Capitolo 26: A not Worthy King
Eravamo ancora nella radura, ma ci eravamo alzate per ritornare a casa. I cuccioli, una volta svegli, avevano ripreso a correre e giocare, e con mia sorpresa, Assedia giocava con loro, assecondandoli mentre ci raccontava le sue avventure: aveva vissuto storie incredibili, mi stupivo parola dopo parola!
-Big sis! Big siiiiis! (N.d.A. abbreviativo di "Big sister", traducibile come "sorella maggiore") â fece BloodClaw correndole accanto âdai! e poi? Cos'è successo? Come hai sconfitto quelle persone che volevano catturarti?!- chiese eccitato. Si riferiva alla storia che ci stava raccontando
-ah, ma certo!- fece lei e lo guardò in modo beffardo âormai ci avevano circondati! Erano tantissimi, decine, anzi, centinaia!- parlava facendo gesti teatrali, sia per l'emozione con cui raccontava, sia per divertire i cuccioli âerano lì, con le loro uniformi bianche con i foulard blu mosse dal vento, si avvicinavano minacciosi con le loro armi. Alzai lo sguardo, incontrando quello dei miei compagni e del mio capitano- si abbassò al suolo, come se caricasse un attacco, gli occhi scintillanti âci scambiammo un'occhiata d'intesa, un ghigno e....-
-e poi?! E poi?!- fece SilentClaw
-e poi.... MEAW!!!- saltò addosso ai due gattini, e li atterrò con uno squittio da parte dei due e, mentre li teneva a terra con una zampa, si portò l'altra al petto âovvio no? Li abbiamo fatti fuori tutti! Figurati se la nostra ciurma si fa' battere per così poco!- Assedia continuò il suo racconto, e molti altri; e li raccontava così bene che mi sembrò di vedere tutte quelle scene. Quando ebbe finito di raccontare ed i due gattini corsero via giocando, lei si sedette e guardò il cielo che si stava oscurando mentre il sole tramontava, e sorrise guadando le tiepide e lontane stelle che si facevano lentamente più luminose. Mi sedetti accanto a lei. Dopo un po' però, i suoi occhi si spalancarono ed un'espressione difficile da decifrare comparve sul suo muso; si girò di scatto verso di me e chiese:-BrokenMoon! Dimmi una cosa: GreatFire... lui è ancora è?-
La guardai interrogativa e un po' afflitta: non mi piaceva parlare di lui.... Che aveva distrutto il nostro clan âsi... certo che è ancora re- le pupille della gatta argentea si ridussero a fessure e si alzò con uno scatto nervoso iniziò a camminare, tesa, i muscoli sembravano ferro: solido e fermo âAssedia.. Assedia cosa vuoi fare?-
-ciò che qualcuno avrebbe dovuto fare tanto tempo fa.- rispose in tono truce, e saltò via con un movimento strano e rigido ancora una volta: come se il suo corpo fremesse dalla voglia di fare un certa cosa, e stava reprimendo questo istinto-
-Assedia no! Fermati!- cercai di raggiungerla, ma con un altro salto fu' fuori dalla mia portata, e si addentrò nel bosco, diretta nel territorio del FireClan â oh amata Moira no!- gridai âil Fireclan non ha un erede! Se ora GreatFire morisse... il clan verrebbe sciolto!-
*Third Person P.O.V.*
Intanto, I due gattini, che avevano assistito alla scena si guardarono e BloodClaw disse:
-gli taglierÃÂ la gola!-
-non è vero! No! â fece SilentClaw âgli mangia il cuore!-
-gola!-
-cuore!
-scommessa?-
-scommessa!-
Intanto, la gatta blu-argentea correva così forte che in un unico salto superò la strada che separava il veccio territorio del Deathclan da quello del Fireclan. Mentre era sospesa a mezz'aria, guardò in basso: una chiazza scura era sbiadita sulla pietra. Diede uno slancio con le zampe e superò quella zona. Appena arrivò e posò una zampa nel territorio dell'altro clan, si levarono urla di terrore, ma lei, non ci fece caso e proseguì fino al centro del loro campo e dopo un ruggito gridò:
-GREATFIRE! GRATFIRE CODARDO! TRADITORE DEL TUO SANGUE! MOSTRATI!-
Un ormai noto gatto rossiccio fece la sua apparizione, saltando su un ceppo di un vecchio albero.... Aveva copiato la postazione di suo fratello... -Bad-BadBlood? Sei tornata ... per... me?- la guardava, aveva ancora quello sguardo malato che aveva ogni volta che la guardava sin da quand'era piccola, ma stavolta, era intriso di terrore âsei qui per vendicare tuo fratello?-
-non solo- rispose lei, i gatti si erano riuniti attorno a loro, e Assedia saltò sul ceppo, proprio davanti al re rossiccio che si trattenne, ma era difficile intuire da cosa âvendicherò anche BlackSpot.-
-BlackSpot? Il mio povero erede?- sembrò pensare a qualcosa e poi continuò a parlare âdimentichi che è morto nella battaglia! Ucciso sicuramente da quella BrokenMoon! Che vuoi fare?- la guardò di nuovo con quello strano sguardo che dedicava solo a lei âucciderla? Lo faresti?!-
-NO! Smettila con queste menzogne! Sono durate abbastanza. Il tuo clan dovrebbe sapere!-
-menzogne?-
-SI! E posso dimostrare.- si girò, rivolgendosi al clan âguardategli la fronte, non notate niente? Ma certo, ha il Crescent Symbol, il simbolo dei re. Ma quante vite mostra ancora? Sei. eppure, durante la guerra, il simbolo ne indicava solo una rimanente-
-ha ragione!-
-com'è possibile?- gridarono i gatti
-una clausola- disse Assedia, ridendo una risata pericolosa âun re, allo scadere della sesta vita, può decidere di compiere un sacrificio, ed ottenere nuovamente sei vite- rise di nuovo âquesto sacrificio? Ovvio! Vendere al CrescentClan il proprio erede!-
-GreatFire?- fece una gatta grigia con le zampe bianche, guardandolo disperata
-D-Daisypaw....- sussurrò, sentendosi in trappola
âè vero?- il re chinò la testa, ruggendo piano le parole:
-non potevo lasciare a lui il clan. Il MIO clan!- la zampa della Principessa del Sangue si levò in aria, gli artigli resi rossi dal sangue che aveva e ancora faceva scorrere sguainati, affilati in modo anormale, lunghi in modo anormale, mortali in modo anormale; la zampa cadde pesantemente sulla testa di GreatFire. Il sangue colò sugli occhi di quel traditore.
.....
.....
....
-s-sono.... vivo?- disse il re rossiccio, ancora piegato a terra. Provava un forte dolore alla forte: lì, degli squarci netti e profondi sfiguravano il Crescent Symbol, tingendo della sfumatura di rosso più meravigliosa la giàrossa pelliccia del gatto a cui apparteneva. Era vivo, ma era come se Assedia gli avesse strappato via la sua dignità, il suo onore, tutto. O forse era così solo perché non aveva mai posseduto queste qualità, e lei glielo aveva finalmente ricordato.
-non saresti degno, di essere re- pronunciò truce. Lo fissò, con dolore negli occhi, e, dopo essersi guardata intorno, scese dal ceppo, e se ne andò, camminando lentamente.
"perdonami, BloodDeath" diceva nella sua testa "mi hai sempre insegnato che il sangue è tutto, mi hai insegnato ad uccidere, a non avere pietà. Ma... mi hai anche insegnato che il clan è la cosa più importante, che come devi uccidere devi anche essere pronto a morire per i tuoi amici ed il tuo clan... proprio come hai fatto tu... mi dispiace, forse dovevo ucciderlo, ma... spero di averti reso giustizia comunque" guardò in alto nel cielo, le stelle si riflettevano nei occhi bi-iridei di Assedia. Sorrise, gli occhi lucidi ed un sorriso sul musetto "per questa volta... lo dirò io a te" dischiuse la bocca e pronunciò piano:
-buonanotte, fratellone-
***
*Author's Note*
E con questo siamo al 26ð capitolo e... superate le 2K visualizzazioni! Davvero, non so' come ringraziarvi! E siamo.... Siamo quasi alla fine del libro! (non temete, ci sono altri capitoli ancora, considerando poi che quando scrivo una cosa, spesso mi ritrovo a doverla dividere in più capitoli, come per esempio, la parte del ritorno di Assedia, che doveva durare si e no un capitolo e mezzo)
In effetti, in questo capitolo avrei dovuto scrivere molto di più, però non potevo annoiarvi con un capitolo troppo lungo (doveva essere qualcosa tipo.... Il doppio di quello che ho scritto?)
Ma voglio davvero ringraziarvi, grazie per leggere, seguire, votare e soprattutto commentare (i vostri commenti mi scaldano il cuore!) Moonrise!
Eternamente Vostra,
-MoonScytheâ¾
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