Cap.14: A Cursed Name

Assedia aveva rappresentato davvero un grande cambiamento nella mia vita. Anzi, in quella di tutto il clan. Anche se... forse aveva portato un cambiamento troppo grande nella vita di tutti. Cosa intendo? Con lei, le cose cambiarono nella foresta, che noi chiamavamo "Shadow Wood": già alla sua tenera età, Assedia si era già macchiata l'anima con innumerevoli macchie di sangue, impossibili da cancellare; e non solo sangue di randagi, ma sangue proveniente da ogni clan. Cercavo di lavare via quelle macchie, e mentre lei era con me, quasi sembravano opacizzarsi, svanire: già, mentre ricoprivo il ruolo di sua madre e sua maestra, lei era la dolce creatura che era supposto lei dovesse essere, e quelle macchie si affievolivano ancora di più quando la mia piccola giocava con Daffyscratch. Già, Daffy.... Si comportava in modo strano con lei. Non che gli altri gatti del Deathclan fossero normali, ovvio, ognuno di noi aveva fantasmi e storie, appartenenti al proprio passato che non voleva rivelare, io così come BloodDeath stesso; e Daffy non faceva eccezione. Ma... era così gentile con Assedia. Troppo, perfino per lui: ogni volta che lei tornava da una Spedizione, Daffy era lì per vedere come stava, ogni volta che completava una sessione di addestramento, Daffy era lì a sincerarsi che non avesse bisogno dell'assistenza dei nostri medici. Ovvio che io non disapprovassi questo comportamento, ma DaffyScratch era pur sempre un componente del Deathclan; ed il suo era un comportamento anomalo, come ho già detto, perfino per lui.

*Assedia's P.O.V.*

Ormai mi ero ambientate bene nel Deathclan, soprattutto perché adesso BloodDeath mostrava più interesse per me, non mi sentivo più un peso. Non ho mai voluto darlo a vedere, cerco di sembrare forte, anche se sono piccola, però, il mio unico desiderio era essere amata; nessuno lo notava, ma quello era sempre il mio fine. Mi lasciavo coccolare da BrokenMoon, perché così lei mi avrebbe amata, uccidevo per BloodDeath, così lui mi avrebbe amata, e ridevo per Daffy per lo stesso motivo. Ero molto grata a tutti e tre, mi insegnavano cose su questo mondo che non mi sarei mai immaginata: adoravo i racconti di BrokenMoon, sia quando mi raccontava delle storie che quando mi parlava di Moira (la loro divinità) e delle storie dei clan; Daffy, invece, mi mostrava un lato più dolce che la vita di questo mondo poteva offrire, uno più divertente. Certo, era una pura illusione che lui creava per me, per se stesso e per tutti gli altri, questo mondo è orribile, ma era bello bearsi nella sua stupidità ed allegria. Però, questa era solo una parte del mio addestramento del clan. BloodDeath  (o meglio, mio fratello) affinava le mie tecniche di battaglia. Lo tenevo nascosto a BrokenMoon.... Perché? Lui non voleva solo migliorare i miei riflessi e la mia forza, no: voleva rafforzare anche la mia resistenza al dolore. Mi colpiva da ogni dove, e se mi riposavo un attimo, nella terra polverosa insanguinata, lui mi tirava una zampata, e gridava "alzati!!!" e non badava alle mie lacrime o suppliche, era demoniaco. E poi, ad allenamento finito, mi abbracciava e mi puliva, come fa' un fratello. e mi sussurrava, gongolante per i miei ottimi risultati –brava, Assedia, brava! A mala pena Fang è così forte! Oh, sorellina mia, cosa mai ti fermerà? Presto sarai anche più forte di me! oh, il tuo fratellone è così orgoglioso di te!- e questo, mi ripagava di tutto il dolore subito, mio fratello mi voleva bene! Avevo il suo rispetto! Il suo amore! Avevo un fratello! Ed a quel punto, non mi importava più nulla, tutto pur di essere amata! Però... anche se lo perdonavo subito, una goccia di odio e rancore si insinuava nella profondità della mia anima, ma forse, questo faceva solo parte del suo piano, in modo, che avessi potuto usare anche quel rancore. E poi, alla fine della giornata, a volte BloodDeath, a volte Brokenmoon (soprattutto lei) mi cantavano una ninna nanna, ed io mi addormentavo lentamente, cullata dalla dolce melodia.

Una notte, però, ero molto turbata da un certo avvenimento.... Durante una delle mie missioni per BloodDeath, un gatto, spirando, aveva pronunciato con odio "BadBlood".... Cosa significava? Cosa voleva dire? Non era il primo a pronunciare quel nome, mi chiamavano in molti in quel modo, ma solo quella volta me ne ero davvero resa conto.  Non mi faceva riposare. Molti gatti in molti clan, quando mi vedevano ringhiavano ed urlavano quella parola. Ma era il mio nome? Mi conoscevano così ora? E poi, spesso lo pronunciavano con paura, come se quelle parole fossero maledette... questi pensieri mi tenevano sveglia... che voleva dire? Che voleva dire? Che voleva dire?? A quel punto, il mio fratellone, entrando, notò il mio disagio e mi si avvicinò con il suo solito ghigno.

-BloodDeath?- chiesi

-Si, Sorellina?- disse lui, con quella voce dolce e melliflua

-cosa vuol dire... BadBlood?- al pronunciare quella parola... quel nome, lui quasi smise di respirare. Era spaventato. Indignato.

-perché vuoi saperlo?-

-i gatti dei clan, i randagi che uccido... spesso mi chiamano così-

-ecco... BadBlood vuol dire... Cattivo Sangue.- capivo benissimo. Ma cos'era che lo turbava più di tanto? Come se avesse letto la mia mente, rispose.

-vedi, sorellina mia, molto tempo fa', alla nascita dei clan, e di conseguenza all'assegnazione dei nomi, che riflettono un aspetto fisico, storico o caratteriale del possessore, si notò come alcuni fossero così malvagi da meritare solo nomi oscuri, pieni di rancore e malvagità. Ma si decise... che in ogni caso, il sangue che scorre nelle nostre vene era sempre uguale, per tutti: tutti nasciamo con sangue rosso e puro, che ci lega tutti, perché per tutti è uguale. Così, si decise, che nessuno avrebbe mai avuto un nome che "macchiasse" il sangue, non sin dalla tua età, per lo meno.  Ma a quanto pare, reputano il tuo sangue sporco, cattivo... diverso.-

Volevo mettermi a piangere: era questo che pensavano di me? che ero nata con sangue cattivo?

-quindi io ora sarei... Bad-Blood?- dissi quasi in lacrime

-no, sorellina mia! Non devi ascoltarli... se tu non vuoi... non devi..- era leggermente nervoso, lo sentivo.

-BloodDeath... tu pensi che il mio sangue sia cattivo?- lui trattenne il fiato, la coda si muoveva per il disagio. Poi decise.

- Si. Nessun gatto alla tua età potrebbe compiere dei tali stermini. Ma... il solo fatto che gli altri reputino che il tuo sangue sia cattivo, non vuol dire che lo sia anche tu. Capito? Non devi ascoltarli.... Loro non possono decidere del tuo destino!-

- quindi io ora sarei BadBlood...-

-si ma.. non devi esserlo per for— - alzai la zampa per fermarlo. E va bene. Se era ciò che volevano, era ciò che avrebbero avuto.

-bene. Mi piace.-

 ***

*Author's Note*

Miao a tutti i lettori, davvero, scusatemi per averci messo così tanto a pubblicare! Ma ecco... (oltre alla mia insonnia che è peggiorata notevolmente) è successa una cosa... ora proteste definirmi mamma di tre fattini! Esatto! Delle persone spregevoli hanno abbandonato questi tre cuccioli davanti ad una scuola, ed ora me ne sto' occupando. Non avevano nemmeno due settimane, quindi non sono nemmeno stati svezzati, di conseguenza, ho dovuto prendere il ruolo di "madre" e sono un bel po' di giorni che passo a darl loro il biberon, leggergli " le storie di Beda il Bardo" ed a cantargli "Il Liquore di Binks" . Spero che possiate capire! Grazie ancora per leggere la storia e... saluti da Kilgarra, DuskStar e NightSong! (si, lo so, nomi normali... ma cosa vi potevate aspettare da me?) al prossimo capitolo!

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