Parte sesta
Settembre (mancano esattamente undici mesi)
"E allora... Eliza ha preso la scopa, quella nella portineria hai presente? Okay, l'ha presa ed ha camminato per l'androne pianissimo, da quanto racconta, e prima di darla in testa al 'fantomatico ladro' che poi si è rivelato il signor Hood decisamente ubriaco, ha urlato una cosa troppo divertente...comunque ha svegliato tutto il palazzo e ci siamo ritrovati a fare una sfilata in pigiama nell'ingresso alle tre di notte!"
Harry ridacchia e si gratta l'angolo sinistro della bocca rossa, tirandosi sul capo un ciuffo di capelli scuro che gli impedisce di guardare il bel viso di Louis Tomlinson, che gli sorride dallo schermo del computer con il pappagallo Pontmercy appollaiato sulla sua spalla destra.
Sono passati esattamente venticinque giorni da quando è in Francia, e già Harry lo vede decisamente con un colorito più roseo e gli occhi più luminosi, segno che evidentemente ha ripreso a mangiare come faceva prima e non potrebbe essere più felice di così.
Quel giorno ha i capelli perfettamente sistemati, senza neanche la frangia sulla fronte, e gli occhi che brillano come due diamanti, tanto è contagiosa la loro luce (e Harry li vede soltanto da uno schermo del computer, non riesce proprio ad immaginare come potrebbero essere dal vivo) e un sorriso che sembra quasi grande come quello che gli fa Theo Horan ogni volta che lo va a trovare alla bancarella di Niall.
A Harry piace vedere Louis felice, soprattutto perché i primi giorni in cui era a Parigi passavano le ore su Skype a piangere insieme, guardandosi negli occhi e cercando di toccare degli schermi che non avrebbero potuto mai far sfiorare le loro dita veramente.
Louis era stato subito rimesso nel giro dei concerti e da quanto Harry può vedere adesso dai suoi vestiti deve essere di nuovo ricoperto di denaro, come prima dell'abbandono da parte dei suoi zii.
"Eliza non cambierà mai." Louis scuote il capo e soffoca una risatina contro il palmo della mano, mentre Harry lo imita di riflesso e si appoggia con i gomiti sulla scrivania su cui è posizionato il computer portatile di sua sorella Gemma. "Ormai dovresti saperlo, tesoro mio."
Il batterista si costringe a non arrossire a quel vezzeggiativo e fa vagare lo sguardo sulla stanza dietro di lui, sorridendo all'indirizzo della gabbietta di Pontmercy e al letto sfatto dell'albergo.
"Non sei a casa dei tuoi zii, Lou?" domanda, sbadigliando sonoramente.
Harry ultimamente è sempre stanco, ma non è colpa sua, visto che lui e sua madre passano le ore la notte a cercare un'università che lo accetti senza fare tante storie, ma fino ad adesso si sono rivelati tutti tentativi vani.
Vuole davvero-vuole davvero riuscire a compiacere sua mamma, come sua sorella Gemma che si laureerà in legge in aprile prossimo, sicuramente a pieni voti. Certo, sa che sua mamma gli vuole bene comunque, ma si sente in dovere di fare qualcosa per farla sentire realizzata nel suo ruolo di madre. Ma, Harry non può fare a meno di pensare che la vede molto dura, visto com'è l'andazzo della loro ricerca.
"Sono a New York!" Louis emette un trilletto e si porta le mani al viso e ecco, adesso Harry capisce tutto il motivo della sua felicità, perché questo vuol dire solo una cosa---" E domani mi hanno invitato alla prima del musical Chicago a Broadway!"
Gli occhi del violinista brillano ancora di più, mentre Harry scoppia a ridere nel vedere il suo viso estasiato perché---Louis è adorabile, davvero.
"Niente Lès Miserablès stavolta, amore?" Il batterista si morde un labbro, profondamente divertito. "Chicago non l'hai mai visto vero?"
Il violinista aggrotta la fronte e "In realtà l'ho visto in dvd tre volte" dice, mentre il pappagallo Pontemercy vola via dalla sua spalla con un fruscio di piume. "E ovviamente no, nessuno raggiungerà mai il livello di Lès Miserablès, che domande fai Harreh?"
"Io--- era per domandare, d'altronde ti piacciono tutti i musical! Comunque, sai che Liam ha finalmente baciato Sophia? Ieri sera li ho beccati sulle panchine del giardino, dovresti vederli, sono carinissimi..."
Harry sorride nel vedere Louis battere le mani ed emettere un versetto di felicità, e solo quel suono allegro gli fa sentire il cuore più leggero, come se fosse sospeso nell'aria e potesse volare fino a New York e congiungersi con la sua metà. Il batterista vorrebbe...il batterista vorrebbe stare in videochiamata con Louis tutto il tempo, ma è una cosa impossibile quindi si accontenta di parlare con lui la sera, o la mattina appena sveglio. Ovviamente non è la stessa cosa di avere un Louis Tomlinson in carne ed ossa che abita nella porta accanto alla tua, ma.
(A proposito, non sono riusciti a trovare nuovi inquilini per l'ex appartamento di Louis. Il problema è che parecchi sono venuti a vedere la casa, ma loro-non sono stati molto cordiali ecco. Per fare un esempio: Michael Clifford ha fatto inciampare l'ultima famiglia rovesciando le biglie che usano d'estate per fare i tornei sulla sabbia per terra, rischiando di mandarli all'ospedale. Quindi no, Harry non pensa che l'appartamento di Louis troverà degli inquilini molto in fretta e gli sta benissimo così, decisamente.)
Meglio di niente, si dice il batterista, mentre vede il suo ragazzo dire qualcosa come "Era ora! Chi ha preso l'iniziativa?" che gli fa sbattere le palpebre per qualche secondo.
"Uhm-Sophia ovviamente, Lou. Liam è ancora un po', come dire...cioè, è ancora innamorato perso di Zayn anche se si vede molto di meno, sai che proverà sempre qualcosa per lui. Però penso che si stia creando un nuovo inizio e vuole farlo con tutto il suo cuore, quindi sono tanto, tanto orgoglioso di lui." Borbotta Harry riscuotendosi dal suo torpore e sbadigliando sonoramente, portandosi una mano alla bocca. "Tu che mi dici invece, oltre al fatto del musical Chicago?"
Il violinista sbadiglia di rimando e prende il cellulare da qualche accanto a sé (da quanto può immaginare Harry, è sdraiato a pancia in sotto con il portatile aperto verso la testata del letto, quindi pensa che l'abbia preso da un comodino) e lo sente sbloccare lo schermo, scompigliandosi i capelli con una mano.
"Ho un concerto domani sera e uno tra cinque giorni a Parigi, visto che torniamo in Francia dopodomani. I miei zii hanno paura che scappi da te in Inghilterra e quando sono in America mi fanno controllare dai dei tizi in limousine vestiti di nero. Pensano che io sia stupido?" mugugna, riponendo di nuovo il cellulare sul comodino. "Insomma---molto probabilmente lo farei se non avessi tutti questi tizi alle costole, ma comunque non sono un bambino."
Harry ridacchia e "Lo so, Lou." dice, giocherellando con un filo di stoffa sdrucita della maglietta. "Ma vedrai che quest'anno passerà presto, anche se mi sembra che sia già passata un'eternità."
Lo sguardo di Louis si addolcisce e Harry si impone di non arrossire perché-davvero? Non è decisamente il caso, visto che si sente un peso opprimente sul cuore che gli fa solo venire voglia di scoppiare in lacrime. (Non davanti a Louis, ovviamente, non vuole farlo sentire male o in colpa.)
Insomma, non può arrossire perché già il livello della sua emotività è a livelli vertiginosi e assolutamente, non vuole farlo aumentare.
"Tra un anno ti vengo a prendere e ce ne andiamo a fare una vacanza solo io e te. Ti porterò dove vuoi amore mio, anche in Africa e non ti lascerò andare mai più, lo giuro solennemente." Louis si batte un pugno sul petto e sorride radioso, mentre il batterista sospira piano con il cuore che gli batte forte nel petto. "E ovviamente preparati alla sfilza di regali che ti farò, e non accetto rifiuti!"
Ecco, Harry al fatto dei regali si sta già abituando e anche piuttosto bene, perché Louis da quando è a Parigi è cosi pieno di soldi che gli arrivano ogni due per tre foulard di Gucci, che puntualmente si lega intorno alla testa, scarpe di Versace che Gemma e sua madre sono rimaste a fissare per venti minuti con gli occhi di fuori, e più ne ha più ne metta, Harry non ha idea di come si chiamino tutte le altre marche di vestiti che gli sta spedendo Louis.
(Tra gli abitanti del One Direction, ogni volta che vedono arrivare pacchi dalla Francia si diffonde un fermento decisamente insolito e Harry diventa la star momentanea, non che si lamenti, eh.)
"Non vedo l'ora allora." Harry sorride dolcemente, facendo spuntare sulle guance bianche le solite fossette birichine. "Ma da te che ore---Lou! Non mi stai videochiamando alle tre di notte o una cosa del genere vero?"
Louis arrossisce e "Ehm..." borbotta, per poi piagnucolare qualcosa come "Scusa H, ma mi mancavi!" facendo ridacchiare il batterista che sente la lusinga crescere a dismisura nelle sue viscere, come un fiore che sboccia. "Mi mancavi così tanto che sono rimasto venti minuti a fissare la tua immagine profilo di Whatsapp sperando che la foto mi parlasse ma---ecco non l'ha fatto, non che avessi qualche dubbio eh!"
Il batterista si schiaffa una mano sul viso, sentendo la pelle riscaldarsi sotto il suo palmo. "Vai a dormire amore mio, su. Ci sentiamo domani." Sorride di nuovo a Louis che lo imita, toccando lo schermo con una mano. "Buonanotte, raggio di sole." Sussurra il violinista, come se stesse sussurrando una nenia. "Mi manchi così tanto che mi fa male il cuore."
La videochiamata si interrompe e Harry rimane a fissare lo schermo nero del portatile con lo sguardo perso per qualche minuto, prima di scoppiare a piangere con il cuore percosso da fitte di dolore che gli fanno solo venir voglia di rinchiudersi in una stanza e non uscirne mai più.
•••
Ottobre
Harry si stringe nella camicia di cotone a quadrettoni neri e rossi e cammina velocemente verso la scuola di musica, stringendosi a sé un pacco di fogli pentagrammati (sono dell'insegnante di chitarra) per cercare d'ignorare il venticello leggero che gli percuote le membra facendogli sentire leggeri brividi lungo la colonna dorsale.
Sono le quattro di pomeriggio e deve ancora fare lezione a cinque e dice, cinque bambini. Ha proprio la netta sensazione che finirà più tardi delle sette di sera e sarà costretto a cenare con Eliza e Mary Rose, visto che sua madre e Gemma sono partite per il fine settimana (Harry non ha nemmeno capito dove sono andate) e l'hanno lasciato in balia delle portinaie.
Harry ha provato a replicare, visto che le portinaie cucinano così male che sarebbe stato meglio che se la fosse preparata da solo la cena, ma Mamma Anne non ha voluto sentire ragioni.
La sera prima è stato perfino costretto a fare una videochiamata a Louis con le portinaie, e non che il violinista non sia stato contento -Harry l'ha vista la gioia di rivedere due facce amiche nei suoi occhi- ma comunque----questi momenti, le videochiamate sono sacre per loro.
E' l'unico modo per sentirsi un po' più vicini, e il batterista sa che Louis avrebbe preferito parlare unicamente con lui, ma d'altronde non si può avere tutto dalla vita, no?
Il batterista sbadiglia e apre la porta della scuola di musica, sorridendo al proprietario seduto dietro la scrivania e cammina lungo il corridoio, lanciando un'occhiata veloce alla foto di un Louis sorridente che gli provoca una fitta al cuore che è difficile da ignorare.
"Buongiorno Emma!" esclama, entrando nell'aula di chitarra, salutando la donna sulla trentina che sta facendo lezione ad un ragazzo seduto davanti a lei, per poi lasciargli il pacco di fogli pentagrammati sul tavolino ad un lato. "Ecco i fogli che mi avevi chiesto, buona lezione!"
Emma gli sorride e Harry sente un "Grazie Harry!" un attimo prima di chiudere la porta per poi avviarsi verso la sua di aula, che sicuramente accoglierà già uno dei suoi piccoli allievi che lo faranno penare per un'ora intera.
Sospira profondamente e si scosta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio cercando di pensare a tutto tranne al fatto che le sue lezioni alla scuola di musica finiranno nel giro di due settimane e loro saranno di nuovo senza soldi. Il problema è che insegnare lì è un lavoro part time estivo, si è già prolungato troppo visto che sono in Autunno, e solo per una supplica disperata di Harry al proprietario.
Ha bisogno di un lavoro, di un serio lavoro che gli permetta di guadagnare soldi per far stare bene la sua famiglia, non vuole vedere più l'espressione triste sul viso di sua sorella nel vedere che la borsa che voleva comprare da mesi, superava di gran lunga il suo budget. Il solo problema è....come? Harry scrolla le spalle e si affretta ad entrare nella sua aula, regalando un sorriso radioso al bambino al suo interno.
•••
"Posso chiedere al capo di trovarti un posto qui... sono sicura che ti aiuterà Harry, fidati di me." Sophia poggia le tre birre sul loro tavolo e sorride ad Harry, Liam e Zayn, quest'ultimi seduti vicini davanti al batterista, intenti a guardarlo con aria preoccupata sui loro visi. "Certo, la paga non è alta, ma può andare bene lo stesso no?"
Harry sbadiglia e lancia un'occhiata riconoscente alla ragazza, che si porta il vassoio circolare dietro la schiena e ha le guance rosse d'imbarazzo (probabilmente dovute alla presenza di Liam) sussurrando un "Grazie." tanto flebile che che persino Zayn deve sporgere l'orecchio per sentirlo.
La verità è che Harry non ce la fa più. Non ce la fa più a lavorare giorno e notte per guadagnare un po' di soldi, non ce la fa più a cercare un'università che lo accetti senza fare storie e non e la fa più a restare lontano dal fottuto amore della sua vita.
Lo sogna di notte, sente le sue braccia sottili e il suo piccolo corpo pressato contro di sé---poi si sveglia e accanto a sé trova il nulla. Vuole tuffare il naso tra i suoi capelli ramati da leoncino e vuole baciarlo fino a non sentirsi più le labbra, non ce la fa più a sopportare un tale dolore.
Se solo avesse dei soldi, se solo avesse dei soldi prenderebbe il primo volo per Parigi per ricongiungersi a Louis e non lasciarlo andare mai più, come si sono ripromessi di fare. Ma non li ha quindi deve aspettare ancora dieci fottutissimi mesi di lontananza dal suo grande amore e non crede di riuscire a farcela.
Si alza di scatto dal tavolo e sorride falsamente ai suoi amici, catturando il labbro inferiore tra i denti e stringendosi la carne con forza. "V-Vi dispiace se vado? Non mi sento molto bene." Borbotta, strofinandosi una guancia con una mano. "Ci vediamo domani."
Detto questo si avvia verso l'uscita del bar, lasciandosi alle spalle tre paia di occhi preoccupati e un bicchiere colmo di birra, proprio come il suo cuore lo è di nostalgia.
Sa già che Zayn e Liam sono preoccupatissimi per lui, visto che non lo lasciano un attimo solo e gli chiedono continuamente come sta o se ha bisogno di qualcosa.
Harry non vuole la loro pena, Harry vuole solo Louis.
Attraversa la strada e affretta il passo, quasi correndo nel giardino del One Direction e si accascia sulla panchina sfondata sotto l'albero, portandosi le ginocchia al petto e seppellendovi il capo con un singhiozzo bagnato.
Sta diventando un fottuto pappamolle, ma è possibile che debba sempre reagire così in queste situazioni? Sospira profondamente e allunga le gambe chilometriche avanti a sé, estraendo dalla tasca dei jeans il cellulare, per poi sbloccare lo schermo e guardare con un sorriso amaro la foto di Louis con i capelli disordinati che ha come sfondo. (E' veramente patetico, già.)
Gliel'ha scattata uno dei giorni prima di partire, quanto sono rimasti per una settimana stretti a letto, a fare l'amore e a guardarsi fissi negli occhi come per imprimere le immagini di quei momenti nelle loro retine.
E Harry l'ha fatto, il viso di Louis appena sveglio o dopo essere uscito dalla doccia non se lo scorderà mai, così come la consistenza dei suoi capelli e il suono della sua risata senza nessun apparecchio digitale in grado di rovinarla.
Si asciuga gli occhi bagnati e digita il numero di Louis, portandosi il cellulare all'orecchio e prendendo un respiro profondo nel sentire il tu tu tu ripetitivo, fino a che la voce di Louis Tomlinson mugugna qualcosa come "Pronto?" e Harry si sente infinitamente meglio nel giro di un secondo.
"Lou? Sono io." risponde, deglutendo sonoramente. "Come stai?"
Sente un fruscio di coperte dall'altra parte (Louis va sempre a letto presto) e un verso allarmato, che lo fa sorridere sconsolato.
"Harry, amore, ma non dovevamo sentirci domani mattina? E' successo qualcosa?" ed è questo che Harry intende ,è per questo che Louis gli manca come l'aria. Persino lontano da lui chilometri e chilometri riesce a preoccuparsi e ad agitarsi e a spedirgli regali, e tutto con l'intento di farlo stare bene.
"No Louis. Volevo solo...volevo solo sentire la tua voce."
C'è silenzio dall'altra parte della cornetta, e Harry si chiede seriamente se non abbia fatto qualcosa di sbagliato, visto che è difficile che Louis stia zitto per così tanto tempo. Sta per preoccuparsi seriamente, fino a quando un singhiozzo gli arriva all'orecchio e gli spezza letteralmente in due il cuore. Sente i frammenti cadere a terra in un mucchietto disordinato, proprio davanti alle sue scarpe, e non può fare a meno di seguirlo a ruota, visto che le lacrime premono per uscire da parecchie ore.
"M-mi dispiace amore mio" riesce a sentire Louis con la voce umida. "Mi dispiace così tanto. Prima-prima stavo riascoltando una tua registrazione che hai fatto nel mio telefono e non ti ho chiamato perché avevo paura di disturbarti. Ma mi manchi, mi manchi tantissimo."
Harry si asciuga le lacrime e respinge l'ultimo singhiozzo, prima di "Lo so." Mugugnare, con il cuore spezzato. "Lo so bene, perché è lo stesso per me."
"Dobbiamo resistere, H. Ne usciremo ancora più forti prima, ma dobbiamo resistere, mi hai capito?" Louis sospira e Harry può immaginarlo, con le ginocchia strette al petto e il viso leggermente chinato con i capelli che creano ombre sul suo viso. "Ti amo tanto."
"Resisteremo." Dice Harry e si sente meglio, nel sentire che Louis è nella sua stessa situazione. "Resisteremo e non ci lasceremo mai più, questa è una promessa."
Il batterista sorride amaramente e si alza in piedi, sempre con il cellulare stretto all'orecchio, dirigendosi verso il portone.
"Ti amo anche io, sempre. Non scordarlo mai."
•••
Novembre
Harry sa che Louis ha qualcosa che gli frulla nella testa.
Nel senso, sono più di cinque giorni che ogni volta che si videochiamano ha lo sguardo assente, oppure è rosso in faccia come un peperone e Louis Tomlinson non si è mai comportato così, mai. Il batterista non sa assolutamente che pensare, che gli possa essere successo qualcosa?
Inizia a trarre persino le più tragiche combinazioni nella sua testa (anche quella del violinista che si innamora di un altro e non sa come lasciarlo) ed è per questo che quando una sera Louis lo guarda dritto negli occhi, con le guance rosse e i capelli disordinati e gli chiede "Cosa ne pensi del sesso via webcam?" rimane decisamente un po' spiazzato e inizia a tossire come se si fosse strozzato con qualcosa.
Deglutisce sonoramente e si costringe a guardare il suo fidanzato, con gli occhi luccicanti e le labbra rosse leggermente aperte.
"S-Sesso via webcam?" tossisce un'ultima volta, massaggiandosi con le dita l'attaccatura del naso tra gli occhi. "Uhm, penso---Lou, tutto bene?"
Louis sembra decisamente a disagio per qualche secondo prima di borbottare qualcosa come "Sono in una profonda astinenza" che fa battere il cuore ad Harry più del dovuto. Nel senso, a Louis Tomlinson manca il suo corpo? Gli manca fare l'amore con lui? Si sente al settimo cielo, potrebbe volare addirittura.
"Comunque Lou" dice Harry dopo qualche minuto di silenzio, spaccando le labbra rosse e lucide di lucidalabbra alla ciliegia (Non giudicatelo, a casa è finito il burro di cacao) in un sorriso che fa strada anche alle fossette sulle guance bianche e morbide. "Penso che sia eccitante."
Louis deglutisce sonoramente. "A-Allora" tossicchia, cercando di mascherare le guance imbarazzate. "Ti toglieresti la maglietta per me, amore?"
Harry sente un brivido di eccitazione lungo la schiena e si affretta ad obbedire a quello che Louis gli ha chiesto indugiando un attimo prima di sollevare la stoffa dai fianchi (sa bene che Louis ha un debole per quella pelle morbida) per poi sollevarsela dalla testa e buttarsela dietro di sé.
Incrocia le gambe sul letto e si piega leggermente in avanti, mostrando a Louis le clavicole tatuate dalle rondini con la lingua rossa tra i denti candidi. "Ora che devo fare, Lou?"
Louis deglutisce di nuovo e "I pantaloni" lo sente dire, con gli occhi liquidi come se si fosse appena svegliato. "Mi fai vedere come te li togli, babe?"
Harry sapeva, sapeva che il Louis sottomesso non sarebbe durato ancora a lungo. Lo sapeva. Era ovvio che avrebbe preso il controllo, d'altronde Harry ha sempre eccitato un po' il pensiero che Louis fosse un vero e proprio dominatore.
Si sbottona gli skinny jeans neri e abbassa la cerniera lentamente, occhieggiando con un sorrisino malizioso allo sguardo famelico di Louis, che aumenta quando se li sfila del tutto e rimane solo con i boxer bianchi, tanto che lo vede portarsi una mano al cavallo dei pantaloni della tuta grigi. Bingo, pensa, sentendo il gemito del ragazzo che fa intrufolare la mano nelle proprie mutande con un'espressione completamente assorta.
"E ora? Cosa devo fare?" chiede Harry trattenendo l'impulso di imitare Louis e di accarezzarsi il cazzo attraverso i boxer, ma sa che non resisterà ancora a lungo, visto che sente l'erezione delinearsi perfettamente lì sotto. "Ordinamelo."
Louis geme e "Massaggiati lentamente, gattino, ma non andare troppo veloce. Non vogliamo che quella tua bella mano si stanchi troppo, non è vero?" ansima, facendo crescere l'erezione di Harry a dismisura.
Perché, okay, chi cazzo ha insegnato a Louis a parlare così? Ovviamente Harry non è da meno, d'altronde si vede porno da quando ha quattordici anni, può ritenersi un esperto con la E maiuscola.
Si affretta a toccarsi il membro attraverso i boxer e lo massaggia con due dita, mentre mugugna qualcosa come "Se fossi lì te lo succhierei fino a non vederci più" che fa gemere Louis più forte, mentre tira fuori il suo cazzo grande e roseo dai boxer e inizia ad accarezzarselo, stringendo il labbro inferiore tra i denti.
"Ti leccherei la punta-sì amore proprio lì-e poi me lo porterei giù fino a toccare la gola. Mi ci strofinerei il viso contro, e poi prenderei a lasciarti tanti piccoli adorabili baci intorno alle cosce, perché so che ti piace tanto, Lou."
"Fai vedere quel tuo bell'uccello a Lou, babe?" mugugna allora Louis, buttando indietro la testa e iniziando ad aumentare la velocità della mano. "Mi fai vedere come sai accarezzartelo per bene?"
Harry annuisce con enfasi e si affretta a tirarsi fuori il grosso membro violaceo e pulsante dai boxer, massaggiandoselo velocemente con le palpebre abbassate. "Louis..." ansima, ignorando le ciocche di capelli che gli cadono davanti agli occhi. Passa il pollice sulla punta e sente subito il liquido caldo pre seminale bagnargli le dita, tanto che un sorrisino gli compare sulle labbra.
"Ma guardati" geme Louis, leccandosi le labbra lascivamente. "Tutto bagnato per me, e neanche ti sto toccando io. Se fossi lì saresti già venuto urlando il mio nome dolcezza, non scherzo."
Harry aumenta il movimento della mano sull'asta e butta indietro la testa continuando a gemere il nome di Louis ininterrottamente, mentre quello ridacchia e si mette su un fianco, continuando a massaggiarsi il membro eretto.
"Stuzzicati l'interno coscia" dice Harry, mentre sente le dita dei piedi arricciarsi e le braccia venire percorse da spasmi involontari, tanto che sa che l'orgasmo lo prenderà da un attimo all'altro. "Ti fa sempre venire."
E infatti è così, visto che Louis urla un "Harry!" e viene, sporcando lo schermo del computer con delle gocce di sperma, imitato subito dal batterista.
Rimangono qualche secondo ad ansimare e a fissarsi negli occhi, prima di scoppiare a ridere fragorosamente e davvero, Harry si sente così bene che potrebbe anche vincere la maratona di New York.
•••
Dicembre
"Mh..." il Signor Amministratore aggrotta le sopracciglia e si massaggia il viso, occhieggiando all'enorme albero di Natale nel giardino del One Direction, soffermandosi soprattutto sulle renne di metallo con attaccate delle lampadine sulle corna con aria assorta. "Potremo venire scambiati per una discoteca, ma mi piace. Vai con quella spina, Kent!" esclama facendo deglutire con aria terrorizzata Olga, in piedi sulla scala dietro di loro intenta ad appendere i festoni sulle inferriate del cancello.
Le renne si illuminano in un accecante bagliore di lucine di Natale e Greg il giardiniere, ai piedi dell'enorme albero di Natale, si copre il viso con le mani, visto che la luce è tanto forte che decisamente, avrebbero tutti avuto bisogno di un paio di occhiali da sole.
"Signore, con questa roba ci beccheremo una denuncia per luci moleste dai vicini" sentenzia Kent, avvicinandosi a Greg e al Signor Amministratore imitando il giardiniere, visto che la luce è davvero davvero troppo potente e si stropiccia gli occhi, mentre le lucine colorate si muovono nel suo campo visivo ad intermittenza.
"Verremo denunciati per l'amor del cielo, non ho intenzione di raggiungere i quindici reclami come l'anno scorso! Siamo stati lo zimbello del quartiere per settimane!" esclama Olga, scendendo la scala con un'espressione sconsolata, ignorando quel "Veramente i reclami sono stati venti" di Kent, liquidandolo con un movimento della mano.
"Ohh, Olga è la vigilia di Natale, su con la vita!" la rimprovera il signor Amministratore, battendole una mano sulla spalla con aria divertita. "E ora propongo di andare al bar di fronte per gli assaggi dello spumante di stasera!"
Olga ridacchia con aria sarcastica e fa segno a Kent di abbassare la luminosità, segno che però viene ignorato, visto che l'assistente si avvia verso il bar accanto al Signor Amministratore e a Greg il giardiniere, che ha le braccia piene di piante che verranno portate poi a casa di Taylor Swift ed Ed Sheeran, che è già pronta per accogliere tutti gli abitanti del One Direction per il cenone di quella sera.
"Non sia mai che gli assaggi non si abbinino con l'arrosto." Dice Olga, aumentando il passo per raggiungerli, arrancando nella neve. "Anche se io preferirei del vino."
"Secondo me i vicini penseranno che abbiamo creato una discoteca sul tetto." conclude il giardiniere Greg, salutando Harry e Zayn pieni di buste che li salutano di rimando, occhieggiando all'Albero Di Natale abbastanza straniti per poi correre dentro scapicollandosi per le scale alla volta della casa di Ed Sheeran e Taylor Swift (hanno le buste piene dei regali per tutti i condomini.)
C'è questa tradizione, che si fa praticamente da sempre: tutti quanti cenano insieme la sera della vigilia e si giocano a poker i regali fino alle sei di mattina- sì non sono decisamente normali- finché Taylor Swift non perde la pazienza e li scaccia tutti via urlando qualcosa come "Andate a dormire, usurpatori!" ma alla fine nessuno la ascolta, perché sanno che lo dice per scherzo.
E' anche il primo Natale che passa senza di Louis (L'anno prima si erano presi a parolacce e poi il porridge era finito sulla camicia di cotone nuova di Harry, facendolo urlare come un ossesso per venti minuti) e davvero, si sente che qualcosa manca, senza considerare il fatto che è anche il suo compleanno.
Si sente che qualcosa manca perché durante le feste lui e Louis suonavano a tutte le ore, facendo così tanto rumore che veramente, è un miracolo che nessuno li abbia ancora fatti fuori, adesso il batterista è fortunato a ritenersi ancora vivo.
Se Harry chiude gli occhi e si concentra riesce a sentire il suono dell'archetto di Louis sulle corde del violino che suona qualche canzone di Natale, in piedi nel salotto di Ed Sheeran e Taylor Swift, lui tutto imbronciato perché non può suonare ed oscurarlo e tutti i condomini che lo applaudono, facendo diventare il batterista rosso d'invidia.
"Oggi facciamo una videochiamata di gruppo a Louis, non è vero?" domanda Zayn, suonando al campanello della casa di Ed Sheeran e Taylor Swift, guardando il suo amico con aria interrogativa.
"Giusto! A proposito, devo andare a prendere il portatile a casa non---"
La porta si apre e una Taylor Swift con i capelli sconvolti e gli occhi di fuori apre la porta (ogni anno si riduce così, però poi alle otto di sera quando iniziano ad arrivare tutti è di nuovo fresca come una rosa e con il trucco perfetto. Ah le donne, Harry non le capirà mai.) facendo segno loro di entrare, e appena i due ragazzi fanno il loro ingresso nell'immensa casa dei due fidanzati alle loro narici arriva subito un invitante odore di arrosto, che li fa sorridere sotto i baffi.
"Portate i regali in salone, e attenti a non urtare la tavolata che i piatti sono di vetro!" Gli urla dietro Taylor, correndo di nuovo in cucina con il grembiule sporco di sugo (Harry riesce a sentire le voci di sua madre, della signora Annabelle, la moglie del Signor Amministratore, e di altra gente conosciuta che ogni anno cucina per tutti) e camminano verso il salone gigantesco, che ha una tavolata da circa trenta posti o giù di lì, perfettamente apparecchiata.
Harry e Zayn lasciano i regali sotto l'albero di Natale, attenti a non rigare il parquet chiaro con le scarpe e si siedono sul divano, salutando Ed, arrampicato sulla scala tutto impegnato ad appendere i festoni al lampadario, con la lingua tra i denti e un'espressione decisamente concentrata.
Harry chiude gli occhi, nel sentire la voce intonata di Taylor Swift cantare dalla cucina qualcosa come " All I want for Christmas is you" e trattiene un gemito, nel sentire quella stonata di Eliza per le scale unirsi al canto (in quel fottuto palazzo si sente tutto, tutto) e non può fare a meno di sperare che nei regali ci sia un paraorecchie, perché veramente, sarebbe ben accetto.
•••
Lo schermo del portatile lampeggia e Harry si appoggia con i gomiti al bordo del tavolo, in ginocchio sul parquet e ignorando tutte le voci eccitate dei suoi condomini seduti sul divano o per terra dietro di lui.
Hanno finito di mangiare da dieci minuti (Zayn ha sentito molto la mancanza di Niall, visto che ha continuato a sospirare per tutto il tempo, ma il biondo è tornato con i nipotini in Irlanda) ed hanno deciso di videochiamare Louis, prima di iniziare i tornei di Poker (quest'anno vede Luke Hemmings molto agguerrito) e davvero, sono tutti eccitatissimi.
A) perché Louis ha spedito loro un pacco di dimensioni gigantesche con un biglietto che dice che è per tutti quanti e non vedono l'ora di scoprire cosa contiene B) perché è il suo compleanno e come si fa ogni anno devono cantargli tanti auguri C) Louis manca a tutti, veramente.
Lo schermo si illumina e il viso di Louis compare, e subito si apre in un sorriso radioso nel vedere gli occhioni verdi di Harry in primo piano -si è abbassato per far vedere al violinista il resto della stanza- e tutte le persone che scoppiano in gridolini felici, e davvero, Harry riesce a sentire la pura gioia percorrere le membra di tutti quanti.
"Buon compleanno Louis!" intonano tutti in coro, e Harry sussurra un "Sì, buon compleanno amore" che fa sorridere il violinista ancora più del dovuto.
Harry non riconosce la stanza in cui sta, ma da quello che ha capito questa sera ha fatto finta di sentirsi male per non uscire a cena con i suoi zii, con cui ha davvero un pessimo rapporto, ora più di prima.
"Grazie ragazzi, e Buon Natale a tutti voi!" Louis ride, passandosi una mano tra i capelli arruffati. "Avete passato una buona cena? Sicuramente meglio della mia, che ho mangiato da solo e ora sono chiuso nello sgabuzzino perché la donna delle pulizie mi sta cerc---Non! Je ne vais pas manger avec vous que la dinde terribles!" lo sente urlare a qualcuno che chiama il suo nome, schiaffandosi il viso con una mano.
"Scusatemi, vuole che io mangi per forza il tacchino con lei, ma è una pessima cuoca, ancora non capisco perché i miei zii l'abbiano assunta." Sorride, per poi incrociare lo sguardo di Harry. "Ti sono piaciuti i cappotti di Burberry che ti ho spedito, babe?"
E okay, ah-ah. Un silenzio tombale cade nella stanza, prima di sentire le urla di tutte le donne gridare qualcosa come "Vogliamo vedere i cappotti!" che fa sprofondare Harry nella vergogna più totale, e sa già che Gemma lo riempirà di botte, visto che non ha menzionato assolutamente con nessuno quei dannatissimi cappotti (in realtà sono tutti quattro, due da donna e due da uomo, quelli da donna sono un regalo di Louis per Gemma) quindi si alza e corre sotto l'albero di natale, prendendo i vari pacchi per poi riportarli davanti al computer, sorridendo nervosamente.
"Spero ti piacciano i tuoi Gemma" dice Louis, e la ragazza sgrana gli occhi al limite dell'inverosimile, mentre Harry le poggia sulle gambe i suoi due cappotti coperti da delle coperture di plastica bianca. "Harry mi ha detto che il tuo colore preferito è il blu quind---"
"Louis ti prego" Gemma si alza dal divano e si avvicina allo schermo del computer, facendo un sorriso radioso al violinista che arrossisce imbarazzato. "Sposa mio fratello."
E okay, adesso è Harry quello che deve arrossire, visto che tutti scoppiano a ridere e si stringe al petto i suoi due cappotti, mentre anche mamma Anne si avvicina allo schermo del computer e "Grazie per aver fatto felice i miei bambini" dice a Louis, riconoscente.
"Non potrò mai ringraziarti abbastanza."
Louis scuote il capo e "C'è una borsa di Chanel anche per lei signora Anne" aggiunge timidamente. "Spero che le piaccia."
Louis è troppo per Harry, veramente. Non sa più che fare con questo ragazzo, lo ama così tanto che sente che potrebbe addirittura uccidersi per lui, se solo glielo chiedesse.
"Grazie Lou, per tutto." Gli sussurra quindi, mentre tutti iniziano a chiedergli com'è la vita a Parigi, lo sussurra così piano per fare in modo che lo senta solo lui. Ed infatti lo sente, e al vedere il piccolo sorriso orgoglioso che gli increspa il volto androgino, non può fare a meno d'imitarlo di riflesso.
•••
Gennaio
Liam sospira per l'ennesima volta e Harry aggrotta le sopracciglia, nel vederlo strofinarsi le mani coperte dai guanti per poi sospirare di nuovo, guardando con aria assorta il lago ghiacciato con i gomiti appoggiati contro la ringhiera.
Zayn, Niall e i due bambini sono poco lontani a fare un pupazzo di neve, ma Harry e Liam non hanno potuto unirsi, il primo perché ha un raffreddore terribile, il secondo perché-beh, il secondo ha smesso di essere masochista da un po' di mesi ormai.
Harry si asciuga il naso rosso e gocciolante con una mano e fa un cenno stranito all'indirizzo di Liam, che sorride amaramente e lancia un pezzo di ghiaccio preso da terra contro la superficie del lago, facendolo infrangere in mille pezzi.
"Niall mi ha chiesto il permesso per chiedergli di andare a vivere insieme." Dice solo, e Harry capisce. Gli poggia una mano sul braccio coperto dalla giacca di pelle e si morde il labbro inferiore, catturandolo tra i denti per poi girarsi ed occhieggiare all'allegro quadretto che ispira una pura e semplice serenità dietro di loro.
Zayn ha in braccio Theo, che sta cercando di infilare la carota nella testa del pupazzo e ride ogni volta che il bimbo si lamenta perché non riesce a posizionarla al meglio; Invece Niall è chinato a terra per radunare un mucchio di neve con Beth, ma senza mai distogliere lo sguardo da Zayn, proprio come un raggio di sole che ha trovato il suo bocciolo da far crescere, da far maturare, da far fiorire.
"E tu" Harry tira su con il naso per l'ennesima volta. "e tu che gli hai detto Lee?"
Liam si gira a sua volta e guarda con dolcezza la scena famigliare, ma nei suoi occhi scuri Harry riesce ad intravedere quella punta di rimpianto che non avrebbe abbandonato mai, neanche passassero mille anni.
"Ho detto di sì" sorride Liam, alzando gli occhi al cielo carico di nuvole bianche. "Sai Hazza, non ti ho detto una cosa. Non ti ho mai detto cos'è successo quando io e Zayn siamo andati da Niall a chiedere il suo perdono."
Il batterista si volta verso di lui e piega leggermente la testa, facendo in modo che i ciuffi che gli fuoriescono dal cappello di lana verde gli vadano a solleticare il mento. (Ha dei capelli davvero molto lunghi, già.)
"Cos'è successo?" domanda cautamente, prendendo un fazzoletto dalla tasca del cappotto e soffiandosi il naso otturato con enfasi. "In effetti non mi avete mai detto come Niall ha perdonato Zayn."
"Se non ci fossi stato io, non credo che l'avrebbe perdonato. L'ho portato da una parte a parlare per ben un'ora e mezza, gli ho spiegato ogni singola cosa dall'inizio, gli ho confidato cose che nemmeno tu sai. Ho pianto davanti a lui, abbiamo pianto insieme e ci siamo abbracciati e vuoi sapere che mi ha detto?" Liam sorride e si asciuga una lacrima solitaria che gli è scesa dagli occhi. "Mi ha detto che gli dispiaceva. Mi ha detto che gli dispiaceva di averlo portato via da me, e che lo avrebbe lasciato andare, perché io mi meritavo il suo amore molto più di lui."
"Ma non l'ha fatto." Osserva Harry, sospirando pesantemente.
"No, non l'ha fatto. Ma solamente perché io gli ho detto che con me Zayn non avrebbe mai potuto essere felice come sarebbe stato con lui. E allora, mi ha detto un'altra cosa. Mi ha detto che lui-mi ha detto che lui avrebbe amato Zayn anche per me, che avrebbe tenuto sempre in conto il mio amore infinito nei suoi confronti. Che lo avremmo amato in due, Zayn Malik, solo che lui gli avrebbe accarezzato il viso e baciato le labbra mentre io avrei fatto l'amore con la sua ombra e sorriso con dolcezza al suo ideale. E a me va bene così, sai Harry? D'altronde non penso che sarei mai stato in grado di amare Zayn come si meriterebbe, ma allo stesso tempo capisci perché non potrò mai amare davvero un'altra persona? Perché per quanto io mi ci impegni, per quanto io ci provi..."
Liam guarda il corpo magro ed esile di Zayn, che solleva Theo sulle sue spalle e gli accarezza i capelli, con un sorriso radioso che illumina i suoi occhi scuri, brillanti come pietre d'alabastro. "Torno da lui. Sempre."
Harry non si è accorto che gli occhi gli si sono fatti umidi e che ha un dolore al petto fino a quando un singhiozzo non gli esce dalle labbra, per poi stringere il suo amico in un abbraccio.
"Fa male a me, Lee..." sussurra, asciugandosi il viso. "Mi dispiace che sia andata così. Mi dispiace così tanto."
Fa un passo indietro e sorride, tirando con forza su con il naso. "Ma mi fai un favore Liam? Prova a vedere come va con Sophia, prova ad immaginare che Zayn non sia mai esistito. Provaci, veramente."
Liam sorride amaramente e "Ci proverò." dice, tirando un altro pezzo di ghiaccio nel laghetto, questa volta rompendo la lastra per poi sciogliersi nell'acqua fino a scomparire del tutto.
Dietro di loro, Niall e Zayn continuano a ridere.
•••
Harry si soffia il naso rumorosamente e butta il fazzoletto sporco nel cestino accanto al letto, stringendosi sulle gambe distese sul materasso il cellulare con la chat di WhatsApp di Louis aperta, che gli sta mandando continui cuori rossi che fanno sorridere Harry e alzare gli occhi al cielo.
-Dolcezza non ignorarmi :(((- scrive Louis, mentre Harry non fa in tempo a digitare una risposta che un altro messaggio gli arriva in fretta e furia, completo di emoticon di una faccina che piange.
- Lo so che non ti senti bene per il raffreddore cuore mio, ma ho davvero bisogno di parlare con qualcuno. Sto aspettando la mia insegnante di violino e mi annoio.-
Harry aggrotta le sopracciglia e -Da quando in qua hai un'insegnante di violino?- digita, con un emoticon dall'aria interrogativa. -Cuore mio, aww Lou.- aggiunge, riempiendo la chat di cuori tutti di diversi tra loro.
-Anche i più grandi hanno bisogno di continuare ad imparare, Hazza baby ;) Ora vado, che l'insegnante è arrivata. Ci sentiamo dopo, riposati un poco se riesci amore mio, fallo per me okay? Se fossi lì ti preparerei una bella tazza di the caldo con il miele e i biscotti a limone. Mi manchi tanto, buon riposo.-
Harry sente una piacevole sensazione di calore espandersi all'altezza del petto e ricade con il capo sui cuscini, portandosi una mano al cuore. -Grazie- scrive velocemente. -Ti amo.-
Non si addormenta finché non vede il -Ti amo anche io, ogni giorno di più.- di Louis comparire sullo schermo.
•••
Febbraio
"Comunicazione di servizio, il signor Festeggiato ventenne Harry Styles è atteso in Portineria per ricevere il suo regalo di compleanno da parte del suo Sugardaddy Louis Tomlinson---che cosa dice signor Irwin? Il signor Irwin qui, Signor Festeggiato, sta ipotizzando che il regalo dell'ultramilionario sopracitato Louis Tomlinson sia nuova batteria, ma potrebbe essere anche una nuova panchina come quella che ha regalato al condominio a Natale, chi può saperlo. E ora diamo la linea al---"
Olga stacca la spina del microfono a Michael Clifford, che la guarda con finta aria oltraggiata, e fulmina con lo sguardo i due ragazzi seduti sulle sedie che di solito sono occupate dalle portinaie, mettendosi le mani sui fianchi minacciosamente.
"Quante volte vi devo dire, Michael e Ashton, che il microfono si usa solo nelle serate karaoke?" chiede, digrignando i denti. "Dio, quanto odio questo lavoro."
"Scusa Olga, ma è mezzogiorno e Harry ancora non si è svegliato! Siamo curiosi di vedere il suo regalo di compleanno e---"
Un rumore affrettato di passi si sente scendere giù per le scale e un affannato Harry Styles fa la sua comparsa in portineria, in pigiama e con i capelli scompigliati. "È arrivato il mio regalo?" esclama, con gli occhi che gli brillano di gioia. "E grazie per avermi avvisato, comunque!"
"Buon compleanno Harry!" esclamano tutti e tre in coro, mentre il batterista si avvicina all'enorme pacco con aria circospetta e lo guarda aggrottando le ciglia (Harry non ha paura che fuori ne esca un cavallo, certo che no!) e si gira, sorridendo grato. "Grazie! Ma---che ci fate voi due al posto di Eliza e Mary Rose?" domanda, sbattendo lentamente le folte ciglia.
"Sono andate al mercato a fare la spesa per la tua festa a sorpresa." esclama Michael come se niente fosse, guadagnandosi uno schiaffo sulla nuca da parte di Olga e un'occhiata sconsolata da Ashton.
"E' il sesto anno di seguito che proviamo ad organizzargli una festa a sorpresa e ovviamente qualcuno deve sempre rovinare tutto!" si lamenta Olga, mentre Harry si affretta a tamburellare sul cartone che avvolge l'enorme pacco, con un sorrisino divertito sul viso. "Aspetta, ma tu hai sabotato anche il party a sorpresa per la promozione del signor Hood, tempo fa! Sei un incivile!"
"Farò finta di non aver sentito" si affretta ad affermare Harry, salutando Kent che fa il suo ingresso nella portineria con la posta sotto braccio (il postino ha paura ad entrare nel One Direction, ed Harry non lo biasima per niente) che gli augura subito un allegro "Buon compleanno!" che lo fa sorridere un'altra volta.
"Secondo me è una batteria, te l'ho detto." Dice Ashton, avvicinandosi a Harry, mentre quest'ultimo prende ad aprire il cartone, eccitato. "E sicuramente sarà una bella bambina."
E infatti è così. Davanti ad Harry c'è---c'è la batteria più bella che avesse mai potuto immaginare, già montata e con i tamburi neri che fanno quasi sentire male Harry, tanto che si deve sedere a terra.
"Porca puttana amico." Dice solo Ashton, e i due batteristi si scambiano un'occhiata, mentre anche Michael e i due assistenti si avvicinano a loro. "Voglio anche io una persona in grado di regalarmi questo bel gioiellino."
Harry arrossisce vistosamente.
•••
Che è San Valentino, Harry lo capisce perfettamente.
Nel senso, le portinaie sono super eccitate per la festa a cui andranno quella sera con la speranza di accaparrarsi un uomo come ogni anno, e poi Luke Hemmings va in giro su quelle lunghe gambe da stambecco che si ritrova, con un sorriso estasiato sul viso, a regalare rose rosse ai passanti.
Harry prima ha visto Calum Hood prenderlo per i fianchi e baciarlo appassionatamente contro l'albero in giardino, per poi lasciarlo andare con una pacca sonora sul suo sedere sodo, che ha fatto lanciare a Luke un finto versetto scandalizzato.
Harry è felice per il suo amico, davvero, così com'è felice per la rosa rossa che Liam ha regalato a Sophia timidamente e per Zayn e Niall che vanno a cena fuori in un ristorante di lusso.
E' contento anche per Ed Sheeran, che quella mattina alle sei è sceso in cortile e ha iniziato a suonare la chitarra e a cantare una delle sue solite meravigliose canzoni d'amore (Harry sa che ne ha scritte anche su lui e Louis, in quel palazzo evidentemente tutti sono stati da sempre convinti che un giorno si sarebbero messi insieme, ed infatti è successo) fino a quando Taylor Swift non si è affacciata dalla finestra con gli occhi gonfi di sonno ed Ed è arrossito profondamente sulle guance, mentre la bionda ha iniziato ad accorgersi della situazione e si è coperta la bocca con la mano con gli occhi lucidi di lacrime. "Mi vuoi sposare, mia stella del mattino?" ha urlato Ed, sotto le urla di giubilo di tutti, e Harry si è commosso, veramente, nel vedere Taylor scendere in cortile solo in vestaglia e pantofole per poi correre da Ed e baciarlo forte sulle labbra, piangendo e biascicando qualcosa come "Certo che ti sposo, amore mio."
Si arrotola la sciarpa con forza intorno al collo e inizia a camminare verso il supermercato (sua madre gli ha chiesto espressamente di fare la spesa al posto suo quella mattina) e comunque, si dice, non è che lui non può dirsi infelice.
Ha iniziato a lavorare al bar con Sophia e Eleanor e non guadagna tantissimo, ma per adesso va bene così, non gli servono i soldi. (Okay, Harry ama i soldi come tutti, ma questo nessuno deve necessariamente saperlo, perché è sicuro che Louis lo ricoprirebbe di banconote e non sarebbe proprio il caso.)
Passa davanti al fioraio vicino al supermercato e si blocca, quando la voce dell'uomo anziano chiama il suo nome con forza. Aggrotta le sopracciglia e si avvicina al fioraio, con cui poi non ha mai parlato, quindi non si spiega proprio come sappia il suo nome.
"La posso aiutare, signore?" domanda Harry cordialmente, occhieggiando ai fiori colorati nei vasi. "Come fa a sapere come mi chiamo?"
L'uomo ride e gli porge un mazzo di rose bianche e rosa cenere, che fanno arrossire Harry a dismisura. "Queste sono per te, ragazzo."
Il batterista afferra il mazzo, decisamente sconvolto, nello stesso momento che il telefono vibra nella tasca dei suoi pantaloni. Lo tira fuori con una mano, tenendo l'enorme mazzo nell'altra, appoggiandolo sulla clavicola, e fa un sorriso sconsolato ,nel leggere il messaggio che gli è appena arrivato su WhatsApp.
-A quest'ora dovresti aver ricevuto i tuoi fiori, quindi....Buon San Valentino, amore mio!-
Ama Louis in un modo che non crede neanche possibile.
•••
Marzo
Harry allarga le gambe sul copriletto e si porta un dito all'orifizio umido e bagnato, con il sedere sollevato da un cuscino e si compiace immensamente, mentre sente i gemiti di Louis dal portatile davanti a lui, che si sta masturbando nella stessa posizione, con la testa gettata all'indietro e le guance chiazzate di rosso.
"Guardami mente mi apro per te, Lou." Dice Harry, spingendosi a fondo il dito, arcuandolo verso l'interno e iniziando a muoverlo circolarmente, sforbiciando a destra e a sinistra. "Ti prego, guardami."
Harry non ha ben capito perché la situazione si sia capovolta, d'altronde la prima volta che hanno fatto l'amore è stato Louis a prenderlo, ed adesso---Harry non riesce ad immaginare il suo cazzo tra le natiche sode di Louis, riesce solo a pensare al suo, di sedere, sfondato con forza dal membro eccitato e duro del violinista.
Deve essere stata una specie---una specie di debolezza prima di partire per Louis, si dice Harry. Ma comunque, lui non fa troppe discriminazioni, è piuttosto versatile a dirla tutta.
Si spinge un secondo dito nella fessura e inizia a muovere il polso velocemente, scopandosi da solo e cercando di trattenere i gemiti che gli grattano la gola, rumorosi.
Aggiunge un terzo dito, ma Louis lo ferma, lanciandogli un'occhiata che lo fulmina in pieno. "Non verrai dalle tue dita, babe. Verrai solo dal mio cazzo, non è vero che non vedi l'ora di sentirtelo in quel bellissimo buchetto, eh?" Harry estrae le dita dal suo orifizio bagnato e slabbrato e rotola su un fianco, per poi prendere il dildo rosa nel cassetto del condominio con le guance rosse complete delle solite fossette birichine.
"Ecco tesoro, bravo." mormora Louis, aumentando la velocità della mano sul suo membro. "Ora che dici, ti va di metterti sulle mani e sulle ginocchia per me? Così da bravo, mostrami quel tuo piccolo adorabile sedere." Harry obbedisce e si mette a carponi, prendendo il dildo con una mano e stringendolo forte, mentre sa che Louis sta facendo un'accurata radiografia al suo posteriore. "Sei sempre così bravo per me, non è vero baby?"
Harry geme e "Sì" ansima, mentre cerca di frenare la voglia di spingersi il dildo nell'orifizio in un millesimo di secondo. " Sono sempre così bravo solo per te... daddy."
Sono mesi che Harry ha in serbo questo asso della manica, e sono mesi che ha il terrore di usarlo come la peggiore pornostar ma---adesso l'ha fatto. E da quanto può sentire da Louis che geme forte dietro di lui, deve essere stata proprio un'ottima mossa.
"Chi cazzo ti ha insegnato a parlare... lascia perdere non voglio saperlo. Che dici amore, inizi a spingerti dentro quel bel giocattolino? Fammi vedere come...sì, così baby. Vai più piano, non vorrai venire subito?"
Harry si spinge dentro l'orifizio il dildo rosa, superando con lentezza il primo anello di muscoli, e subito una sensazione di calore lo invade da cima a fondo, accompagnata dai continui versi eccitati di Louis, che fanno crescere a dismisura la sua erezione, che ormai gli sbatte sullo stomaco per quanto è gonfia e dura.
Inizia a muovere il dildo velocemente, spingendolo dentro avanti e indietro e immaginando il cazzo di Louis penetrarlo a fondo, quasi fino ad appannargli la vista e a privarlo dell'uso dei cinque sensi; la plastica del dildo sfrega contro la sua carne interna, ma Harry non vi bada e inizia ad ansimare forte il nome di Louis, portandosi una mano al suo membro eccitato, con l'intento di darsi piacere. (anche se già così potrebbe venire nel giro di cinque secondi.)
"Harry, baby, mi fai vedere come ti tocchi?" Louis parla dietro di lui, ed Harry obbedisce in fretta, scopandosi il pugno con forza e continuandosi a spingere il dildo tra le natiche, buttando indietro la testa e ignorando le gocce di sudore che gli scivolano sul collo.
E' un attimo, il batterista non fa in tempo ad ansimare un "Ci sono quasi, daddy, posso venire?" che si accascia sul materasso con il pugno sporco di sperma e il respiro affannato, che gli fa alzare e abbassare il torace a scatti.
Si gira verso la webcam e fa in tempo a vedere Louis venire, buttando indietro la testa sul cuscino e spingendola a fondo come a voler essere seppellito dalle piume. Rimangono per qualche minuto a fissarsi, prima che Louis alzi la testa dal cuscino e guardi Harry con un sopracciglio alzato.
"Daddy?" domanda, con un sorrisetto malizioso sul viso. "Dovresti chiamarmi così più spesso, amore. Non sapevo che ti piacessero...queste cose."
Harry, solamente, scoppia a ridere.
•••
Aprile
Zayn prende un sorso di birra e accavalla le gambe, seduto sulla sedia del solito bar e sorride ad Harry, che si siede davanti a lui asciugandosi il sudore dalla fronte (sta lavorando da parecchie ore ed è veramente esausto) ma con gli occhi felici al pensiero che ha appena finito il turno.
"Stai bene, Zay?" domanda il riccio, sbadigliando sonoramente e tirando fuori un foulard che gli ha regalato Louis dalla tasca dei jeans, legandoselo intorno alla testa stringendo il labbro inferiore tra i denti. "Ti vedo pensieroso."
"È che...Niall mi ha chiesto di andare a vivere con lui." Il moro sospira pesantemente, prima di dire qualcos'altro. "Vorrei chiedere a Lee se per lui va bene, Harry."
Il riccio sorride amaramente, appoggiando i gomiti sul tavolo. "Liam già lo sa. Niall gli ha chiesto il permesso mesi fa, ed ha detto di sì."
"Non...non ha detto di no? Io pensavo che provasse---provasse ancora dei sentimenti nei miei confronti." Zayn arrossisce furiosamente sulle guance e guarda la poca birra rimasta dentro il bicchiere con un cipiglio doloroso. "Forse si è davvero innamorato di quella Sophia?"
Harry non si sente la persona che può dargli spiegazioni al momento. Perciò inspira profondamente e intreccia le braccia sul petto, piegando leggermente la testa per guardare meglio il ragazzo.
"Zayn, tu non hai ancora capito che Liam ti amerà per tutta la vita, non è vero?" dice solo, facendo chinare il capo al suo amico.
Il moro deglutisce e si stropiccia gli occhi stanchi, annuendo quasi impercettibilmente.
"E' che...anche io lo amo, in un certo senso. Ma non in quel modo-come si meriterebbe di essere amato lui. Mi dispiace così tanto di non poterlo amare davvero Harry, lo sai?"
"Lo so. Lo so benissimo."
•••
Zayn va a vivere a casa di Niall il quindici aprile, e davvero, Harry pensa che si ricorderà per sempre la sfilata che tutti gli abitanti del One Direction fanno in portineria per salutarlo. La mamma di Zayn è commossa, Harry lo vede dai suoi occhi lucidi, così come le sue sorelle, che lo abbracciano una dopo l'altra con forza.
Il Signor Amministratore da una pacca sulle spalle di Zayn e gli dice solennemente, schiarendosi la voce (sicuramente sua moglie Annabelle deve avergli preparato il discorso come fa sempre, sinceramente Harry si chiede spesso il perché non sia lei l'amministratrice del condominio) e guardandolo fisso negli occhi.
"Sei comunque invitato alle ricorrenze festive che festeggiamo sempre con Neil e i bambini. Una volta che abiti al One Direction, ci abiti per sempre! Oh---Olga, Kent, questo dovrebbe diventare il nostro motto, è da un po' di giorni che ci penso, segnatevelo!" Harry ride, nel vedere i due assistenti frugarsi nelle tasche dei pantaloni con aria disperata per cercare dei fogli su cui scrivere la frase.
"Grazie signore, ma per me rimarrà tutto come prima" replica Zayn, sorridendo. " Non vado mica in guerra, e poi la mia moto sta in questo garage e non intendo spostarla da qua! Mi rivedrete ogni giorno."
Tutti quanti ridono e Zayn inizia a salutarli uno dopo l'altro, regalando baci, baci sulle guance e pacche sulle spalle come se fossero caramelle.
Quando arriva davanti ad Harry lo abbraccia forte, e il batterista seppellisce il naso nella sua spalla, con un sorriso sulle labbra. "Ti voglio bene, Zay. Grazie di essere cresciuto con me." Gli sussurra all'orecchio. "Grazie di aver reso la mia infanzia migliore."
Zayn fa un passo indietro e gli sorride di riflesso. "No Harry, grazie a te."
Quando arriva davanti a Liam, il batterista sente il battito del suo cuore crescere nel petto come un tamburo, riesce perfino a contare i battiti, per quanto è forte.
"E così..." mormora Liam con gli occhi bassi, mentre tutti gli abitanti del One Direction iniziano a rientrare nelle loro abitazioni, sapendo perfettamente che quella è una situazione molto delicata. Rimangono nell'androne solo Zayn, Liam e Harry, come tre statue greche immobili e dritte come fusi. "E' finita, non è vero?"
Zayn sorride amaramente, e fa un passo in avanti, avvolgendo i fianchi di Liam con le braccia per poi stringerselo contro ed è come se due luci luminose si unissero in una sola, accecando quasi il batterista.
"Mi dispiace, Lee." Zayn alza il viso dalla sua spalla e poggia la fronte sulla sua, iniziando a respirargli sulle labbra. "Mi dispiace così tanto."
Harry inizia a salire le scale, con il cuore che piange nel petto e non può fare a meno di pensare, mentre vede Zayn baciare Liam sull'angolo delle labbra, per poi fare un passo indietro e far scivolare via la mano dalla sua, districando le loro dita da quell'intreccio, che questo è proprio L'Addio.
•••
Maggio
"C'è un problema, Harry." Eleanor Calder entra nel reparto dedicato al personale del bar e si rivolge al batterista, impegnato a farsi allacciare il grembiule dietro la schiena da Sophia, ed entrambi la fissano con delle espressioni interrogative sui loro visi.
"Oggi c'è la serata più importante del mese e la band ci ha dato buca, quindi devi suonare tu."
Harry strabuzza gli occhi e scuote con forza il capo, incrociando le braccia sul petto. "Non se ne parla! E poi scusa, che senso ha un tizio in batteria che suona? E' imbarazzante!" esclama, facendo ridacchiare Sophia sotto i baffi.
"Non lo so, chiama qualche tuo amico, ma sei la nostra unica speranza! Poi sono sicuro che il capo ti pagherà di più lo sai..."
Harry a quelle parole si illumina e corre a prendere il cellulare dalla tasca dei pantaloni, digitando velocemente il numero di Ashton perché, andiamo, gli servono i soldi! E se lo porta all'orecchio, arricciandosi una ciocca di capelli intorno al dito. "Irwin?" dice, una volta che la voce assonnata del ragazzo gli risponde. "Amico, ti va di suonare un po'?"
•••
E' un fottuto...un fottuto successo.
Harry non si è mai sentito così, acclamato da tante persone ed è veramente il paradiso. E' davvero questo, quello che prova Louis quando sente tutti le ovazioni alla fine dei suoi concerti , quella sensazione di profondo imbarazzo, che ti fa chiedere "ma sono davvero io la persona che sta ricevendo tutti questi applausi?" ma che ti fa anche sentire così felice da poter toccare, accarezzare le nuvole con un solo salto?
Se è questo, quello che si prova sempre, Harry vuole provarlo altre volte. Vuole piacere davvero agli altri, fare amare la sua persona e il suo animo interiore. Mentre suonava e sentiva i muscoli delle braccia vibrare, buttando indietro la testa e i capelli sudati, si è sentito...vivo, e perfino il padrone del bar gli ha fatto i complimenti e gli ha chiesto di suonare di nuovo, perché è davvero bravo (sue testuali parole) e gli ha aumentato la paga, anche di parecchio.
Harry è corso fuori dal bar, una volta che non c'era più nessuno ed ha urlato così tanto, con la felicità che gli ha fatto piangere tante lacrime dolci, bagnandogli il viso e le labbra rosse.
Ha portato Gemma e sua madre a cena la sera dopo, considerando che loro non escono mai se non quando c'è qualche ricorrenza speciale, e si è sentito così bene, mentre sua mamma gli ha dato un bacio sulla fronte e gli ha sussurrato "Grazie tesoro." facendo aumentare l'orgoglio che palpita nel suo cuore a dismisura.
Il batterista sorride e si lascia cadere sul letto, aspettando che Louis entri su Skype, e non può far a meno di lanciare l'ennesimo gridolino di gioia, soffocato dalla bocca contro il cuscino.
Non sa gestire tutte queste emozioni positive.
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E' uno degli ultimi giorni di Maggio, quando succede; lo vede Greg il giardiniere, scendere le scale in un completo nero elegante e con una borsa sotto il braccio, camminando in cortile come niente fosse. E' alto, con i capelli leggermente brizzolati e gli occhi scuri e come da copione Greg fa cadere il rastrello a terra e si porta le mani alla bocca.Perché quello è Simon Cowell, ed esiste davvero, non è una leggenda condominiale come avevano da sempre immaginato!
Persino Eliza e Mary Rose lo guardano passare con gli occhi di fuori e Harry, che in quel momento è seduto in cortile con il portatile sulle gambe mentre cerca di videochiamare Louis con il wi-fi condominiale, che però è veramente lento (è rimasto chiuso fuori casa) spalanca la bocca ed è un miracolo che non gli entri dentro qualche mosca.
Simon Cowell si ferma davanti alla panchina di Harry e si schiarisce la voce, mentre il batterista sbatte le palpebre, stranito.
"Harry Styles? Chiudi quella bocca, ragazzo. Ho visto un tuo video su You Tube, vorresti fare un provino per una band emergente a cui serve un batterista? Si chiamano White Eskimo, e sono già abbastanza famosi sul mercato. Spero che ci penserai, ti ho sentito e sei molto bravo." Esclama, mentre Harry si porta una mano al viso e sente gli occhi riempirsi di lacrime perché---non è possibile.
Deve essere un sogno, è una cosa troppo bella per essere vera, nel senso: un noto discografico gli sta offrendo un lavoro? Un vero lavoro, che gli permetterà di suonare in una band? Si alza in piedi tutto tremante e poggia il portatile sulla panchina, facendo uno slancio e abbracciando con forza il produttore, che si irrigidisce contro la sua stretta. (Deve essere un tipo non molto abituato alle manifestazioni d'affetto.)
"D-Davvero? Lei sta dicendo che...oh dio, non so come ringraziarla! Come potrei-" Harry si accorge che sta singhiozzando e che gli manca il respiro, mentre Cowell lo guarda leggermente intenerito.
"Te lo meriti." Dice solo, e Harry piange più forte.
Quando poi qualche minuto dopo, chiama Louis in lacrime biascicando il suo nome, facendo preoccupare immensamente il violinista che gli chiede "Raggio di sole, è successo qualcosa? Tu stai bene?" a cui risponde semplicemente con un "Niente Lou, sono felice!" tra le lacrime che gli fanno tremare il cuore, e si sente così bene e in forze che potrebbe arrivare in Francia da lui a nuoto.
E sempre quando Louis dopo qualche secondo di silenzio dice "Se sei felice tu lo sono anche io." Harry crede che tutta questa gioia non può essere reale, veramente.
•••
Giugno
"Allora i White Eskimo stanno andando bene, non è vero Harry?"
Zayn smette di accarezzare per un attimo i capelli biondi di Niall, che ha la testa sulle sue gambe e gli occhi chiusi e guarda il suo amico, che è sdraiato sull'erba intento a messaggiare con Louis (sta aspettando la sua insegnate di violino e ovviamente è annoiato) che annuisce, senza staccare gli occhi dallo schermo.
"Si, con la fine dell'estate incideremo un cd molto probabilmente, e non vedo l'ora." Dice allegramente, digitando qualcosa. Alza il viso e mostra le fossette a Zayn, che sorride di rimando. "E' davvero bello fare parte di qualcosa, Zay."
"Mhh" il moro sorride, chinandosi per posare un bacio delicato sulla fronte rosea di Niall. "Sono contento per te amico, davvero. Ma Liam e Sophia si sono persi da quel carretto dei gelati?" aggiunge, guardando in lontananza per cercare di individuare i due ragazzi che dovrebbero tornare da un momento all'altro con i gelati per tutti.
"Lasciali perdere, sono tanto carini!" trilla Niall, alzando la testa dalle gambe di Zayn e mettendosi seduto, incrociando le braccia contro il petto. "Sono adorabili, se non ci fossi tu Zay penso che sarei innamorato di loro due, nel senso loro due insieme. Dovremmo uscirci più spesso, sai?"
E sì, in effetti Niall è innamorato di Liam e Sophia, visto che gli si appiccica continuamente e li segue ovunque (ad Harry fa molto ridere questa situazione) mentre Zyan non può fare a meno di seguirlo, con un po' meno entusiasmo, ma lo imita comunque.
Harry ultimamente è sempre più eccitato invece, perché mancano solo due mesi al ritorno di Louis e non sta più nella pelle, davvero. Tutti questi mesi di lontananza gli hanno fatto capire che lo ama ancora più di prima, li hanno resi entrambi più forti e in grado di amarsi senza alcuna restrizione.
"Gemma continua ad agitarsi per la sua laurea, che è domani" borbotta Harry dopo un po', mordendosi il labbro inferiore ma lasciando un piccolo sorrisino spaccargli le labbra. "Sono tanto felice per lei."
"E lo credo bene, sono anni che non fa altro che studiare!" Zayn ride, seguito a ruota da Niall. "Penso che dopo si darà alla pazza gioia, Haz."
Niall si alza in piedi e agita la mano, urlando qualcosa come "Yuhuhu, Lee, Soph! Siamo qui!" nel vedere i due ragazzi in lontananza, ed Harry è sicuro che i due poveretti avranno alzato gli occhi al cielo della disperazione e davvero, li comprende.
•••
La festa a casa di Ed Sheeran e Taylor Swift (che ha proposito, si sposeranno a dicembre prossimo!) per la laurea di Gemma, è davvero carina.
La tavolata è piena di cibo e tutti ridono e parlano tra loro, mentre la festeggiata è seduta a capo tavola con il cappello da laureanda sul capo e un sorriso radioso che le illumina tutto il viso. Harry è così fiero di lei, veramente, visto che è riuscita dove lui non l'ha fatto ed è sicuro che diventerà un'avvocatessa con i fiocchi. (E anche molto temibile.)
Sta per domandare alla signora Hood di passargli il sale, quando qualcuno bussa con forza alla porta e tutti si zittiscono perché, chi può essere? Ormai sono tutti lì, un po' stretti come al solito seduti sulle sedie di plastica da giardino, ma sono tutti lì.
Taylor si alza dalla sedia e va ad aprire, camminando per il salone rumorosamente facendo in modo che l'unico rumore che si senta sia il ticchettio dei suoi tacchi per il salone e Harry deglutisce, inghiottendo l'ultimo pezzo di carne rimasto nel piatto.
Tutti quanti si sporgono con il corpo verso l'ingresso (Kent rischia di cadere dalla sedia) e aggrottano le sopracciglia nel sentire un urletto maschile e un rumore di passi veloci lungo le scale, per poi di nuovo silenzio. Ed sta per alzarsi dalla sua sedia, quando Taylor rientra nella stanza con un'espressione un po' accigliata e una busta gialla in mano.
"Era, ehm il postino" dice, sbattendo le palpebre. "Penso si sia spaventato perché abbiamo messo fuori il cartello che dice che siamo tutti qui e quindi è dovuto per forza salire...di solito non lo fa mai. E comunque, questa busta proviene da Parigi" tutti gli sguardi vanno subito addosso ad Harry che alza gli occhi al cielo-Dio, Louis è così prevedibile! e fa le spallucce "Ed è per dottoressa Gemma Styles." Aggiunge Taylor poggiando la busta sul tavolo davanti alla laureanda, che sgrana gli occhi, stupita.
Taylor si risiede al suo posto ed Eliza, eccitata, salta su con un "Beh, che aspetti ad aprirla!" approvato da tutti quanti, che iniziano a chiedersi a gran voce che cosa possa contenere la busta.
Gemma alza gli occhi al cielo e "Okay, okay!" esclama, divertita. "La apro."
Harry non sa assolutamente cosa può aver combinato Louis questa volta, visto che non gli ha detto assolutamente niente e non sa se sentirsi lusingato o escluso dai piani.
Per questo si morde il labbro inferiore, quando Gemma apre la busta gialla e rimane a fissare il suo contenuto spalancando la bocca e sgranando gli occhi, mentre tutti trattengono il respiro. Posa la busta mezza aperta sul tavolo e tira fuori-una chiave? E' una chiave, Harry la riconosce, è una fottuta chiave di un auto.
Sta per fare qualcosa di incredibilmente stupido quando il suo cellulare inizia a squillare e salta sul posto, come folgorato. Tutti quanti si girano di nuovo verso di lui e il batterista si affretta a rispondere, giocherellando con il tessuto dei pantaloni.
"Louis?" domanda, e tutti quanti continuano a rimanere in silenzio, curiosi. "Potresti passarmi tua sorella, tesoro?" replica il violinista e davvero, Harry non sa più che pesci prendere con lui.
Si alza dalla sedia e passa il telefono a Gemma, sillabando un "E' per te." che fa aggrottare le sopracciglia alla ragazza più del dovuto. La laureanda prende il cellulare e "Louis?" chiede, incerta.
"Ah-ah, ce l'ho. Che cos'è?" Gemma continua a parlare, e Harry riesce a sentire la vocina di Louis darle delle indicazioni dall'altra parte della cornetta. "Okay, mi sto alzando" La ragazza si alza e va verso la finestra, fermandosi un attimo prima di aprire le imposte.
"Devo aprirla?" la sente domandare Harry e in quel momento capisce che cos'ha fatto Louis e si sente come se un calore bruciante, un liquido bollente gli inondasse le membra per farlo sentire in paradiso.
Gemma apre le imposte e si sporge con la testa, lanciando un urlo altissimo. "Stai scherzando, Tomlinson? C'è una fottuta Mercedes parcheggiata qui fuori. Rispondi Tomlinson, mi hai regalato una fottuta Mercedes?"
Harry si copre il viso con le mani e sente un sorriso di dimensioni bibliche crescergli sotto i palmi, mentre Gemma chiude rumorosamente le imposte e dice qualcosa come "Aspetta un attimo in linea che devo parlare con una persona."
E ovviamente nel giro di pochi secondi Harry sente una presenza inquietante che si pressa contro le sue spalle. "Te l'ho detto una volta e te lo ridico ora" sibila Gemma melliflua al suo orecchio, mentre tutti iniziano a ridere (in quel condominio non ci si annoia mai, veramente.)
"Se non sposi Louis Tomlinson ti diseredo dal mio testamento, giuro su dio. Dove lo trovo un altro cognato che mi regala cose del genere?"
Harry sente Louis scoppiare a ridere, dall'altra parte della cornetta, unendosi all'allegria collettiva.
•••
Luglio
"Signor Amministratore, sono finiti i cocomeri!"
Olga cammina verso l'ombrellone del Signor Amministratore e consorte, saltellando perché la sabbia è bollente, tenendo tra le braccia tre meloni, imitata da Kent, che però invece ne ha quattro. "Non è che posso pensare sempre a tutto io, e quest'anno nessuno si è premurato di procurarseli. Quindi, vi beccate i meloni che offrono i signori del bar!" conclude facendo cadere tutti i frutti su un telo, fulminando Kent con un'occhiata, visto che si è distratto nel veder passare una bella ragazza dai folti capelli rossi.
L'assistente maschio si riscuote in fretta dal suo torpore si affretta a sorridere nervosamente ad Olga, poggiando i meloni accanto ai suoi.
"Signor Amministratore, ma mi sta ascoltando?" domanda di nuovo Olga all'uomo spaparanzato sul lettino, passandosi una mano sul viso, trattenendo un profondo sospiro.
"Penso stia dormendo, passiamo più radi." Borbotta Kent, spingendola via. "Che dici, ti va di fare una passeggiata?"
Harry sorride, seduto su un telo poco lontano, nel vedere l'espressione leggermente più rilassata di Olga nel camminare accanto all'altro assistente.
Sbadiglia sonoramente e incrocia le braccia dietro la nuca, socchiudendo gli occhi e stendendo le gambe sul telo, sfiorando con le dita dei piedi i capelli di Gemma, che è sdraiata a pochi centimetri da lui.
"Se non la smetti di toccarmi la testa con quelle dita lerce che ti ritrovi te le taglierò con un coltello da cucina questa notte Harold." Dice minacciosamente dopo qualche secondo, e il batterista si affretta a ritirare i piedi, ridacchiando.
"Mi ricordo quando tu e Louis avete pomiciato alla grande qui, l'anno scorso." Esordisce Gemma dopo qualche minuto, facendo arrossare leggermente le guance di suo fratello minore.
"Vi siete spalmati sull'asciugamano e poi ti ha ficcato la sua lingua in gola...ommiodio che schifo!" conclude, passandosi una mano sul viso per scacciare cattivi ricordi.
Harry sospira pesantemente e sorride, portandosi le mani alle guance rosse, che scottano d'imbarazzo sotto il suo tocco. "Il nostro primo bacio..." mormora, sentendo il cuore battergli con forza nel petto, mentre Gemma lo guarda e fa un verso disgustato, facendo finta di vomitare.
"Sei disgustoso, fratellino." Borbotta, prendendo la crema solare dalla borsa e iniziandosela a spalmare sulle gambe bianche, costellate solo da una serie di lentiggini, che come dice sempre, aumentano di anno in anno.
"Lo amo, Gem." Harry sospira di nuovo, mettendosi seduto sull'asciugamano. "Lo amo così tanto."
La ragazza rotea gli occhi al cielo e si abbassa gli occhiali da sole sul viso, sbuffando piano, increpando le labbra rosee e carnose. "E vorrei ben vedere, dovrebbero farlo santo per tutto quello che ti compra. Ma quanti soldi ha?"
Harry alza le spalle e "Parecchi. Mi ha detto che sono aumentati decisamente, anche più di prima, visto che lo pagano di più. A lui---a lui piace regalarmi tutte quelle cose, lo fa sentire più vicino a me da quanto ho capito." Mugugna, mentre Gemma si sdraia sull'asciugamano, accavallando le gambe magre.
"Quanto ti ama quel ragazzo, è una cosa spaventosa. Ho sempre pensato che ti amasse, in realtà, da quando eravate piccoli, e tu sei sempre stato così cieco H....sono contenta che alla fine sia finita così. Vi appartenete."
"Lo so" Harry sorride, chiudendo gli occhi. "Lo sono anche io."
•••
Niall dà una caramella a Theo e se lo prende in braccio, cullandolo sul petto e scompigliandogli i capelli biondi così simili ai suoi, mentre Zayn, seduto sulla panchina del giardino condominiale poco lontano, lo guarda con un'espressione diabetica sul viso androgino.
"Zayn, mi stai ascoltando?" Harry gli schiocca le dita davanti al viso, facendolo riscuotere dal suo torpore. "Dicevo, Louis torna tra due settimane, cosa posso fare? Cioè, vorrei portarlo da qualche parte ma se poi a lui non piace e---"
"Harry stai zitto" Zayn rotea gli occhi al cielo, scuotendo la testa all'indirizzo del suo amico. "Qualunque cosa che fai per Louis, Harry, diventa più bella. Potresti regalargli anche la cosa più brutta del mondo, quella che odia con tutto sé stesso, ma la troverebbe lo stesso bellissima soltanto perché gliel'hai regalata tu. Louis ti ama, Harry, ti ama così tanto e come ogni persona innamorata farebbe tutto per te. Andrebbe a prendere la luna soltanto per regalartela e per vedere il sorriso che avresti al suo ritorno, te lo assicuro."
Harry sbatte gli occhi e lo guarda stupito, mentre Niall si muove lento, in piedi davanti a loro, come se stesse ballando da solo per cullare Theo.
"Non sapevo che potessi fare discorsi tanto profondi" dice Harry dopo un po', aggrottando le sopracciglia con aria incerta. "Ehm...grazie?"
Zayn scuote il capo, sconsolato.
•••
Agosto (Come tutto finisce o come tutto inizia?)
Harry non dorme da tre giorni. Non dorme da tre giorni perché santo cielo, ma è possibile che Louis non gli voglia dire la data del suo ritorno a casa? Ne uscirà pazzo, ne è assolutamente sicuro.
L'intero condominio è in fermento, tutti sono felicissimi per il ritorno di Louis (nessuno ha comprato il suo vecchio appartamento e Harry sa che tornerà tutto come prima, quindi non potrebbe essere più felice di così) soprattutto Michael Clifford che non vede l'ora di rivedere il suo pappagallo Pontmercy.
Harry sospira e si lava i denti velocemente, reprimendo il verso di disgusto che preme per uscire dalle sue labbra alla viste delle occhiaie violacee e dal colorito pallido del suo viso.
Sputa il dentifricio nel lavandino e sta per passare a lavarsi il collo e la faccia, quando il campanello di casa suona ma Harry non se ne preoccupa, perché sua madre e Gemma sono in casa e lui non ha assolutamente intenzione di andare ad aprire, anche perché potrebbero essere Eliza e Mary Rose che gli vengono a chiedere per l'ennesima volta che regalo di bentornato piacerebbe ricevere a Louis, come hanno fatto tutti i giorni nell'ultima settimana.
(Tutti i condomini si stanno attivando per fare un mega regalo al violinista e si sa che quando si devono fare i regali se ne occupano sempre Eliza e Mary Rose.)
Harry si bagna il viso per poi tamponarselo con l'asciugamano vicino allo specchio e sbadiglia di nuovo, uscendo dalla porta del bagno solamente in boxer, stropicciandosi gli occhi e mugugnando un "Mamma per caso..." che però gli muore sulle labbra, nel vedere i due uomini in completo legante in piedi davanti all'ingresso, che scattano come un solo uomo nel vederlo uscire dal bagno.
"Signor Styles, dobbiamo portarla in un posto e non ci è permesso dirvi la destinazione, ci dispiace. Si vesta e si sbrighi, che non abbiamo tempo da perdere!" esclama il primo, seguito a ruota dal secondo, che annuisce confermando le sue parole.
Harry sbatte le palpebre, guardando prima sua mamma, che gli fa un cenno d'assenso con il capo e "Uhm, ehm...sì." mugugna, prima di correre in camera e d'infilarsi i soliti skinny jeans neri e una maglia bianca e slabbrata, annodandosi uno dei foulard intorno alla testa per poi sedersi sull'letto ed indossare velocemente gli stivaletti lerci e consumati.
Fa in tempo a lanciarsi un'occhiata veloce allo specchio che sente i due uomini richiamarlo di nuovo dalla cucina, mentre mamma Anne li guarda con un sorrisetto colpevole (ovviamente deve sapere tutto.)
"Solamente, posso sapere chi è che vi ha ordinato di fare questa cosa?" chiede Harry, ritornando di nuovo all'ingresso con un'espressione imbarazzata sul viso morbido. Il secondo uomo, quello che prima non aveva parlato, aggrotta le sopracciglia e sorride ampiamente, facendo imbarazzare ancora di più il batterista.
"Non l'ha immaginato? Louis Tomlinson, ovviamente."
Il cuore di Harry perde cento battiti.
•••
Harry viene spinto dentro la suite di quel fottutissimo albergo di lusso dai due uomini, cercando di non arrossire più del dovuto a quel "Buon divertimento!" che gli fa balzare il cuore nel petto come un'aquila che sta per spiccare il volo. Fa qualche timido passo in avanti e ammira la bellissima stanza, Harry, veramente, non è mai stato in un posto così bello.
C'è un letto matrimoniale enorme, dal copriletto azzurro cielo che troneggia al centro della stanza che lo fa imbarazzare a dismisura e la moquette anch'essa azzurra, così come le tende di seta leggere alle finestre che si muovono come le onde del mare, spinte dal vento, e le pareti sono bianche, che completano il tutto dando alla stanza un'aria ancora più rilassante.
Harry non è mai stato più nervoso in vita sua, nel senso, che cazzo sta succedendo? Il cuore gli batte furiosamente nel petto, così come gli tremano le gambe, ed è sicuro che si accascerà a terra da un momento all'altro. Nel senso, sta per rivedere Louis? Non è assolutamente pronto, e se lo lascia dopo averlo rivisto perché non lo ama più? E se---
Harry non fa in tempo a fare un altro dei suoi deliri mentali che delle braccia sottili gli si stringono intorno ai fianchi e un corpicino molto più piccolo del suo gli si pressa contro, seppellendo il viso nella sua schiena larga.
Harry non osa...non osa muovere un solo muscolo, quando l'odore di fiori che non sente da un fottuto anno lo investe in pieno e gli fa riempire gli occhi di lacrime di gioia, perché....oh dio, quanto cazzo gli è mancato.
Sente le sue manine solleticargli il petto e posarsi sul suo cuore, sentendolo battere come se dovesse esplodere da un momento all'altro. "Ehi, ehi piccolo..." la voce di Louis senza filtri digitali è ancora più bella di quanto ricordasse, non crede di poter sopravvivere ancora per molto, veramente. "Calmati ,okay? Sono io. Sono solo io."
E' proprio per quello. Harry scoppia a piangere e si accartoccia su sé stesso, cadendo a terra e seppellendo il viso tra le mani, mentre Louis fa il giro e gli si inginocchia davanti, facendo un sorriso emozionato ,per poi prendergli una mano e alzargli il mento con tre dita ed è---ed è Louis, non è cambiato.
E' bellissimo, con gli occhi azzurri come il cielo incorniciati da una coltre di ciglia ramate, le labbra rosee e la pelle dorata di abbronzatura. Harry sorride tra i singhiozzi e gli sibutta addosso, premendo le loro labbra insieme una, due, tre volte facendo sorridere vistosamente Louis nel bacio, che intreccia le dita nei suoi ricci scuri e mugola "Quanto mi sei mancato, amore mio." una volta che si staccano per riprendere fiato.
Louis lo fa alzare e se lo stringe contro, alzandosi sulle punte dei piedi (Harry sta ancora tremando, ha appena provato l'emozione più forte di tutta la sua vita) per poi sussurrargli un "Ho una sorpresa per te, gattino. Ora che ho i soldi, sapevi che sarebbe successo." che fa irrigidire il batterista come un ciocco di legno, perché sa benissimo che cosa succederà da un momento all'altro, Harry ha parlato a Louis di questo suo fetish così tanto tempo fa che neanche se lo ricordava più.
Ed ora sta per succedere, sta per....scopare con Louis nei soldi. Sta per farlo davvero?
Harry è come in trance, mentre sente la manina di Louis intrecciarsi con la sua per poi venire trasportato verso il bagno di cui non si era nemmeno accorto l'esistenza.
Una volta dentro, viene subito accecato dal bianco delle piastrelle e deglutisce, nel vedere la bottiglia di spumante che sicuramente dovrà valere più di venti palazzi, e i due bicchieri di cristallo sul bordo della vasca idromassaggio che invece di essere riempita d'acqua è riempita di banconote. Dio santo, Harry potrebbe avere un principio di svenimento da un momento all'altro.
Louis lo spinge sul bordo della vasca e Harry si siede, ridacchiando mentre sente le dita delicate e sottili di Louis prendergli a sbottonargli i bottoncini dei jeans ed ad abbassargli la cerniera, facendo arrossire vistosamente il batterista sulle guance. (è da tempo che non viene toccato da qualcosa che non siano le sue dita.)
"Sarai bravo per me come sempre, Harry?'" chiede Louis, inginocchiandosi a terra e facendo scivolare i jeans del batterista fino alle ginocchia, prendendo a strofinare il viso contro l'erezione che inizia a crescere nei boxer, come un fulmine a ciel sereno. "S-Si, daddy." balbetta il ragazzo di rimando e Louis annuisce fiero, prima d'intrufolare una mano nei suoi boxer e iniziargli a massaggiare il membro eccitato, con un sorrisino malizioso sul viso sottile.
Harry butta indietro la testa, attento a non cadere nella vasca dietro di lui, e si morde il labbro inferiore nel sentire le scariche di piacere fare su e giù per la sua schiena, grattandogli le ossa.
Harry urla, quando Louis gli abbassa di scatto i boxer e ingloba in un secondo la sua erezione, prendendo a leccare, a mordere l'asta reggendo la base con una mano e stuzzicare con la lingua il glande, prima di riprendere a pompare muovendo concitatamente la testa.
Harry, tra la vista annebbiata dal piacere, lo vede portarsi una mano ai pantaloni e iniziarsi a tastare l'erezione formata, ansimando intorno al suo cazzo.
Harry gli scopa la bocca forte, spingendogli a fondo il membro nella bocca fino a toccare la sua gola e Louis si stacca un attimo solo per respirare con un sonoro 'pop', ridacchiando, nel vedere un rivolo di saliva che collega la punta lucida del grosso cazzo di Harry con le sue labbra rosee.
Prende a leccare di nuovo l'erezione nel giro di pochi secondi ed è quando aumenta il ritmo, che Harry geme qualcosa come "Per favore daddy, non voglio venire adesso!" molto precipitosamente e Louis scuote il capo, staccandosi un'altra volta per guardarlo maliziosamente. "Posso farti venire due volte, baby."
Ed è allora che Harry viene, sporcando il bel viso di Louis di sperma caldo. Il violinista rimane immobile e si porta un dito sulle guance, per poi leccarselo a fondo nel ripulirlo perfettamente dallo sperma. Se possibile, Harry si eccita ancora più di prima.
Louis si pulisce il viso con un asciugamano per poi prendere a togliersi tutti i vestiti, rimanendo nudo e con l'erezione viola e pulsante che Harry non vede l'ora di sentire tra le proprie natiche. Si morde il labbro, quando sente la voce di Louis ordinargli "A terra, mani e ginocchia per me, gattino." che lo fa ansimare molto più del previsto.
Harry si toglie il resto dei jeans e la maglietta e si mette a carponi sul tappetino del bagno, trattenendo un gemito nel sentire il respiro caldo di Louis infrangersi contro il suo orfizio. Il violinista prende a leccarglielo, per poi schiaffeggiargli una natica quando Harry non rimane fermo e si contorce dal piacere, facendo cedere un po' i gomiti.
"Cosa ti ho detto, tesoro? Devi rimanere fermo. Non vorrai farmi arrabbiare, mh?" chiede Louis, infilando un dito nell'orfizio di Harry e arcuandolo, iniziando a sforbiciare per allargarlo. "Devi essere sempre un bravo ragazzo per me, Harry."
Harry geme di nuovo, spingendosi contro il dito di Louis e "Il tuo bravo ragazzo, daddy." biascica, irrigidendosi nel sentire un secondo dito penetrarlo a fondo.
Louis lo fa alzare dalla sua posizione e lo spinge dentro la vasca ed Harry, veramente, potrebbe venire così tanta è la sensazione di piacere che gli provoca venire sommerso dal denaro.
La carta delle banconote sfrega sulla sua pelle, ma ad Harry non importa perché davvero, tutto perde il suo interesse quando Louis Tomlinson ti fa intrecciare le tue gambe intorno al suo collo e si massaggia l'erezione, prima di guardarti fisso negli occhi e iniziare a penetrarti lentamente, e tutto contornato dai soldi e dallo spumante accanto a voi.
Non sente nemmeno il dolore per il fatto che non hanno usato il lubrificante. Harry butta indietro la testa, quando Louis sorpassa il primo anello di muscoli e quando raggiunge a toccare la prostata Harry si sente riempito, unito al violinista come un solo uomo.
Geme e Louis sorride, abbassandosi per posargli un bacio sulle labbra. "Abbiamo trovato il nostro punto, uh?" domanda, e Harry annuisce con enfasi, spingendosi contro il bacino di Louis.
Il violinista ride e "Vacci piano, tigre." esclama, prima di prendere a spingersi dentro il batterista e davvero, ogni spinta fa perdere ad Harry il lume della ragione.
Sembra perdere la sensibilità ovunque, si scorda persino di respirare---non sa neanche se è ancora vivo oppure se tutto questo è solamente il frutto di un suo sogno erotico.
Louis intreccia le dita nei suoi ricci, mentre prende a scoparlo sempre più veloce e rumorosamente, intervallando gemiti a alcuni "Sì, baby" "Come sei bravo" "Solo per me" che non fanno che aumentare il senso di soffocamento nel batterista.
E' un attimo: Harry viene, sporcando i loro stomachi e urlando il nome di Louis, chiudendo gli occhi e buttando la testa all'indietro. Louis lo segue a ruota, afflosciandosi dentro il ragazzo, per poi uscire e circondargli il petto con le braccia, sorridendo divertito.
"Tu-tu sei pazzo, Lou." Mugugna Harry, dopo un po'. "Bentornato a casa, comunque. Mi sei mancato così tanto. Non voglio sapere niente di quei tizi che mi hanno portato qui...mi spiegherai tutto dopo, d'accordo?"
Louis gli mordicchia un capezzolo ridacchiando.
•••
Harry si stiracchia e lascia un bacio leggero sulle labbra sottili di Louis, prima di alzarsi dal suo letto (Harry praticamente passa più tempo nell'appartamento di Louis che nel suo) e camminare sul palquet del salone diretto in cucina, cercando di non fare rumore per non svegliare il suo fidanzato.
Sorride, nell' aprire un cassetto della credenza, ricordando che è una situazione molto analoga a quella di due settimane prima (Harry e Louis erano sgusciati fuori dalla stanza dell'albergo solamente due giorni dopo ed erano stai accolti da occhiate maliziose e risolini -d'altronde Harry era sparito per due giorni- per poi passare ai festeggiamenti più spietati che non avevano lasciato ai due ragazzi un attimo per respirare, soprattutto Michael che aveva riabbracciato il suo pappagallo e non aveva smesso un attimo di ringraziare Louis) quando Harry aveva provato a sorprendere il violinista portandogli la colazione a letto, tentativo ovviamente non andato a buon fine.
E infatti Harry sente le braccia di Louis circondargli le spalle e sorride, per poi girarsi e stringerselo tra le braccia. "Buongiorno amore." Mormora Harry, facendo sfregare i loro nasi l'uno con l'altro "Dormito bene?"
Louis si alza sulle punte dei piedi e bacia leggermente le labbra di Harry, intrecciando le dita nei suoi capelli ricci (deve tagliarseli, decisamente) per poi sussurrare un "Certo, tu eri accanto a me." che lo fa arrossire vistosamente, perché comunque Louis Tomlinson continuerà sempre a fargli questo effetto, passassero anche mille anni.
E' mentre sono stretti in quell'abbraccio, in piedi nella cucina come un solo uomo, che Harry capisce che vuole passare tutta la sua vita con Louis. E si dice che lo farà, perché lo ama così tanto che gli fa male il cuore. Sorride di nuovo e bacia Louis sulla bocca, mentre tutto sembra farsi più bello e illuminarsi di una luce calda, una luce carica d'amore.
Non si è mai sentito così, ma sa che se continuerà a stare accanto a lui avrà la felicità nel cuore per sempre e Harry, davvero, non vuole più soffrire, mai più.
Le loro due luci luminose si fondono in una, e Harry è assolutamente sicuro che se qualcuno li vedesse da fuori rimarrebbe accecato, perché sente che è troppo perfino per lui.
Ma gli piace. Gli piace da morire, Louis rimarrà per sempre la sua stella nelle notti più buie, l'unica fonte d'ispirazione nell'oscurità e sa che quella sensazione di forte calore al petto non è qualcosa di negativo, no.
E' soltanto che finalmente ha trovato il suo porto sicuro e che vi getterà la sua ancora, perché non c'è altro posto in cui vorrebbe stare che non siano le braccia di Louis.
Harry, con il volto premuto contro la sua spalla, sorride.
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