Capitolo 7: Il passato
Idelle si ritrovò davanti ad un portone fatto di legno e metallo, a prima vista non sembrava niente di speciale poi però, si accorse che era il portone di un castello medievale e lei era incredibilmente più alta, oltre a stare sopra un ponte.
Qualcosa la strattonò al collo, si girò e vide Suicide legato all'altro capo della corda, l'avvertì fredda:- Sei solo una spettatrice, goditi lo spettacolo malinconico-. Scomparve nel nulla, lasciandola sola, improvvisamente ritornò alla sua altezza normale o almeno così pensava, il portone si aprì rivelando un fanciullo sui sedici anni, ornato di una armatura leggera in groppa ad un cavallo grigio a macchie bianche, erano propri e veri abiti degli anni Mille o giù di lì.
Il ragazzo non la guardò nemmeno, anzi, gli passò davanti e Idelle pensò di essere investita ma, lo attraversò, lasciandola di stucco.
Pensò " Deve essere Suicide ma, allora sono finita dove tutto è iniziato!" Suicide se né stava per andare ma, qualcosa attirò la sua attenzione, un uomo con una folta barba, anziano con un'andatura calma sembrava richiamarlo, Idelle si accorse che quando parlavano, lei non sentiva assolutamente niente.
L'anziano sembrava rassicurarlo, Suicide continuò ad avanzare in groppa al cavallo mentre Idelle cercava di tenergli dietro, alla fine riuscì a salire in groppa al cavallo, dietro di lui, come se non fosse che semplice aria.
Provo a dargli fastidio per vedere se una piccola parte di lui interagiva ma, nulla...
Si ritrovarono davanti ad una struttura a tre piani, fatta di pietre e legno con una scuderia su un fianco, doveva essere un monastero per monaci ma, a scartare l'ipotesi fu il fatto che la ragazza notava vari ragazzi con vestiti da nobili principi e principesse, in parole povere era una scuola per chi avrebbe dovuto imparare a governare i propri regni, Idelle capì che Suicide doveva essere un principe all'epoca o qualcosa di simile.
Come Suicide smontò da cavallo, un pomodoro lo colpì in faccia e Idelle vedeva benissimo l'espressione divertite degli altri ragazzi, Suicide sembrò non prendersela, andò verso un ruscello che era esattamente a fianco alle scuderie e si lavò la faccia, guardandolo, Idelle si rese conto che nascondeva le lacrime, lavandole insieme al sugo di pomodoro.
All'improvviso la ragazza non vide niente, qualche attimo dopo si ritrovò con dei ragazzi che si esercitavano con spade di legno, di fronte a sé c'era Suicide che duellava con un altro ragazzo, il quale gli colpì il polso, appena lo disarmò gli tirò un calcio, dritto allo stomaco di Suicide, quel ragazzo dall'aria perfida gli rise in faccia insieme ad altri ragazzi nobili, sembrava una sorta di bullismo visto in terza persona.
Idelle vide situazioni simili: chi gli dava spintoni, le ragazze che lo sbeffeggiarono, le continue lacrime nascoste ma, ciò che la sorprese di più fu la visita del padre: Suicide era nella sua camera quando entrò un uomo massiccio con una lunga barba giallognola e un elmo di ferro in testa, lo si capiva che era suo padre dallo stesso colore degli occhi, lo picchiò facendogli usare il sangue dalla bocca e dal naso, se ne andò come se nulla fosse dopo averlo "sgridato".
Solo allora Suicide si lego una corda al collo e con l'altra estremità la legò al balcone, era una sera d'inverno (Idelle lo capiva dalla quantità dalla neve posata sugli alberi), salì sul balcone e con un pugnale e un dardo si suicidò in una maniera che Idelle non credette possibile: con il coltello si taglio i polsi, il dardo se lo ficcò nel cuore e cadde finché la corda non arrivo al suo limite, rompendogli le vertebre del collo.
Idelle si sporse dal balcone e notò delle strane convulsioni su di lui con un'infinità di sangue che grondava per terra.
Idelle sentì scricchiolare il balcone, il quale improvvisamente crollò facendola precipitare, la sua caduta continuò come se non avesse una fine, l'aria continuava a fenderla come una lama, riuscì a girarsi per vedere la faccia non-umana di Suicide, il quale esclamò:-Bu!-. Solo allora cadde finendo sulla neve.
Si rialzò e Suicide la guardava con il proprio cappio al collo legato al suo, che Idelle non si era nemmeno accorta di indossarlo ancora, Suicide esclamò:- SEI CONTENTA ORA?! TI E' BASTATA LA MIA VERGOGNA? TI E' BASTATA LA MIA SOFFERENZA!? -. Idelle sentì una vampata di calore provenire dalla sua desta, si girò sgranando gli occhi, tutto ciò che aveva visto stava andando a fuoco con cadaveri carbonizzati per terra, balconi o finestre.
Suicide sospirò:- Li ho attirati tutti dentro, dopo essermi risvegliato e ho fatto aprire delle danze davvero calde, le più calde che io abbia mai fatto. Nessuna traccia rimase dopo qualche giorno-. Gli prese il mento, facendola girare verso di lui, continuò con tono serio:- Ora preparati a morire, pupa-. Dove sarebbe dovuta esserci la bocca, una bolla color rosso sangue s'ingrandì avvolgendo tutto il corpo di Idelle.
Il cappio che Idelle indossava si disintegrò e la bolla iniziò a riempirsi di sangue, Idelle comprendeva fino in fondo la storia di Suicide, tanto che capì che provava per lui un sentimento molto forte nei suoi confronti anche se era un mostro che aveva ucciso i suoi..... ricordava la sua stessa infanzia piena di bulli e perfino bulle, simile alla storia di Suicide con una differenza di mille anni...... anche lei aveva sempre ottenuto a tutti costi ciò che gli impediva di andare avanti nella sua vita, senza mai guardarsi indietro. L'unica differenza era che a lui gli mancava il cuore.
Idelle capì che Suicide era sempre stato uno specchio che gli rifletteva la propria parte oscura, se avesse avuto il suo stesso coraggio, si sarebbe suicidata mille anni prima, come aveva fatto lui.
Il sangue era a metà bolla e Idelle fissava Suicide in faccia con metà del corpo immerso, gli domandò:- Perché non ti sei rifatto una vita? Oggi è tutto diverso rispetto a mille anni fa!-. Suicide riprese le sembianze umane, rispose senza indugio:- Perché il mio cuore non prova sentimenti!-. Idelle ribatté, convinta:- Non è vero! I sentimenti tu li provi!-. Suicide non si mosse, rispose a sua volta, calmandosi un poco:- C'è l'hai presente quelle classiche parole "ti donerei il mio cuore?" Bene il mio è morto, non lo donato, non..... non mi potrei mai rifare una vita e morire in pace!-.
Idelle ebbe un'illuminazione, gli fece gelare il sangue ma, sapeva che tanto sarebbe morta lo stesso: Allungò il più possibile il braccio e (con grande stupore di Suicide) fece uscire metà braccio dalla bolla e prese per il cappio Suicide, lo tirò all'interno della bolla, ritrovandosi entrambi immersi di sangue fino al petto, Suicide esclamò:- Tanto non muoio-. Idelle gli sorrise per un ultima volta e gli rispose:- Non ti voglio uccidere, ti dono il mio cuore-. Suicide non poteva credere a ciò che vedeva con tutto i secoli che gli erano passati: Idelle gli prese il pugnale e se lo infilzò sotto la gabbia toracica e con dei gemiti, staccò uno dei suoi due cuori, glielo porse con gli occhi che si spegnevano.
Il cuore di Idelle sembrò risucchiato dal corpo di Suicide, il quale urlò di dolore.
Poi il nulla.
Solo un senso di pace e calma...e due vite riprendere il loro corso.
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