averti lasciata. Perché ora sei libera e hai un'estate intera davanti per divertirti. Puoi fare tutto quello che hai sempre voluto fare, ma che proprio a causa del tuo ex sei stata frenata. Ci sarà qualcosa che o non ti ha permesso di fare perché lui non c'era, o hai dovuto mettere da parte perché sapevi che a lui non sarebbe piaciuto?»

«Non penso... Non lo so, dovrei pensarci.»

«Hai tutto il tempo che vuoi.» Dalla tasca posteriore dei suoi bermuda estrae un piccolo taccuino. Lo apre sulla prima pagina, ancora senza alcuna scritta.

Faccio luce con lo schermo del cellulare nella sua direzione, lui inizia a scrivere: Dieci cose da fare prima della fine dell'estate.

«Ti ascolto.»

Alza lo sguardo su di me e, per la prima volta, i nostri occhi si incontrano quando i nostri volti sono entrambi illuminati. Mi ricordo di aver intravisto questo ragazzo altre volte insieme a Chad. Fa parte del gruppo di quei suoi amici che Anderson definisce alcolizzati, ma non ho mai capito perché, e non mi è mai interessato saperlo.

«Non sono in vena per certe cose, mi dispiace,» dico in un sussurro.

«Quindi rinunci a te stessa per qualcosa che hai già perduto, che fa parte del tuo passato e non può più tornare indietro. E, invece di chiudere quel baule per aprirne uno nuovo, ti arrendi senza lottare. Non bisogna essere per forza innamorati per essere felici.»

«Scommetto che tu sei un esempio,» borbotto. «Non conosci Mark. Lui era il ragazzo perfetto per me. Non posso buttare via un anno di noi come se niente fosse, non puoi pretendere che mi dimentichi di tutto quello che abbiamo passato insieme come se non mi importasse più nulla. Io non lo nego che sono ancora innamorata di lui, e mi ci vorrà ancora del tempo prima di decidere che è il momento di metterci una pietra sopra.»

«Se ragioni così, significa che dipendevi da quella relazione, che senza di lui non eri niente e ti sentivi probabilmente persa. Avrai messo da parte chi eri veramente per seguire quel Mark che credi di amare tanto, ma che in realtà ti ha solamente resa sua prigioniera.»

«Ma cosa stai dicendo?» scuoto la testa. «Lui non mi ha mai fatto mancare niente... E non ero in gabbia.» Mi mordo il labbro nel disperato tentativo di non mettermi a piangere. Non era in programma che accadesse, questa sera.

«Hai bisogno di liberare chi sei veramente, principessa, ne sono più che convinto. Lasciati andare ogni tanto,» mi fa l'occhiolino, porgendomi il suo taccuino.

Appoggia la bottiglia in equilibrio su uno scoglio, poi si toglie la maglietta e i bermuda, lanciandoli nel buio dietro di noi, rimanendo in boxer, come se fosse una completa normalità. «Sei a un bivio: o rimani così come sei, noiosa e grigia, o prendi in mano la tua vita e vivi la migliore estate di sempre. Se vuoi sapere come sarà, ti aspetto in acqua.»

Si tuffa in mare senza alcuna esitazione e, quando riemerge, mi sembra persino di sentirlo ridere. «Allora? Cosa hai intenzione di fare?»

Perché dovrei seguire i consigli di uno sconosciuto, solo perché è amico di uno dei miei fratelli? E se, invece, da qualche parte dentro di me avesse risvegliato qualcosa che sente di dovergli dare ragione?

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