Cap.15: BadBlood's Revenge
*Author's Note*
Ho pubblicato un po' prima per scusarmi del lungo periodo di assenza, d'ora in poi cercherò di pubblicare almeno una volta a settimana! Buona lettura amici guerrieri
***
Non so cosa fosse successo. da quando, qualche giorno prima, avevo visto Assedia avere problemi a dormire ed aver parlato con BloodDeath di qualcosa... lui non era più lo stesso. Camminava avanti ed indietro, con un sorriso pazzo sulle labbra ed ogni tanto rideva. Gli occhi azzurri spalancati. Parlava spesso con Fang, chiedendogli di andare ogni volta da qualche parte ed il gatto pezzato tornava un paio d'ore dopo al massimo con il suo rapporto. In realtà, vedevo spesso il re così. Anzi, era alquanto normale vederlo eccitato per qualcosa; certo, ciò non significava che il suo atteggiamento forse normale. Ma perchè stavolta? perchè dopo quella notte? di cosa diavolo avevano parlato? quando, una mattina, lo sentii ridere talmente forte mentre era al ruscello per bere, decisi che dovevo sapere. Ero la madre di Assedia dopotutto, avevo il diritto di sapere. Io... io lo ero, giusto?
Quando arrivai al ruscello, lo trovai piegato sull'acqua limpida, che rispecchiava a pieno il suo riflesso di pazzia. Continuava a sghignazzare.... si, aveva in mente qualcosa, e, a giudicare dalle sue risate, qualcosa di cruento
-mio re? Mio re, vi sentite bene?- il gatto nero si girò di scatto, sembrò rilassare un po' i muscoli e mi rispose:
-ma certo BrokenMoon, benissimo direi- rispose mostrando tutti i suoi dentini affilati un un sorriso -perchè lo chiedi?-
-ecco, io.... vi ho visto particolarmente.... "agitato" dopo che avete parlato con Assedia.... di cosa avete discusso precisamente?- il suo muso si oscurò leggermente
-le cose non vanno bene, Broken, gli altri gatti le hanno dato un nome- iniziò a camminare tagliando il terreno con gli artigli -le hanno dato.... quel nome- avevo capito a cosa si riferiva, e sentii la rabbia scorrermi nelle vene. come osavano chiamare così la mia gattina?! -la chiamano "BadBlood" ora, ed io pensavo che... che...- lo sguardo folle di BloodDeath ritornò e rise alzando le zampe al cielo
-vi fa' tanto ridere mio re? che vostra "sorella", mia figlia.... venga considerato un essere del genere?!- gli soffiai contro e mi pentii subito, pregando che non si infuriasse
-no, non è quello che mi fa' ridere- disse, calmandosi e appoggiando di nuovo le zampe bianchicce a terra -stavo pensando... a come avrò la prova! (se, l'avrò)- mi si avvicinò, studiando il mio corpo; ma la gatta che vedevo non ero io, pensava ad un modello anatomico, che Assedia avrebbe potuto fare a pezzi -manterrò la promessa che l'ha convinta ad unirsi a noi-
-BloodDeath, ti prego, è troppo piccola, le stai facendo fare troppo... troppo... non puoi— -
-le farò compiere la sua vendetta-
***
*Assedia's P.O.V.*
-Fratellone? dove stiamo andando?- chiesi al gatto nero che ormai avevo adottato come fratello maggiore. eravamo in città. mi ci portava spesso per insegnarmi ad orientarmi, a sfuggire alle macchine ed altro. ma quel giorno.... la strada era troppo familiare... ma si! era il territorio dello Shineclan! esso era un clan minore, era la causa maggiore di tutti i miei dolori, quando ancora vivevo da sola.
-sbaglio o mi hai detto che lo ShineClan ti aveva dato molti problemi?-
-bhe, s-si... perchè siamo qui ora?!- speravo di non rivederli mai più. io avevo... paura. lui rise sadico e mi disse all'orecchio:
-una sola parola, piccola mia: vendetta- i miei occhi si dilatarono. eravamo all'entrata del clan -ora va', sai cosa devi fare- e saltò via, ad osservarmi da lontano. Per la prima volta, attraversavo quel vicolo di mia spontanea volontà. C'erano alcuni gatti accucciati sopra e sotto il grosso cassonetto, ed uno sopra il bidone di metallo. Lo Shineclan non era molto grande, contando Shinepelt (una gatta del clan molto buona, mi aveva protetto in un paio di occasioni, era la precedente regina, ma poi "lasciò" il trono al nipote... Sosia), saranno stati in sette al massimo. Sosia, il loro re, la creatura più disgustosa del mondo, era lì, sdraiato accanto al muro su un cuscino mal ridotto, Shinepelt era su una pila di scatole che osservava il rivoltante nipote dall'alto. A quel punto Sosia mi notò: -ah-ah! Guardate ragazzi! Il reietto della natura è tornato! È da un po' che non ci si vede eh?- ringhiai leggermente.
-oh, bhe... mi divertirò un po' con te!- detto questo, si gettò addosso a me, mandandomi lontano.
-Sosia! Smettila! Così non dimostri di essere il capo dello Shineclan! Ti prego!- gridò ShinePelt
-haha! E dai Shinepelt! Mi sto' solo divertendo un po'!- stolto – la finirò presto!-
- Sosia! Ma non ti vergogni?! Non avrei mai dovuto darti il comando dello Shineclan!- Shinepelt aveva un'espressione di pura rabbia sul volto, ma Sosia non se ne curò, anzi. Assunse un'aria seccata, e le rispose:
- mmmh! Come sei noiosa, vecchia! Ora faccio e farò quello che voglio! Oh... devo darti un'altra lezione? Mh???- la voce si spezzò nella gola di Shinepelt, e sentì lacrime lottare per sgorgare da quegli occhi come un fiume, ma ne scese solo una, piccola e silenziosa, al contrario delle risate della colonia. Quindi era vero. Sosia le aveva fatto davvero del male! Lui l'aveva fatta soffrire giorno dopo giorno! Questo era imperdonabile! Avevo iniziato a pensare di risparmiarlo, perché in fondo, Shinepelt non era capace di fargli del male, in fondo lei lo amava, come una gatta ama il suo gattino, ma... dopo tutto questo, lui osava trattarla così?! Oh, no... niente pietà. Nulla. Nessuno avrebbe mai cercato per la sua anima nelle tenebre, ci avrebbe vagato in eterno... grazie a me.
-hai capito vecchia? Io faccio quello che voglio! Perché sono l'unico re dello Shinec—- - non fece in tempo a finire la frase, né a guardarsi le spalle. Che da quella fogna non escano più eresie del genere. I suoi occhi si dilatavano, la sua vita scorreva lì sopra come su una pellicola, e mentre moriva, e rivedeva i suoi peccati, non aveva neanche un briciolo di rimorso... immondizia. La cosa mi fece solo infilare gli artigli più in profondità. Si... un rivolo di sangue scorreva dalla sua bocca, le orecchie tirate indietro. La mia zampa appoggiata alla sua schiena, mentre i miei artigli erano fissati in profondità nella sua carne. La coda si afflosciò, i muscoli si rilassarono, gli occhi, completamente vitrei, leggermente girati indietro, in un vano tentativo di vedere colei che gli aveva inferto la morte. Con la mia altra zampa rimossi il corpo esanime, per liberare i miei artigli, molto più lunghi del normale, ora, erano vere e proprie lame, lunghe abbastanza da perforare il corpo di un disgustoso gatto impostore. Il silenzio intorno a me, cadeva pesantemente su tutti i gatti lì intorno. -ora avrò la mia...- dissi, avvicinandomi lentamente a loro –VENDETTA!!!-
... il vicolo si riempì di sangue, macchie rosse sulle pareti ovunque. No, non sembrava l'opera di una gattina, non di una creatura terrena. Era l'opera di un demone, o forse, anche peggio: era opera mia. Uno di loro, prima di morire, aveva sussurrato "Bad... Blood..." Ma poi, una piccola e tremante gatta grigio cenere, con una profonda cicatrice, che partiva dal ponte del naso fino ad arrivare alla parte superiore dell'orbita, e proseguiva fin sotto lo zigomo e gli occhi giallo-arancioni, caduta dalla sua pila di scatole per il terrore, con la voce roca e spezzata, sul punto di piangere disse:
-c-cosa hai fatto? p-perché?- ma poi si zittì, perché conosceva la risposta, quelle non erano le domande giuste. –p-perché mi hai risparmiato?-
-Shinepelt...- dissi con un misto di neutralità e compassione, mentre mi leccavo soddisfatta la zampa, pulendola dal delizioso sangue scarlatto che vi era rimasto –uccido solo coloro che mi hanno arrecato problemi o dolore e tu, non sei mai stata una di quelle- dissi, mi voltai e me ne andai via. Lei aprì la bocca per dire qualcosa, ma le parole non uscirono, e la richiuse, abbandonandosi in un pianto silenzioso, in mezzo a quello che era stato il suo clan. Durante il viaggio di ritorno, BloodDeath non fece altro che mostrarsi fiero di me, e tutto ciò, non faceva altro che incrementare la mia felicità.
*BrokenMoon's P.O.V.*
Per poco non caddi dal tetto, dopo aver visto il massacro compiuto dalla mia piccola. E purtroppo, dovetti capirlo, dovetti accettarlo: quella non era più Assedia. Lei, era BadBlood.
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