Cap. 22: ... Moonclan

-ahahaha!-

-ahahahah!!-

-ahahahahahah!!!-

Queste erano le uniche risposte che ricevetti quando chiesi ai randagi se conoscessero un medico. Tanto più ero disperata, tanto più ridevano, ma non mi fermai. Girai l'intera città, respirando a fatica per lo sforzo finché non riuscii a trovare un gatto serio. Stava giocherellando con un ossicino e mi rispose in maniera non curante:

-guarda, mi dispiace, ma io non posso far nulla per te. ma... alla vecchia erboristeria c'è una gatta che forse può aiutarti. È lì da molti anni, quindi non so'... puoi sempre provare-

-oh grazie! Grazie!- dissi grata, correndo via

-è stato un piacere, trova il modo di farmi sapere se si salvano- corsi fino alla vecchia erboristeria, ci ero passata insieme a Fang, quando lo incontrai per la prima volta, si, ne ero sicura! Arrivata lì, trovai la gatta: era immobile.

Quando mi avvicinai, però, si mosse e piano piano aprì gli occhi: era una gatta davvero bella: gli occhi erano di un blu profondo, la pelliccia era lunga e morbida, la pancia bianca e la schiena marrone, sui fianchi aveva grosse macchie bianche, sulla fronte aveva una striscia nera che finiva sul retro del collo, ed una macchiolina nera sul mento. Aveva una cicatrice sulla spalla ed un collare color lilla. Le spiegai subito cos'era successo, avrei voluto essere più cordiale, ma non avevo tempo; lei capì subito e mi seguì. La strada era lunga e così iniziammo a parlare, mi chiedeva le condizioni dei cuccioli ed altro.

-mi toglieresti una curiosità?- le chiesi –perché stai sempre davanti all'erboristeria... se è chiusa?- infatti, il vecchio negozio era sprangato e sembrava abbandonato da molti anni

-oh... ma certo, io vivevo lì, con la mia umana. Ci ho vissuto davvero poco tempo, una paio di mesi, forse. Qualcuno mi aveva tolto dalla mia mamma, e lei mi trovò e mi allattò con del latte artificiale. Sono cresciuta lì, imparando tutto sulle piante ed erbe medicinali. Una notte però... non so' cos'è successo, ricordo solo una grande macchina bianca con una croce rossa disegnata dietro che la portò via, e non è più tornata... io l'aspetto qui, da allora. So' che non tornerà, ma... aspetto. Ho sempre aspettato. Ho sempre aspettato lei e... un'avventura!-

-un'avventura?-

-si! ...sai... BrokenMoon... ( giusto? È questo il tuo nome no?) io il tuo odore lo conosco da tempo. L'ho sentito anni fa'. Era passato poco tempo da quando aveva portato via la mia umana, e tutti gli odori mi erano indifferenti. Ma poi ho sentito il tuo! Eri con un gatto bianco pezzato di nero. Io sapevo che tu eri la mia avventura, e ti ho aspettato da quel giorno! Ti ho aspettato tanti anni, assieme alla mia umana e... e poi sei arrivata! Proprio tu!-

Fui commossa dalla storia della gatta, e senza accorgercene eravamo già arrivati, le indicai la grotta dove Gunshot ed i gattini la aspettavano, e lei si misi subito al lavoro.

-sei... sei tornata davvero- disse il vecchio gatto. Gli sorrisi e aspettammo fuori dalla grotta, osservando la gatta che curava i due piccoli, asciugando il sangue e applicando foglie e medicamenti. Aspettammo a lungo, il mio cuore reso pesante da quell'attesa.

-potete venire, i piccoli sono salvi! Ora si stanno riposando- corsi dalla gatta ormai esausta a ringraziarla e strusciandomi a lei per mostrare la mia felicità

-oh grazie! Grazie! Grazie di averli salvati! Davvero grazie...?-

-ehm...- fece la gatta imbarazzata –io non ricordo più il mio nome-

-oh...-

-me lo darai tu un nome? Voglio un nome bello come il vostro!- fece lei entusiasta

-io... io non saprei ecco...- gli occhi mi caddero sul suo collare, e notai un giglio secco legato ad esso –quello è un giglio?-

-si...- fece lei accarezzandolo –me lo regalò la mia umana, tanto tempo fa'- un petalo cadde a terra, fragile e delicato proprio come lei

- allora... perché non ti chiami .... LilyPetal?- alla gatta si illuminarono gli occhi, e continuò a ringraziarmi perché finalmente aveva un nome, ma poi, fummo interrotte da due piccole voci:

-ehm... signorina?- chiesero piano. Erano i due piccoli, si dovevano essere svegliati e si erano avvicinati a noi tre.

-grazie per averci salvati- fece il primo guardando verso il basso: era il maschietto e sembrava essere anche più grande della femmina; era tutto nero come la pece, tranne gli occhi, quelli erano dello stesso colore del sangue.

-si! Grazie!- sussurrò la femminuccia. Sembrava aver quasi perso la voce. Lei era piccola e grigia, le zampe avevano uno strano disegno, come di un guanto che però non le copriva le dita, ed aveva un piccolo ciuffo nero, e dove doveva esserci l'occhio, c'era invece un profondo segno cicatrizzato. Li guardai: mi piacevano così tanto... ma non potevo tenerli, qualcuno probabilmente li stava ancora cercando e, benché riluttante, dissi ai piccoli:

-non c'è di che... suppongo che ora vi debba riportare dalla vostra mamma-

-no! Ancora non serve!- disse la piccina

-ma si! Ora, venite, vi riporto dalla vostra mamma!- e mentre serravo i denti sulla collottola della grigia lei disse:

-ma come?!- e mi guardò, il fratello la raggiunse e sorrise anche lui –ma siamo già qui..- e finì la frase saltandomi addosso –mamma!-

-m-mamma?- chiesi stupita –io... io non sono la vostra...-

-ma si che lo sei!- il cucciolo nero si avvicinò ridacchiando

-è inutile provarci! Lei è fatta così! Ha fatto lo stesso con me! siamo sempre stati da soli, e quando mi ha incontrato ha preso a chiamarmi "fratello! Fratellone!" ed è stato inutile cercare di farle cambiare idea! Ormai sei... la nostra mamma- sorrise il gattino

-io... io...- non sapevo che dire, ero davvero... felice! Sapere che così tanti gatti avevamo tanta stima di me mi faceva sentire così bene!

-anche noi vogliamo dei nomi mamma!- disse la piccola, sempre sussurrando

-ti prego! Sono stanco di essere "il gattino nero!"- fece l'altro

-e va bene, allora... vediamo un po'... - la piccola si avvicinò, cercando di parlare, ma uscì solo un sibilo dalla sua bocca mi abbassai e la leccai –tu, piccola... hai perso la voce... che ne dici di SilentClaw?- lei iniziò a fare le fusa felice contro il mio petto

-ed io, mamma?- passai una zampa sulla testa del piccolo, perdendomi in quei due rubini che erano i suoi occhi

- i tuoi occhi.. hanno il colore del sangue... BloodClaw-

-si! Sono io!- i piccoli si strusciavano a me, facendo le fusa avendo finalmente ciò che avevano sempre sognato

-se loro hanno avuto dei nomi ed una famiglia, allora... - fece la voce di GunShot, che si avvicinava insieme a LilyPetal, che completò la frase con lui: -dacci un clan, nostra regina!- mi asciugai una lacrima, e salii in cima alle rocce, loro stettero proprio sotto di esse, aspettando di sentire finalmente il nome della loro Casa:

-noi saremo..... Il Moonclan!-

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