Capitolo diciasette: Ma guarda e passa

Si dice che il modo in cui percepiamo il passare del tempo cambi a seconda dei nostri sentimenti e di come vediamo la realtà che ci circonda. Innania aveva vissuto notti di un secondo e secondi lunghi quanto notti. Il suo primo rimprovero era durato secoli e le serate con gli amici erano state brevi istanti di gioia. Negli intensissimi diciotto anni che formavano la sua vita aveva condotto un'esistenza molto più movimentata rispetto a quella degli Alastoriani, che di certo non avevano trascorso l'infanzia tra le discariche o a saltare sui tetti degli edifici, ma mai aveva avvertito il passare del tempo come in quel momento. Sentiva i minuti trascorrere lenti, scivolare tra le dita e marcarla con il simbolo del peccato. Moriva ogni volta che la macchina cambiava strada, tralignava ad ogni curva e si perdeva ad ogni bivio. Il cuore le batteva forte nel petto mentre i polsi divenivano freddi come l'inferno. Ripensò alla sua casa e a tutte quelle persone che aveva incontrato, alle sofferenze a cui aveva assistito e alle ingiustizie subite, aveva giurato a se stessa che se ne avesse avuto la possibilità avrebbe fatto cessare quel ciclo infinito di dolore, ma passivamente si sarebbe unita a quest'ultimo. Con i soldi con cui aveva promesso di portare pace si sarebbe macchiata di favoreggiamento. In quel momento avrebbe preferito trovarsi nel suo rifugio malmesso a Mimica, dove, tra assi rotte e pareti scorticate, ingenuamente si sarebbe potuta ripetere che se mai si fosse trovata in una posizione di potere avrebbe usato la sua influenza per aiutare gli altri. In silenzio osservava il paesaggio primaverile dal finestrino, cullata solo dal rumore assordante del suo petto agitato e dai confusi pensieri partoriti dalla mente.

Raziel aveva febbrilmente tirato fuori dalla tasca della sua pelliccia bianca una fiaschetta d'acciaio con sopra inciso il marchio di un'antica compagnia alastoriana specializzata nella produzione di Whisky. Nella mano libera stringeva tra le dita sottili una sigaretta spenta che torturava agitato usando il pollice. La sua fanciullezza era ben visibile dal modo in cui sedeva scomposto e sorrideva con il fare saccente degli adolescenti viziati o spaventati.
《Beh, il mio adorato maritino te l'ha messo bene bene nel culo, vero?》chiese il ragazzino prima di afferrare il contenitore con i denti e alzare la testa, in modo che il liquido gli entrasse direttamente in gola 《Ironico sia io a dirlo》aggiunse poi sputando sul pavimento il recipiente vuoto. Raffaele lo guardava preoccupato con la coda dell'occhio, senza però aggiungere una singola parola. In qualche modo sembrava più adulto rispetto alla sera prima. Nei suoi occhi brillava la fredda tristezza tipica del mondo adulto, tipica di chi ama senza poter proteggere il destinatario del puro sentimento. Il biondo in quel momento assomigliava molto a Belial, constatò Innania, con le sopracciglia aggrottate e lo sguardo stanco. C'era qualcosa di tremendamente malinconico in loro, una frattura nell'animo che non si poteva aggiustare.
《Direi di sì》rispose quasi rassegnata la ragazza. Non aveva più nemmeno la forza di arrabbiarsi, voleva solo rifugiarsi in un posto sicuro e scomparire, ma non poteva farlo, doveva salvare suo padre. Sarebbe stato più semplice vivere come le lumache con la casa sul dorso, pronte a tornare in patria ad ogni avvisaglia di pericolo.
《Oh, non disperare, prenderlo in culo non è una cosa brutta, basta solo sapere come prenderlo》continuò l'altro passandosi una mano trai capelli neri. Sentirlo parlare in quel modo era divertente, non tanto per la battuta in sé, ma per come appariva sulle sue labbra, così tirata e fuori luogo. Era buffo in modo satirico, come se fosse la caricatura di se stesso.
《Vai dritto al punto》tagliò corto Innania, stanca di tutti quei giri di parole tipici della città celeste. Da dove veniva lei non esistevano intrighi e sotterfugi, la gente era più semplice, i problemi venivano risolti facendo a botte o urlando. Era una vita rischiosa, ma dai pericoli visibili e di questo ne era immensamente grata. Combattere è spesso più semplice che ragionare.
《Oh, ma come siamo noiosi- si lamentò il minore mettendo il broncio- e io che volevo fare un accordo tanto generoso con te》
Il giovane sembrava sempre prendersi gioco del mondo con il suo tono di voce e le sue movenze, ma dai lividi che non era riuscito a nascondere si poteva intuire che era il mondo a prendersi gioco di lui.
《Io non faccio accordi con voi》sibilò la donna frustrata. Non aveva alcuna intenzione di andarsi ad immischiare negli affari del marito di colui che le stava rovinando il paradiso.
《Con me dovresti, ho un'ottima proposta da farti》cantilenò il ragazzo appoggiandosi la sigaretta sulle labbra e accendendola 《Diciamo che io ti posso offrire un jolly da usare quando le cose si metteranno veramente male, ma è una carta che devi usare con prudenza》sussurrò socchiudendo gli occhi. Si infilò una mano in tasca e tirò fuori un pezzo di plastica grande quanto un dito. Fu un movimento impercettibile, ma Innania potè giurare di aver visto il braccio del bambino tremare. Stringeva l'oggettino come se ne andasse della sua vita, tanto che i suoi polpastrelli divennero bianchi.
《È una chiavetta usb》spiegò Raziel osservando la confusione della plebea. Seguì un lungo momento di silenzio in cui l'unico rumore udibile era il vento che si infrangeva contro il mezzo di trasporto. La ragazza capì subito che stava per succedere qualcosa di importante, ma era stanca degli avvenimenti eclatanti. Raffaele continuava a fissare preoccupato il più piccolo, cercando un contatto fisico che ogni volta veniva rifiutato. Il fumo copriva il volto affranto del corvino, che con gli occhi chiusi rivolgeva una preghiera muta a qualcuno che non era proprio un dio. Passò qualche secondo, ma in quei brevi attimi la Mimicana vide trasformarsi quel ricco borghese in uno del suo popolo, spaventato e alla disperata ricerca di qualcosa.
《La prima volta che-  iniziò atono il minore, ma poi la sua voce si incrinò, rompendosi come il vetro- io, anni fa, ecco...》si fermò a metà per ispirare nuovamente la nicotina del suo dolce veleno. Era divenuto pallido come un morto e i tremori della mano si erano espansi anche su tutto il resto del corpo. Nella sua città sarebbe stato scambiato per un moribondo, ma in paradiso le malattie non esistevano, almeno non quelle del corpo. Quello che terrorizzava il fanciullino non si trovava in quel veicolo, ma era già successo tanto tempo prima e se ne celebrava il ricordo ogni notte. Nessuno poteva proteggerlo, perchè i suoi mostri si rifuguavano nei ricordi. Aveva lo sguardo sofferente, le pupille ristrette, la mascella serrata, fissava l'interlocutrice con le iridi azzurre intrise dalla disperazione. Raffaele appoggiò dolcemente una mano sulla spalla del minore, ma questo si ritrasse d'istinto, serrando maggiormente la presa sul pezzo di plastica che conteneva la sua condanna.
《La prima volta che Sitri ha fatto sesso con me non avevo ancora raggiunto l'età del consenso》sputò infine tutto d'un fiato, mentre tentava in modo goffo di ricomporsi 《Questa chiavetta contiene i filmati di tutto l'atto》sussurrò con gli occhi lucidi per uno sforzo che chiaramente non era pronto per fare.
《Ovviamente, ha un costo》concluse tentando di sembrare disinvolto nonostante faticasse quasi a riprendere l'uso della parola, bocheggiando alla disperata ricerca di ossigeno. Cercava di sembrare grande, di atteggiarsi, ma era fragile come una statuetta di porcellana e precipitava verso il suolo da tanto tempo. Con il volto rosso e il fiato corto quasi la pregava di accettare il suo accordo, mentre espirava fumo nocivo, pretendendo di essere ciò che non era.

La Mimicana afferrò titubante quella mela D'Adamo, il frutto del peccato commesso dall'uomo che tanto odiava. Era cresciuta tra prostitute e stupratori, non era da lei sconvolgersi per la lussuria umana, eppure era convinta che ad Alastore i bambini vivessero allegri e senza problemi. Provava pietà per la creatura che la fissava con gli occhi azzurri intrisi di dolore, ma non poteva riporre fiducia nel marito di colui che la stava minacciando. Eppure se la notizia fosse stata vera, se seriamente il minore si fosse ribellato al suo abusatore, quella chiave avrebbe potuto segnare il confine tra la vittoria e la sconfitta, il jolly in una partita truccata.
《Voglio prima vederlo》rispose dopo un lungo silenzio Innania restituendo la chiavetta a Raziel, con un sorrisetto dipinto sul volto 《Sei un moccioso coraggioso, ma dovresti obbedire al tuo padrone, so cosa accade alle puttane ribelli》gli consigliò quasi distrattamente. Aveva già visto altre relazioni come quelle tra il corvino e la gente come Sitri, probabilmente lei stessa discendeva da una di queste opere del demonio. I ricchi annoiati compravano in continuazione bambini per sfogare su di loro le frustrazioni di una vita molle. Per un attimo la donna aveva anche creduto che il più piccolo fosse un Mimicano esportato per il piacere del nobile, ma aveva scartato quest'idea, era difficile per gli Alastoriani portare abitanti della terra tra le nuvole, preferivano costruirsi bordelli nel Secundo Circulo.
《Del parere di una cannibale come te non mi importa nulla, desidero solo i tuoi soldi. Posso mostrarti il contenuto della chiavetta quando vuoi, anche adesso. Se quello che vedrai ti andrà bene, come immagino, non sentirai più parlare di me. Potrai usare quel contenuto come vuoi, vendilo, ricatta Sitri, masturbatici sopra, non mi importa. Mi bastano quindicimila euro, sono pochi in confronto al miglione che possiedi》ribattè seccato, infastidito dal commento della ragazza che infondo voleva solo aiutare.
Innania aveva imparato a fare i conti non dai libri di testo, ma dalle evenienze della vita quotidiana, quindi non aveva mai avuto a che fare con cifre così grosse. Non sapeva nemmeno lei quanti soldi possedesse con esattezza ne quanti fossero quindicimila euro. La sua ignoranza era un fattore di poco conto a Mimica, dove tutti erano analfabeti come lei, ma ad Alastore i suoi muscoli erano inutili, tutto si basava sull'intelletto. Era un gioco sporco in una lingua che non comprendeva. Sapeva che questo la rendeva un bersaglio facile. Per il momento era meglio non immischiarsi in quelle dinamiche di potere che non conosceva e tentare di vivere senza farsi notare, almeno fino a quando la situazione non fosse stata più chiara. D'altra parte lei era una gallina dalle uova d'oro, aveva tanti soldi ed era facile da manipolare dato che combatteva su un terreno inesplorato, un'arma le sarebbe potuta tornare utile. Mentre guardava la chiavetta persa nei suoi pensieri la risposta le si palesò davanti, non doveva comprendere, ma osservare. Raziel possedeva un potere enorme da molto tempo, aveva parlato di anni, perché non venderlo prima? Aveva aspettato, perché? Sitri era un uomo potente e, come tale, doveva aver per forza degli oppositori ferrei. Eppure il dolce maritino aveva atteso, come mai? Erano scarse le probabilità che il bambino avesse scelto di donare l'oggetto proprio quando Innania aveva messo piede sulle nuvole. Perché darlo a lei? Ovvio, perché nessun Alastoriano avrebbe mai accettato quella gentile offerta. Prendere la chiavetta voleva dire diventare una minaccia per il console. Mostrargliela doveva essere una condanna a morte.
《Sei molto gentile, ma non sono interessata》rispose la giovane sorridendo al ragazzino 《Per il momento》concluse dopo una breve paura.
La Mimicana aveva visto molti cadaveri nella sua vita e aveva venerato la morte in tutti i suoi meravigliosi atti, così riconobbe la scintilla di paura che brillò negli occhi del minore. Per lui quelle parole erano state una condanna, lo vedeva nel suo sguardo, prima spaventato e poi rassegnato. Nei grandi laghi che erano le sue iridi non brillava più l'acqua delle lacrime, i morenti non si disperano, sanno che è inutile, la loro rabbia è più forte. Vogliono vivere, ma non posso farlo, quindi trovano la passione dell'esistenza nell'ira, sbraitando nel cuore contro quell'ingiustizia. Fissava Innania sull'orlo della risata isterica, mentre la macchina lentamente si fermava.
《In caso cambiassi idea cercami su internet, sono Raziel6669, scrivimi pure quando vuoi》sussurrò esausto aprendo lo sportello.
La donna provò un leggero senso di pietà per quella piccola prostituta, ma non aveva tempo per l'empatia, non quando il tragico presagio che incombeva su di lei si stava per avverare. Così scese senza riflettere sulle sorti della bambola, troppo pura per non essere contaminata dal mondo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top