Prologo - La nascita nella nascita - (Seconda Parte)

L'infanzia non tardò a trasformarsi in adolescenza, con tutti i cambiamenti interiori ed esteriori che ne derivano naturalmente. Sin dalla sua adolescenza Alex era affascinato, da argomenti un po' astrusi e dall'ignoto in generale in tutte le sue forme. Ovvero su ogni argomento capace di catalizzare la sua attenzione, e le parti che preferiva erano sempre quelle che rimanevano ammantate, da una sorta di seducente alone misterioso. 

Anche per via dell'influenza di suo zio paterno appassionato dell'ignoto e di musica, a cui Alex era molto legato sin da bambino. Come l'esoterismo, i miti delle antiche civiltà, le teologie, e le credenze mitologiche alla base delle religioni contemporanee ed antiche. Come anche lo spiritismo, l'ufologia, e non ultima la tanto da lui amata fantascienza. 

Qualsiasi cosa nascondeva in se dei misteri, che causavano in lui delle domande di difficile risposta, gli provocava una grande fascinazione. Alcuni avrebbero detto persino insana per certi versi ed aspetti in cui riversava la sua grande introspezione. In effetti era anche molto attratto da libri e film dell'Horror, soprattutto quelli cult del passato e storie sulle possessioni demoniache, demoni, esorcismi, vampiri, e altre figure suggestive delle superstizioni popolari. Da questo filone Horror che prese piede negli anni della sua fanciullezza e adolescenza, Alex ne era attratto esattamente come tanti suoi coetanei.

Lo stesso valeva con la storia, gli intrighi politici, le guerre, e i segreti di stato delle varie nazioni. Soprattutto quelli considerati top-secret e a base di cospirazioni sugli ufo e gli alieni. Anche con la musica era lo stesso, ascoltava solo quella capace di entrare in sintonia, con i suoi più irti pensieri e le sue più intime emozioni. Aveva gusti musicali molto vari, ed ascoltava molti generi anche diversi tra loro. Non disdegnando neanche alcune composizioni di musica classica, dei grandi ed eterni compositori del passato. 

I suoi preferiti erano Bach, Mozart e Beethoven, ma tra i tre era la musica di Beethoven quella che riusciva a penetrare più a fondo, anche a livello subcosciente dentro di lui. Sentiva che alcune note delle sue celebri composizioni, rispecchiavano esattamente alcune delle sue più recondite emozioni. Proprio come la sua imponente Nona Sinfonia "La Corale", e la Sonata per Pianoforte Numero 14 nota ai più come "Al Chiaro di Luna", e definita dallo stesso maestro Ludovico Van "Quasi una Fantasia". 

In seguito Alex venne a sapere da sua madre, che quella composizione per lui estatica per l'appunto quasi una fantasia di Beethoven, lei la eseguiva  al pianoforte a casa quando era incinta di lui. Una cosa che Alex trovò molto poetica e che a livello subconscio, presupponeva già di sapere reconditamente.

In generale Alex dimostrava una grande attenzione e capacità di concentrazione, solo su quello che riusciva ad interessarlo completamente. Ma con le varie scuole che frequentò, le cose andarono molto diversamente. I suoi risultati scolastici parlavano chiaro, un ragazzo perspicace e molto  intelligente ma che su alcune materie, non si applica minimamente. Una vera e propria scostanza atavica nel rendimento, nello studio, e in generale nell'apprendimento scolastico. 

A parte le materie che lo interessavano perché lo incuriosivano, con le altre era un disastro totale, ed anche la sua condotta scolastica non era mai tra le migliori. Rivolgeva la sua attenzione a parte ai misteri, solo a quello che era capace di coinvolgerlo e alimentare pienamente la sua fantasia. 

Inoltre riusciva a incanalare la sua attenzione e la sua massima concentrazione, solo a tutto quello che era in grado di far esprimere le sue emozioni, e le cose che sentiva avere dentro di lui si dall'infanzia. Come il disegno più artistico che quello tecnico, e la scrittura. Mentre per quanto riguarda la matematica lui si sentiva negato. Sin dalle elementari e poi alle scuole medie, era come se la sua mente si bloccasse anche con i calcoli di base. Era come se andasse in stallo, e neanche le ripetizioni pomeridiane su questa materia che gli fecero prendere i suoi genitori, su consiglio dei suoi stessi insegnanti, riuscirono a fargli fare grandi progressi con la matematica. 

Si sentiva un ebete con la matematica, e i suoi vari insegnati di questa materia, ebbero la stessa impressione su di lui. Quando finì le scuole medie il corpo docente suggerì ai suoi genitori, di iscriverlo ad un indirizzo artistico, vista l' abilità e la scioltezza con cui disegnava. Ma essi optarono per uno tecnico, con un'ipotetica maggiore probabilità di sbocco lavorativo futuro. Almeno così essi credevano, ma i tempi in cui Alex iniziò a cercare lavoro e a lavorare, finirono con lo sfociare in una crisi socio-economica globale simile per gravità, solo alla grande depressione del 1929. Quella che contribuì a condurre il mondo nel baratro, della Seconda Guerra Mondiale.

Lo iscrissero in una scuola, con materie principalmente a base di matematica, algebra e fisica. Quel tipo di istruzione decisamente non era per lui riteneva, ma il clima e i professori che trovò in quella scuola, gli fecero passare gli anni più belli e spensierati della sua vita da adolescente. Per questo non si sentì mai veramente dispiaciuto con i suoi genitori, per averlo iscritto in una scuola prevalentemente a base di quella per lui ostica matematica. 

Lì vi trovò dei coetanei molto simili a lui un po' ribelli ed anticonformisti, con cui riuscì a stringere con alcuni rapporti di vera amicizia goliardica. Ne fecero tante di goliardate cameratesche tutti insieme dal vandalismo fine a se stesso, all'importunare i passanti sotto le finestre della scuola, e a far arrabbiare fino all'inverosimile gli stessi professori. Quante risate generate da quei momenti di follia, e puro testosterone adolescenziale. 

Quanti gai ricordi legati anche alle assenze collettive di classe, passate a scorrazzare senza pensieri con gli scooter modificati fino all'osso, come si suol dire nel gergo giovanile del Tuning, per le strade trafficate e caratteristici i vicoli di Roma. Portando in giro quel loro scellerato caos simpatico adolescenziale, che essi ritenevano utile per la società imborghesita, e salubremente destabilizzante per l'odiato sistema. Come le autogestioni studentesche di istituto, passate a fumare spinelli come se non ci fosse un domani nei bagni della scuola, e a ridere di cuore spensieratamente per ore ed ore. 

Le prime ingenue fedi politiche, con relativa visione personale del mondo, quelle scene di bullismo goliardico tra di loro, molto simile al nonnismo militare. Quello però chiamato"simpatico" e conosciuto dai più, nella leva obbligatoria del servizio militare in vigore in Italia fino agli anni 2000. 

I primi rapporti con le ragazze, con la scoperta fisica di quel sesso opposto così tanto agognato, che avviene quasi all'improvviso un po tra tutti gli adolescenti. La prima fidanzata nata dalla prima vera infatuazione sentimentale, al di là del solo mero sesso fine a se stesso. 

Con le relative prime grandi delusioni personali che avvengono nell'adolescenza, anche nei rapporti interpersonali ed amorosi, necessarie per la formazione del carattere e della prorpia personalità. Quanti ricordi euforici e momenti indimenticabili per Alex legati a quegli splendidi anni, e a quella ridente scuola di "formazione superiore improbabile" per la sua istruzione. 

Eppure nei momenti più bui e tristi che Alex si ritroverà a vivere suo malgrado più avanti negli anni, ripensando a quegli instanti adolescenziali insieme a quelli della sua infanzia. Saranno proprio quei ricordi di formazione improbabile, a riuscire a farlo sorridere tra le lacrime e a dargli anche la forza spirituale, per risalire dalla depressiva crisi esistenziale in cui cadde verso i suoi 30 anni.

Se quella scuola contribuì in parte nella sua formazione caratteriale, per quanto riguarda la sua istruzione naturalmente le cose andarono molto diversamente. Fu bocciato solo due volte per pietà dei suoi stessi professori, e il rendimento globale di quei 7 anni passati a bighellonare in quella scuola, fu inevitabilmente pessimo. Lo stesso esame di maturità lo passò quasi per grazia ricevuta, più che peri suoi veri meriti scolastici. 

Anzi per via del suo scarso studio, della sua inesistente attenzione durante le lezioni delle materie che lo annoiavano a morte, e per tutte le scemenze goliardiche che diceva. Suscitava molto spesso l'ilarità delle classe, e lo scoraggiamento dei suoi professori. Ognuno come dire è anche figlio del suo tempo, e quegli anni in cui Alex frequentò le scuole superiori, erano pure un po' border-line per usare un eufemismo come la fine degli anni 90'. 

Quegli anni in Italia un po'confusi delle droghe di tutti i tipi, dei reave party spacca timpani, dell'estrema destra come moda e dell'estrema sinistra come moda antagonista. Della violenza gratuta negli stadi, nei film e in altri ambiti socioculturali in tutte le sue forme. Degli anticonformisti vestiti griffati, dei"coatti antichi" dei quartieri periferici, e delle "zecche" dei centri sociali, delle auto e degli scooter truccati e via dicendo. Bisogna anche viverli in effetti certi tempi, prima di giudicare ad occhi chiusi certe situazioni storiche, esattamente come anche gli anni 70'e 80'.

Eppure quando si metteva a disegnare quello che gli passava per la testa durante le lezioni, un certo talento era innegabile agli occhi di tutti. I suoi temi preferiti nei disegni estemporanei durante le lezioni, erano i personaggi dei manga e degli anime giapponesi, lupi mannari, vampiri, demoni e altri mostri vari. 

Ai suoi compagni piacevano, ma ai suoi genitori ed insegnanti decisamente no. Però tutti potevano convenire sulla particolarità di quei disegni, incentrata per lo più sui dettagli della muscolatura umana maschile e femminile. 

Anche Alex alla fine dimostrava qualche suo talento, esattamente come quando si metteva anche a scrivere. Incredibilmente riusciva con sorprendente facilità lessicale e grammaticale, a scrivere direttamente in bella copia i temi assegnati come compito in classe nella materia di Italiano. 

Non era mai il primo a completare il tema, solo perché rileggeva in continuazione e meditava su quello che aveva scritto di getto, senza commettere errori ortografici o grandi cancellazioni, prima di ricominciare a riscrivere nuovamente di getto. Non era il più veloce ma era il più accurato, e il suo svolgimento dei temi assegnati era più da liceo classico che da istituto tecnico. 

Riusciva a scrivere in quella maniera perché nella sua mente, i concetti e i pensieri prendevano forma in porzioni di testo quasi oniriche, e  cosi lui poi li scriveva direttamente in bella copia su carta. La sua insegnante di lettere la professoressa Di Maggio, era affascinata e al tempo stesso stupita da tutto questo. 

Eppure nella sua materia l'alunno Alex De Paolis nello scritto aveva una media dell'Otto, ma era lo stesso suo alunno Alex De Paolis che nell'orale aveva invece un'incomprensibile media del Due! La Di Maggio non se ne capacitava, perché per poter sapere scrivere bene e dare un marcato nesso logico ai propri pensieri su carta, è indispensabile oltre che esercitarsi tanto nella scrittura. Anche studiare tanto e diligentemente, l'analisi attenta e approfondita della prosa dei vari scrittori e poeti, nella parte orale della materia di Lettere. 

Teoria e pratica indispensabili per lo più come in tutte le materie e le arti. Ma l'alunno mediocre Alex De Paolis ai sui occhi riusciva dove anche chi si laurea in lettere, con una istruzione ed una cultura maggiore a stento poteva riuscirci. Persino gli scrittori e i poeti famosi con la loro spiccata cultura prosaica e poetica, con la dote di saper scrivere componimenti di grande valore letterario. Non tutti senza una vera e propria ispirazione profonda inconscia, erano in grado di scrivere versi di grande qualità artistica di getto e direttamente in bella copia. 

Questo lei lo sapeva bene perché la sua materia l'amava da sempre. Aveva provato in gioventù a scrivere dei romanzi, ma senza mai riuscirci. Tesi e saggi su analisi di vari testi gli venivano naturali, ma immaginare storie brillanti con personaggi coinvolgenti da romanzo, e dargli vita con successo su carta, non ci era mai riuscita con suo grande dispiacere. Scriverli direttamente di getto poi, non le era neanche mai passato nella mente. 

Lei aveva intuito bene leggendo i vari temi, analizzando lo sviluppo delle tematiche diverse, e osservando il modo in cui venivano scritti. Che Alex se avesse veramente voluto, sarebbe stato in grado di scrivere romanzi perfino di getto e gran parte direttamente in bella copia, se ispirato a dovere nel modo giusto. 

La professoressa aveva ben chiaro, che quel rendimento scolastico complessivo così disastroso di Alex, era anche imputabile al fatto che decisamente quella era la scuola meno adatta per lui. Anche se esattamente come i suoi compagni nelle materie in cui otteneva dei risultati, il merito era anche da attribuire a quei professori eccezionali, che sapevano coinvolgere nel modo didattico corretto gli alunni nelle loro lezioni.

La verità è che Alex leggeva sin da bambino, gli era sempre piaciuto leggere. Leggeva sempre tutto quello che riusciva a catalizzare la sua fantasia, la sua attenzione, e la sua grande capacità di concentrazione. Iniziò con i fumetti per bambini per poi passare a quelli dei super eroi americani e i manga giapponesi, molto in voga in quei tempi come gli stessi anime in TV. Per poi passare nell'adolescenza, a testi molto più impegnativi per la sua stessa età. 

Quei misteri in tutte le loro forme che lo affascinavano tanto, compresi veri e propri mattoni di fantascienza, di divulgazione scientifica, di teologia, esoterismo e di divinazione. Come la Cabala Ebraica, il libro dei Mutamenti Cinesi, l'Astrologia dello Zodiaco Ellenico, la Bibbia, i Vangeli Apocrifi, e vari testi che spiegavano ed enunciavano, la filosofia Buddista e delle altre religioni orientali. Era molto attratto anche dai testi sulle antiche civiltà passate, sulle loro tradizioni, credenze, e le loro ciclopiche costruzioni. 

Compresi quelli che analizzavano queste civiltà in chiave fantascientifica e ufologica. Il dato di fatto che nel XX secolo, a parte alcune teorie anche un po' azzardate, realmente ancora non si sapeva bene come quelle antiche civiltà. Fossero riuscite ad edificarle in quella maniera e in quelle epoche, con i mezzi e le teconologie che la storia ci dice che disponevano, naturalmente tutto questo non faceva altro che aumentarne il suo interesse. 

Anche i romanzi facevano parte delle sue letture, soprattutto quelli basati su i suoi argomenti preferiti come quelli storici, thriller, fantasy, fantascienza e horror. Mentre per quanto riguarda i componimenti dei grandi poeti, che si studiavano nella materia della sua professoressa di Lettere, solo la Divina Commedia di Dante Alighieri era riuscita ad interessarlo, fino al punto di leggerla tutta e con con attenzione. 

Soprattutto l'Inferno, ne era attratto in particolar modo dall'inizio. Ebbe come una fulminante impressione neuronale, che la sua era un'attrazione più che solo inconscia per quella cupa e onirica narrazione metafisica. Di straordinari eventi emotivo-spirituali vissuti soprattutto interiormente, nella mente e nell'anima nel padre della lingua Italiana Dante Alighieri. 

Non avrebbe mai pensato che più avanti nella sua vita, si sarebbe ritrovato anche lui sperduto e impaurito in una Selva Oscura simile a quella Dantesca, e neanche tanto onirica per giunta.

Verso i sedici anni Alex rincontrò una sua amica ad una festa di compleanno, si chiamava Giorgia e dall'ultima volta che l'aveva vista era decisamente cambiata. Adesso era uno schianto di ragazza ai suoi occhi rispetto a prima. La secca e bruttina Giorgia che aveva conosciuto alle scuole elementari, adesso era molto più attraente e con le rotondità giuste nei punti giusti. Anche Giorgia lo trovò decisamente cambiato, e in effetti Alex era molto dimagrito e più prestante fisicamente da come se lo ricordava. 

Lo trovò molto più conturbante dal momento stesso in cui si salutarono dopo tanto tempo, provando un po'entrambi la stessa cosa in effetti. Se lo lessero negli occhi a vicenda, con un sorriso compiaciuto di complicità sessuale iniziata all'istante. 

Per tutta la festa non fecero altro che guardarsi di soppiatto, e ricambiarsi quel sorriso malizioso, perché intuivano quello che stavano pensando l'uno dell'altro. E naturalmente mentre di Giorgia non sene erano accorte neanche le sue attentissime amiche, di Alex se ne erano accorti praticamente tutti gli invitati. 

Per Giorgia erano un libro aperto gli occhi di Alex, leggeva a chiare lettere la fatica che stava facendo per non saltargli addosso davanti a tutti. Ne era divertita ed eccitata, anche perché non le sarebbe dispiaciuto puoi tanto se Alex lo avesse fatto. Entrambi avevano 16 anni ma Giorgia era già più intraprendente di Alex nelle relazioni amorose. Aveva già una frequentazione ma questo non gli impedì di far capire ad Alex durante la festa, che ci sarebbe stata volentieri con lui anche solo per una notte. 

Infatti il giorno dopo si diedero un appuntamento con la scusa di un banale giro in scooter, solo per poi saltarsi addosso a vicenda nel primo posto appartato che trovarono. Appartato come poteva essere l'ultimo piano del palazzo in cui abitava Alex, adibito a locali cantine dello stesso condominio. Quanto si divertirono mezzi nudi e sudati, a silenziare i loro gemiti di piacere mentre sentivano i condomini parlare e andare su e giù per le scale del palazzo. 

Con il passare del tempo si affezionarono e si misero insieme. Stettero bene per 4 anni vivendo gli alti e bassi di ogni relazione sentimentale. Ma mentre Giorgia a 20 anni già lavora e iniziava ad essere una donna indipendente, Alex alla stessa sua età ancora non si era diplomato. Era rimasto lo stesso di quando si erano fidanzati, mentre lei aveva iniziato ad avere una altra mente ed altre priorità . 

Non poteva durare di più la loro storia, ed infatti non durò. Si risentirono dopo alcuni anni, ed almeno furono consapevoli entrambi, che non era stato tutto tempo sprecato la loro storia, e questo è quello che conta davvero alla fine nelle relazioni interpersonali.

Gli anni passarono ed Alex, si ritrovò ben presto ad entrare nel mondo del lavoro. Iniziò a lavorare verso i ventidue anni, come barista in un bar nel centro commerciale i Granai nel quartiere romano Laurentino. Non fu proprio il suo lavoro ideale, ma non mancò di appassionarlo e di donargli soddisfazioni. In quel tempo conobbe Sabrina, una bella e simpatica ragazza che lo colpì dal primo momento in cui la vide. 

Si misero insieme quasi subito, un vero colpo di fulmine come si suol dire in questi casi. Avevano molto in comune caratterialmente, oltre ad alcuni interessi condivisi. Sabrina si stava laureando in archeologia, un argomento che interessava da sempre ad Alex, e non disdegnò alcune sue letture di testi universitari. 

Mentre Sabrina fu colpita dai testi delle letture di Alex, soprattutto quelli che analizzavano in maniera alternativa, alcune questione di fatti ed eventi dell'antichità. Inoltre Sabrina rimase affascinata dalla casa estiva della famiglia di Alex a Marano de' Marsi. Quel paesino arroccato sul quel colle l'affascinava profondamente, e ci tornava sempre volentieri.

Rimasero fidanzati per otto anni filati, crescendo insieme buona parte della loro vita ed andando avanti con il tempo, si accorsero che non erano destinati a durare ancora allungo lasciandosi di comene accordo. Così verso i trent'anni Alex si trovò a passare un periodo un po' di crisi esistenziale, di incertezze e di solitudine.

Rimase solo e perse il lavoro per via del taglio al personale al centro commerciale, uno dei tanti che ci furono dall'inizio della crisi economica degli anni Duemilacinque. Passò un periodo di depressione ma grazie a sua sorella, ad alcuni amici, e ai momenti felici passati riuscì a risalire questa ripida china ed ad andare avanti con felice successo.

Visse per due anni da solo a Marano lavorando in un bar ad Avezzano, un paese limitrofo distante dieci chilometri. Qui ritrovò se stesso e una certa tranquillità interiore, assorto in quella pace isolata e il clima fresco di montagna il quale lo rinvigorì anche fisicamente. Ritornato a Roma trovò lavoro in un bar al centro storico, e si iscrisse alla facoltà di archeologia alla Roma Tre University. 

La stessa università che frequentava Sabrina la sua ex. Erano passati degli anni, eppure Alex sentiva dentro di se che non sarebbe mai riuscito a dimenticarla del tutto. D'altronde erano stati insieme per tanti anni, e lui in fondo provava ancora dei sentimenti verso di lei, quindi scelse quell'università anche per quello.

La sua era una solitudine dignitosa e organizzata, ed i suoi trentasei anni iniziarono all'insegna dell'autonomia e di una certa maturità personale. Il lavoro era coinvolgente e stimolante, e la sua vita sociale era varia e mai noiosa. La vita in città scorreva frenetica come sempre, alternando i momenti di frenesia metropolitana, con la pace assoluta e la natura incontrastata del Colle Maranese trascorrendo così i suoi successivi anni. 

Ma anche tutto questo non era destinato a durare, ben presto la vita per Alex prese uno svolta pericolosa ed inaspettata e successe proprio lì. Dove tutto iniziò metafisicamente ben tremila anni fa, e che poi ne conseguì epocalmente nel suo rifugio sicuro in cima al Colle Maranese, in una buia e tempestosa notte di un arcano Ferragosto.

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