11. Ammiragli all'ovest


Ieri ci ho pensato bene,

forse ne sarebbe valsa la pena.

Non so più nulla in realtà,

solo che adesso tutto trema

come grida ispide

e scostanti amori:

le lame suggerivano

solo i colori.


Oggi non so cosa pensare:

leggevo un libro mai scritto

sulla vita inutile

scritto molto fitto.

O forse stavo dormendo

tra mille coperte inquiete.

Poi mi alzavo

e avevo ancora sete.


Domani non penserò più

e neanche potrò scrivere

non avrò mani

né occhi per leggere.

Respirerò rosso scuro

alternato a saliva

colando vita

e voglia lasciva.


Ammiragli all'ovest

di cui aver paura:

la mia testa crolla

nell'umida arsura.


I carmi inneggiano

al tremore di una voglia

che si eccita al sapore.

Mille pagine scritte

e rovesciate nell'alcol

camminavano nel tremore.


I fremiti delle cupole

si stremiscon nella cenere.

Non ti ho amato mai

o forse ti ho amato troppo.


Nei giorni delle sirene

tremava la quarantena.

Tornano i risorti

dalla sanguinosa vena.

Oggi, ieri, domani o mai

questa storia è successa,

sputata da sperma,

calpesta anch'essa.


Ammiragli all'ovest

di cui aver paura:

la mia testa crolla

nell'umida arsura.


Ammiragli all'ovest

di cui aver paura:

la mia testa ora s'innalza

in questa cesura.

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