XIII. SENZA TREGUA

"Bad things happen to the people you love
and you find yourself praying up to heaven above."
She Knows - J. Cole ft. Amber Coffman & Cults

Los Angeles, 2 Febbraio 2022.

Un'altra sveglia alle sei del mattino, per allenarsi, spenta in malo modo.

Altri mille messaggi di ragazze, che nemmeno conosceva, ignorati senza neppure aprire le chat.

Altri integratori buttati giù con un occhio ancora mezzo chiuso.

Un'altra giornata iniziata male, convinto che sarebbe finita anche peggio.

<<Zio Lew, dove vai?>> una vocina delicata lo fece voltare mentre stava per aprire la porta d'ingresso di casa.

<<Willow che ci fai già sveglia?>> chiese alla sua nipotina prendendola in braccio.
<<Mi hai svegliato tu, hai fatto un sacco di baccano quando ti sei alzato>>.
<<Scusami, non avrei voluto>> disse dispiaciuto, lasciandole un bacio sulla fronte.

<<Hai litigato con la zia, vero?>>.

Lewis la guardò confuso, non capendo minimamente a cosa si potesse riferire la bambina.

<<Con quale zia, Willow?>> chiese divertito.
<<Con zia Mia>> e in un secondo il sorriso di Lewis si spense. <<Ho sentito dire dalla nonna che eri arrabbiato con lei>>.

<<Lo sai che non si ascoltano i discorsi dei grandi?>> la rimproverò scherzosamente.
<<Tu dici anche le parolacce>> ribatté lei facendogli la linguaccia.
<<Sei una piccola peste>> e le fece l'occhiolino prima di rimetterla con i piedi a terra.

<<Però potresti portare di nuovo zia Mia a casa, anche se avete litigato>> insisté la bimba mettendo il broncio.

Lewis sospirò.

<<Proverò a convincerla, va bene?>> cercò di rasserenarla, consapevole però che non sarebbe mai stata possibile una cosa del genere.

Mancavano tre giorni e Mia si sarebbe sposata.

Uscì di casa, dopo aver messo nuovamente a letto Willow, e si infilò le cuffiette nelle orecchie, chiudendo poi tutte le pagine aperte nella cronologia di internet.

Ricerche prive di senso.

Qualche sito di cucina per ricette vegan.

Porno.

Un articolo in cui parlavano della sua sparizione dopo Abu Dhabi e di un suo probabile ritiro dal mondo delle corse.

Porno.

Ancora porno.

<<Maledizione>> imprecò chiudendo l'ennesimo sito a luci rosse, per poi trovarsi nella pagina di una compagnia aerea.

Los Angeles - Amsterdam.
Ventitré ore di viaggio, due scali.

Una pazzia.

Una pazzia per andare a commettere un'altra follia. Andare ad interrompere il matrimonio di Mia e Max.

Chiuse anche quell'ultima pagina e fece partire la sua playlist prima di iniziare a correre.

Le note delle canzoni nelle orecchie scorrevano fluide, così come le goccioline di sudore che gli imperlavano la fronte, scendendo giù fino al collo, infrangendosi sul colletto della sua maglia rossa.

Improvvisamente la musica si stoppò, lasciando spazio alla suoneria del cellulare, segno di una chiamata in arrivo, che accettò velocemente senza interrompere il suo allenamento.

<<Ciao Willy>> disse con il fiatone.

<<Giorno senza sesso numero ventisei>>.
<<Ventiquattro>> lo corresse Lewis.

<<Mi scusi Sir, l'ho sopravvalutata>> scherzò. <<Come va?>>.
<<Credo di aver imparato le categorie di Pornhub a memoria>>.
<<Ah ti piace sperimentare, vecchio porco>> lo canzonò. <<È una skill da aggiungere sul tuo curriculum per cercarti un nuovo lavoro>>.

Lewis si fermò una volta arrivato alla sua meta, e rimase soddisfatto dai risultati fruttati dalla corsa che gli venivano segnalati sul display del cellulare.

<<Segaiolo professionista? E comunque finisco sempre per guardare lo stesso porno tutte le sere>>.

Will scoppiò a ridere. <<Mora, occhi azzurri, tette piccole>>.
<<William>> lo rimproverò usando il suo nome di battesimo per darsi un tono.
<<Ho ragione?>>.
<<Sì, hai ragione>> ammise, passandosi una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore. <<Vorrei evitare però che mi venisse il cazzo duro in mezzo alla strada, poco prima di entrare in palestra>>.

<<Sei veramente un baronetto>> lo prese in giro e Lewis lo insultò.

<<Senti Lew, io ti ho chiamato per una questione importante in realtà>> disse dopo un po', schiarendosi la voce e tornando serio.

Lewis si mise seduto sul bordo del marciapiede e rimase in silenzio per ascoltare ciò che gli volesse dire Will.

<<Tu vuoi ancora presentarti in chiesa e fermare il matrimonio?>>.
<<Per arrivare in tempo ad Amsterdam dovrei partire già domani>> disse soltanto, senza rispondere veramente alla sua domanda.

Will fece un verso poco convinto.

<<Che c'è, Willy? Parla>> lo spronò.

<<Non so molto in realtà, Nikita è parecchio strana in questo periodo quando si parla di questa cerimonia>> disse incerto. <<In verità è molto strana quando si tratta di Mia in generale>>.

<<Non farti cavare le parole di bocca>>.

<<Mia e Max hanno annullato i voli per Amsterdam degli invitati>>.
<<Che tirchi. Quindi dovrete cercarvi un volo per l'Olanda da soli?>>.

<<Lew, non credo tu abbia capito. Mia e Max non si sposano ad Amsterdam>> chiarì.

Lewis boccheggiò, farfugliando qualche parola sconnessa.

<<Dove si sposano?>>.
<<Nikita ha detto qui, nel Principato>>.

Lewis rimase di stucco, perplesso dalla rivoluzione dell'organizzazione del matrimonio a pochissimi giorni dalle nozze.

<<Sei sicuro?>>.

<<Tu sei sicuro di voler fare una cazzata del genere? Ma hai idea dello scandalo che ne verrebbe fuori se venissi ad interrompere la cerimonia?>>.

<<E se fossi il motivo del suo futuro divorzio non accadrebbe comunque un macello?>> ribatté lui convinto.

<<Devi essere ossessionato da Mia per il resto della tua vita?>>.

Sì, pensò Lewis.

Sbuffò sonoramente sentendosi messo alle strette.
Will non aveva tutti i torti, ma lui non riusciva a farsene una ragione. Accettare che Mia si sposasse con Max non rientrava affatto nei suoi desideri.

<<Poi come pensi di poter interrompere un matrimonio, arrivando in sella ad un cavallo bianco?>> ironizzò.
<<Potrei aspettarla direttamente all'altare>>.
<<Vicino a Max>> rispose il suo amico ridendo. <<Potreste diventare un trio legalizzato>>.

<<Mi viene da vomitare al solo pensiero>> sbottò Lewis, guardando poi l'orologio al polso ed alzandosi dal bordo del marciapiede.

<<Devo entrare in palestra, Angela mi sta aspettando già da alcuni minuti>> annunciò sospirando.
<<Avete parlato del bacio durante il tuo compleanno?>>.
<<No, è la prima volta che la vedo da quella sera>> rispose lui semplicemente.
<<E le dirai qualcosa?>>.

<<No, non credo, vorrei evitare di rovinare il nostro rapporto. È stato solamente un momento, ne sono sicuro>>.

Will annuì anche se poco convinto dalla scelta di Lewis di non affrontare la questione con Angela.

<<Ci sentiamo più tardi, allora>> lo salutò il pilota, staccando la chiamata e mettendo in tasca il telefono.

Lewis varcò l'ingresso della piccola palestra personale che aveva a Los Angeles, in cui sapeva già che Angela lo stesse aspettando.

Pensò e ripensò se aprire quella discussione con Angela.
Le voleva bene, era sicuro che quel bacio fosse stato frutto di un momento di euforia, dell'alcol, della festa, della confusione.
Confusione, come quella che aveva lui in testa.

Eppure, qualcosa che stonava c'era, lo sentiva.

Qualcosa non tornava.

<<Lew!>> esclamò Angela appena lo vide entrare, attaccandosi al suo collo per abbracciarlo.

Si lasciò travolgere dal calore della donna, dalle sue braccia familiari che sembravano tanto essere casa.

<<Come stai, tesoro?>> domandò appoggiandogli una mano sul volto per accarezzarlo.

Angela era da sempre solita ad essere così affettuosa con lui, e per Lewis non era mai stato un problema, ma in quel momento provava imbarazzo, come se sentisse della malizia nei suoi gesti.

<<Mi sto riprendendo>> affermò facendole un sorriso tirato.

Sgusciò dalla sua stretta, ma Angela lo tirò nuovamente a sé.

<<Mi sei mancato, Lew>>.
<<Anche tu, Angie>> rispose sincero, avvolgendola tra le sue braccia.

Ed era vero.
Gli era mancata Angela, i suoi mille consigli, confidarsi con lei, ridere, allenarsi, condividere insieme gran parte delle loro giornate.

Angela era da anni la costante di Lewis, la sua certezza.
Più di una fisioterapista, più di una personal trainer.
Angela era una vera amica.

Avrebbe dovuto cancellare dalla sua mente quel piccolo accaduto e tornare a vivere con spensieratezza la sua vicinanza.

<<Vado un attimo in bagno e poi possiamo iniziare l'allenamento>> disse allontanandosi. <<Inizia pure a guardare sul pc gli esercizi che ho preparato>> aggiunse sorridendo.
<<Metto anche la musica>> le fece sapere Lewis schiacciandole un occhiolino amichevole e lei acconsentì senza problemi.

Angela girò la chiave della porta del bagno e Lewis si mise seduto su una panca piana, appoggiando su di essa anche il computer della donna. Cercò tra le cartelle quella che conteneva l'allenamento della giornata, ma la sua attenzione venne attirata da un'altra cartella.

Una cartella rinominata Verstappen.

Senza nemmeno rendersene conto, le sue dita scivolarono sul cursore, fino ad aprire l'unico file contenuto all'interno, un video.

Sembrava essere un filmato di qualche telecamera di sorveglianza.

Lewis riconobbe immediatamente dalle riprese la stanza del suo motorhome, e tutto ciò gli pareva impossibile, perché dentro le camere non vi erano alcune telecamere.

Le immagini mostravano lui sul letto in un momento di relax e mandò avanti di alcuni minuti, per capire esattamente di cosa si trattasse, del perché ci fossero delle telecamere e del perché quel video fosse sul computer di Angela.

Mentre si interrogava di tutto ciò, nell'inquadratura si smosse qualcosa.

Non era più lui da solo, c'era anche Mia.

Ed improvvisamente venne scosso da un ricordo.

Monza.

Mia che usa la sua doccia.

Mia che non esce più dalla sua stanza fino al mattino dopo.

Chiuse gli occhi, prendendo poi una grande boccata d'aria.
Le mani tremavano, il cuore era sicuro di averlo in gola talmente batteva forte.

E poi lo fece, mandò avanti il tanto che bastava per ritrovarsi davanti agli occhi un incubo.

Qualsiasi sguardo, qualsiasi bacio, ogni gemito, ogni minima carezza che si erano scambiati Lewis e Mia in quel letto, era stato immortalato con quel filmato.

Gli mancava l'aria, la vista gli si stava annebbiando ogni secondo in più.

Erano stati incastrati, derubati inconsapevolmente.

<<Sono pronta!>> esclamò entusiasta Angela, tornando dal bagno.

Lewis alzò gli occhi su di lei, non proferì alcuna parola, lasciò che i gemiti in sottofondo provenienti dal video parlassero per lui.

Angela rimase pietrificata.

<<Non hai nulla da dire?>> le domandò Lewis con la voce rotta, ma lei continuò a rimanere in silenzio.

E in testa iniziarono a ronzargli alcune parole di Mia che non era mai riuscito a comprendere.

"Dopo tutto quello che ci ha fatto".
"Lei sa tutto".

"Mi stanno costringendo".

E poi il buio totale, quello che fa smettere di ragionare, quello che fa perdere la lucidità.

<<Devi parlare, cazzo>> urlò alzandosi di scatto dalla panca. <<Devi dirmi che cazzo ci fa quel video sul tuo computer>>.

<<Lew, io ti posso spiegare qualsiasi cosa>> singhiozzò lei, appoggiandogli le mani sul petto per tentare di tranquillizzarlo.
<<Dimmi cosa hai fatto con quel video>>.
<<Io non ho fatto niente, ti prego>> pianse ancora.

Lewis sbuffò iniziando a camminare avanti e indietro per la sala pesi.

<<Io ti denuncio, mi hai rovinato, hai rovinato Mia>>.

<<Lewis, io l'ho fatto perché ti amo>>.

Il pilota si fermò per guardarla in modo truce.

<<Angela->> ma lei lo bloccò, andandogli
incontro e prendendogli il viso tra le mani.

<<Ascoltami, Lew>> disse tenendo lo sguardo fisso sul suo volto sconsolato. <<Io non sopportavo vederti con lei. Mia ha fatto passare in secondo piano qualsiasi cosa: me, il lavoro, le tue passioni>> cercò di spiegargli. <<Ti ha fatto perdere il mondiale>> aggiunse infine.

<<Per favore, non dire stronzate>> la implorò cercando di scostarsi da lei, ma fu bloccato dalla resistenza di Angela, che lo trattenne e cercò di far posare le labbra sulle sue.

<<Ma sei impazzita?>> sbottò Lewis. <<Devi lasciarmi stare. Io->> si bloccò di colpo.

Per ogni istante che passava, Lewis iniziava ad avere sempre più consapevolezza di quello che fosse accaduto.

<<Io l'ho persa, tra tre giorni si sposa>> farneticò confuso. <<Tu l'hai ricattata>> aggiunse poi, puntando l'indice contro la sua fisioterapista.

<<È stato Max a contattarmi, io non sapevo ci fossero delle telecamere nel motohome>>.

<<Angela, hai tradito la mia fiducia, non avresti dovuto accettare>>.

<<Non mi hai mai guardata come guardi lei>>.

Lewis scosse la testa.

<<Io non guarderò mai nessuno come guardo lei>>.

Fece per andarsene, saturo, con la testa che pareva potesse esplodere da un momento all'altro, ma Angela lo fermò, ancora una volta.

<<Lewis ti prego>> tentò di persuaderlo, afferrandolo per una mano.

Lui si girò di scatto, fulminandola con lo sguardo.

<<Non ti merita>> sibillò guardandolo intensamente negli occhi. <<Non ti ha mai meritato, non ha mai scelto te>>.

Lewis chiuse le palpebre per la frustrazione.

Forse erano vere quelle parole, probabilmente a Mia non era mai importato veramente nulla di lui, magari non lo aveva mai amato sul serio, ma a lui non fregava nulla in quel momento.

Lewis pensava solamente alla sua Mia.

<<Ascoltami, per favore>> lo pregò ancora la donna.

Con un gesto secco si liberò dalla sua stretta. <<Ti chiedo io il favore di non far più parte della mia vita>>.

<<Lew, no, ti prego>>.

Non si curò di lei, delle sue lacrime, delle sue parole, delle sue preghiere.

Scappò di corsa tra le vie di Los Angeles, tornando verso casa.

Avrebbe voluto piangere, urlare e spaccare qualsiasi cosa.

Avrebbe voluto essere dall'altra parte del mondo, con Mia.

I muscoli delle gambe bruciavano per lo sforzo. Lewis correva forte, fortissimo, agitato, il respiro corto, il cuore in gola e lo stesso tratto di strada che aveva percorso all'andata, lo attraversò impiegandoci la metà del tempo.

Spalancò la porta di casa con poca delicatezza, spaventando così anche la sua famiglia riunita attorno al tavolo della sala per fare colazione. Non li degnò quasi di uno sguardo, non un saluto.

La sua testa era altrove.

<<Lewis!>> lo ammonì sua sorella Samantha, balzando impaurita dopo aver visto il suo ingresso e osservandolo poi salire le scale in modo trafelato.

<<Scusate, sono molto di fretta>> si giustificò strillando dal piano superiore.

Carmen, sua madre, allarmata dal comportamento del figlio, decise di seguirlo, accompagnata a sua volta dalle sorelle di Lewis e da Willow e Steve, mentre il suo compagno e i mariti di Samantha e Nicola rimasero sotto.

Trovarono Lewis intento ad ammassare dei vestiti in una valigia, senza piegarli, lasciando negli armadi gran parte degli indumenti che aveva portato con sé in California.

<<Ma che succede, dove stai andando?>> domandò sua mamma confusa.

Lewis si girò a guardare la sua famiglia ferma sulla soglia della porta, e fece un gran sorriso.

<<Me la vado a riprendere>>.

🦸🏻‍♀️🦸🏻‍♀️🦸🏻‍♀️
Ciao cuoricini di ziaaaaaa, come state?💓

Mi state adorando per questo capitolo?
State urlando fortissimo?
AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH.

Solo che abbiamo un piccolo problema:
Lewis e Will sono ancora convinti che Mia e Max si sposino, quindi vuol dire che Nikita ha mantenuto la promessa fatta a Mia un mese prima🧐

Curiosi di sapete cosa accadrà nel prossimo capitolo?😏
Fatemi come sempre sapere la vostra, consigli e critiche sono sempre ben accette💓

Se volete fare quattro chiacchiere vi lascio i miei social:
Instagram: whoismonique_wattpad
Twitter: whoismonique__

Spero di farmi sentire presto per il nuovo capitolo🌈

Bacini,
Monique🫶🏼

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