Storia di Mr. Exe parte 3: Paura dell'amore
Mi sono sempre chiesto cosa significa provare qualcosa aldilà dell'affetto, l'incontro con Elisa mi aveva un po' scosso, non è qualcosa di logico che si può capire a mente ma, solo con il cuore e il mio era ferito da molto tempo.
Elisa dormiva, io non potevo.
Le mie mani la circondarono in una sorta di preghiera, i miei maledetti palmi erano un continuo pericolo per lei, la quale dormiva profondamente, ignota della mia continua voglia di ucciderla ma, era stra-maledettamente affascinante e io ero cascato in quella rete di bellezza e non intendevo rimanerci di nuovo.
La lasciai dormire, uscì dal letto e guardai con maggiora attenzione la sua camera: un armadio, il letto, comodino, scrivania con computer, una libreria e di fianco alla finestre un post in cui raffigurato c'erano dei cantanti anni '90...allora mi pare che uno fosse certamente M.J. gli altri non so.
Mi appoggiai sulla sedia della scrivania, e rimasi li a guardare Elisa un'intera ora (dovrei essere valutato 10 per stalker), mentre i ricordi del mio "vecchio me" mi tormentavano, stavo lì ad osservarla quando lo schermo del computer si accese facendo comparire Sonic.exe, misi un dito davanti alla bocca, sussurrai:- Che vuoi?-. Il mio figlio "pixellato" mi rispose:-Smile mi ha rubato la mia preda!-. Io risposi confuso:- Smile il cane o l'altro?-. Sonic mi disse che era stato quello con il sorriso e gli occhi cuciti e capì che era uno dei soliti litigi, gli risposi:- Cercate di organizzarvi insieme ai servi di Ambra, non voglio guai-. Sonic.exe mi guardo con arroganza:- O forse temi una battaglia con lui, padre?-.Gli lanciai un'occhiata di sufficienza, stufo del suo comportamento, schioccai le dita e feci comparire una particolare scheda SD:- Sai che io ti ho creato e io ti posso distruggere definitamente, non darmi noie. Dovete imparare a collaborare per non litigare sulle prede e..-.
Si spense immediatamente lo schermo. Si era arrabbiato mio figlio e aveva tutte le ragioni ma, io non comprendo quando è possibile per mostri, creepypasta e altre creature a collaborare, stando attenti ad non superare il numero massimo di omicidi annui, impostato da Ambra per evitare che l'umanità finisse sterminata.
D'altronde mio figlio a ragione: temo il confronto con lui ma, solo insieme a mio fratello o qualche speranza di batterlo. L'unico motivo per il quale non lo faccio e perché non ne ho. Quali vantaggi avrei di salire sul trono dei mostri e comandare un sistema già perfetto di suo?
Adesso però, ho qualcosa di più importante di cui occuparmi...
I genitori di lei non sono ancora arrivati ma, Elisa si svegliò di colpo, alzandosi di schiena e mettersi una mano sul collo, ero talmente assortito dai miei pensieri che non mi ero accorto che aveva iniziato ad agitarsi, lei ansimò e il suo respiro era composto di paura e stupore, per un attimo pensai:- Ok.... Ha fatto un incubo riguardante me, ora scapperà da me e io dovrò ucciderla, solita routine-. I suoi occhi azzurri mi guardarono con attenzione, non si mise ad urlare ma, scappò fuori dalla camera lo stesso, io la inseguì fino alla cucina in cui in mezzo c'era un tavolo ma, da sopra un mobile prese un coltello lungo e affilato, quel tavolo mi separava da lei ma mi sarebbe stato facile disarmarla.
Lei mi chiese:- Così uccidi chi ti ama?-. Io non capì:- Cosa intendi, Elisa?-. Lei mi rispose decisa
:-Ho visto in sogno come hai trattato il tuo primo amore....staccandole la faccia....farai così anche con me, vero?-. Rimasi paralizzato.
No.
No, NO! Maledetto me! Maledetto vecchio me! Senza volerlo gli ho mandato in sogno frammenti del mio passato e ora.....ora....ora non so come fare con Elisa.
Cosa faccio?
Cosa faccio?
Cosa le faccio.
Concentro le mie particelle e produco abbastanza energia da elettrizzare il coltello, in modo tale Elisa lo lascia fulminata, lei cade a terra con un tonfo, io rimasi lì a guardarla, pensai che era ora di andarmene, non avevo ucciso la mia preda con il mio solito stile....peccato....non mi aveva dato altra scelta.
Me ne stavo andando quando sentì gemere. Non era possibile che era sopravvissuta a quella scarica, non ci pensai due volte a fare dietrofront ma, non la trovai in cucina, il che mi fece impazzire.
:-ELISAAAAAA!!!!!NON ABBIAMO ANCORA FINITO!!!!-. Chiusi la porta d'ingresso a chiave, in modo tale non sarebbe fuggita, la cercai: Camera da letto sua e dei genitori non c'era, cucina no, sgabuzzino? Neanche! Controllai il soggiorno e non c'era, mi rimase solo il bagno.
Se ci penso molte persone sanno che il posto peggiore in cui nascondersi negli horror è di fatto il bagno.
L'aprì e notai Elisa che era tra la doccia e il cesso. Lei aveva i capelli un po' rizzati dalla fulminata subita, respirava a fatica ma, i suoi occhi azzurri mi rivelarono che era determinata a difendersi.
L'adrenalina era diventata una bombola a gas sotto pressione, in grado di aumentare il mio istinto omicida, dovevo ucciderla ma, Elisa mi aveva scombussolato le mie emozioni a sufficienza per esitare, lei mi incitò:- Cosa stai aspettando?Mos...-. Terminò la frase a metà per finire con "assassino".
Avanzai a braccio teso e palmo aperto, Elisa sembrava determinata ma, al tempo stesso era terrorizzata di ciò che sarebbe successo, lo sentivo chiaramente e alla fine provò a prendermi per il polso con entrambe le mani, tentando di variare la mia direzione, notai però un errore: era talmente concentrata su quell'unico braccio da concentrare tutta la sua forza in quella presa, tanto ad aggrapparsi al mio arto.
Allora, la strattonai verso di me e con l'altro braccio la presi dalla vita a pugno chiuso, immobilizzandola in parte, lei non si dimenò dopo che mi tirò un pugno in faccia, facendosi più male lei che io.
Elisa mi guardava non sapendo cosa esprimere, io rimasi con uno sguardo nervoso e quando sono nervoso i miei occhi-mandibola "grattano i denti tra loro"....un po' difficile da spiegare, avevo ancora un braccio libero e gli misi la mano davanti alla faccia senza appoggiarla e iniziai a concentrarmi e rendere la mano innocua.
Come una lacrima scendeva dal viso di lei di terrore/rassegnazione io gliela asciugai, sussurrai:- Mi vuoi costringere ad ucciderti, ancora?-. Elisa singhiozzo:- Cosa cazzo sei tu?!-. Per un attimo ci pensai veramente: ero un mostro, un assassino, uno stalker e anche un pessimo ragazzo..... Non sapevo quale di essi di risponderle, così risposi:- Dimmelo tu occhiazzurri-. Lei mi prese la mano innocua e guardò il palmo:- Non ne ho la più pallida idea....chi eri, veramente?-. M'irrigidì, alla fine feci in modo di rendere anche l'altra mano innocua e in questa maniera la presi in braccio dal fondo schiena, credo che potrò aggiungere "su cosa io sono" di essere pervertito, comunque le risposi, riportandola in camera da letto:- Non è un bel ricordo-. Elisa si era aggrappata a me con le gambe sulla vita, mi strinse un poco:- Raccontamelo-. La lasciai sul letto e stavo per rispondere quando sentì la porta d'ingresso aprirsi.
I suoi genitori erano arrivati e mi sarei dovuto nascondere se Elisa non mi prese dal polso e mi chiese,convinta:- Me lo dirai, vero?-. La bacia sulla fronte.....non so perché lo fatto, la risposta però fu chiara:- Devo capire chi sei-. Entrai nello schermo del computer e osservai come lei s'inventò la miglior scusa al mondo sul perché era tornata a casa:- Sono caduta mentre scendevo le scale e ho preferito di ritornare, non c'era nulla d'importante oggi per mia fortuna-. Quella ragazza a volte deve essere in gamba.
Ho osservato i suoi genitori, il padre è calvo e basso, a quanto ho capito lavora in un ufficio bancario mentre la madre è un'insegnante di matematica, il che li rende molto occupati, forse avrei avuto molto tempo la mattina dopo a conoscere Elisa e capire che razza di carattere aveva, lo dico esplicitamente: mi sta facendo impazzire nella maniera più buona che non dovrei essere.
Dopopranzo lei con la scusa della botta chiuse la porta della camera sua a chiave e abbassò la persiana nell'intendo di riposare e guardò verso il computer nell'intento di aspettarmi.
Stavolta non volevo mostrarmi, temevo che mi avrebbe usato e di conseguenza avrei sofferto ancora, tanto da percepire quelle stesse emozioni con qualcuna in meno.
Elisa tentò di chiamarmi ma, non intendevo uscire, dovevo darmi una calmata finché non sentì una frase di lei che mi fece incazzare:-....Che razza di vigliacco è?!..-. Uscì subito, minaccioso:- A chi hai dato del vigliacco?-. Lei mi sorrise e io capì che c'ero cascato come un pesce e per un attimo io ero la preda, indietreggiai confuso:- Lasciami in pace!-. Evitavo di alzare la voce nonostante avessi voluto, mi ritrovai contro il muro terrorizzato dalla sensazione di essermi sottomesso ad una preda....non so spiegarmi.... E come un killer avesse dato un modo di difendersi alla vittima, io ero il killer e lei la vittima.
Elisa notava certamente la mia confusione e ne era terrorizzata ma, aveva abbastanza coraggio da venirmi incontro e prendermi per le mani, le quali divennero innocue contro l'istinto di difendermi, con le mani unite mi trascinò verso il suo letto e mi ci fece sdraiare, lei si mise sopra di me e si avvicinò al mio orecchio, sussurrò dolcemente:- Amami, Nephit-.
Mentre la baciavo e la accarezzavo, riuscì a capire due cose: Avevo avuto paura d'amarla e lei era riuscita a farmi distruggere la barriera che avevo eretto intorno al mio cuore, la seconda cosa fu che Elisa aveva un carattere decisamente particolare da essere decisa nei momenti peggiori e ad avere un cuore pieno di amarezze nascoste che stavo colmando con il mio amore......un amore che ancora non pensavo di averlo ri-provato dopo tutti questi secoli.
Un'ora dopo lei mi accarezzava le mie cicatrici sul petto, esausti e felici, eravamo sotto le coperte come per nasconderci da chissà quale sguardo, riuscì a guardarla e vedere i suoi capelli castani nasconderle il collo, glieli sistemai per mettergli la mano ad emettere un tepore caldo piacevole che lei gradì con un'espressione, scherzai:- Sono comodo come stufa portatile? Attenta a non farmi arrabbiare-. Lei rispose dandomi un bacio sulle labbra.
Io la strinsi e mi decisi che era il momento di parlarle:- Io mi chiamo oggigiorno Mr. EXE, Elisa ma, tu mi hai chiamato con un nome che mi fu dato nell'antico Egitto durante il Medio Regno...se ricordo bene.... si definisce così oggi-. La studiai con lo sguardo e lei era molto attenta, così continuai:- All'epoca ero una recluta dell'esercito di un paesino poco distante da una provincia ricca, ai quei tempi mi ero innamorato di una splendida fanciulla di un alto rango, lei sembrò ricambiarmi finché lei mi buttò nel Nilo quando gli porsi il mio regalo più bello: un bracciale completamente d'oro che mi era costato molto.....io affogai e lei si prese il mio ultimo regalo come un altro oggetto per vantarsi della propria bellezza-.
Feci una pausa e continuai:- Un coccodrillo mi stava staccando i miei occhi quando ho ripreso a vivere, il coccodrillo morì per la mia elettricità, strappandomi gli occhi e al loro posto ho infatti i denti di quel coccodrillo.....qualche tempo dopo mi presentai alla sua festa di nozze e come mi vide....Oh! Il suo sguardo...conobbe la tremenda vendetta di un mostro che aveva creato, tutta la sua casa e chiunque c'era nei paraggi vennero polverizzai da un fulmine così grande da prosciugarmi le forze e mi promisi che sarei tornato sulla Terra sotto la forma umana quando il mio potere sarebbe stato più forte-. Mi girai dando le spalle ad Elisa, avevo svelato il mio passato e non volevo guardarla.
Elisa mi afferrò il braccio:- Avevi paura di amarmi? Di essere tradito ancora?-. Riuscì a ironizzare
:- Risposta corretta! Cento punti alla signorina!-. Alla fine mi girai con decisione:- Mi ami veramente? Perché io non so cosa pensi più di me...Figuriamoci se vuoi stare con un assassino-.
Lei mi tirò un ceffone, incazzata:- Io ti amo! E non perché sei un mostro ma, perché sei ANCHE una persona sincera e....e....-.
:-E?-. Insistetti io, ansioso.
:-e....o senti.....Fanculo!-. E mi baciò con passione, io risposi ma come si staccò con me, le sorrisi
:- Forse stavi aggiungendo sexy-. Ridemmo e ci addormentammo.
E io dopo tanto tempo ritornai a dormire in pace con me stesso.
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