Capitolo 8

                                          12 giugno, anno 480 luna gibbosa crescente

                                            Palazzo Lux Maximus, distretto centrale

Qui appoggiato al bancale della finestra nella nostra camera, osservo la luna splendere in questa notte calda incuriosendomi ad essa, stranamente oggi sembra anche più grande e più luminosa del solito.

In questa piacevole momento di inizio estate io fatico a prendere sonno.

Il silenzio totale mi circonda, visto che nemmeno le cicale osano cantare, come se fosse un momento solenne e privato lasciandomi ai miei pensieri proibiti, quelli troppo cattivi o sconvenienti per essere detti a voce alta e quelli troppo emozionali per riuscire ad essere ascoltati senza giudizio.

Samuel dorme nel suo letto posto vicino al mio con tranquillità, il suo respiro ritmico mi culla e mi accompagna nell'esplorazione della mia mente mentre credo che non si sia nemmeno accorto che i nostri genitori devono ancora tornare dalle riunioni di oggi pomeriggio.

Accarezzo il freddo marmo messo a copertura del davanzale e rifletto e cercando la concentrazione per farlo mi ritrovo ad accarezzare piano il simbolo posto sul mio polso destro, il simbolo della mia nascita,quello che mi contraddistingue come reale: la spada.

Una spada, simbolo di forza e resilienza.

Simbolo di determinazione e durezza, qualità essenziali in un reale.

Una spada tagliente che come le mie parole generalmente colpisce dritta, mirando e misurando attentamente la distanza tra me e il mio interlocutore.

La spada è anche la mia arma preferita, il prolungamento essenziale del mio braccio e dei miei movimenti, che in lotta mi regala emozioni impareggiabili, come quella di trafiggere il nemico.

Ogni reale nasce con un simbolo che lo segna come una voglia, un tatuaggio che cresce e si espande con lui e che lo caratterizza.

Nella mia famiglia fino a questo momento ne sono stati individuati 3: la spada, la bilancia e il sole.

Visto che siamo gemelli si potrebbe pensare che entrambi abbiamo la spada ma non è così.

Come siamo diversi caratterialmente ed un po' esteticamente, abbiamo anche due voglie differenti.

Non potrebbe essere altrimenti.

Lui così tranquillo, timido, dolce, sempre così equilibrato malgrado tutto, ha difatti la bilancia sul polso.

Questo simbolo testimonia l'essere caratterizzati da saggezza ed equilibrio generalmente nella vita.

Saper essere empatici, pazienti, sensibili e vivere volendo pace e armonia e tutto questo è proprio da Samuel.

A volte, in modo ironico e scherzoso, gli dico che probabilmente è figlio degli angeli e non un Tiefling che generalmente sono creature dure e crudeli.

Noi siamo fatti da oscurità, nati da essa, ma lui mi sembra tutto tranne che quello, anzi.

Samuel è la luce di questo posto come se l'oscurità e l'invidia che ci unisce tutti lui non sfiori nemmeno, come se non fosse realmente in grado di fare del male a qualcuno ne augurarglielo nonostante ne abbia le potenzialità.

In questa notte scura poi un urlo squarcia l'aria, un urlo potente e straziante che fa sobbalzare Samuel dal suo letto e rabbrividire me.

È un urlo raccapricciante e sordo, un urlo di dolore come quando premono le unghie sulla lavagna e quel rumore stridulo ti perfora i timpani insinuandosi dentro di te.

《Che cos'è stato Seth?》mi chiede osservandomi nel buio con i suoi occhi chiari che sembrano splendere ora.

《Qualcuno urla, non so chi, non riesco a capirlo da qui》dico io riflessivo osservandolo mentre il mio gemello si tende come una corda di violino cercando di udire meglio《Deve essere qualcuno alla fine del corridoio o forse anche all'inizio dell'altro》dico io cercando di rispondere a quei quesiti che ora sorgono anche nella mia mente.

《Andiamo a vedere?》scende dal suo lettino scoprendosi ancora col suo pigiama con gli orsetti sopra 《Se fosse successo qualcosa a mamma e papà? O nel castello?》mi chiede pensieroso e con preoccupazione, coprendo un piccolo sbadiglio.

《Vedrai che non succede nulla ma va bene, andiamo a vedere》dico io sospirando appena iniziando a seguirlo in pigiama con il mio completo liscio e verde inspressivo.

Mentre usciamo dalla porta un urlo più forte e più potente degli altri arriva alle nostre orecchie, è tremendo ma anche molto chiaro a chi appartenga quella voce, è nostra madre.

Samuel inizia a correre, impazzito e con ansia nel sentire quel genere di grida provenire da nostra madre per poi voltarsi indietro e gridare《Muoviti Seth!》mentre i suoi occhi iniziano ad urlare preoccupati, l'azzurro si accende e in lui la paura sale in ogni metro che avanza verso quella porta.

Io sbuffando accelero appena il passo ma mi rifiuto di mettermi a correre come lui, quando alla fine della stanza si desta il corridoio da dove provengono i lamenti.

Nonno e Nonna sono li, immobili fuori dalla porta.

Il nonno è appoggiato al muro mentre con degli occhiali appoggiati appena sul viso, dall'espressione quasi infastidita risolve enigmi logici su un libro.

La nonna invece seduta comodamente su un divanetto ricama con assoluta calma qualcosa sul piccolo telaio bianco, come se questo la aiutasse a rilassarsi e le permettesse anche di passare il tempo.

Samuel si avvicina alla nonna, avendo sempre un certo timore dei modi un po' bruschi del nonno.

La guarda con preoccupazione e le mette una mano su un braccio 《Nonna cosa succede? Perché la mamma urla così tanto?》mormora col viso pallido 《Non sta bene?》

Io rivolgo il mio sguardo al nonno che lo ricambia immediatamente annuendo al mio pensiero che irrompe nella sua mente, mamma sta partorendo.

La nonna sorride amorevolmente a Samuel e dolcemente gli sistema appena il pigiama parlando con il suo tono tranquillo 《La mamma sta partorendo caro, sta facendo venire al mondo il vostro fratellino o sorellina ma tranquillo, smetterà presto》dice cercando di rassucurarlo 《Anche voi l'avete fatta urlare tanto sai? È normale piccolo bambino mio》

Guardo Samuel che ha gli occhi azzurri lucidi, pronti a straripare come un fiume in piena 《Sì ma mi dispiace che stia soffrendo così tanto nonna, mi fa stare male! Sentirà così tanto dolore, Urla tantissimo!》dice tappandosi le orecchie all'urlo successivo per qualche istante.

Sembra quasi che stia soffrendo con lei per quanto sia sensibile ed empatico insomma

Il solito piagnucolone, e anche un po' esagerato, aggiungerei.

Questo è il ciclo della vita, così funzionano le cose e nostra madre è una donna forte, anche se avrebbe potuto impiegare le sue energie in qualcosa di più produttivo che generare questo "fastidio".

La nonna a quel punto abbandona il ricamo e gli accarezza una guancia con delicatezza mentre io cammino senza timore fino ad arrivare alla porta.

La spingo leggermente intravedendo il volto di mia madre sudato, con i capelli attaccati alla nuca e lo sguardo sofferente per la fatica.

Non morirà ne sono certo, anche se poteva evitarlo tutto questo dolore.

Perché soffrire ancora?

Non Potevamo bastare io e Samu?

È assolutamente una sprovveduta.

Per partorire un erede reale ci vuole molta forza fisica e forza di volontà poichè in genere sono alte le probabilità di morire durante il parto già per una Tiefling normale.

Quello di un erede è estenuante e molto più lungo e difficoltoso rispetto a quelli di altre creature dato che si nasce nella forma pura e completa con corna e coda estratte e senza dimenticare che siamo in parte demoni quindi forgiati dalle calde fiamme infernali.

Il nonno anche per questo costantemente ci ricorda che è quindi necessario che la futura regina sia una nobile, una nobile forte e con carattere per riuscire a generare eredi altrettanto forti e non destabilizzare il regno con la propria morte prematura.

Ma per mia madre la storia è diversa, sono solo 10 anni che si è trasformata in Tiefling grazie a mio padre e al suo sangue puro da primo erede che l'ha resa fastidiosamente forte malgrado la sua apparenza da donna graziosa ed elegante.

In origine lei era una demone ma con il susseguirsi di vicende e l'ascesa al trono così rapida, dopo la morte di zio Blake, quando si è ritrovata incinta di me e Samu non ha potuto più scegliere ed evitare la sua trasformazione che fino a quel momento era stata rimandata.

Con il nostro parto infatti lasciammo residui di magia in lei che accelerarono il processo risparmiandole atroci sofferenze in seguito ed è quindi questa la dimostrazione che lei è forte, forse più forte di tutti noi.

Questo è ciò che mi ripeto chiudendo la porta, avvicinandomi poi di nuovo a Samu per esordire con《Non sprecare lacrime inutilmente, ce la farà》borbotto sospirando di fronte alla tristezza del mio gemello che ora mi osserva forse ancora più disperato.

《Tu non puoi garantirlo Seth!》 Replica lui con rabbia e un fuoco in volto che non avevo mai visto prima come se anche solo la remota possibilità di perderla lo stesse distruggendo.

《Ha partorito noi due da demone,credo che partorire un singolo erede da Tiefling sia più facile no?》dico guardando anche la nonna e il nonno che annuiscono in un sospiro e lui sembra ritrovare l'equilibrio.

Per assurdo al momento sembro io quello misurato e razionale mentre lui quello che si fa prendere dall'ira e dalla disperazione, emozioni che generalmente non gli appartengono ma che probabilmente affiorano grazie alla sua vera natura che, per quanto sia mitigata dalla sua indole docile, ogni tanto prende il sopravvento.

All'improvviso un'aura potente fa tremare la stanza vicina e i dintorni come se ci fosse un pesante terremoto che ci fa barcollare.

Poco dopo una voce attira la nostra attenzione uscendo dalla porta.

È la guaritrice di mia madre.

La Tiefling fa un piccolo sorriso mentre ci guarda con gli occhi neri come il carbone 《Vi comunico che potete entrare adesso, il nuovo membro della famiglia è venuto al mondo》afferma aprendo totalmente la porta della stanza da cui si sente provenire un pianto vigoroso.

La mamma sfinita è stesa sul letto mentre papà seduto al suo fianco culla quell'essere tanto piccolo e indifeso quanto dall'aura così potente.

Spuntano dei ciuffetti biondi dalla copertina e si notano agitarsi dei piedini e delle manine in modo frenetico, sveglio e attivo mentre esso viene cullato dalle braccia possenti del papà per poi sorriderci e con un gesto invitare tutti e 4 ad avvicinarci a quella vita così piccola e così graziosa per conoscerla.

Appena ci avviciniamo nostra madre ci sorride con dolcezza nonostante la stanchezza 《Piccoli avvicinatevi a papà, è nata la vostra sorellina》

A quel punto papà si abbassa leggermente per mostrarci meglio la bimba che è avvolta nella copertina.

Ci guarda con curiosità, gli occhioni di un azzurro intenso simile alla sfumatura di Samuel ma meno delicati, quasi fossero già un segnale del suo carattere deciso.

Stringe un dito di nostro padre per poi sporgersi, per quanto riesce, verso noi due.

Sfiora appena una guancia di Samuel e lui le sorride, ormai più tranquillo e addolcito mentre guarda la minuscola Tiefling con un' amore intenso e infinito appena i loro sguardi si incrociano.

Io rimango dietro Samu con cautela non troppo interessato all'infante fino a che un dettaglio cattura il mio sguardo.

Sotto quei capelli castani biondicci, sul retro del collo noto una macchia, un simbolo: un sole.

Il sangue mi si gela,il respiro inizia a mancarmi e i miei polmoni e come se non fossero più in grado di respirare, di catturare ossigeno dall'aria mentre osservo quel simbolo maledetto che preannuncia solo sventure per me.

Il nonno sembra notarlo infatti inizia a muoversi nella mia direzioni mentre sento il freddo continuare a dilagare in me, irrigidire dalla paura ogni singola fibra dei miei muscoli.

Il sole è simbolo di enorme coraggio e potenza.

Il sole non si abbatte di fronte a niente e nessuno, non ha paura di niente e la sua luce è accecante per tutti quelli che lo guardano.

È destinato a fare grandi cose in nome dell'astro splendente qual è, è anche il simbolo di mio padre.

Sento la presa del nonno sulla spalla con cautela, come se fosse intimorito e cercasse di controllare una bomba ad orologeria.

Samuel si volta e mi guarda prima di fare qualche passo indietro impaurito e abbassare subito il suo sguardo.

La mia coda sferza l'aria e me ne accorgo che il mio aspetto incute timore leggendo lo spavento anche sul viso di mia madre che indietreggia tenendo una mano a mio padre che stringe forte la bimba.

《Seth credo dovresti uscire》

Mi sento così alterato e fuori di me che potrei far esplodere questa stanza.

Ringhio e sento i canini pungermi la lingua.

《È TUTTA COLPA VOSTRA! PERCHÈ MI ROVINATE LA VITA?!》sbotto irato ed esco sbattendo la porta mentre mio nonno mi segue e arresta la mia corsa affermandomi.

《Basta Seth!》 Mi ordina con i suoi occhi grigi che sembrano luccicare mentre mi sento immobile sotto quello sguardo penetrante《So che hai tirato fuori la tua forma suprema perché ti senti minacciato ma non è il momento, placa la tua ira》

《QUELLA MOCCIOSA NONNO! QUELLA ROVINERÀ I NOSTRI PIANI!》sono fuori di me dal nervoso.

Ansimo e mi volto cercando di raggiungere velocemente la palestra con la voglia di distruggere ogni cosa.

Tutti alla mia vista si schiacciano ai lati del corridoio, impauriti.

Mio nonno tuona con la sua voce profonda, estremamente sicura《Tu regnerai Seth! Tu sei già Re》 Dice mentre io mi blocco a quelle parole e un brivido mi pervade, una sicurezza e una consapevolezza nuova mi raggiunge mentre sento quelle parole infondermi energia.

Io regnerò, fosse l'ultima cosa che faccio

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