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21 Dicembre
Rose Weasley sorrise quando Lorcan aprì la porta.
Sembrò che la sera prima fosse un lontano ricordo, quando gli saltò addosso, essendo ricambiata con lo stesso entusiasmo.
Allacciò le gambe alla sua vita e Lorcan fece appena in tempo a sfilarle il capello che Rose poggiò le labbra sulle sue, con dolcezza.
"Hai le labbra gelate." Le sussurrò, accennando una risata. La rossa si strinse nelle spalle, con la fronte contro la sua. "Non rimarranno mica fredde a vita, no?"
"Uo, ragazzi!" Rose alzò lo sguardo, e Lysander sulla soglia del soggiorno aveva gli occhi sbarrati, intento a fissarli con una smorfia.
"Oh, ma c'era anche lui?" Sussurrò la rossa, senza preoccuparsi di abbassare troppo la voce.
"Oh no tranquilli. Me ne vado subito, anzi, proprio ora." Annuì, infilandosi il cappotto e superandoli. Lorcan stava ancora stringendo la ragazza, quando lanciò dietro al gemello il suo cappello.
"Copriti, gemellino caro!" Rose rise per l'imprecazione dell'altro, poi il suo ragazzo richiuse la porta.
"Mh, dove eravamo rimasti?"
Le dita gelide di Rose sfiorarono le labbra dell'altro, mentre lei sorrideva vaga.
"Alle mie labbra, al fatto che ora siamo completamente liberi."
"Sembra tu non mi veda da chissà quanto!" Rise divertito il ragazzo, ma anche la sciarpa di lei era già per terra.
"Sono quasi 24 ore!"
"Una tragedia."
"Ehi!" La Weasley sbarrò gli occhi, colpendolo debolmente alla spalla. Quando sentì ancora le labbra sulle sue, però, si arrese a quei brividi lungo la schiena, riprendendo quindi a dedicarsi totalmente alla bocca del ragazzo.
Non pensò per nulla al bambino.
O forse lo pensava ogni volta che scorgeva gli occhi di Lorcan o quando questo le sfiorava il ventre o lo mordeva giocosamente, sotto i piumoni pesanti.
Forse lui era ormai una figura eterna, che sarebbe stata sempre presente fra loro, indipendentemente se fossero rimasti sempre insieme.
Sarebbe stato accanto a loro e Rose non voleva dimenticarlo.
Non le sembrava giusto.
Lorcan le baciò le spalle e le calvicole, e lei quasi tremò tra il caldo del suo corpo e il freddo di fuori.
Lasciò che ogni pensiero razionale scivolasse via, lontano e leggero, mentre era solo Lorcan ciò che, lentamente, rientrava a far parte di lei.
🎄
Scorpire di essere incinta aveva sconvolto Rose.
Magari avrebbe potuto affrontarlo peggio.
A farla stare male non erano state le nausee o quelle limitazioni alimentari che sapeva già di dover affrontare.
Più che altro soffriva di attacchi di panico.
Non appena una voce nella sua testa le sussurrava che dentro di lei c'era qualcun altro, sembrava come se fosse stata bruscamente riportata coi piedi per terra. Se le andava bene, il dolore si limitava alla testa che girava.
Tutto sommato non la spaventava neanche dirlo a suo fratello o ad Albus.
Forse i suoi l'avrebbero presa male. Ma infondo era maggiorenne, avrebbe finito gli studi prima il bambino nascesse. Non sarebbe stato così tragico.
Le voci non l'avevano ancora spaventata.
Lorcan non era scappato.
In poche settimane aveva cominciato a realizzarlo senza essere troppo brusca. Aveva già rinunciato a qualche club per non destare sospetti a dover abbandonare tutto in un lampo, e stava già pensando di andare da madama Chips a comunicarlo.
Una settimana prima di Natale.
Non avrebbe fatto in tempo a dirlo ai suoi che l'avrebbe fatto lei.
Non l'aveva mai ammesso, ma aveva persino cominciato a parlargli, di pancia in su sul letto, tra il piumone e le tende del letto al baldacchino.
Fu in realtà perderlo, a devastarla completamente.
Fisicamente, era rimasta quella di sempre.
Eppure non le sembrava di aver perso un bimbo. Ma ogni singola cellula vivente dentro di lei.
Ogni singolo piccolo atomo in lei, scivolato via con la piccola creaturina.
Morta.
Rose ricordava ancora Lorcan che 'tesoro, molla il quidditch.' e lei che 'l'ultima partita. Lorcan, che sara mai.'
Ricordava ancora il freddo pungente e il boccino ad un palmo della sua mano.
Stava incitando il bimbo dentro di lei a prenderlo con lei. Come se potesse sentirlo.
Ricordava il bolide e il buio, e Lorcan sul lettino e le lacrime, e i suoi occhi aperti la notte che fissavano il buio.
Che fissavano il vuoto e cercavano un senso di pienezza.
Ricordava quella sensazione che pian piano si abbatteva su di lei. Il fatto di essere stata totalmente incosciente.
Che per una partita di quidditch aveva perso -ucciso- il piccolo dentro di lei.
La consapevolessa che se per un attimo anche solo aveva pensato di poter affrontare la gravidanza, si sbagliava.
Perchè lei non era brillante fuori dalla scuola e gli schiemi ed i voti.
Era stupida, incosciente.
Era una bambina.
Le bambine non possono diventare madri.
🎄
Rientrò a casa particolarmente contenta.
Sua madre sembrò notarlo, ma lei fece un gesto vago con la mano. Suo padre la scrutò.
Fortunatamente Rose aveva ancora la sciarpa al collo.
"Tesoro, tra un paio di minuti mangiamo. Okay?"
"Certo. Vado un attimo su." Salì le scale fluttuando. Sentiva ancora il sorriso di Lorcan premuto sulla sua pelle, e di conseguenza il suo non sembrava sparire.
Lasciò la borsa blu che usava da sempre sul letto senza neanche entrare in camera, dirigendosi poi verso il bagno.
Se doveva scendere a cena sotto lo sguardo di suo padre doveva come minimo star certa che nessun segno potesse capitare sotto il suo sguardo anche solo per sbaglio.
La porta era chiusa a chiave, ma nessun suono sembrava provenir dall'interno.
"Hugo?" Chiese, notando il quel momento che non l'aveva ancora visto in giro.
"Ci sei tu?"
Nessuno parve rispondere.
Con un colpo di bacchetta Rose riuscì ad aprire la porta, ma si bloccò non appena vide suo fratello davanti allo specchio, immobile.
Corrugò la fronte, scrutandolo.
"Hugo?"
Fece qualche passo avanti, e si piantò davanti a lui.
Erano alti uguali. Per anni Rose aveva creduto che suo fratello l'avrebbe superato, ma non era accaduto.
Centimetro più, centimetro meno, con dei tacchi più alti riusciva ancora a superarlo.
Ora invece era piccolo e indifeso. Sul punto di piangere.
Posò una mano leggera tra i suoi capelli, in un gesto affettuoso.
"Hugo, che hai?" Le sue dita scesero dal collo alla spalla, fino a stringersi su questa.
"Nulla." La voce del più piccolo era roca. La fissò un momento di più davanti allo specchio, poi frugò nel cassetto aperto sotto di loro. Prese quello che sembrava un cerotto.
Si indicò la pellicina sanguinante sull'indice.
"Sai che mi fa sempre un po' schifo."
Rose gli sorrise, dandogli una leggera spinta.
"Deficiente. Mi hai fatto prendere un colpo."
"Ti lascio il bagno." Hugo sorride, distrattamente, poi sfiorò un punto sul collo della sorella. "Coprilo bene."
Rose gli fece la linguaccia, e il rosso ricambiò, un attimo di sparire oltre il muro.
Quando la ragazza riportò lo sguardo sullo specchio, si chiese cosa ci avesse visto di tanto orribile Hugo.
Se fosse vero o meno.
Poi il suo sguardo si posò sull'evidente segno tra il rosso ed il viola alla base del collo.
Avrebbe ammazzato Lorcan il prima possibile.
Non lamentatevi. L'angst DOVEVO metterlo.
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