Morire? È più facile che addormentarsi.

Un lampo di luce verde, poi più niente.

Uno sguardo al ragazzo dagli occhi verdi che ti guarda disperato e al tuo migliore amico che lo tiene fermo, poi più niente.

Il nulla.

È questo, dunque, morire?
Semplicemente smettere di vedere, sentire, respirare?

È veloce, è facile.

Ma allora, perché la gente ha così tanta paura di morire al punto di ricorrere a Pietre Filosofali e Horcrux?

In fondo, è persino piacevole.
Una sensazione di vuoto, di pace.
Niente più sofferenze, niente dolore, niente emozioni, niente di niente.

Può risultare insolito, ma non c'è niente di più naturale.
La morte è una, se non l'unica, delle poche certezze della vita.
Quindi a che serve allontanarla?

Tutto intorno è il silenzio più assoluto.
È un bel posto.

Ma a questo punto, una domanda sorge spontanea: E ora? Che succederà?
Forse è di questo che la gente ha paura. Del non sapere cosa succederà dopo.
Ma del resto, neanche nella vita si può sapere in anticipo quello che accadrà, no?

Bisogna prendere tutto come viene, certo valutando le conseguenze, ma senza starci troppo a pensare.

Dicono che l'età renda saggi.
Ma la vera saggezza sta nell'accettare che certe cose non le saprai mai, che alcune domande non hanno risposta, che tutto è possibile.

Tuttavia, è la curiosità verso ciò che non sappiamo a farci andare avanti.
E Sirius Black voleva andare avanti, qualunque rischio comportasse la sua scelta.

E ad un certo punto il nulla intorno a lui inizia a prendere forma.
Sembrava un prato. Anzi, per dirla tutta, sembrava il prato accanto al Lago Nero.
C'è una panchina.

Sirius si accorse solo ora che si sentiva stanco.
In effetti, si accorse solo ora di avere un corpo.

Si lasciò andare sulla panchina, respirando l'odore dell'erba, l'odore di casa.
Hogwarts, la sua prima vera casa.
Il suo rifugio, quello che lo faceva sentire protetto, al sicuro.
Quello dove aveva incontrato gli amici migliori del mondo. Bé, quasi.

Lo sorprese il fatto di riuscire ancira a pensare, a ricordare.
Cosa stava succedendo?

A distrarlo, una voce familiare, una voce che non sentiva da tanto, troppo tempo, e che gli era mancata più di ogni altra cosa.

-Ehi, Padfoot, vecchio mio!-

I suoi occhi brillarono non appena si rese conto di chi fosse stato a parlare.

-Prongs! Finalmente!-

Eccoli qui, i due amici finalmente riuniti.
Quattordici anni.
Quattordici anni erano passati da quando si erano visti l'ultima volta.
Ed ora erano entrambi entusiasti di poter parlare, ridere, scherzare come ai vecchi tempi.

-Il lago nero? Non ti facevo così sentimentale, Pad!-

-Come se l'avessi scelto io 'sto posto!-

-In effetti, è così. Di solito la tua mente sceglie il luogo dei tuoi ricordi più belli. Credo.-

I due sedettero vicini, in silenzio.
Potevano essere passati secondi, oppure ore, qui il tempo sembrava non esistere.

Era buffo. Non si vedevano da quattordici anni, eppure non sapevano di che parlare.

O, semplicemente, non c'era niente da dire.

-Ti ricordi quando abbiamo buttato Mocciusus nel lago, eh Prongs?-

-Eccome! Si è arrabbiato così tanto! Eppure avrebbe dovuto ringraziarci, probabilmente era il primo bagno che si faceva!-

-Spero solo di non aver avvelenato la piovra gigante con l'unto che ci avrà lasciato!-

Scoppiarono a ridere, entrambi persi nei ricordi.

Era bello, stare lì.
Qualsiasi cosa intorno a loro emanava un senso di tranquillità.

C'erano così tante domande, così tante cose non dette, ma per il momento volevano solo godersi quella sensazione.

Poi, ad un certo punto, James scattò in piedi.

-È tardi! Vieni, Pad!-

-Tardi per cosa? E dove dobbiamo andare?- rispose pigramente Sirius.

Si stava così bene su quella panchina, di fronte al Lago Nero, a vedere il sole tramontare dietro le cime degli alberi della Foresta Proibita.

Fosse per lui, sarebbe rimasto lì in eterno.

Ma il ragazzo occhialuto aveva altri programmi.

-Vieni, dobbiamo andare dagli altri! Dai, che ti faccio fare un giro! Sai quanta gente simpatica che ho conosciuto? Te li devo presentare assolutamente, gli ho parlato così tanto dei Malandrini!-

Si, c'erano tante cose da dire, troppe.
Ma per il momento importava solo essere di nuovo insieme.

Ci sarebbe stato tempo per parlare, dopo.
Eccome se ce n'era.

Sirius sorrise, per la prima volta dopo tanti anni.

-Arrivo, Prongs!-.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top