Capitolo 20: Broken.

-E' UN ORDINE BROKENMOON!-

Gridò BloodDeath. Non avrei mai pensato di dover ascoltare quella frase ma era così. Non potevo più decidere. Dovevo azzerare il mio libero arbitrio. BloodDeath, ti prego, non morire... sono la tua guerriera, e lo sarò sempre, e per provartelo, ubbidirò.

-Yes, my (beloved) king.-

.....-Farewell-

*BloodDeath's P.O.V.*

Vidi la mia guerriera abbassarsi e afferrare la mia sorellina per il collo, lei si divincolava per liberarsi, ma era ovvio che l'amore per la gatta e il dolore delle ferite fasciate non glielo consentivano. Ero stremato, ma felice, vincitore. Una lacrima di felicità mi scese dall'occhio diamantino, la leccai via quando arrivò alla guancia assaporando il sapore della felicità, così raro e prezioso. Vidi BrokenMoon sparire nel folto della foresta, via, lontano. Ora che ci pensavo, eravamo quasi arrivati ad un dirupo, mi sembrava quasi di sentire delle voci cantare... no. Aspetta. Come... mi girai di scatto, sentendo dei passi deboli, farsi via via più forte, mentre l'odore di morte via via si affievoliva

-n-non è possibile...- sussurrai. Un gatto rossiccio si parò davanti a me, il sangue si ripuliva da solo. Non poteva essere! –GREATFIRE?!- chiesi. No, lo avevo appena ucciso! Aveva una sola vita! Perché Moira non lo aveva accolto?! Guardai la sua fronte, e ciò che vidi, fu' ancora più traumatico –hai sei vite... di nuovo...- cercai qualcuno nella folla, ma non lo trovai –non puoi aver fatto quello...- GreaFire avanzò. Guardai in alto il cielo, era giorno. Speravo di vedere le costellazioni, il giorno della mia morte

-sei stanco...- disse

-mai quanto te- risposi caricando un altro colpo e ridendo con insania –e ci crederai o no, la tua anima fa' più schifo della mia.-

*riiip*

*BrokenMoon's P.O.V.*

-mamma! Lasciami! Ti prego! Ti prego!- gridava la piccola, ma io non la sentivo. Non dovevo sentirla.  Corsi a lungo, con la gattina cinerea tra le zanne, facendo attenzione a non strappare le garze.  Corsi per tutta la foresta e tutta la città ininterrottamente, le zampe robuste mi facevano male. La mia corsa era lenta potevano raggiungerci, e non lo dovevo permettere. Mi fermai solo una volta arrivate al porto. Appena posai a terra la gattina, cercò di tornare indietro, ma la bloccai –lasciami! Devo andare ad aiutare il mio fratellone!-

-non puoi!- le dissi, ma lei cercò ancora di scappare, così, la colpì mandandola lontana di qualche metro. Si scosse, e riprese l'attacco. Passai così la notte, a tormentare il mio cuore malato. Però, quando la luna fu' alta nel cielo, e sentii che la guerra era finita, dovetti lasciarla andare. Tornate nel luogo del conflitto, non si distinsero altro che forme scure e umide immerse in pozze altrettanto umide. Dov'era lui?

-BloodDeath!- sentii miagolare di gioia la micina – oh, BloodDeath! Mi sei mancato così tanto! Eh... BloodDeath?- chiese stavo guardando i corpi, uno era completamente fradicio di quello che doveva essere sangue, ma mi sembrò di distinguere del pelo bianco... -BLoodDeath!- mi girai al richiamo disperato, e vidi una figura che ancora si muoveva. Era nera, con le zampe bianche colorate di rosso. Gli occhi di ghiaccio. Ma quel ghiaccio, era ormai vetro. –FRATELLONE!- gridò ancora lei. Il gatto aveva ancora un puntino sfocato sulla fronte, la sua ultima vita. Cercò di muoversi e tenere gli occhi aperti

-B-Bad-Blood...- disse, la voce suonava rauca, un sussurro, ma era come intrisa di miele. Mosse con estrema fatica la zampa, per poter abbracciare la sua sorellina –per-donaaaa...mi..- 

-l'ho già fatto! non mi sono mai arrabbiata!- disse, leccandogli piano il labbro; gli accarezzò la guancia –t-ti prometto che sarò... sarò una grande regina di cui sarai fiero e— -

-no – disse con enorme dolore –no, non lo saraai...- un occhio gli si chiuse perché era troppo faticoso tenerlo aperto –questa foresta non... non è per tee... vai.. via... mi hai raccontato una volta... che.. che ti piacciono i pirati... allora... i-imbarcaaatiii...- i due si sforzavano di sorridere, l'uno per l'altro –diventerai grande... sarai bella... fforte.. con taanti amiiici... peccato che io non potrò vederlo, quel gioorno...- a quelle parole mi sentii malissimo

 –BlooDeath, no! Non dire così! Ti prego!- 

Lui rise piano, e gli occhi gli si chiusero entrambi per la fatica – temo non ci siaa posto p-per me...- qualche lacrimuccia gli scese sul muso –vi ho voluto bene!- disse, forse rivolgendosi a noi due, forse ai corpi –ti ho vo-voluto bene, Brok-en... Moon...- si abbassò un po' –ti voglio bene Bad-Bl-ood...- i due si strofinarono il naso, sorridendo –ti voglio bene Assedia- si sentì un leggero suono di pelle lacerata, la ferita sul collo del gatto si riaprì, il sorriso si spense, il sangue uscì a fiotti, l'ultima vita sparì. E così, BloodDeath spirò cadendo al suolo, ed io non feci neanche in tempo a dirgli: ti amo. Assedia si strofinò contro il suo muso, muovendo la bocca del fratello in un ultimo sorriso. E poi, iniziò a piangere

-BloodDeath! BloodDeath, svegliati! Svegliati!- poi si rivolse a me –BrokenMoon? P-perché non si sveglia? Poi.. poi si sveglia, vero?-

Qualche lacrima silenziosa mi scese e sussurrai –temo di no...- guardai il cielo, e non c'erano stelle in più, forse, stava vagando nell'oscurità per farsi dimenticare. La luna stava scendendo per lasciar posto al sole, ormai si stava facendo tardi.- vieni, piccola mia-

-NO!- gridò aggrappandosi con gli artigli a BloodDeath. La trascinai via e qualche ciocca di pelo nero le si impigliò negli artigli. Corremmo di nuovo al porto, dove, come mi aveva rivelato F-Fang... all'inizio della guerra, un amico di WhiteClaw ci aspettava. Arrivati lì, vidi la sagoma bianca, che doveva essere quello che cercavo. Assedia si girò e con mia sorpresa, riconobbe l'odore Dleng-Dleng!- disse con un accenno di felicità

-chi?- sentii il suono di un campanaccio provenire dalla figura bianca, e , appena si avvicinò alla piccola, vidi che non era un gatto. Era... era una capra!  Era di un bianco candido, ma era strana, aveva gambe sottili e testa rotonda, con due piccole corna ed un campanaccio legato con un collare verde al collo

-lui è Dleng-Dleng- disse Assedia –mi è venuto a trovare quando ero dal... veterinario (che schifo)  e mi ha spiegato tutta la faccenda di WhiteClaw. La capretta mi guardò con sguardo dolce

-sei arrivata...- annuii –dai, la nave partirà presto- Assedia zampettò di nuovo da me e ci strisciammo l'una contro l'altra

-Assedia, piccola mia, devi andare, lui ti porterà sulla nave e...- mi fermai perché non riuscì a contenere le lacrime. Lei mi guardò e dopo una leccatina veloce si allontanò e fece di tutto per togliersi il collare

-va bene, ho capito... però... tieni questo!- mi porse il pezzo di stoffa e artigli –così non ti dimentichi di me!- lo presi grata e lo avvolti alla mia zampa

–oh, grazie!- la abbracciai –ti prego, non dimenticarmi mai!!!-

"non potrei mai!" pensò lei

-ora... vai, piccola mia, va' e vivi la tua avventura!-

Mi salutò, e salì sulla nave, e mentre partiva, miagolò un addio alla foresta. Cantai la sua ninnananna mentre la nave spariva all'orizzonte. Ma quando sparì, realizzai che...

Il Deathclan, era sciolto,

BloodDeath.... Morto,

e Assedia, l'ultima mia ragione di vita... era partita per sempre.

Ed ora io ero sola.  Ora io ero...

...Rotta.

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