VIII. ME SENZA TE
"I wanna cut you outta my dreams.
I'm bleeding out.
Girl, I'm bleeding.
I wanna cut you outta my mind,
'cause I'm bleeding out"
Until I Bleed Out - The Weekend
<<Hei dormiglione>>.
Mia si stiracchiò appena sveglia, allungando il braccio sul cuscino a fianco al suo per poter toccare i ricci morbidi di Lewis.
Trovò il vuoto.
Si mise seduta di scatto sul letto, guardandosi attorno, cercandolo ovunque.
<<Lew>> lo chiamò preoccupata mentre velocemente si alzò dal letto. <<Sei già sveglio?>> continuò a parlare, mentre vagava completamente nuda per la stanza.
Aprì la porta del bagno cercando di scovarlo all'interno, ma di Lewis neanche l'ombra.
<<Lewis, guarda che se sei nascosto da qualche parte e stai cercando di farmi spaventare, non è divertente>>.
Il nulla.
Prese il telefono, ignorando qualsiasi messaggio, perfino le infinite notifiche ricevute da parte di Max, aprendo immediatamente la rubrica.
Ed iniziò a tempestare di chiamate Lewis.
Una.
Due.
Tre.
Dodici volte.
Senza mai ricevere risposta, se non dalla voce irritante della segreteria telefonica.
Si lasciò cadere a terra sfinita, abbandonandosi ad un pianto liberatorio.
Lewis era andato via, l'aveva lasciata da sola dopo che lei gli aveva confessato più volte di amarlo, dopo avergli chiesto di andarsela a prendere sull'altare, dopo aver fatto sesso in quel modo così rude e passionale, dopo aver fatto l'amore come solo con lui faceva.
Compose velocemente il numero di Nikita ed aspettò con impazienza che le rispondesse, e così fu dopo appena uno squillo.
<<Dimmi che lo avete fatto talmente forte e che ora hai bisogno di qualcuno che ti sorregga per camminare>> esclamò Nikita, rispondendo così alla chiamata.
<<Niki, è andato via>> le fece sapere Mia con un filo di voce e singhiozzando.
<<Chi è andato via, Lewis?>> chiese confusa.
Mia non le rispose, ma continuò a piangere così forte e disperatamente che Nikita capì che si trattasse di lui.
<<Mia, amore, non piangere>> cercò di tranquillizzarla, mentre trafficava per cercare le chiavi della macchina che avevano noleggiato a Honolulu. <<Ma cosa è successo, avete litigato?>>.
Mia sospirò pesantemente ed appoggiò la nuca contro il muro, mentre le lacrime continuavano ad irrigarle il volto.
<<No, non abbiamo litigato, non so cosa sia successo, siamo stati così bene insieme>> le spiegò, mentre sentiva la sua migliore amica mettere in moto la macchina. <<Stai venendo a prendermi?>> domandò asciugandosi le lacrime.
<<Certo. Mia, io non ti lascerò mai sola>>.
Mia rimase in silenzio per un po', mentre Nikita dall'altra parte della cornetta, guidava e le elencava varie schifezze che le avrebbe fatto mangiare per tirarla su di morale.
<<Una bella brioche piena di Nutella la vuoi? Mi fermo a comprartela>>.
<<No Niki>> rispose Mia.
<<Nemmeno una vaschetta enorme di gelato al caramello salato?>>.
<<Quello di Albert Heijn?>> le domandò, riferendosi alla famosa catena di supermercati di Amsterdam.
<<Mmm proprio quello, il tuo preferito>>.
Mia ci pensò un attimo, amava quel gelato, ma in quel momento il suo stomaco avrebbe rigettato qualsiasi cosa. Il solo pensiero di dover mangiare per distrarsi da quel dolore, la faceva star male.
Non voleva togliersi dalla mente Lewis, voleva continuasse ad essere la sua dolce ossessione, voleva poterlo scegliere senza aver paura delle conseguenze, voleva viverlo, amarlo alla luce del sole, gridare a chiunque che quello era l'unico uomo a cui apparteneva il suo cuore.
<<Non mi va nemmeno il gelato>> rispose sconsolata. <<E poi alle Hawaii non esiste Albert Heijn>>.
Nikita sorrise teneramente sentendo quelle parole e cercò di non farsi travolgere dalla stretta allo stomaco che aveva nell'udire la sua migliore amica in quello stato.
<<Sono arrivata>> annunciò, accostando vicino all'hotel. <<Vuoi che salga o->>.
<<Ce la faccio, Niki>>.
Cercò i suoi indumenti sparsi in giro, tornando a ricordare quanto successo con Lewis fino a qualche ora prima.
Il vestito sgualcito, buttato alla rinfusa sul pavimento. Quel vestito che le aveva confessato le stesse d'incanto.
Trovò poi le sue mutandine vicino alla porta, se le infilò ed afferrò la piccola borsa nera in cui entrava a malapena il suo cellulare, ed indossò i tacchi senza nemmeno allacciare il cinturino alla caviglia.
Fece per abbassare la maniglia, ma notò le manette sul comodino e le afferrò, rigirandosele tra le dita.
Poteva ancora sentire il fiato caldo di Lewis scontrarsi sulla sua pelle.
Le sue mani accarezzarla, insinuarsi nei posti più intimi e nascosti.
I suoi occhi.
Le sue labbra.
La sua lingua.
<<Basta, cazzo, basta!>> esclamò a se stessa, uscendo dalla camera e sbattendo la porta.
Lasciò l'hotel di fretta, individuando subito il suv su cui l'aspettava Nikita e salendo come una furia, lanciando la borsetta e le manette sul cruscotto, senza troppa cura.
Nikita la osservò in silenzio, in attesa che dicesse qualcosa, ma Mia non proferì parola e si allacciò la cintura di sicurezza, aspettando che la sua amica si mettesse in marcia.
<<Quelle lì sono delle manette?>> le domandò Nikita schiarendosi la voce dopo qualche minuto di assoluto silenzio, buttando un'occhiata veloce sulla ragazza al suo fianco mentre continuava a guidare, ma lei continuò a rimanere in silenzio.
<<Mia, però potresti anche di->> ma la interruppe.
<<Io non mi sposo>>.
<<Non ti sposi?>> urlò Nikita, a metà tra l'essere incredula ed entusiasta.
<<No, col cazzo che mi sposo. Nessuno può costringermi a sposare Max>> ed afferrò la mano di Nikita che era appoggiata sul cambio, stringendola forte tra le sue. <<Però ti prego, convinci Lewis a tornare da me, ad interrompere il matrimonio, a fare qualcosa>> la implorò quasi con le lacrime agli occhi.
<<Che cosa?>> strillò Nikita, spalancando gli occhi.
<<Ti prego Niki>>.
<<Mia, ma sei impazzita?>> la rimproverò mentre parcheggiava. <<E poi chi ti ha costretta ad accettare la proposta di Max?>>.
Mia sbuffò, appoggiando la testa al finestrino e chiudendo gli occhi per il nervoso.
<<Niki, io sono stanca>> le uscì debolmente dalle labbra. <<Sono talmente stanca>> ripeté ancora, e Nikita la prese per mano.
<<Mia ci sono io con te, ci sono le ragazze>> le disse dolcemente, accarezzandole il dorso della mano con il pollice.
Si girò a guardarla con gli occhi pieni di lacrime e sorrise amaramente.
<<E Lewis?>>.
Nikita fece per aprire bocca, ma Mia riniziò a parlare.
<<Non me lo merito?>> domandò più a se stessa che a Nikita, passandosi una mano tra i capelli. <<Non lo merito un uomo che mi ami?>> aveva ripreso a singhiozzare con i lacrimoni che le scendevano sul viso. <<Uno che mi tratti come una principessa, che mi faccia sentire sempre desiderata, che mi guardi come se fossi la più bella del mondo>>.
Nikita la osservò in silenzio, la guardava mordesi nervosamente le labbra tra i denti, e poi lasciare che il capo si adagiasse sul poggiatesta del sedile.
<<Solo lui mi fa sentire così, Niki>> disse ancora. <<E non desidero altro, vorrei solo che Lewis mi facesse sentire così per sempre>>.
***
<<Lew, dai, apri questa cazzo di porta>> urlò Will, continuando a battere la mano sulla porta d'ingresso della casa del pilota inglese.
Lui e Nikita erano da ormai più di dieci minuti che bussavano e suonavano al campanello della casa londinese di Hamilton, ma di lui nemmeno l'ombra, nonostante avesse detto al suo migliore amico di non essere uscito.
<<Forse si è sentito male, magari dovremmo chiamare i soccorsi>> si preoccupò Nikita.
<<Non credo, è talmente ipocondriaco che quando ha la febbre pensa di poter morire, se si sentisse male mi chiamerebbe almeno ventimila volte>> rispose Will e lei faticò a trattenere una risata.
<<Però guida a 300 km/h come se stesse camminando>>.
Will riprese a bussare, questa volta con più veemenza, ma rimase bloccato con il pugno a mezz'aria quando la porta si spalancò, rivelando la figura di una ragazza dai capelli biondi riccissimi e gli occhi azzurri.
Nikita boccheggiò senza emettere fiato con gli occhi sgranati, mentre il suo fidanzato rimase interdetto, cercando di capire la situazione.
<<Cercate Lewis?>> domandò, mostrando un sorriso perfetto e i due annuirono, fissandola come se fosse stata una creatura mitologica.
<<Entrate pure, io sto andando via>> disse, varcando l'uscio e salutando cordialmente la coppia.
Will e Nikita si fissarono.
<<Dammi un motivo per non riempirlo di botte appena entriamo>> esclamò Will, passandosi una mano sulla fronte.
<<In questo momento non me ne viene in mente neanche uno, però potrei suggerirti almeno dieci motivi per cui lo picchierei io>> ribatté Nikita.
Varcarono la soglia di casa di Lewis e il salone era completamente in disordine, come se avesse accolto una grande festa con tantissimi invitati.
Nikita evitò un preservativo, saltellando su un piede ed avvinghiandosi al braccio di Will.
<<Adesso vomito>> commentò e il ragazzo ghignò tenendola stretta sé.
<<Almeno è stato coscienzioso da prendere precauzioni>>.
<<William ti sento>>.
E la voce di Lewis li fece sobbalzare.
<<Dove sei?>> domandò Will guardandosi attorno.
<<Sul divano, cretino>> rispose tirando su un braccio per farsi notare.
Nikita si affrettò a raggiungerlo, fermandosi di fianco al sofà di pelle su cui era sdraiato Lewis, fissandolo in malo modo.
<<Chi cazzo era quella?>> domandò imbufalita, mettendo le mani sui fianchi.
Lewis la osservò accigliato, facendo uscire dalle labbra una nuvoletta di fumo dopo aver fatto un tiro dalla sua sigaretta elettronica, rilasciando un aroma fruttato nell'aria.
<<Una con cui mi sposerò tra esattamente trentadue giorni>> rispose beffardo, mettendo una mano sotto la testa e godendosi l'espressione indecifrabile di Nikita.
Trentadue giorni, perché Lewis teneva costantemente il conto di quanti giorni mancassero al matrimonio di Mia e Max.
<<Amore, sta scherzando>> la rassicurò Will, notando tutta la preoccupazione della sua fidanzata, e conoscendo fin troppo bene il suo migliore amico.
Lewis scoppiò a ridere di gusto e Nikita gli tirò un cuscino in faccia. <<Sei proprio un coglione, mi è venuto un colpo>> lo insultò. <<Resta comunque il fatto che quella sia appena uscita da casa tua>> continuò, incrociando le braccia al petto con fare offeso.
<<Quella si chiama Camila>> puntualizzò e Nikita lo fulminò con lo sguardo.
Lewis roteò gli occhi e si massaggiò le tempie. <<Non cercare di farmi sentire in colpa>> e sbuffò pesantemente. <<Me la scopo soltanto>> ammise sinceramente come per volersi giustificare.
<<Lew, quanto hai bevuto in questi giorni?>> gli domandò Will, tornando con diverse bottiglie di superalcolici tra le mani, dopo aver fatto un giro per casa.
<<Poco>> rispose minimizzando la cosa.
<<L'unica cosa che hai bevuto poco è l'acqua, mi pare>>.
<<Guardate che li ho dei genitori, e tra poco compirò trentasette anni. Non ho bisogno che mi facciate la morale>> si mise sulla difensiva, continuando a svapare nuvolette di fumo denso e bianco.
<<Lew, questo però non è il modo per cercare di dimenticarla>> gli disse Will.
<<Di dimenticare chi? Io non devo dimenticare nessuno>> ribatté duro.
<<È per questo che ti scopi la prima che trovi e bevi come se fossi un alcolizzato?>> parlò Nikita, dopo essere stata fin troppo in silenzio per il suo solito. <<Perché non ti vai a riprendere Mia?>> e Lewis sorrise divertito.
<<Ancora? Sono andato a riprendermela troppe volte e non ha mai scelto di stare con me>> rispose con gli occhi che si rabbuiarono improvvisamente. <<Evidentemente non sono abbastanza per lei>>.
Il cellulare di Lewis che vibrava sul tavolino basso di vetro, attirò l'attenzione di tutti, mostrando sul display il nome del mittente della chiamata.
Mia🥝🍏
<<Ecco, potresti dirle di smetterla di chiamarmi?>> disse rivolto verso Nikita. <<Suo marito non le dice nulla? È quasi da stalker il suo comportamento>> si lamentò.
<<Allora perché non la blocchi?>> gli domandò Will, beccandosi una gomitata sulle costole da parte di Nikita.
<<Ma sei cretino?>> lo insultò a bassa voce e Will le fece segno di rimanere in silenzio, facendole poi l'occhiolino e mimando un bacio con le labbra.
Lewis chiuse gli occhi e rimase in silenzio.
<<Bloccala e ti togli il pensiero>> lo spronò ancora e Lewis scosse la testa.
<<Non la blocco>> disse secco e Will esultò dentro sé per aver fatto cadere le barriere che aveva alzato il suo migliore amico.
<<Non la blocco perché voglio sapere quando mi pensa, quante volte le passo per la mente durante la giornata>>.
E poi respirò a fondo.
<<Potrei portarmi a letto mille donne, ma nessuna varrebbe un solo istante passato insieme a lei>>.
🦸🏻♀️🦸🏻♀️🦸🏻♀️
Buonasera cuoricini, un po' in ritardo ma ci sono e per questo vi chiedo scusa💘
Come state? Tutto bene?
Cosa ne pensate del capitolo?
Se da una parte abbiamo Mia in assoluta crisi prematrimoniale, con tanto di progetti non proprio rivolti alla vita coniugale, dall'altra abbiamo Lewis apparentemente menefreghista e stanco della situazione, ma alla fine sapete quanto sia cuoricino di panna lui🥹🥹🥹
E ora ditemi la verità, pensavate che la ragazza riccia fosse Aisha eh😏
E invece no, è solamente Camila😌
Per Aisha dovremmo attendere ancora un pochino🧚🏽♀️
Fatemi sapere la vostra come sempre💚
Bacini,
Monique🫶🏼
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