• capitolo quattro • ciò che non ci si dice •
"È lei!" esclamò Sirius correndo alla porta.
"Scusate, ma chi sta aspettando Sirius?" chiese Harry sistemando l'ultimo tavolino del salotto
"Non lo sappiamo" disse Ginny aiutandolo.
"George dice che è sua figlia, ma io non credo che uno come il tuo padrino abbia dei figli" continuò la rossa
"Perché dici questo?" chiese Hermione, che stava finendo di spolverare una vecchia coppa d'argento.
"Ha ragione. Sirius Black, dopo aver passato dodici anni in carcere, padre? Impossibile" disse Ron, sicuro di sé.
I quattro uscirono dal salotto e andarono all'ingresso.
Harry si chiedeva chi aveva ragione: il suo padrino era padre o no?
Gliel'avrebbe detto, giusto?
Nell'ingresso la signora Weasley già accoglieva gli ospiti.
Sirius guardava amareggiato i due ragazzi mentre ammirava la bellezza della figlia: assomigliava tanto a sua madre, Susan.
"Molly, fai entrare i ragazzi" disse Sirius facendo spazio per entrare in casa.
"Grazie" sussurrò Morgana.
Harry incrociò il suo sguardo: così freddo e così pieno d'odio.
"Piacere, sono Harry P-"
"Potter. Mi hanno parlato di te." disse Louis, allungando la mano.
Ad Harry parve di viaggiare nel tempo e di ritornare alle stretta di mano mancata con Draco Malfoy.
"Non mordo, Harry Potter"
Harry non rispose e guardò Sirius.
"Andiamo in cucina, tutti." disse Sirius ricambiando lo sguardo al ragazzo.
"Morgana, tesoro mio, porta via questi tr-" iniziò ad urlare il quadro della signora Black
"Nonna, silenzio."
Per la prima volta, il quadro restò in silenzio.
"Noi non ci siamo mai riusciti" disse Hermione sorridendole.
"Tu devi essere la sanguemarcio, Draco ha parlato molto di te nelle lettere"
Louis prese la mano di Hermione e la baciò.
"Fratellino, smettila di importunare la ragazza."
Morgana lo prese per la giacca nera.
"Come mai Malfoy ti scrive?" chiese Ron, rosso di rabbia per la parola usata dal reale.
"Ci scrive. Io e Morgana siamo Serpeverde come lui." spiegò Gilbert, squadrando Hermione ed Harry.
Hermione si sentì a disagio e corse in cucina, portando con sè Harry, Ron e Ginny.
"Ragazzi, quelli non mi piacciono" ammise Hermione, sottovoce
Morgana si sedette tra Gilbert e Fred, di fronte ad Harry.
"Lei chi è, allora?"
Harry sentì una mano gelida posata sulla sua spalla: Louis si era seduto accanto a lui, nel posto che doveva occupare Ginny.
"Caro Harry, ti presento la principessa Morgana Rèal Black, la mia sorellastra." annunciò il ragazzo con uno sguardo maligno.
I suoi occhi divennero improvvisamente rossi come il sangue con alcune rigature nere che decoravano quel rosso.
Dopo qualche secondo, ritornarono scuri come il tronco di un albero.
Bevve un sorso di idromele e si rivolse ad Hermione:
"Mi scuso per il termine usato prima, Hermione Granger"
Hermione arrossì ma non rispose.
Louis le sorrise e si voltò verso Ginny, che dovette sedersi alla sua destra.
Al lato opposto, Fred provò a chiacchierare con la fredda principessa.
"Ti piace il Quidditch?"
"No."
"Sei la figlia di Sirius, vero?"
"Che occhio"
La ragazza sospirò e guardò il suo ragazzo.
Presentazioni fatte, il pranzo iniziò: carne sul letto di patate, zuppa di verdure e succo di zucca riempiavano la tavola e ognuno prendeva un pezzo.
A metà pranzo, Sirius si alzò in piedi e colpì il bicchiere di cristallo con la forchetta di acciaio, decorata con lo stemma black.
"Ragazzi, come qualcuno di voi avrà già notato, oggi abbiami grandi ospiti: dei reali. Oltre a essere una nobile, Morgana è molto importante per me: è la figlia che non ho potuto crescere. Louis è il principe dei dannati, futuro re?"
Il ragazzo annuì e si sistemò il colletto della camicia: improvvisamente tutto sembrava più caldo.
"E poi c'è Gilbert Grindelwald, il duca del Regno dei Dannati"
"E fidanzanto di vostra figlia" aggiunse Gilbert sorridendo
"Si, anche quello. Spero che vi troviate bene qui. Continuate a mangiare"
Morgana guardò infastidita tutti coloro che erano a tavola: doveva uscire da quella cucina.
"Scusate" sussurrò alzandosi e uscendo.
Gilbert stava per alzarsi, ma fu preceduto dal fratello di ella.
Morgana corse in salotto, dove c'era il grande albero geniologico dei Black.
Accarezzò il ritratto di Regulus e si sedette sulla poltrona, la stessa che occupò spesso sua nonna.
"Che succede, Ana?"
"Mi sembra tutto così finto. Hai visto come mi guardavano i tre moschettieri?"
Louis rise e si avvicinò alla sorella.
"Tu sei un dannato degli angeli. Ti importa di quello che dicono quei tre, sul serio? Ad Hogwarts, tutti ti temono, sei una Black"
"Però lui è il mio punto debole"
Indicò la bruciatura del ritratto di suo zio.
"Noi sappiamo la verità. Questo importa"
Da dietro il divano sbucò l'elfo domestico più scorbutico dei tempi, come lo definiva Sirius, Kreacher.
"Padron Ana!" esclamò aggrappandosi alla sua gamba nuda e fredda.
"Oh" sibilò la ragazza sorridendo per la prima volta da quando era in quella casa.
"Devo consegnarle una cosa, da parte di Padron Regulus"
I due Rèal di guardarono.
"Cosa, di preciso, Kreacher?"
L'elfo si inchinò così intanto da toccare il pavimento col naso.
"Principe Louis, è una lettera importante!"
Prima che uno dei due potesse aggiungere altro, George entrò nella stanza.
"C'è il dolce, venite."
"Si, certo, veniamo subito"
I tre lasciarono il salotto e tornarono in cucina.
"Stai meglio, Ana?" chiese Sirius vedendola sedersi.
Ella annuì e raccontò sottovoce quello che era successo nel salotto.
"Sa qualcosa, allora" sussurrò il ragazzo
"Regulus gli ha raccontato più cose di quanto sembri."
"La lettera di ciò che non ci si dice, insomma"
"Penso che parli degl-"
"Morgana, dobbiamo parlare, usciamo fuori" disse Sirius.
Ella si alzò, con la sua bellezza ed eleganza, e uscì col padre.
"Molly, vado un attimo in bagno" mentì Harry
Padre e figlia erano nel salotto, dove prima ella confabulava col fratello, ed Harry si mise ad origliare aprendo leggermente la porta.
"Noi dell'ordine ci domandavamo una cosa" iniziò Sirius sedendosi sul divano di fronte alle poltrone, di cui una occupata da Morgana.
"E cosa vi domandavate?"
"Voi dannati da che parte state?"
La ragazza non rispose subito; i suoi occhi si fermarono sulla tela, sul suo ritratto, lucente come quindici anni fa.
"Noi dannati non condiviamo in pieno gli ideali di Voldermort..."
Per Harry era la prima persona dopo Silente che usava il suo nome.
"Però, non posso non considerare che i miei sudditi, i miei simili, di certo non vogliono aiutare voi maghi normali. Non per cattiveria papà, però per il vostro Ministero, noi non dobbiamo avere un'istruzione e questo noi dannati non lo dimentichiamo"
"Però lui è forte adesso! Troppo per noi!"
"Non mi interessa. Ci avete sempre escluso da tutto e ti ricordo che ho già perso dannati nella prima guerra."
"Quanti? Solo tua madre!"
Gli occhi di Morgana divennero bianchi e rossi, come nel castello, e disse schifata:
"Non solo il tuo caro Potter non ha avuto l'affetto dei genitori. Con questo, non ho alcuna intenzione di aiutarvi, anzi di aiutarti"
Harry corse nel bagno sentendo il rumore dei tacchi avvicinarsi.
"Morgana, ti voglio bene" disse Sirius col viso triste
"Non ti importa niente di me! Non fai che dirmi che cosa devo fare! Non voglio aiutarti e con queste parole non mi intenerisci!"
"Tu sai che Voldemort non vuole aiutare i dannati! Vuole lei, la discendente dell'angelo caduto, l'alpha!"
"NON MI IMPORTA!"
Morgana urlò queste parole e uscì sbattendo la porta.
Harry sentì le urla e uscì dal bagno, andando da Sirius.
Era rimasto sul divano e osservava il bellissimo ritratto della figlia.
"Sirius, io ho sent-"
"Lei mi odia. Mi odia più di quanto il Ministero odi te"
Harry si sedette accanto a lui.
"Non sai quanto somiglia a mio fratello Regulus, quel fifone."
"Sirius, lei è cresciuta con i Malfoy?"
"Cosa? Oh, no. Lei è cresciuta con mia madre e mio fratello per cinque anni, poi, ieri l'ho saputo, con il patrigno."
"S-sua madre è m-morta?" balbettò Harry.
Sirius annuì e disse con la voce rotta dalle lacrime:
"Per colpa mia, per salvare me"
Sirius non continuò il discorso sentendo dei passi frettolosi avvicinarsi.
"Sirius! Morgana e i ragazzi vogliono andarsene!" ansimò Molly mettendosi le mani tra i capelli.
Sirius ed Harry si alzarono e uscirono dal salotto.
"Morgana!" urlò Sirius alla ragazza al centro tra i due ragazzi.
"Signor Black, lasciatela stare!" urlò a sua volta Louis
"Papà, BASTA! Non voglio più vederti"
E uscirono come se non fossero mai entrati da quella casa.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top