7. Sonetti d'amore


I

Se mee brame or vogliate render vere

sappiatele almen vivere, non morire;

è vostra fica 'l mio ardo desire:

linfa vitale io voglio da voi bere.


Pedissequa movenza qual di fere

mea lingua fa e voi non sapete dire

il piacer che non può mai deperire

Santo 'l primo dì sia di tal godere.


Venirm'in bocca è ciò cui lei aspira

i suoi orgasmi vivi da me amati sono

quali unghie coperte da roseo smalto.


Questo amor acceso mi porta in alto

quanto un re potente giunto al suo trono

ed è dolcezza cui lingua mea mira.


II

Ier notte ebbi 'n gola il tuo bel cazzone

a guisa di tua giovine fanciulla.

Stasera lei godrà d'ogne cagione

per tenere 'l mio uccello d'in sua culla.


Culla è boccuccia 'n sua omnia, magione

t'attende cara a succhiarmelo, nulla

impedisce questa bella stagione

di fiorire, mentre grazia ciulla.


Primavera attendo e già s'avvicina

oppur io m'appresso a ben raggiungerla

qualora sia io sul suo gran membro a chinarmi;


ma or'è lei pacata ch'ancor si china

nel momento ch'io m'appresso ad ungerla

dell'aprilin sperma, ch'attende carmi.

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