Cap. 12: Assedia
*BrokenMoon's P.O.V.*
Il sole mi avvolgeva il corpo in un caldo abbraccio, ed insieme ad esso, il profumo delle felci selvatiche mi diedero un buon risveglio. Per una volta, ero in piedi prima di Dust, così potevo evitarmi di essere strattonata nella pozza d'acqua di prima mattina. Alzai lo sguardo al cielo pulito, con ancora i leggeri colori rosati dell'alba. Ah, eccola: l'alba della fine della mia quinta luna nel clan. Respirai ancora quello splendido aroma e guardai ciò che avevo attorno. Già, il Deathclan. Mi trovavo così bene qui. Certo, faceva freddo, e spesso il cibo scarseggiava, ma avevo una casa, degli amici, che non mi avrebbero mai abbandonato, avevo fede e conoscenza. Eppure, c'era una cosa che mi mancava... Arricciai il naso, e aprì di più gli occhi, posizionando lo sguardo sull'ormai noto re nero, e assottigliai gli occhi. Lui.
Anche BloodDeath era già sveglio, e dopo aver bevuto dell'acqua se ne andò su una roccia a prendere un po' di sole. Mi avvicinai esistante a lui e, con tutto il coraggio che avrei mai potuto trovare gli parlai:- B-buongiorno BloodDeath- lui abbassò lo sguardo verso di me e disse
-oh, buongiorno BrokenMoon-
-oggi c'è un bella aria... Non ho missioni, vero? -
-mmm-il gatto nero ci pensò un po' e poi decise:-no, oggi niente-
-bene! Neanche tu hai da fare vero? - lui scosse la testa, aveva un'aria leggermente seccata e distante -a-allora.... Visto che non abbiamo niente da fare.... Ti andrebbe di fare un giro? Che ne dici?-
-non lo so BrokenMoon... - fece lui, guardandomi annoiato -non ne vedo il motivo e poi-- -
-sai-lo interruppi -conosco un posticino, al porto, dove ci sono un bel po' di lische a portata di zampa-c'è poco da fare. I maschi vanno presi per la gola. Dopo la mia piccola premessa, eccoci lì, giù per le strade che portavano al porto. BloodDeath decise di rilassarsi un po' durante la passeggiata, così parló molto più tranquillamente e si rivelò davvero un'ottimo conversatore; benché i suoi argomenti ricadessero sempre su battaglie ed i loro dettagli cruenti. In realtà questo non mi dispiaceva. Continuammo a parlare anche quando il fresco profumo del mare iniziò a riempirci le narici ed il salato sapore delle lische a riempirci la bocca (e lo stomaco). In realtà, pensavo che saremmo potuti andare al centro della città, perché c'era una fiera e sarebbe stato divertente. Ma, col senno di poi, sono felice, di aver scelto il porto...
-BloodDeath, cos'è quello?- chiesi al mio accompagnatore quando la mia attenzione venne catturata da una piccola cosetta grigia in mezzo ad alcuni scatoloni. Più la guardavo e più ne coglievo dettagli, tra cui il leggero movimento. -penso sia... La coda... Di un gattino? -
-impossibile, porto non è posto per gattini solitari!- rispose lui
-ma... Dovremmo controllare, no? - lui annuì ed entrambi ci avvicinammo di soppiatto alla codina. Arrivammo molto vicino, quella creatura non ci notò troppo presa a mangiare. Dal suo odore, davvero poco percettibile, dedussi che fosse una femmina. Ma il suo odore... Oh, Moira, non l'avrei scordato mai: una volta levato l'odore monotono della città, rimaneva il suo vero odore: era un misto di felci ed erbe selvatiche, polvere da sparo, sangue, veleno ed un leggero, lontanissimo sentore di ciliegia. Cercai di attirare la sua attenzione: -piccola? Che sei? Ti sei persa?- la gattina si girò di scatto soffiando, ora potevo esaminarla meglio: era magra, anzi, magrissima, scheletrica, il pelo era grigio, corto e rovinato, straziato da mille e più cicatrici, profonde e non; e manteva solo una sbiadita sfumatura del blu che sembrava possedere. Quella micia doveva essere una Blu di Russia, una razza di gatto molto bella, ma era così rovinata che era difficile perfino scambiarla per un gatto, a momenti. Infine, i suoi occhi... Uno verde ed uno azzurro, così opachi che non sembravano più appartenere ad una creatura vivente; l'unica cosa che effettivamente diceva che lei fosse ancora in vita, era quella: un bisogno di sangue ed un'anima che, seppur debole e lontana, era nera e grondava veleno. La micia ci soffiò contro, con voce rotta dalla disperazione:
-Hisssssss! Non ditemi che non posso mangiare neanche qui! Avanti, allora! Se dovete "punirmi" fate pure, ma fatelo in fretta! Avrei poco tempo e per trovare da mangiare ce ne vuole molto!- uno schizzo di sangue si iniettó negli occhi della piccola, un'espressione a dir poco spaventosa sul suo muso. Povera creatura, come poteva pensare che le avremmo fatto del male?
-ma noi non vogliamo farti del male piccola! - le dissi preoccupata
-n-no? - rispose lei, sorpresa
-no. Da te voglio altro. - la voce fredda di BloodDeath si fece sentire, aveva una strana espressione, e la sua presenza era più... Pesante del solito. Lo guardai terrorizzata:
-Bl-BloodDeath? C-cosa vuoi fare!?! Non vorrai uccidere quella gattina?! Neanche tu potresti! Ti prego! Guardala! Morirà da un giorno all'altro! Ti preg---!- BloodDeath mi zittì alzando la zampa e si avvicinò alla gattina in modo minaccioso. Appena si ritrovò a pochi centimetri da lei alzò la zampa, artigli sguainati, la gattina si ritrasse, preparandosi all'impatto. Ma poi, BloodDeath fece una cosa che non mi aspettai: si chinò su di lei e le diede una leccata, veloce ma dolce alla testa, come per calmarla e convincerla ad aprire gli occhi. Quando la gattina lo fece, lui disse:
-vuoi unirti al mio clan?- la micina era scioccata, e lo ero anch'io, ma tirai solo un sospiro di sollievo e le sorrisi in modo materno. -unisciti a noi-disse BloodDeath -avrai cibo, riparo...- la piccola non sembrava convincersi -avrai la tua vendetta. - lei dilató gli occhi e come in una trance rispose :- allora, verrò. - io in quel momento mi ero allontanata, ma tornai presto, buttando un collare verde alle sue zampe, mi guardò confusa e le dissi:
-mettilo, ti servirà- la micina obbedì, e lo indossò grata; a quel punto, decidemmo di tornare al clan. Era tardi, e la piccola andava portata al sicuro. Così, la presi dolcemente dalla collottola, con fare quasi materno e cominciai a trasportarla facendola ondeggiare leggermente. BloodDeath le faceva qualche sporadica domanda ogni tanto. Infine, le dissi (parlando a fatica avendola fra i denti): -Comunque, io sono BrokenMoon, piccola, e lui è BloodDeath. Tu, invece, come ti chiami?-
-i-io? - chiese lei, e ci pensò un po', come se dovesse autoconvincersi che fosse ancora qualcuno e poi mi rispose:- io mi chiamo... Assedia- la fissai, in umo strano stato di shock, come se sapessi che quel nome non sarebbe rimasto sconosciuto, sapendo che mai, mai avrei potuto dimenticare quel nome.
Continuammo per un po' a camminare, finché non arrivammo davanti all'entrata del clan e, appena la varcammo, Fang ci si buttò praticamente addosso, sembrando agitatissimo:
-mio signore!! Oh, mio signore dove siete stato?! Sia lodato Moira che siete tornato, vi ho cercato tutto il giorno e non sapevo dove trovarvi!!! -
-ok, ma Ora calmati... Siamo solo andati a fare un giro - cercò di rassicurarlo BloodDeath
-io?! Calmarmi?! Siete impazzito?! Potevate almeno lasciarlo detto ad un messaggero!-
-l'ho fatto, Fang. L'ho detto a FallenWing-
-ah... B-bhe... Lui non me lo ha detto! -
-Fang? L'hai ascoltato almeno?- Fang abbassò la testa, mormorando un "no" -dovresti ascoltare di più i tuoi sottoposti, sai? -
- lo so, è solo che...- a quel punto, Fang notò anche me e si girò allegro ma la sua espressione su congeló appena vide la piccola: -u-u-una gattina? - chiese, tra il sorpreso ed il deluso.
-si, l'abbiamo trovato giù al porto - gli disse BloodDeath noncurante, e Fang sembrò riprendersi
-ah! L'avete solo trovata lì! - notai che gli altri gatti del clan iniziarono ad uscire dalle tane incuriositi, per vedere la nuova gattina, e BloodDeath li chiamò tutti per presentare il nuovo membro del clan. Tutti le si misero attorno, facendole tante domande, e molti notarono il suo aspetto terribile. Io le stavo vicino per tranquillizzarla. quando gli altri gatti ebbero finito di toccare il naso di Assedia, DaffyScratch si avvicinò per guardarla e si abbassò al suo livello tenendo il didietro alzato, in modo sgraziato, ma comico. Iniziò a punzecchiarla con gli artigli dicendo:
-è così magra! Non durerà a lungo! Perché sei così magra eh?- la gattina aveva uno sguardo assassino negli occhi, così cercai di far smettere Daffy:
-DaffyScratch su, lasciala stare. Viveva al porto tutta sola, è un miracolo che sia ancora viva!- cercai di tenere un tono autoritario, ma quel gatto era fin troppo comico
-sarà, ma è brutta e sporca! Sisi! Sei tutta sozza! Guarda! Guarda come sei sozza! Ma di che colore sei? Non si vede neanche! Buuuu- Daffy non parlava con cattiveria, in effetti, teneva un tono ridicolo, forse per farla ridere. ma.... non sembrò riuscirci. -è così piccola piccola! Non resisterà due giorni qui al campo! Sarà in grado solo di inseguire le farfalle! Weee le farfalline! Vola vola vola! Guarda anche le foglioline! Uuuuu!- il gatto ambrato si mise a lanciare foglie ed a cercare di acchiapparle; io mi trattenevo dal ridere, ma Assedia rimaneva seria, anzi, arrabbiata. Sembrava non sorridere da tanto… sembrava del tutto disabituata a parlare con altri o alle effusioni, e questo non andava bene. Lei aveva bisogno di ridere. E se c’era qualcuno che poteva farlo, quello era proprio Daffy:
-DaffyScratch? Visto che sei il più giovane tra i gatti del clan, perché non accompagni Assedia al ruscello qui vicino? Così le insegni dove va’ la corrente e come tuffarsi senza arrivare dove l’acqua è troppo profonda o veloce- dissi con voce melliflua, facendo le fusa divertita.
-uh?- DaffyScratch si girò verso di me-si, certo, ok- disse lui con voce assente –seguimi, gattina!- ed i due iniziarono ad allontanarsi.
*Third Person P.O.V.*
I due gatti arrivarono presto al ruscello, e DaffyScratch non la smetteva di parlare, spegando cose, alla piccola, di dubbia veridicità… come per esempio, il fatto che gli uccellini facessero “muuuu”. Daffy si fermò di botto e disse:
-ecco qua! Siamo arrivati!- davanti a loro c’era un ruscelletto argenteo che scorreva placido. Dentro nuotavano anche un paio di pesci.
*Assedia’s P.O.V.*
Quel giorno era stato incredibile, del tutto inaspettato. Ma… pensavo… quanto avrebbe influito su di me la scelta che avevo fatto? era giusto? O forse era tutto uno sbaglio? Decisi di non pensarci più di tanto, ritenendomi semplicemente fortunata per aver trovato un posto che magari, un giorno, avrei potuto definire casa. E poi, quella gatta, BrokenMoon…. Sembrava davvero una gatta attenta e molto dolce. E quello nero…. Bhe, lui era semplicemente… inquietante. Chissà cosa ci facevano insieme… i miei pensieri furono interrotti da quel gatto, DaffyScratch, che iniziò a spiegare (e giuro, quanto avrei voluto ucciderlo in quel momento esatto):
-alloooora- disse lui avvicinandosi all’acqua con un’espressione assente, come sforzandosi di ricordare qualcosa. -si, vediamo, questa è l’acqua- disse bagnandosi la zampetta. Più che dirlo a me sembrava parlare con se stesso, mi avvicinai cauta. -e queste sono pietre- e passò la zampa sul fondale ciottoloso, muovendo un paio di pietre deliziosamente levigate. Questo gatto era proprio intelligente. -e nell’acqua ci vivono i pesci… però non possono respirare fuori dall’acqua- fece come per prendere un pesce ma lo mancò e cadde con muso nell’acqua e le zampe di dietro alzate… Un genio. -e i pesci fanno cip! Cip! Ciiip! A no, aspetta. Quelli erano altri… a si! I pesci fanno blup! Bluup bluuuup!- …un pozzo di scienza. Mi bagnai piano piano le zampe, e poi mi immersi completamente nell’acqua. Era molto bassa. Arrivava a malapena a coprire metà delle zampe di Daffy. Ottimo, considerando che gli arrivavo a malapena ai gomiti. Iniziai a pulirmi per bene, senza tralasciare nemmeno un centimetro della mia pelliccia arruffata. Il fango si scioglieva e scorreva via con l’acqua, insieme ai grumi di sangue. Cercai di pulirmi, ma ad un certo punto divenne difficile, perché tutte le mie ferite e le cicatrici mi facevano male con certi movimenti. Il fango si era sciolto tutto da solo, ma sulla schiena e sul collo avevo ancora dei grumi di sangue che non riuscivo a raggiungere, mi stavo facendo molto male per cercare di arrivarci. Quando poi, sentì qualcosa di caldo in mezzo alle spalle, dove io non riuscivo ad arrivare. Mi voltai, era Daffy.
-D-Daffy? Cosa diavolo stai facendo?!- gli chiesi, leggermente alterata (non ero più abituata al fatto che qualcuno mi toccasse, se non per farmi del male, quindi…)
-uh? Ti sto’ pulendo no? Stai tranquilla. Non ti faccio male. È normale, tra gatti, pulirsi a vicenda, non lo sai?- lo sapevo bene, era una normale effusione. L’avevo solo… dimenticato. Ero grata che fossi già bagnata, perché sentì alcune lacrime scendermi sulle guance. Nessuno mi parlava in modo tanto gentile da molto tempo… nessuno si curava di me da molto tempo. DaffyScratch continuò a passare la sua lingua tiepida sul mio corpo, dolcemente, per non tirare via il pelo quando passava vicino ad un grumo di sangue. Lo leccava fino a scioglierlo, e poi lasciava che la corrente portasse via la massa rossiccia. Presto tutti i grumi erano sciolti, il mio pelo liscio e leggero come non lo era da tempo. Daffy si allontanò un po’. Io però continuavo a sguazzare nell’acqua placidamente, per alleviare la mente dai pensieri. Poi sentì un forte spash! E il muso di DaffyScratch apparve sotto di me, il muso contorto per trattenere il fiato. Lo guardai seccata. E poi lui soffiò una fontanella d’acqua saltò fuori dall’acqua agitando le zampe come impazzito (o era un’altra imitazione di un uccello?) i baffi spiegazzati che vibravano, la pelliccia sugli occhi e iniziò a gridare: -BAU BAU BAU! SONO UN PESCE SQUALO DAI DENTI A SCIABOLA! BAU BAU BAU!!!!- lo disse con una tale serietà, e con un tale calore (forse… affetto?) che non mi trattenni e… risi. Una risatina dolce, la mia risata. Era bello ridere, non lo facevo da tanto… perché?
-miahahah! Non esiste… il pesce squalo… dai denti a sciabola! Ahah… non… esiste! Miaahahah!- riuscì a dire tra le risate. Daffy si calmò ritornò su tutte e quattro le zampe e sorrise dolcemente
-bhe… se è per questo i pesci non fanno neanche “bau”, e gli squali vivono in acqua salata, nel mare e non nei ruscelli, oh, e non hanno nemmeno i denti a sciabola, ma se uno si spezza viene sostituito subito, possono essere sostituiti in continuazione, E=mc2 e così via- lo guardai dritto negli occhi strabici, che brillavano luminosi e divertiti.
-ma ora non è importante perché… ce l’ho fatta!- disse lui, perdendo quel momento di lucidità.
-ce l’hai fatta? A fare cosa?- dissi con aria curiosa ed interrogativa. Lui allora prese le sue zampe e iniziò a stirarmi le guance, costringendomi a sorridere.
-ma a farti ridere! Mi pare ovvio! Non ti avevo mai visto ridere prima! E non mi piaceva… ma ora hai riso! Hai riso tanto tanto!- era vero, prima avevo fatto solo dei sorrisi... ma finti. Ora ridevo, ridevo davvero. Daffy era così dolce, voleva vedermi ridere, voleva---
-meno male! Perché sei così piccolina che non ce la farai! Sei così debole che secondo me non vedi la prossima settimana! Eh! Dovevo vederti ridere prima di morire! Eh eh!- ok, ora giuro che lo strozzo.
-visto che non ho niente da fare, e non ci aspetteranno prima di cena… posso vederti ridere ancora un po’??- e così dicendo mi balzò addosso iniziando a farmi il solletico e portandomi in un mini incontro di lotta. Non me ne accorsi, ma un piccolo guizzo smeraldino sparì nei cespugli: Brokenmoon. Ecco perché mi aveva mandato con DaffyScratch, per farmi ridere. Complimenti Brokenmoon, è stata un’ottima mossa. Non lo nasconderò: giocammo fino a sera, e mi divertì pure… era passato tanto tempo, dall’ultima volta….
*Author's Note*
vi chiedo davvero scusa per la lunga attesa, ma finalmente ci sono riuscita! Assedia, il nuovo personaggio che ho introdotto, è un personaggio molto caro a me e molto.... misterioso. bhe, lo scoprirete più avanti. spero che anche questo capitolo vi piaccia e grazie per il vostro supporto!
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