No earthly creature
*BrokenMoon's P.O.V.*
I giorni a seguire furono molto tranquilli, ed io divenni presto molto attaccata ad Assedia; e, temo, tentai di sostituirmi a sua madre, comportandomi come un surrogato di essa. Già... su madre... ma sarebbe potuta essere? Non me ne aveva mai parlato, ma sembrava a malapena conoscerne il significato, come se fosse stata creata dal nulla, così, da un giorno all'altro. In ogni caso, non protestai di fronte ad i miei tentativi di trattarla come mia figlia e non facevo altro che sperare che un giorno, dalle sue labbra, invece di "BrokenMoon" sarebbe uscito "Mamma".
Comunque, più i giorni passavano, e più lei tornava a sembrare una gattina. Cambiai anch'io, ovvio, divenni un'assassina provetta, ma mai mi sarei aspettata quanto la cucciola sarebbe cambiata: da piccola micia dal pelo rado e pieno di ferite divenne una gattina con uno stupendo manto blu-argenteo, e non mi sarei stupita se fosse stata davvero una Blu di Russia pura! Ed i suoi occhi, oh, i suoi stupendi occhi uno di un verde chiaro come il più tenero dei boccioli e l'altro azzurro come il più freddo dei ghiacci riacquistarono lucidità e lasciarono di nuovo intendere che quella creatura era effettivamente viva. Anche se.... Le sue ferite non si rimarginavano. Anche dopo che i nostri medici ebbero testato ogni tipo di erba e radice, quei piccoli solchi rossi rimanevano sempre, e bastava accarezzarla contropelo per scoprirne cinque o sei su ogni centimetro di pelle. Assedia si dimostrava sempre essere una gattina dolce, educata ed amabile.
*Assedia's P.O.V.*
Da quando mi unii al clan, i giorni trascorsero pacifici: insomma... nessuno che tentasse di uccidermi, nessuna lotta per il cibo e soprattutto una razione di cibo ogni giorno! In più... Brokenmoon era molto gentile con me, mi trattava quasi come se fossi sua figlia, e lo ammetto, mi piaceva. Però c'era una cosa: BloodDeath mi guardava in continuazione, come se si aspettasse qualcosa... ma cosa? Più i giorni passavano e più i suoi si tramutavano in sguardi di disprezzo, finché non perse totalmente interesse in me.
....
ma cosa avevo fatto?
*Third Person P.O.V.*
*qualche giorno dopo*
Quella mattina, un ormai noto gatto nero dalle zampe bianche ed un altro bianco pezzato stavano discutendo su un albero, lasciando che il Sole scaldasse la loro pelliccia. Magari avesse scaldato un po' anche i loro cuori....
-Fang, non posso continuare così. Insomma... Guardala! Tranquilla come una foresta!- disse il gatto nero, puntando, con un cenno della testa, alla piccola Assedia, che, in qualche modo, era riuscita a recuperare un giocattolino a forma di pesce tra i cassonetti, ed ora ci giocava, mordendolo dolcemente.
-lo so, BloodDeath, ma... dimentichi che anche la più calma delle foreste, nasconde i suoi inganni.- cercò di difenderla Fang, conscio di quanto la gattina già significava per il clan... e per BrokenMoon.
-si, certo, come no...-
-ma che ci avevi trovato in lei, che ti ha deluso tanto? Me lo spieghi?-
-ah... forse mi sono sbagliato... è solo che... quel giorno, quando l'abbiamo trovata... pensavo... speravo di aver visto in lei la mia stessa anima nera, assetata unicamente di sangue e vendetta, annebbiata dal rancore, ma... ora non ne sono più tanto convinto. Temo di essere l'unico a possedere un'anima tanto contaminata... eppure, ne ero certo-
-la tua vista non ha mai sbagliato, il fatto che tu possieda ancora tutte e sette le vite, dopo così tanti anni dalla tua ascesa al trono lo dimostra...-
-forse sono proprio tutti quegli anni che l'hanno annebbiata...-
-o forse, l'hanno affinata. Forse devi solo aspettare-
-no Fang! Non la vedi? Si rifiuta perfino di allenarsi! Non vuole far male a niente e nessuno! È così buona, così dolce, così... innocente! Bha!-
-e con ciò? Al massimo diventerà medico no? Scusa, cosa intendi fare a riguardo, altrimenti?-
-non lo so... inizio a pensare che... forse sia meglio liberarsene...-
-Scherzi vero?!-
-temo di no-
E così dicendo, il gatto nero si sistemò meglio sul tronco, chiudendo gli occhi e pensando alla soluzione migliore... ma quale altre soluzione avrebbe trovato? Per quanto si sforzasse, nella mente del gatto si ripetevano solo scenari cruenti, ma presto si rese conto che pochi erano davvero parte di piani; come se la sua mente volesse ignorare il problema, prendere tempo. In quel momento solo la voce di Fang lo strappò ad i suoi pensieri:
-ehi, BloodDeath? Ma chi è quello?- chiese. Il re aprì gli occhi seccato, e guardò in basso, nella direzione in cui puntava Fang. Lì, che si aggirava furtivo tra i cespugli, c'era un enorme gatto marrone come il fango più sudicio, il pelo lungo che ricadeva in ciocche ispide, una caratteristica della maggior parte dei gatti dei Waterclan, pensò BloodDeath (certo, non era una caratteristica della loro regina, PureWater, che manteneva sempre una pelliccia morbida come la seta; non per niente era definita da gatta più bella di ogni clan); -Blood? Penso che quel gatto sia... BlueClaw! Ma si! È lui! Però... è lontano dal suo clan!- ridacchiò Fang -ma che ci fa' qui?- Anche BloodDeath ridacchiò, iniziando a pensare a come avrebbe potuto torturare quell'intruso, a quanto dolore gli avrebbe inferto prima di concedergli la morte, ma poi, i suoi occhi si fissarono sulla traiettoria dl trasgressore: quello procedeva furtivo e silenzioso, avvicinandosi a... Assedia! A questa intuizione, gli occhi di BloodDeath si spalancarono e le pupille si ridussero a fessure e gridò, probabilmente rivolto a Fang:- È QUI PER UCCIDERE ASSEDIA!!!-
Intanto, BlueClaw, che non poteva sentirlo, riavvolgeva nella sua mente il suo piano: - mi vendicherò del mio clan! Di quegli stolti! Si! Li farò entrare in guerra! Il sangue di un gattino che viene versato è imperdonabile... ci sarà una guerra di sicuro!-
*Assedia's P.O.V.*
io ero troppo presa dal gioco per accorgermi di cosa stava per succedere... ero troppo impegnata nel gioco per vedere il grosso gatto che si avvicinava: era enorme, non gli arrivavo neanche a metà zampa, aveva lo stesso colore del fango e gli occhi giallo ocra, aveva dei lunghi ciuffi di pelo sopra gli occhi, come delle sopracciglia, ed il pelo era molto lungo. O almeno sembrava lungo. Guardandolo da vicino, si notava che il pelo era così impregnato di fango che esso lo estendeva. Si avvicinava furtivo, ma io non me ne accorsi. A quel punto, BloodDeath si lanciò giù dall'albero, gridando per avvertirmi, i suoi occhi erano il riflesso della paura stessa. E proprio in quel momento BlueClaw balzò dai cespugli, gridando: -dì addio, gattina!- e solo allora mi accorsi di lui. Ed in quel momento, Un calore sconosciuto attraversò ogni millimetro del mio corpo, chiusi gli occhi preparandomi all'impatto fatale. -NOOO!- sentì BloodDeath gridare da dietro di me. cercavo di trattenermi, ma il calore si trasformò in qualcosa di più, qualcosa che bruciava come il fuoco dell'inferno nelle mie vene, il mondo come se avesse smesso di girare, il tempo di scorrere. Sentivo il cuore battere, il sangue scorrere, i polmoni riempirsi e svuotarsi d'aria, il cervello elaborare mille e mille strategie, ambizioni e sentimenti. Ma non i miei. Sentivo solo quelle degli altri. Dell'intero campo che lentamente si girava, chi già quasi urlava per il massacro che si stava per compiere. BloodDeath correre verso di me in lacrime, perché era troppo lontano, e non ce l'avrebbe mai fatta a raggiungermi. Blueclaw col suo balzo a metà, gli artigli sguainati pronti a lacerare la mia pelle come un sacchetto dell'immondizia. Uno sguardo folle nei suoi occhi. Sentivo tutto questo, azioni ed emozioni che si svolgevano intorno a me, nel suono che è la vita. Forse prima non avrei reagito, avrei aspettato che il mio corpo fosse stato fatto a pezzetti, senza replicare, perché è così che doveva essere. Perché non avevo la minima idea di cosa fosse il dolore o la morte. Ma ora no. Ascoltai un altro paio di secondi il suono della vita, il suono che nessuno e tutti faticano per comporre, ogni giorno, come la più complicata e la più semplice sinfonia. E allora decisi, che non mi piaceva. e l'avrei spezzata. Chi erano gli altri per decidere della mia vita? D'ora in poi, io, solo io avrei potuto decidere della vita altrui, amministrandola come più mi aggrada. No! Basta soprusi ed ingiustizie! Il mondo ora avrebbe pagato per le sue colpe! Divinità! Qualsiasi! Ci sei? Mi ascolti?! Tu che permetti a tutti di suonare la magnifica sinfonia della vita! Tu che hai reso ognuno lo strumento musicale perfetto ed indispensabile, fatti da parte! spezzerò la tua magnifica sinfonia, di vita e gioia di vivere, perché non mi piace. D'ora in poi, l'unica a decidere chi continuerà questa sinfonia, sarò io!
A questa realizzazione, i miei occhi si aprirono di scatto, la pupilla ridotta ad un unico e sottile taglio. Nessuno lo notò, ma sui miei occhi comparve la scritta: "Bisogno di Sangue" perché era tutto ciò che desideravo. Non mi resi nemmeno conto, dei miei pensieri in quel momento, avevo dimenticato chi ero, il mio corpo si muoveva da solo. Saltai. Afferrando Blueclaw per la gola, lui ancora a mezz'aria, non si era nemmeno accorto che il suo obbiettivo era sparito. Gli graffiai il petto così che capisse chi lo stava attaccando ed a quel punto strinsi. Strinsi forte le mie zanne su di lui. La lega perfetta di cui erano composti i miei denti squarciavano la pelle e la carne senza pietà, un fiotto di sangue caldo mi impregnò il muso, inebriante. L'odore... il sapore del sangue mi mandava letteralmente in estasi. Sentivo l'aria smettere di circolare nel corpo. Quale meravigliosa sensazione. Ero come in trance. Lasciai andare il corpo con uno schiocco. La grossa testa di BlueClaw (anche solo essa era grossa il doppio di me) cadde a terra con tonfo. Ma lui non poteva certo accorgersene. Potevo vedere la sua anima lasciare quel corpo, perché gli occhi diventavano vitrei, ed un'unica lacrima di rimpianto gli rigava il volto. Avrei giurato di aver visto la sua intera vita scorrere come su una pellicola nelle sue pupille, che si dilatavano lentamente. Ah, si: il rancore, la gelosia, il tradimento, il dolore, la vendetta e (come a tutti coloro che sono così ingordi di potere o che vogliono commettere uno degli atti più impuri di tutti come l'infanticidio accade) la morte. Il mio respiro affannoso, le mie pupille quasi del tutto inesistenti un sorriso ed uno sguardo folle erano fissi sul corpo esanime. Fissavo il sangue che finiva di colare, finivo di leggere la sua vita... finché i suoi occhi non divennero totalmente vitrei, allora, il mio sorriso si spense, e fu come una cascata di ghiaccio, che spense gli inferi dentro di me, e mi risvegliarono dalla mia trance.
Cosa stavo pensando? Cosa stavo facendo? Cosa avevo fatto?! Le lacrime tornarono a bruciare i miei occhi, la consapevolezza delle mie azioni si riversava su di me a fiotti. Sentivo qualcosa di caldo colarmi dalla bocca, e lo leccai via. Era sangue. Sangue. SANGUE?! ERA SANGUE!!! Mi mancava il fiato. La mia bocca sapeva di sangue, era tutta piena di sangue, mi guardai le zampe, anche essere erano piene di sangue, cosa avevo fatto?? cosa avevo fatto??!!
-cosa ho fatto?- chiesi con un sussurro, non so a chi: a me stessa? A Brokenmoon? O a BloodDeath. Si, quest'ultimo si avvicinava lentamente, lo sguardo glaciale esterrefatto. Mi girai verso di lui, con un torrente di lacrime che sgorgava dagli occhi. Mi sentivo debole, stanca: volevo addormentarmi e non svegliarmi più. Lo guardai con aria supplichevole e dissi, alternando sussurri e urla isteriche:
-BloodDeath! Io... io non volevo! Lo giuro! Non so.. non so' cosa mi sia preso! Io... io...- stavo per esplodere in un pianto incontrollato quando sentì qualcosa di pesante sulla mia testa. Era la sua zampa, che mi accarezzava per tranquillizzarmi. Avevo gli occhi chiusi, ma sentivo il suo sguardo emanare un leggero calore. Poi nulla. Levò via la zampa, sentì uno strano suono, uno strappo, o qualcosa del genere. E poi un tintinnio. Guardai per terra, alla mie zampe e vidi un artiglio enorme, insanguinato alla base, me lo aveva gettato BloodDeath. Lui mi disse con il suo tono glaciale:
-tieni, sai già a cosa serve- lo guardai, e vidi lo scintillio al suo collare, poi mi girai, vedendo lo stesso scintillio su decine di altri collari: erano tutti adornati con trofei, ossa, zanne e artigli. Aprì la bocca e afferrai l'artiglio esitante, BloodDeath mi guardava ancora con quel suo sguardo glaciale e privo di emozioni, e seguiva lentamente ogni mia mossa, con uno scintillio diabolico. Spinsi piano piano l'artiglio nel collare. Sentì il suono di stoffa che si lacera. E poi alzai lo sguardo, verso il gatto. Avevo fatto. alla vista di me, del mio collare, del mio trofeo, un nuovo bagliore illuminò i suoi occhi glaciali, mi guardava come qualcuno guarda la chiave per la realizzazione dei suoi sogni. Un sorriso lampeggiò folle sul suo muso e disse
-ora, sei un vero membro del Deathclan- mi si avvicinava sempre di più, potevo sentire il suo fiato. Inquietante, ma rassicurante, come l'oscurità.
-io e te... abbiamo la stessa anima, lo stesso sangue- a quel punto, Brokenmoon arrivò di corsa, vide il corpo senza vita di BlueClaw, vide l'artiglio al mio collare (oh, Brokenmoon, grazie per questo prezioso regalo ~) vide BloodDeath, così vicino al mio corpo che quasi lo toccava.
-Bl-BloodDeath?! Cos'è successo qui?!-
-è una lunga storia- disse lui, mantenendo il suo sorriso ed il suo sguardo, color del ghiaccio ma stranamente tiepido sempre su di me.
-è una lunga, fantastica storia... ed io non sbaglio mai- disse in un sussurro, rivolto a se stesso. Fang disse qualcosa, ma io non ci feci caso, ero come pietrificata. BloodDeath mi rivolte un ultimo, amorevole (amorevole?!) sguardo, e poi... una cosa mai fatta prima: mi sollevò dolcemente dalla collottola e mi trasportò via verso... la sua tana? Con i lunghi, possenti artigli sollevò un mucchietto di foglie secche, come a creare una cuccia, e mi lasciò cadere di sopra. Le foglie erano secche, ma ancora morbide e calde. L'intero clan si stava radunando intorno a noi due, con uno strano sguardo negli occhi... curiosità, un po' di paura forse? BloodDeath mi toccò il naso, con fare fraterno, e io lo lasciai fare.
-finalmente, con te, vedo la strada che ci condurrà al dominio dell'intera foresta!- l'ultima parte quasi la gridò, levando una zampa come a toccare qualcosa di invisibile che però fece guizzare un lampo di malvagità ed ingordigia nei suoi occhi.
-tu realizzerai i nostri sogni più oscuri lo so, il sangue che hai versato oggi, era il sangue di feccia che va' eliminata e tu potrai... tu realizzerai il mio sogno, lo so.-
Brokenmoon si avvicinò, anche lei uno strano sguardo nell'occhio smeraldino: era come... di rassegnazione, ma anche di vittoria, come chi trova la chiave dell'esistenza... anche se dovrà rovinare una vita per prenderla. Anche lei mi toccò il naso, con fare amorevole, e materno, chiuse gli occhi, e mi sussurrò dolcemente:
-un giorno ucciderai gli umani per me~- in quella frase sentì tutto il dolore che Brokenmoon provava, quello che non aveva mai raccontato a nessuno ma che la divorava dentro, giorno dopo giorno. Lo sentivo. E sia. Se qualcuno aveva fatto del male a Brokenmoon, se qualcuno aveva (oh, eccome se lo aveva) fatto del male a me, e se questo qualcuno erano gli "umani", bene, li avrei uccisi tutti. Tutti. Per Brokenmoon, tutto ciò che è in mio potere. BloodDeath mi si avvicinò, sistemandosi accanto a Brokenmoon e disse semplicemente, come se nulla fosse accaduto:
-ora dormi, è tardi. D'ora in poi questa sarà la tua cuccia. Proprio accanto alla mia.- ero esterrefatta.
-davvero?-
-ma certo.- diceva lui, guardandomi negli occhi, avvicinandosi lentamente. -solo...- passò delicatamente l zampa attorno alla mia coda, poi mi strattonò con forza, in modo da tenermi a pochi millimetri dal suo muso. Uno sguardo folle nei suoi occhi -dimostrami che non mi sono sbagliato- mi toccò il naso velocemente, e si voltò di scatto verso Brokenmoon.
*BrokenMoon's P.O.V.*
-BrokenMoon?-
-si, BloodDeath?- risposi prontamente, con voce decisa per nascondere come mi sentivo davvero:la mia volontà quasi azzerata da ciò a cui avevo assistito e dall'adrenalina scaturita da quel momento
- mi occuperò personalmente del suo addestramento, tu però, mi darai una zampa- a quelle parole, io annuii, mantenendo un atteggiamento serio e dignitoso. Ma mi sentii più felice e rilassata a sapere che avrei continuato a prendermi cura di lei e che BloodDeath l'avesse accettata fino a quel punto.
-ora- continuò BloodDeath - a dormire. Anche noi ne abbiamo bisogno-.
-b-buonanotte BloodDeath- dissi timidamente mentre me ne andavo per raggiungere la mia tana
-Buonanotte, BrokenMoon- mi rispose, sistemandosi non troppo lontano da Assedia . poi, aggiunse rivolto ad Assedia (anche se quest'ultima era già quasi addormentata): -Buonanotte, sorellina-
tutti ignoravamo che nella testa della piccola echeggiava quella che sembrava una ninnananna maledetta, che non aveva imparato da nessuno, che era cantata dal suo stesso cuore. no, lei, così come BloodDeath sembrava (ma non era) era, o meglio, non era una creatura terrena.
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