XXI. AISHA
"You're my end and my beginning,
even when I lose, I'm winning,
'cause I give you all of me and you give me all of you."
All of Me - John Legend
Los Angeles, 29 Luglio 2024.
L'orologio al polso di Lewis tagliava esattamente il tre a metà, era notte fonda e guardava le luci della California sfilare veloci dal vetro oscurato del finestrino del suv su cui era a bordo.
Il suo autista guidava in silenzio da quando lo aveva caricato da una delle uscite nascoste dell'aeroporto internazionale di Los Angeles, ogni tanto sentiva i suoi occhi addosso dallo specchietto retrovisore, ma sapeva bene che il suo essere scuro in volto in quel momento non fosse accomodante neanche per intraprendere una conversazione di circostanza.
Era di ritorno da Spa e benché il pilota non fosse più il suo mestiere, la Formula Uno non avrebbe mai abbandonato del tutto la sua vita.
Nessuno si era ancora abituato all'idea del suo ritiro e all'interno del paddock era sempre richiestissimo, tanto che dall'inizio della stagione non era passato un weekend senza che Lewis venisse invitato dalla Mercedes, dalle emittenti televisive e dalla Formula Uno stessa.
Non aveva mai staccato del tutto da quel mondo. Non lo voleva, ma ne aveva bisogno.
Non era l'unico ad averne bisogno e lo sapeva.
-Sei sveglia?- digitò velocemente sulla tastiera del telefono quando ormai mancavano poche centinaia di metri al suo arrivo davanti al cancello di casa.
Non ricevette nessuna risposta e sbuffò chiudendo gli occhi.
Non sentiva Mia da quando si era imbarcato in Belgio e il suo essere paranoico ed eccessivamente protettivo nell'ultimo periodo gli faceva volare la mente fino a pensieri contorti e molto spesso tragici.
-Dovrei smetterla di bere caffè- scrisse a Will che, a differenza di Mia, rispose immediatamente.
-La nonna di Nikita non sarebbe fiera di te-.
Sorrise per poi ricadere nel loop delle tragedie che il suo cervello partoriva come un film dell'orrore e maledì mentalmente di non avere come autista un ex-pilota di Formula Uno che schiacciasse il pedale destro a tavoletta, un po' come faceva Fernando Alonso ai tempi d'oro contro di lui.
Arrivò finalmente a destinazione e ci mise talmente poco a precipitarsi dentro casa che quasi rimase sconvolto.
Cercò Roscoe con lo sguardo in giro per casa, ma non lo trovò e decise così di non preoccuparsi più di tanto.
Salì le scale che portavano al piano superiore dopo essersi tolto le scarpe, cercando di fare meno rumore possibile, e quando aprì la porta della camera da letto rimase immobile sulla soglia, incantato da ciò che aveva davanti.
Le luci lilla tenui dei led incorniciavano la stanza buia rendendo dolce l'atmosfera, illuminando la pelle nuda di Mia che dormiva al centro del grande letto matrimoniale, con Roscoe al suo fianco che russava beatamente.
Scacciato via ogni pensiero negativo.
Lewis avanzò di qualche passo, spogliandosi velocemente della maglietta bianca a mezze maniche che indossava e lasciandola scivolare sul pavimento, affondando poi con le ginocchia sul materasso e chinandosi per lasciare un bacio tra i capelli di Mia mentre le accarezzava il fianco.
Mugolò qualcosa di incomprensibile mentre si stiracchiava e debolmente apriva gli occhi sotto lo sguardo di Lewis che in quel momento si sentiva rinato, vivo.
<<Non avrei voluto svegliarti>> bisbigliò quasi dispiaciuto.
Mia ignorò quasi le sue parole e lo attirò a sé per baciarlo. <<Non vedevo l'ora che tornassi>>.
<<Ti sono mancato?>>.
<<Tantissimo papi>> rispose sulle sue labbra.
Il sonno di Roscoe venne disturbato dalle voci e dalle effusioni romantiche dei due, e il bulldog inglese abbandonò presto il materasso, non prima di essersi fatto coccolare a dovere da entrambi i suoi padroni.
<<Dicevi che ti fossi mancato un sacco, quindi?>> riprese il discorso dopo aver chiuso la porta della camera.
Mia annuì e Lewis si rimise al suo fianco, lasciandole tanti piccoli baci sulle labbra. <<Anche tu>> affermò tra uno schiocco e l'altro.
<<Ora però scusa, ma vorrei dedicarmi un po' all'altra donna della mia vita>>.
Le lasciò un ultimo bacio sulla bocca e poi proseguì il suo tragitto con le labbra verso il basso, provocando un sorriso enorme sul viso di Mia.
<<Aisha, papà è tornato>>.
La dolcezza con la quale aveva pronunciato quelle parole fece sciogliere Mia come un ghiacciolo sotto il sole cocente, gli passava con ammirazione le dita tra le treccine sciolte mentre lui accarezzava il suo pancione e lasciava baci dolci su di esso.
<<Papi ora rimane rimane qui finché non nasci>> continuava a sussurrare come se da dentro la pancia potesse capirlo.
<<Mamma e papà sono qui che ti aspettano e non vedono l'ora di tenerti tra le loro braccia>>.
Baci, su baci, su baci.
Strofinava il naso sulla pancia, respirava il suo profumo immaginando quale potesse essere quello di sua figlia. Loro figlia.
Passava con l'indice ogni millimetro di pelle del pancione di Mia, cercando la manina o il piedino di Aisha puntato che molto spesso faceva capolino.
<<Anche a lei è mancato sentire la voce del suo papà in questi giorni>>.
Lewis alzò gli occhi fino a farli scontrare con quelli azzurri di Mia che mai avevano smesso di guardarlo, di osservare ogni sua premura.
<<Mi stai rendendo l'uomo più felice del mondo, lo sai?>>.
Mia lo attirò a sé e le loro fronti si toccarono, così come i loro nasi e le loro bocche sfiorarsi.
Respiravano insieme, lo stesso ossigeno, allo stesso ritmo, dicendosi tutto senza dirsi niente.
<<Tu mi rendi la più felice del mondo da anni>> gli parlò sulle labbra.
Gli occhi chiusi, il cuore a mille nel petto come le prime volte che stavano insieme.
Le baciò la punta del naso, scendendo poi di lato e seguendo tutta la linea della mascella di sua moglie, mentre la mano destra tatuata non aveva lasciato per un secondo il pancione, continuando ad accarezzarlo con estrema delicatezza.
<<Le gambe ti fanno ancora male?>> le domandò con premura, scostandosi un po' per guardarla in viso.
<<Lew, ma non hai sonno? Sei appena tornato da un viaggio intercontinentale>> gli fece notare con un sorriso incredulo.
Lui scosse la testa. <<Ho capito, vado a prendere la crema>>.
Rise mentre Hamilton si alzava per prendere la crema che Mia usava in quel periodo e sorrise sorniona quando lo vide tornare dopo poco con il barattolo verde tra le mani e solamente gli slip rossi addosso.
I loro sguardi si incrociarono a mezz'aria e Lewis le schiacciò un occhiolino, sorridendo con la consapevolezza dell'effetto che aveva su di lei.
<<Lew>> si lasciò sfuggire dalle labbra, mordendosele. <<Sei il papà più sexy del mondo>>.
Lui tirò petto e addome, passandosi una mano sui muscoli ben definiti. <<Ti ricordo anche che ho quasi quarant'anni>> affermò, sistemandosi poi ai piedi di Mia ed iniziando a massaggiarle una gamba con le mani unte dalla lozione.
Lo squadrò senza proferire parola.
Le ginocchia affondavano nel materasso e i quadricipiti tonici attirarono la sua attenzione fino al bordo dei boxer che incorniciava le cosce dell'ex-pilota.
Mia indugiò sull'intimo, scorgendo l'eccitazione di Lewis difficile da nascondere. L'elastico delle mutande fasciava alla perfezione il suo bacino e i tatuaggi che decoravano la parte superiore del suo corpo erano un orgasmo per la vista.
Le braccia ricoperte d'inchiostro, le spalle da cui si sentiva protetta, i bicipiti muscolosi, le mani che continuavano a percorrerla e scuoterla di brividi.
<<Stai pensando a quanta voglia hai di fare l'amore con me?>>.
La sua voce calma e bassa le si insinuò nella testa, distraendola dal suo corpo statuario e facendola tornare a fissarlo in volto, ed era un angelo, bello come solamente le opere d'arte possono esserlo.
<<Perché io avrei tanta voglia di fare l'amore con te, Mia>> e si portò alle labbra il piede che le stava delicatamente massaggiando.
Alcune delle treccine che portava, curate nei più minuziosi dettagli, gli ricadevano libere davanti agli occhi donandogli quell'aria selvaggia che mandava Mia su di giri.
Continuava a baciarla su ogni centimetro di pelle, guardandola sempre, gli occhi incatenati.
<<Impazzisco dalla voglia di fare l'amore con te>> gli confessò mentre sentiva le sue labbra salire sempre più.
Da quando avevano scoperto di aspettare Aisha, otto mesi prima, Lewis, che già era da sempre l'uomo perfetto agli occhi di Mia, era diventato ancora più dolce, più delicato e la riempiva di attenzioni.
Aveva messo da parte la sua irruenza passionale nel sesso, ma non aveva mai smesso di desiderare sua moglie nonostante la pancia crescesse a vista d'occhio.
L'accarezzava, la coccolava e dimostrava di essere il papà perfetto, quello che Mia aveva sempre immaginato di dare ai suoi figli un giorno.
Coperti solo dal lenzuolo leggero, con l'odore dell'amore ancora nell'aria e addosso, Lewis le lasciava una scia di baci sulla spalla, mentre con la mano destra cullava la sua bimba nella pancia.
<<Ti amiamo tanto, papi>>.
Affondò il viso tra i capelli lunghi di Mia sparsi sul cuscino e sorrise, in pace con il mondo.
In pace con la vita, rinato, nel suo posto nel mondo, con il cuore che tremava d'amore.
🦸🏻♀️🦸🏻♀️🦸🏻♀️
AMORI DELLA ZIAAAAAAA🧚🏽♀️
COME STATE?
VI SONO MANCATA?
E DOPO QUESTA NOTIZIA VOLETE ANCORA PRENDERMI A MAZZATE PER IL PRIMO CAPITOLO?🌻
Io l'avevo detto di portare pazienza 🤷🏻♀️
E niente quindi la famiglia si allarga🥹 E IL PROSSIMO È UFFICIALMENTE L'ULTIMO CAPITOLO DI MTAF -scusate c'ho un mancamento non mi sento bene, lo pubblicherò tra due anni per elaborare la cosa-😭😭😭😭😭😭
Vi chiedo scusa per la lunghissima attesa, ma spero che ne sia valsa la pena e che il capitolo sia di vostro gradimento💘
Io sono ipercritica e avevo aspettative altissime che non sono sicura di aver soddisfatto, ma il bisogno di scrivere e tornare a pubblicare era troppo forte.
Ditemi la vostra, qui o sui miei canali istituzionali verificati e approvati da tutti gli organi mondiali più importanti, come ad esempio la Bobo Tv:
Instagram: @whoismonique_wattpad
Twitter: @whoismonique__
Vi mando un bacio e vi ringrazio per il vostro affetto💘
Questo capitolo è per voi, per me, per Ayrton e per chi crede ancora nella vita, nonostante tutto🌱
Sempre vostra,
Zia Moni🫶🏼
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