• capitolo sei • i r(è)al ad Hogwarts •

"Harry, vieni, qui ci sono dei posti liberi!" esclamò sorridente Hermione, nuovo prefetto insieme a Ron.
Entrarono nello scompartimento dove una donzella bionda un po' stravagante e Neville con una pianta.
"Noi dobbiamo andare" disse Ron a tono basso, tanto che Ginny lo guardò strano.
"Andate pure" rispose Harry in un'apparente tranquillità.
I due prefetti uscirono dallo scompartimento e si diressero verso quello della loro carica.

Passava il tempo e di Ron ed Hermione non c'era traccia.
"Harry, io non mi fido di Morgana" ammise Ginny, seduta di fronte a lui e con lo sguardo turbato
"Prima è passata e ci ha guardati. Il suo sguardo era maligno" continuò un po' drammatica
"Devo indagare" limitò a rispondere il giovane cacciatore.

Come al solito, ebbe un'idea non benevola; si alzò e aprì lo scompartimento.
"Dove vai?" chiese Neville accarezzando la pianta un po' bruttina
"A indagare, ovviamente"
Uscì prima che Ginny potesse contestare e si diresse nella parte del treno che occupavano maggiormente le mele marce.

Appena entrò nel vagone, tutti i presenti si voltarono.
"Sfregiato, hai sbagliato vagone?"
Draco Malfoy urlò solennemente quelle parole e i suoi amici risero; quasi tutti i suoi amici.
"Sta' zitto Draco" disse Gilbert severo.
Il suo braccio era avvolto attorno alle spalle di Morgana, la bella principessa.

Harry riconobbe tutti, tranne un ragazzo vicino a Daphne.
"Potter, come mai qui?" chiese il ragazzo che inizialmente non aveva capito chi fosse.
Si voltò e sorrise malignamente.
Che ci faceva Louis ad Hogwarts?
"I Rèal sono tutti qui, vero sorellina?"
Morgana parve disinteressata e distaccata dalle parole del fratellastro.
Tolse il braccio di Gilbert e si alzò, mostrando la cravatta verde e argento sulla camicetta bianca.
"Smettetela" disse con calma e con la freddezza ch'era nel suo carattere: questo suo comportamento la rendeva una Rèal a tutti gli effetti.
"Morgana, possiamo parlare in privato?" chiese Harry con un tono disinvolto e un po' spavaldo
"Certo" rispose semplicemente la ragazza seguendolo fuori dal vagone
"Il piano è iniziato, fanciulli"
Tutti risero all'affermazione di Louis, tranne Gilbert: odiava questa messa in scena che allontanava la sua fidanzata da lui.

"Potter, che vuoi?"
Morgana era diffidente e questo suo atteggiamento attraeva Harry: i suoi occhi freddi e le labbra carnose, immobili, impazzivano il ragazzo.
Come una pozione d'amore.
"Morgana, perché non hai mai detto a nessuno che Sirius è tuo padre?"
La ragazza sorrise e disse indifferente:
"La figlia del pluriomicida. Sai che tormentone ad Hogwarts?"
Harry rise e ammirò il sorriso della fanciulla: era così bella quando sorrideva.
"È tutto?"
"Sì. Morgana, che ne dici di uscire qualche volta?"
Harry pronunciò quella frase così veloce che Morgana a stento capì.
-tutto secondo i piani- pensò dopo aver annuito col sorriso

Rientrò nel vagone dov'erano i suoi amici e sedette accanto all'irritato Gilbert.
"Mi ha invitato ad uscire" annunciò Morgana con una leggera amarezza nel dirlo
"Perfetto!" esclamò Abby
"Come mai questo tono?" chiese Matthew, un ragazzo bassino dai capelli scuri e gli occhi neri come il carbone.
Gilbert sospirò e guardò l'amico preoccupato.
"Odio tutto di lui, ogni cosa è stata distrutta dalla sua nascita. Ma non parliamone più, perché non discutiamo d'altro?"

Harry tornò nella sua cabina, nella quale, con sua grande sorpresa, i due prefetti erano già rientrati.
"Harry! Dove sei stato?" chiese Hermione spinta dalla curiosità e dal timore di qualche guaio
Il ragazzo si sedette accanto alla strana biondina vicino al finestrino e disse:
"Davvero credevate che quella vipera di Malfoy non avesse coinvolto Morgana in qualche stupido gioco?"
"Harry, la ragazza è più forte di quel cretino" intervenne Ginny alzando gli occhi al cielo.
"Perché?" chiese Ron mentre prendeva un pacchetto di caramelle confiscato a un ragazzino del primo anno.
"Posale!" gridò Hermione
Prese il pacchetto e lo mise in tasca.
Ritornò a guardare Harry e disse:
"Harry, Morgana è pericolosa! Non hai visto i suoi occhi? All'improvviso diventano bianchi con quelle macabre sature rosse. E Louis? Se non fosse per l'oggettivo fascino, quel ragazzo sarebbe ancora più spaventoso della sorella..."
"Sorellastra" corresse divertita la rossa
"Ad Hogwarts andrò in biblioteca e mi informerò su questo. Mi pare di aver letto qualcosa sul cambio di colore dell'iride."
"Non credo che troverai i dannati in biblioteca" intervenne una vocetta acuta e dolce: era Luna Lovegood, una ragazza del quarto anno appartenente a corvonero. Mente creativa e brillante!
"Non conoscete la leggenda?" chiese posando il giornale che aveva (il Cavillo).
"Racconta" disse Hermione stupita di non saperne niente.
"Va bene...

Nel 1459, in Inghilterra regnava la paura per la magia e l'unico rifugio era la "preghiera".
I maghi erano in pericolo e ne morivano sempre di più...

"Lo sappiamo che nel quattrocento noi maghi eravamo odiati e abbiamo scampato l'estinzione" interruppe Hermione col suo <so-tutto-io>
"Continua pure, Luna" disse Harry rivolgendo uno sguardo di rimprovero all'amica.

...un angelo decise, per amor del sovrannaturale, di creare altri tipi di maghi e streghe: i dannati...

"Quindi i Rèal?" chiese Harry pensieroso
"I Rèal sono gli ultimi" rispose Luna, col suo tono gentile.

《...ma quando i dannati vennero in Terra, i maghi esistenti entrarono in conflitto con loro: La Guerra Celestiale.
Morirono migliaia di maghi e i dannati governarono per oltre un secolo.
Ma agli angeli questo non andava bene e la Natura si rivoltò ai potenti...》

"Ma certo, la guerra naturale!" esclamò Hermione interrompendo nuovamente Luna
"Cosa?"
"Il cinquecento è l'anno della guerra naturale, si dice che bruciavano case all'improvviso e gli orti venivano privati della loro magia. Per questo naturale: una guerra tra maghi e natura. Ma, scometto che non è così, vero?"
"Hermione, nulla accade all'improvviso...

《...i maghi acquisirono potere dagli elementi, come le streghe più antiche.
L'Angelo Creatore si disperò: la sua creazione era in pericolo.
I fratelli rifiutarono di aiutarlo: da qui nacquero i <dannati beta>
Essi sono i discendenti degli angeli e hanno i poteri legati alla manipolazione e all'odio: tutto è amplificato.
Gli occhi sono bianchi e rossi: l'anima pura sporcata dal sangue versato dei dannati uccisi...》

"Morgana è un beta?" chiese Ron con un sospiro
"Credo proprio di sì" rispose Harry avvolto nei suoi pensieri
-lei non può essere così cattiva: ha sofferto, come me-
Harry si aggrappava all'unica speranza di trovare se stesso in quel crudele fascino.
Luna osservò curiosa il ragazzo e continuò disinvolta, come se stesse raccontando fiabe.

...chiese aiuto ai demoni, i servitori di Lucifero: essi accettarono e impossessarono alcuni dannati.
Da qui nacquero i <dannati gamma>.
Essi ereditarono la mania del controllo ma anche la paura nel perdere il bene materiale...》

"Le case e gli orti?"
"No, Ginny, ma agli anelli dei Fearman"
"Ovvero?"
Hermione quasi si vergognò di non sapere niente di tutto questo.
"Spiriti" si limitò Luna
La fanciulla non proferì parola che un coetaneo aprì la cabina.
"Da un po' che origliavo" disse Louis prendendo posto accanto ad Hermione.
"A corte non ti insegnano che è maleducazione?" provocò Ginny
"Stai attenta a ciò che dici, piccolina."
Le iridi scure divennero rosso sangue con quelle macchie nere sparse.
"Mia cara Luna, posso continuare io la storia?"
Ella annuì e il ragazzo continuò il racconto:

《...passiamo ai <dannati alpha>.
L'Angelo cadde, come Lucifero. Perché?
Per amore della propria creazione.
I demoni scelsero di chi impossessarsi, e lui scelse i suoi eredi, uno a uno. Ovviamente, non scelse tutti. Dopo Fernando Rèal II,
i dannati alpha sono scomparsi. Egli è stato l'ultimo e parliamo del 1864.

Essi sono oscuri: hanno il sangue marchiato dall'odio, dalla disperazione e dalla vendetta.
Fernando si suicidiò senza aver procreato un nuovo discendente.

I loro occhi diventano rosso sangue, senza macchie: puri.
Sono gli unici che possono distruggere la Natura. Sono un incrocio tra demoni e angeli: l'unione del male.

Possono controllare i doni che la Natura ha dato e...》

Il treno si fermò: Louis non finì la frase, baciò Hermione sulla guancia ed uscì.
"Perché mi guardate così?" chiese Hermione
Ron la guardava perplesso mentre Harry era spaventato dalle parole del principe: magari Voldemort era un dannato.
"Harry, vieni!" esclamò Ginny

-

Morgana cercava il ragazzo dagli occhi verdi nel tavolo di Grifondoro: ora era visto come un pazzo; assurdo!
Ma non poteva provare compassione per uno come lui; per la causa della morte di suo zio.

"Ana, possiamo parlare fuori?" chiese all'improvviso Gilbert
Lei si voltò di scatto e annuì frettolosamente.
Le prese la mano e la portò fuori dalla Sala Grande, nella quale si teneva il banchetto di benvenuto.

"Che c'è?" chiese scorbuticamente Ana
Gilbert appoggiò le spalle alle mura di pietra e le sue iridi si posarono sul bel viso della ragazza.
"Morgana, perché ti stai allontanando da me!"

A malapena tratteneva le lacrime: dannato gamma, egli non aveva paura di perdere i beni materiali, ma aveva paura di perdere l'unica cosa che amava davvero: lei.
"Gilbert, io so che sei geloso però devo fare questa cosa. È per mio zio! Grazie a questo potremmo vivere felici"
Neanche lei credeva a quelle parole: la manipolazione, solo quello poteva usare per tenere a bada l'istinto maligno del ragazzo.
"Io voglio te, Ana, no tuo zio! Facciamo una cosa: pensa alla vendetta e poi ne riparliamo. Sono due anni che pianifichi questa cosa e la farai senza di me. Ti amo tantissimo, ma tu non mi amerai mai così: per te è più importante vendicarti di Potter e del resto. Tu sei una vendicativa e non ti fermerai finché il cuore di Potter non fermerà di battere. Ci vediamo a colazione."
A Morgana si fermarono le parole in bocca: aveva ragione, non si sarebbe fermata.

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