Capitolo 9

A cena erano tutti estatici. Becca chiacchierava allegramente delle questioni della Società, annuendo ad ogni intervento dei ragazzi; Misty chiedeva di ogni cosa, cercando di sembrare assolutamente competente in materia. Ashton rideva rumorosamente alle battuta divertenti, enunciandone qualcuna ogni tanto. Cat, invece, girava e rigirava il cibo nel piatto, masticando i bocconi lentamente, senza sapere cosa dire. Nell'ampia sala da pranzo della Eather Society, ultra moderna come il resto dell'edificio, stavano cenando da soli, servendosi della cena portata da due camerieri in divisa. Il tavolo metallico era apparecchiato per quattro, mentre dall'enorme finestra posta sul fondo della stanza si poteva ammirare l'Empire State Building completamente illuminato stagliarsi nel buio cielo notturno.
Cat non si era mai sentita così estranea; prima, a Vancouver, usciva spesso con Ruby. Andavano alle giostre, al cinema, al negozio di fumetti, da Samantha's per un boccone veloce. Amava la sua città, con il Queen Elizabeth Park, meraviglioso con i suoi alberi di acero e i suoi sentieri erbosi. Quando usciva dalla Wallace e sua madre era al lavoro, correva lì e si rifugiava fra gli alberi, sentendosi una vera principessa dei boschi. Quei pomeriggi di inizio primavera erano i suoi più bei ricordi. Ma ora...non sapeva cosa pensare. Si sentiva estranea lì, in mezzo ai giovani Creatori di cui aveva addirittura scoperto di far parte, in quel grattacielo futuristico di vetro e cielo.
Senza i suoi fumetti, senza il suo cibo, senza la sua città, senza la sua scuola. E senza Ruby. La sua migliore amica le mancava, e ora la sua assenza pulsava come un arto staccato.
《Cat?》
La ragazza alzò lo sguardo dal piatto, sorpresa. I tre la guardavano preoccupati. Lei si sforzó di sorridere.
《Sì?》
《Ti stavamo chiedendo se potessi avere un'idea della tua futura Divisione...》 chiese Becca gentilmente, i boccoli biondi elegantemente raccolti in un fermaglio dorato. La pietra al suo collo pulsava, gialla come un sole scintillante. Si era cambiata e ora indossava un vestito avorio, con le maniche di pizzo bianche. Cat si chiese dove l'avesse preso quel bel vestito, visto che gli armadi nelle stanze erano vuoti. Misty e Ashton, in compenso, indossavano gli stessi vestiti, e Cat ne fu rincuorata. La scritta TWINKLE PRINCESS sulla maglietta di Misty era piuttosto stropicciata.
《Io...non so, non ne ho idea.》 rispose, con un sorriso tirato.
《Comunque sarà facile scoprirlo, non preoccuparti!》 esclamò Misty, ingoiando una forchettata di insalata.
《Come si fa a scoprirlo?》 chiese Cat, curiosa. Per il momento sarebbe stato utile ignorare i ricordi che l'affligevano. Ashton sembrò felice che lei fosse finalmente interessata.
《Non ti faranno del male, tranquilla. Dovrai solo passare sotto l'Arco della Rivelazione!》
Cat spalancò la bocca.
《Arco della cosa?》
Rebecca si asciugó la bocca con il tovagliolo e lasciò la forchetta nel piatto.
《L'Arco della Rivelazione è uno degli oggetti più importanti che possediamo. È come un arco normale, solamente che non conduce a nulla e non unisce alcuna struttura. È di pietra e l, passandoci sotto, indica la Divisione di ciascuno. Domani mattina passerai lì sotto, così saprai a quale addestramento sarai destinata!》spiegò con la sua voce calma e rilassata.
Un arco sarebbe stato in grado di farla sentire meglio? Cat non ci sperava molto. Si sentiva solamente in balìa di un uragano di emozioni, sballottata dal vento come una bambola di pezza. Era terribilmente stanca.
《Credo siate tutti esausti. Domani la cerimonia inizierà molto presto, e poi partirai per la tua destinazione.》disse Becca, ripiegando accuratamente il tovagliolo e alzandosi.
《Destinazione?》chiese Cat. Nessuno le aveva accennato ad una possibile nuova destinazione.
Becca si avvicinò a lei e le prese le mani.
《Quando il nuovo allievo scopre la sua Divisione è tenuto ad allenarsi con altri ragazzi della medesima stirpe. Terminato il primo anno di addestramento obbligatorio, l'allievo dovrà fare un periodo di pratica presso una Società, per poter mettere in pratica sul campo ciò che ha imparato. Non preoccuparti, farò immediatamente richiesta per affidare a noi il tuo periodo di pratica. Così, potrai tornare a Vancouver.》
《E...mia madre? La scuola?》 balbettó Cat, confusa.
《Ce ne occuperemo noi. Dopo la cerimonia di domani io, Ashton e Misty torneremo a casa per iniziare le indagini. E sistemeremo anche la scuola, lascia fare a noi.》rispose la ragazza, gli occhi azzurri puntati su di lei.
《Jason? Dov'è?》ribatté Cat , all'improvviso. Era da molto che voleva chiedere di lui; il ragazzo era scomparso al loro arrivo a New York, e non era nemmeno entrato alla Eather Society. C'era qualcosa, in quel ragazzo biondo dai profondi occhi color del ghiaccio, che la inquietava profondamente ma da cui, in qualche modo, si sentiva particolarmente attratta. Molto più che dal sorriso e dalla solarità di Ashton. La ragazza strinse le palpebre, sperando di non essere arrossita dopo quei pensieri così strani.
Becca , nonostante tutto, non sembrava sorpresa da quella domanda, e non tentennó nella risposta.
《Oh, Jason aveva un'affare da sbrigare qui. Mi ha inviato un Emissario ieri sera, dicendomi di stare tranquilla e che sarebbe tornato appena possibile. Lo rivedremo presto, stanne certa.》
Il capo della Società del Cerchio Eterno sciolse le sue dita da quelle di Cat e si riassettó la gonna dell'abito. Si avvicinò alla porta ma, prima di aprirla, si voltò di nuovo.
《È stato portato un vestito in camera tua. È l'abito della Cerimonia, dovrai indossarlo domani mattina. E voi.》 disse, guardando Misty e Ashton, rimasti per tutto quel tempo in silenzio.
《Dovrete indossare i vostri. Li ho fatti arrivare anche per voi, e adesso sono in camera vostra. Vi auguro una buona notte ragazzi.》
I tre la salutarono all'unisono, e Rebecca uscì silenziosamente dalla stanza.
Misty quasi saltò giù dalla sedia, sbadigliando e alzando le braccia al cielo. I suoi lisci capelli neri erano scompigliati, e gli occhi cerchiati dal sonno.
《Buonanotte Cat! Non vedo l'ora che sia domani per assistere alla tua cerimonia!》 disse, abbracciandola e stampandole un sonoro bacio.
Cat ricambió il bacio, ridacchiando.
《Va a dormire Misty, sembri stanca.》disse Ashton , alzandosi a sua volta. Misty si staccò da Cat e fece un sorrisetto al ragazzo, che la ignoró, voltandosi a guardare il tovagliolo mal piegato che aveva lasciato sul tavolo.
《D'accordo...a domani allora ragazzi!》esclamò, aprendo la porta.
《'Notte, Misty!》
《Buonanotte!》
La ragazza uscì, richiudendosi la porta alle spalle.

Cat si alzò dalla sedia, mettendola accanto alla tavola. Ashton la imitó, in silenzio. La ragazza si sentì stranamente a disagio.
《Allora...a domani!》disse, la voce leggermente tremante. Lui le sorrise e aprì la porta.
《La mia camera è appena dopo la tua.》
《Ah...》
Cat si sforzó di non arrossire; il cuore le batteva furiosamente e non sapeva spiegarlo. I due uscirono dalla stanza e camminarono per il corridoio tempestato di vetri, con New York sotto di loro. Di fronte alla porta della sua stanza, Cat si bloccò.
《Ehm...sono arrivata.》disse, stringendosi le braccia al petto. Ashton era così bello; gli occhi verde foresta le ricordavano le foglie degli alberi, le ciglia scure gli ombreggiavano le iridi. Tutti i dettagli del suo viso erano straordinariamente belli; un ombra di barba sulla mascella scolpita, un taglietto al lato del labbro superirore, le ciocche castane che gli coprivano leggermente lo sguardo. Era perfetto. E Cat si perse in quegli occhi straordinari. Prima ancora di deciderlo, la sua mano scattò in avanti e gli scostó i capelli dalla fronte. Poi, scese agli zigomi, alla punta del naso, alle guance soffici. Lui chiuse gli occhi; poteva sentire il suo respiro accelerato, in sintonia con il battito frenetico del suo cuore. Quando le sue dita, delicatamente, gli sfiorarono il taglietto accanto al labbro, lui le prese il viso fra le mani. Era lui, il suo Lui, la persona del sogno che aveva fatto per così tante notti, quello con lo sguardo carico di amore e di preoccupazione per la sua sorte. Era Lui e basta.
E lui la baciò.
Improvvisamente e freneticamente premette le labbra sulle sue, le strinse il viso , le percorse la linea sottile della schiena con le mani, le scompiglió i capelli. E lei rispose, senza sorpresa e senza esitazione; sentiva che era proprio così che doveva andare, era profondamente e infinitamente giusto.
Il suo respiro si era placato, come se fosse riuscita a prendere aria dopo una lunga apnea. Finalmente, di nuovo, si sentiva a casa.
Le sue labbra si staccarono dalle sue, e gli occhi di Ashton brillarono verdi di fronte ai suoi.
《Io...ecco...credo che dovremmo andare...》balbettó lei, distogliendo lo sguardo. Ashton annuì leggermente, i capelli scompigliati e un delicato sorriso.
《Allora...a domani.》
Cat si voltò e aprì la porta, ma, prima che potesse entrare, lui l'abbracció da dietro, stringendosi a lei. Fu troppo; la ragazza si voltò e lo baciò di nuovo. Poi, prima di poter avere il tempo di cambiare idea, si staccò da lui ed entrò in camera, chiudendo la porta dietro di sé.
Per qualche secondo ancora Ashton rimase fuori, oltre quella porta, la mano appoggiata sul legno scuro.
E Cat, dall'altro lato, faceva lo stesso; mille, strane emozioni li univano, e un solo strato di legno li divideva.

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