V


 

Il giorno dopo, l’unico pensiero che attanagliò la mente fresca di Baekhyun fu che fosse tutto un sogno. Lui che passeggia nel villaggio, Kyungsoo, Luhan, il Buco Nero, la folla, lo straniero…

Questo pensiero lo fece balzare a sedere e sbattere la testa sul soffitto basso della sua camera. Dolorante, si trascinò davanti al primo specchio disponibile dei tanti della sua piccola dimora. Li teneva lì come monito della sua diversità. Inaspettatamente si rese conto di quanto suonasse patetico. Era sempre stato lui, in quegli anni, a sottolineare la sua differenza, ad aver allontanato tutti. Alla fine non solo si era convinto di essere dannoso, ma aveva persuaso anche gli altri che già nutrivano poca simpatia nei suoi confronti.

Si specchiò ed ebbe la conferma che il giorno prima non era stato un miraggio: un livido viola troneggiava sul suo zigomo sinistro. A quell’immagine non ce la fece più e rise di gusto, da solo, spezzando la quiete mattutina della sua abitazione a tradizione silenziosa. Com’era possibile che una sola giornata potesse averlo cambiato così tanto? Com’era possibile che solo ventiquattro misere ore avessero sgretolato lavoro e credenze di anni?

Prese un po’ di impasto di boswellia, che preparava lui stesso, e ne depositò un’abbondante quantità sulla sua guancia, in prossimità della macchia livida. Poche ore e sarebbe sparito tutto, lo sapeva. Afferrò qualche dolce nella sua piccola ma fornita –specialmente di zuccheri-, dispensa e si accomodò sullo stretto terrazzamento davanti all’ingresso della sua casa, con le gambe a penzoloni nel vuoto. Stanco dei continui pensieri che volevano abitare la sua testa, si mise a sfogliare il libro preso il dì prima dalla biblioteca. Quando staccò gli occhi dalle datate pagine, il sole già cominciava il suo declino e nei campi non c’era neanche più un lavoratore. Il rituale. Il pensiero di quest’ultimo conquistò totalmente la mente del bassino, che aveva cercato di spingere questa riflessione in un angolino isolato. Aveva detto che vi avrebbe partecipato, ma non se ne sentiva veramente in vena. Quella gente non lo aveva mai voluto e il corvino faticava enormemente a credere che le cose potessero cambiare in così poco.

E mentre Baekhyun rifletteva sul da farsi, una figura si accostava lentamente e con fare impacciato alla base della sua casupola. Quando il corvino se ne accorse, trattenne a stento un sorriso sorpreso: in qualche modo aveva riconosciuto l’incappucciato. Svelto, raccolse anche lui il suo mantello e planò verso il basso, attento ad atterrare dietro lo sconosciuto. “E tu che ci fai qui?” gli chiese, sfiorandogli delicatamente il braccio. Il ragazzo, che il giorno prima aveva sprizzato fiamme, fece un salto non indifferente. Si portò addirittura una mano al cuore e spalancò gli occhi. Baekhyun trattenne una risata. “Ehi! A dire la verità stavo cercando proprio te” gli disse l’abitante di Elios con allegria. “Ieri sei stato grandioso e non ho avuto modo di dirtelo perché sei stato assalito dalla folla, così… dopo aver chiesto un po’ in giro, mi è stato detto che abitavi vicino alla foresta, ma mi sono reso conto troppo tardi che forse quest’indicazione era fin troppo vaga. Ma, ehm, perché anche tu indossi il cappuccio?” chiese, dopo il suo imbarazzato monologo, il ragazzo alto almeno una ventina di centimetri in più del Senza Benedizione. Quest’ultimo ridacchiò un po’ nel constatare quanto la giustificazione dell’altro suonasse campata in aria, ma alla fine scelse per rivolgere un piccolo risolino all’interlocutore: “E tu? Perché indossi il mantello? Io per prenderti in giro!” esclamò giocoso. L’abitante di Elios si tinse di rosso acceso e fece un’espressione di puro sbigottimento. “C-cos- EHI!” strillò infatti, facendo sciogliere il più basso in una giubilante risata. “Comunque, l’ho fatto affinché mi riconoscessi. Ha funzionato, a quanto pare” stette al gioco infine lo straniero, roteando gli occhi e rimanendo ammaliato dalla dolce melodia prodotta dal figlio dell’eclissi.

“Sì, direi di sì” lo guardò curioso il corvino. “Beh, già che sei qui, ti va di fare un giro? Scommetto che non hai mai visto niente al di fuori della città!” lo sfidò il più basso. “Diciamo che hai ragione. Fai strada, ti seguo!” confermò lo sconosciuto con un abbagliante sorriso.

I due si incamminarono per la lunga distesa di Selene, ammirando il magnifico paesaggio che si presentava ai loro occhi. Un vento leggero sferzava la tenera erba e il mare si era tinto di blu. Anche la terribile Foresta oscura sembrava avvolta da una placida tranquillità, immagine ossimoro della sua solita realtà. Caldi raggi arancioni bagnavano di luce dolce il cielo e le terrene creazioni, mentre un principio di luna faceva capolino dall’alto della volta. Spensierati animali giocavano allegri nei campi, incuranti di tutto e di tutti, mentre il ritmico rumore del ruscello splendente accompagnava ogni ciarla dei conoscenti. Chiacchierarono del più e del meno, trovandosi incredibilmente in armonia. Baekhyun si sentiva leggero dopo tanto, troppo tempo. La presenza dell’altro lo rassicurava e le labbra erano perennemente increspate all’insù, situazione che dalla morte del padre non aveva più riprovato. Si chiedeva cosa ci fosse di particolare in quel ragazzo dal sorriso immenso che gli donasse tanta pace.

Si sedettero in prossimità di un grande albero nodoso, che dava direttamente sul lucente fiumiciattolo. Un silenzio pacato avvolse entrambe i ragazzi, mentre si godevano il tepore della bella stagione. Rimasero così, in contemplazione per un tempo indefinito e solo l’inizio della discesa del sole nel lungo mare li fece ridestare. “Sai, penso sia ora di andare” mormorò lo straniero, non muovendo però un muscolo. “Già” rispose anche lui statico l’altro. Il più alto infine si fece coraggio e spostò la sua mano dagli occhi, protezione che aveva adottato per la troppa luce. “Questa tranquillità mi ricorda incredibilmente Elios. La radura da noi è più verde, ma da voi è più rigogliosa. È veramente un bel posto. Voglio anche io un ruscello luccicoso!” protestò con un broncio lo sconosciuto, che costrinse il corvino ad aprire un occhio e sorridere alla smorfia del compagno. “Ci sono un sacco di leggende a suo carico, ognuna con una versione della storia differente. Chi dice che siano le lacrime della dea, chi che rappresenti il sangue dei soldati caduti, chi la manifestazione terrena di un bene divino. Ad ogni modo, è davvero magnifico. Quando vengo qui è come trovare l’unione con se stessi” confessò Baekhyun, parlando senza freni. Evento insolito. Scosse la testa e sollevò il busto. “Non so davvero cosa sto dicendo!” si scusò con un mesto riso. “Oh ma mi piace ascoltarti. È molto interessante scoprire cose nuove sul tuo popolo e p-poi…” si interruppe bruscamente l’abitante di Elios, attirando lo sguardo curioso del corvino. “Mi piace il suono della tua voce” si lasciò infine andare rosso il più alto. Il Senza Benedizione lo guardò curioso e leggermente a disagio. Quell’incappucciato era pur sempre un perfetto sconosciuto. “Ci sarai al rituale?” gli domandò poi quest’ultimo, non rivolgendogli neanche un’occhiata.

“No, non penso” scosse la testa Baekhyun, facendo voltare di scatto l’altro. “Perché?” gli chiese infatti, allarmato. Il figlio dell’eclissi si strinse nelle spalle e con sguardo vago fissò il cielo. “Non credo nel rituale” mormorò e, avendo ormai catturato l’interesse dell’incappucciato, continuò. “Non credo nella predestinazione e non credo che questa mi possa portare alle felicità. La trovo una gabbia e una misera giustificazione. Una trappola perché annulla completamente il tuo libero arbitrio. Non sei responsabile della scelta del tuo compagno di vita, ma succube di una preferenza più grande che non ti prende in considerazione come singola realtà, ma come parte di un disegno maggiore. Ti annulla come individuo e ti fa apparire insignificante. Lo penso come una scusa perché può essere usato come giustifica di molti comportamenti. Per esempio, una mancata risolutezza da parte dei suoi partecipanti, poiché questi delegano alla predestinazione tutto il lavoro. Mancata emancipazione, mancata autonomia, mancato discernimento. È tutta una vita che mi fanno e mi faccio pesare la mia diversità e sarebbe troppo semplice credere che un banale rituale d’accoppiamento barbarico possa regalarmi qualcosa per cui ho dovuto combattere per tutta un’esistenza. Da un lato suonerebbe assurdo, dall’altro getterebbe all’aria anni e anni di sudati tentativi. E poi l’essere destinato a qualcuno non mi fa pensare a questo amore come puro, limpido e cristallino. Sembra campato in aria e privo di fondamento, basato unicamente sull’aspetto fisico e privo di coinvolgimento. Credo profondamente che l’amore deve essere l’incastro perfetto di due corpi e due anime, complementari, ma non diverse. Passione carnale e spirituale. Non solo è un’idea utopistica, ma anche e soprattutto irrealizzabile” spiegò con tono chiaro e risoluto Baekhyun, mentre il fresco vento gli scompigliava gentilmente i capelli baciati dalla luce. Ormai era diventato un’irresistibile calamita per gli avari occhi del più alto, che lo studiava a fondo e cercava di far suo ed elaborare quanto aveva detto.

“E se nel rituale non ci fosse solo un effimero accoppiamento casuale?” rifletté ad alta voce lo sconosciuto, ottenendo lo sguardo curioso del più basso. “Voglio dire… se quello che avviene nel rituale non fosse solo un abbinamento fatto alla bell’e meglio, ma un riconoscimento di anime? Da noi esiste la credenza che il popolo di Selene e quello di Elios contengono anime scisse in due, che vivono unicamente per ricongiungersi. In qualche modo questo si incastona anche con la ben più nota leggenda, ma sinceramente ritengo più affascinante questa riflessione. Ammetto che il tuo ragionamento è sensato e logicamente corretto, ma se quello che tu prendi in considerazione non fosse il tutto? La tua è una visione prettamente materialistica, guardi solo agli effetti, ma non alle cause. Io non credevo all’amore al primo sguardo o all’essere legato solo e soltanto ad una persona nella mia vita. Era qualcosa che avevo sempre pensato mi andasse stretto. Poi mi sono innamorato” e a quelle parole, il corvino spalancò la bocca. Si era innamorato? “Allora è possibile spezzare il rito!”

Il più alto scosse la testa. “No, non credo sia possibile. Mi sono innamorato di un abitante di Selene. Sono quasi del tutto convinto che sarà la persona a cui sono destinato. In sua presenza, mi sono sentito per la prima volta completo. Una sensazione talmente appagante che avrei voluto provarla per sempre. Ammetto che, però, l’averti incontrato cambia un po’ le carte in tavola” si grattò la testa imbarazzato l’abitante di Elios. “Come mai?” gli chiese lesto Baekhyun. “Perché con te sento qualcosa di affine a quell’emozione. Non con la stessa intensità, ma in maniera molto simile” gli rivolse uno sguardo penetrante il più alto, che imporporò le gote del Senza Benedizione. Si fissarono per quelli che ad entrambi sembrarono anni. Al corvino nacque una strana sensazione alla bocca dello stomaco e non riuscì ad impedirsi di provare una vaga nostalgia di qualcosa. I suoi astrusi pensieri si chetarono vedendo lo straniero alzarsi in piedi e pulirsi con qualche manata le scombinate vesti, per poi rivolgere verso di lui una mano in simbolo di sostegno. L’abitante di Selene l’afferrò con decisione e si levò sulle sue gambe, particolarmente assente. “Beh, mi ha fatto piacere rivederti. Ti accompagnerei a casa, ma ho utilizzato tutto il mio tempo a disposizione qui al sole e ora sono immensamente in ritardo” si scusò il più alto con imbarazzo. “Non ti preoccupare, so la strada e so difendermi!” lo rassicurò il corvino. Con un ultimo significativo scambio muto di occhiate e di pensieri, il figlio dell’eclissi spiccò il volo e, senza mai voltarsi indietro, si diresse verso la sua abitazione.

Il tramonto era ormai alle porte quando la casupola sull’albero entrò nel suo campo visivo. Improvvisamente, non aveva alcuna voglia di tornarsene nelle mura domestiche. La sua mente era totalmente presa da altro e sentiva il bisogno di fare, cosa però non riusciva a capire. Decise di dirigersi in paese. Lì sicuramente si sarebbe distratto e avrebbe trovato qualcosa che sopperisse alla sua mancanza, alla sua smania interiore. Una volta giunto a destinazione, notò con stupore che l’intero villaggio era in festa. Intere comunità si riunivano in sontuosi e festosi banchetti, mentre lanterne di varie dimensioni illuminavano ogni ambiente. Abitanti di Elios e di Selene allegramente si abbracciavano e brindavano a un futuro prossimo. Famiglie divise dal mare si rincontravano e felicemente si aggiornavano sull’andamento delle corrispettive vite. Mai Baekhyun avrebbe immaginato una cosa simile. Era tutto talmente surreale che, quando si sentì toccato e trascinato, non poté impedirsi un urletto e un salto non indifferente. “Ma dov’eri? Sono almeno dieci minuti che ti cerchiamo! Sta per cominciare e tu non sei neanche pronto!” lo rimproverò quello che si rivelò essere Kyungsoo. “Cosa? Ma di che parli?” cercava di rallentarlo nel frattempo il Senza Benedizione. “Come di cosa? Il rituale, rimbambito! Io e Luhan abbiamo passato tutto il giorno a cercare un abito che ti possa andare bene, quindi non ti lamentare. I nostri sono stati cuciti mesi addietro, ma ti posso assicurare che il tuo sarà il più bello di tutt-” ma il Luna Calante fu interrotto dalla brusca frenata del corvino al suo fianco. “Io non voglio partecipare!” esclamò risoluto, ma non guardando l’altro negli occhi.

“Non vuoi o non puoi?” gli chiese scocciato Soo, che ormai ne aveva piene le tasche di sentire quella frase dalle labbra dell’amico. “Che intendi?” rimase stupito Baekhyun, non capendo a cosa alludesse l’amico. “Sei tu che non vuoi partecipare o non puoi farlo perché ti senti ancora mortalmente in colpa per quello che è successo a tuo padre?” chiarì il ragazzo con la ciocca di capelli bianca, mentre il compagno guardava ostinatamente il terreno. “Baek, non penso di poter capire cosa hai passato, ma è ora di andare avanti. Questa è la tua opportunità di rifarti una vita, probabilmente una migliore. Non puoi buttarla via così. Sono sicuro più della mia stessa mano che esista qualcuno a cui tu ti possa legare per sempre e che ti aspetta. Baekhyun ti prego, se non vuoi farlo per me e per Luhan, che non attendiamo nient’altro che la tua felicità, allora fallo per te stesso” lo supplicò con occhi ricolmi di lacrime Kyungsoo. Il corvino era mortalmente indeciso: infrangere tutte le sue promesse e ricominciare o continuare la sua misera vita. Come era successo in precedenza, i suoi piedi trovarono da soli la strada, che alla sua mente era ancora incerta e imprecisata. Il Luna Calante faticò addirittura a stargli dietro per quanto aveva preso a camminare veloce. Per alcuni tratti addirittura volava.

Giunsero alle porte dell’enorme padiglione che conteneva la Fonte della vita, la sala dove si sarebbe svolto il rito. C’erano un sacco di giovani ragazzi agghindati che fremevano di agitazione e non facevano altro che lustrarsi le vesti e controllarsi i capelli. Luhan li vide arrivare e fu subito addosso al Senza Benedizione, spogliandolo alla mercé degli sguardi curiosi. Gli infilò un paio di pantaloni celeste scuro e un paio di calzari blu notte. Dello stesso colore degli stivali, poi, gli porse una camicia forse un po’ troppo ampia, poiché lasciava intravedere la nitida pelle del collo e l’elegante linea delle clavicole. Le maniche della blusa erano larghe, ma strette intorno all’esile polso, mentre sulla lunghezza il tessuto era aperto, unito solo in alcuni punti. Sui capelli scuri, i due amici adagiarono una coroncina di sottilissima filigrana intarsiata con delicatissimi lillà argento con il centro dorato. Con il disappunto e la confusione di Baekhyun, Kyungsoo gli stese una pasta strana sul bordo degli occhi e una gelatina fredda sulle labbra.

“Giusto in tempo!” giubilò la Luna Piena, allontanandosi di qualche passo per ammirare il suo lavoro. “Si poteva fare di meglio, ma sei passabile” constatò infine, facendo al perplesso amico un incoraggiante occhiolino. Al corvino fu offerto un piccolo specchio e, non appena vi vide il proprio riflesso, rimase senza parole. “S-Sono io?” chiese allibito. “Certo! Non sai quanto tempo Luhan ci abbia speso su quella camicia. Trattala bene!” sorrisero i due compagni. Gli occhi del Senza Benedizione si inumidirono e si butto fra le braccia dei suoi ritrovati amici, che lo accolsero seppur molto sorpresi. “Non so perché abbiate fatto questo per me. Nonostante io abbia tradito la vostra fiducia e la vostra amicizia, voi siete ancora qui ad aiutarmi. Non vi merito” mormorò, lasciandosi sfuggire un singhiozzo. “Oh no, signorino. Quello che non ti meriti è innanzitutto essere infelice, quello che io non mi merito invece è veder sfumato tutto il mio duro lavoro con il tuo pianto” riprese subito la strana pastura nerastra Luhan, togliendo la vecchia sbavata e ristendendo un nuovo strato. “Ma se l’ho truccato io!” protestò Kyungsoo, che ricevette solo un gesto annoiato dal Luna Piena. “Solo perché avevo le mani occupate! Oh guarda! Stanno per cominciare” sfuggì alle grinfie del Luna Calante il figlio del capo villaggio, facendo scoppiare Baekhyun a ridere.

Il tramonto orami era cominciato e il sole sembrava essere più grande del solito. I vari fanciulli si misero in fila e attesero il loro turno per entrare nell’anticamera che precedeva la Fonte della vita. Gli furono date le ultime disposizioni e poi furono bendati con una larga e scura benda, che impediva ad ogni forma di luce di passare. “Mettete una mano sulla spalla del compagno che vi sta davanti e non lasciatela finché non vi sarà detto di farlo. A quel punto sentirete qualcosa che vi spinge a camminare. Fatelo. Non temete di incontrare ostacoli o di andare nella direzione sbagliata, non sarà così. E non spaventatevi se quella sensazione dovesse finire, vuol dire che avete raggiunto la vostra destinazione” ripeté nuovamente una voce autoritaria alle spalle del gruppo, che Baekhyun non poté identificare. Il suo stomaco era in subbuglio per colpa dell’ansia e, quando la fila cominciò a muoversi, le sue mani iniziarono a sudare. Sentì tutti fermarsi ad attendere qualcosa, per poi ricominciare a camminare poco dopo. Evidentemente avevano aperto il portone della sala, perché l’aria si fece più ampia e più buia. Quando si fermarono nuovamente, gli fu detto che erano liberi di muoversi. E il figlio dell’eclissi voleva farlo. Voleva tanto muoversi e andarsene. Muoversi e trovare la sua anima gemella. Ma in quel momento non sentiva assolutamente nulla. I suoi pensieri erano un guazzabuglio di idee sconnesse che faticavano a schiarirsi.

Cosa ci faccio qui?

Come si esce?

Cosa ho fatto?

Perché non provo nulla?

Continuava a chiedersi in preda al panico. Dopo svariati minuti, gli parve di avvertire qualche cosa. Un’energia strana lo stava sospingendo in avanti e quella famigliare forza, che lo aveva condotto in quella stanza quel giorno, si presentò di nuovo a guidarlo. E fu allora che Baekhyun non ebbe più paura. Fu allora che non ebbe più dubbi e sorrise. Da solo, come un ebete, ma sorrise perché per la prima volta nella sua vita sentiva di appartenere a qualcosa e sentiva di dover fare qualcosa senza chiedersi il perché.

Vagò per quello che gli sembrò essere un tempo infinito, ma alla fine quella spinta finì, facendolo fermare.

“Bene!” urlò la stessa voce di prima. “Figli della Luna, toglietevi le bende!” tuonò ancora.

Il Senza Benedizione si sentì bloccato nuovamente. Avvertiva movimento accanto a lui, ma non trovava il coraggio di fare nulla. Di nuovo quell’energia lo spinse a sciogliere il nodo dietro la testa e a calare la benda. Aprendo gli occhi, la prima cosa che notò fu che si trovava sul limitar della sponda della sorgente del fiume dorato. Un passo in più e si sarebbe fatto un bel bagno. Poi non poté non osservare con ammirazione la stupenda sala dove si trovava: era circolare e immensa. Non aveva pavimentazione, ma un tenero prato di erba scura, inondato di splendide lucciole. Di giorno la fonte di luce primaria doveva essere il grande foro al centro della cupola finemente decorata, mentre di notte tutta l’illuminazione era data dal bellissimo torrente luccicante, che mandava ipnotici zampilli luminosi. Come ultima cosa, l’occhio di solito vigile del corvino vide una schiera di figure coperte con un mantello rosso sull’altra riva del ruscello. Affianco a lui, i suoi conterranei erano schierati rivolti verso gli strani individui e attendevano che qualcosa accadesse.

“Figli del Sole, voltatevi e toglietevi i cappucci!”

Gli abitanti di Elios fecero quanto gli era stato chiesto e solo allora Baekhyun prestò la giusta attenzione a colui che gli stava davanti. Era molto alto. Non ci volle molto che il corvino riconobbe la figura davanti a sé: lo sconosciuto incappucciato. Un inconsapevole sorriso si stese sulle sue labbra. Lo sapeva. Se lo sentiva. Se l’era sempre sentito che quel ragazzo aveva qualcosa di speciale, fuori dal comune. Ma qualcosa non gli tornava: perché il suddetto ragazzo lo guardava con aria così scioccata?

Il Senza Benedizione entrò nuovamente nel pallone. L’altro amava qualcuno. Glielo aveva detto. Questa era l’ennesima prova che la predestinazione non esisteva e che quel rituale era una menzogna. Ma tutti i suoi pensieri negativi furono spazzati via da un bellissimo sorriso del ragazzo di fronte a lui, il quale finalmente si calò il mantello, rivelandosi per la prima volta. E Baekhyun rimase senza parole. I capelli aranciati, gli occhi ambra, pelle dorata. Due buffissime orecchie a sventola leggermente a punta. Gli occhi del corvino si velarono, mentre pronunciava un flebile “Chanyeol”.

Certo. Come aveva fatto a non riconoscerlo? Come aveva fatto a non identificare subito la natura delle sue emozioni? Perché era stato cieco fino a quel punto?

Certamente anche il fisico dell’altro era cambiato, più robusto e più alto, ma quei tratti così caratteristici non avrebbe mai potuto scordarli.

Vide l’abitante di Elios perdersi nei suoi occhi e sentì un immenso senso di quiete che mai gli era appartenuto. Si sentiva completo. Si sentiva nuovo. Si sentiva se stesso, per la prima volta.

Sentì la solita voce ordinare qualcos’altro, ma il suo cervello si rifiutò di processare il senso di quelle parole. Si spaventò un poco quando vide Chanyeol cominciare a spogliarsi lentamente, ma si rincuorò quando si accorse che tutti sull’altra sponda lo stavano facendo. Il ramato non smetteva di guardarlo nel mentre si sfilava i robusti stivali. Mentre ipnoticamente toglieva le calze. Mentre sensualmente si liberava della camicia gialla, rivelando un suggestivo petto statuario. Continuando quella concatenazione di occhi, il più alto cominciò ad immergersi nelle acque lucenti. Quando il liquido ormai gli lambiva l’addome, l’abitante di Elios si tuffò completamente. Ne riemerse dopo pochi minuti, ritrovandosi a pochi passi dalla sua anima complementare. Uscendo dall’acqua, tutte le gocce a contatto con la sua pelle evaporarono, lasciandolo asciutto. Solo i capelli erano ancora attaccati alla sua fronte. Era talmente magnifico e surreale che Baekhyun si chiese se fosse veramente lo stesso ragazzino allampanato che aveva incontrato anni orsono. Quando Chanyeol inciampò in un sassolino e gli capitombolò inevitabilmente addosso, tra le risate concluse che sì, quello non poteva che essere lo stesso impacciato ragazzo. “Perdonami, davvero scusa, non volevo, è solo ch-” cercò in tutti i modi di giustificarsi, ma ormai il corvino era piegato in due a sufficienza per non prestargli il minimo ascolto. “Ehi! Non è divertente! Avrei potuto farti del male!” continuava a protestare. Il Senza Benedizione si mise di nuovo dritto, asciugandosi anche una lacrima, e guardò con un tenero sorriso la ritrovata conoscenza, che non poté impedirsi di arrossire. Il gran sacerdote esclamò qualche formula incomprensibile, mentre alcuni semplici sacerdoti distribuivano il vestiario agli abitanti di Elios. Fu chiesto a tutte le neo-formate coppie di prendersi entrambe le mani e guardarsi negli occhi, mentre pronunciavano strane parole. Una sorta di ringraziamento. Per un folle momento, al figlio dell’eclissi parve di partecipare a un matrimonio. Scacciò velocemente quell’idea. Aveva appena (ri)conosciuto il suo promesso, non voleva di certo correre troppo. Non appena le formule di commiato furono finite, alcuni tra gli abbinamenti si baciarono, altri si abbracciarono. Baekhyun e Chanyeol erano già sufficientemente imbarazzati da non voler spingersi ancora oltre. Si presero solo per mano, liberi da qualunque barriera, ed uscirono nella fresca sera dell’isola di Selene.

Corsero per qualche metro, fino a ritrovarsi nuovamente lungo quel tratto di fiume su cui si erano stesi il pomeriggio. La flora era colorata di un’emozionante luce argento, mentre migliaia di lucciole danzavano disegnando in aria cerchi luminosi. I due si sedettero sulla riva del bellissimo fiumiciattolo e ne contemplarono l’affascinante colore. “Alla fine sei venuto al rituale, Baekhyun” osservò il ramato, incantato dal bel profilo delineato dell’altro, che ora poteva ammirare in tutta la sua bellezza grazie all’assenza di ogni tessuto. Il trucco creava strani contrasti con quella pelle di natura così chiara e metteva ancora più in risalto gli occhi celesti. Era così bello ed etereo che Chanyeol credé veramente di essere al fianco di un dio. “Sì, inizialmente non era quello il piano” lo risvegliò dai suoi sogni il corvino, girandosi poi a guardarlo. “Ma alla fine ho sentito qualcosa che mi ha impedito di rinunciare” terminò con un ampio e tenero sorriso, che sciolse ogni singola sinapsi del cervello del più alto, il quale impiegò più del previsto a rispondere. “Sono contento che tu non l’abbia fatto. Che tu non abbia rinunciato intendo” si affrettò ad aggiungere, imbarazzato. “Allora…” l’abitante di Elios si sentì improvvisamente a disagio nel piccolo silenzio creato e per questo scandagliò la sua mente alla ricerca di qualcosa su cui parlare. “Soddisfatto delle scelta che il destino ti ha fatto?” gli chiese infine, segretamente curioso di sentire la risposta. “Troppo alto e imbranato. Avrei preferito qualcuno di più silenzioso! E poi perché durante il rituale vi siete spogliati tutti? Cos’è volete lanciare una moda nudista?” lo prese in giro Baekhyun, che ricevette una gomitata amichevole su di un fianco. “E’ il nostro battesimo. Voi nascete direttamente nelle acque sacre, ma noi dobbiamo aspettare il rituale per farlo” spiegò semplicisticamente il ramato. “Ma non avevi detto di essere innamorato?” non poté impedirsi di domandare il corvino tornando serio. Aveva questo dubbio in testa sin da quando avevano lasciato la sala del rito. A proposito, chissà come era andata a Kyungsoo? E a Luhan? Era stato talmente preso da Chanyeol da aver scordato tutto e tutti.

“Sì, b-beh” borbottava sconnessamente il più alto, arrossendo vistosamente. “Quella persona sei sempre stata tu” confessò il ramato, guardando i due pozzi azzurri che lo fissavano sgranati. “C-cosa?” gli chiesero infatti a disagio. “Da quel nostro incontro nella foresta, mi sei entrato qui, Baekhyun” si indicò il petto il ragazzo dagli occhi miele. “Quando non ti sei presentato al porto, mi hai gettato nella disperazione più totale. Ti ho pensato per anni e ho sperato con tutto me stesso di poterti rivedere, e nel frattempo ho cominciato ad elaborare cosa fosse quella sensazione che mi aveva oppresso in tua presenza. Non mi era mai successo prima, quindi suppongo che quello che io provo da allora sia… qualcosa di forte, insomma. Non mi sento di chiamarlo amore e non pronuncerò parole di cui ancora non apprendo appieno il significato, rischiando solamente di svuotarle di esso, ma di una cosa sono sicuro: io sono legato a te. Quando sono con te, sento di poter fare di tutto e finalmente capisco perché e come fanno gli abitanti dei nostri popoli a trasferirsi e a lasciare indietro tutto” pronunciò qualunque cosa gli passasse per la testa Chanyeol, lasciando a bocca aperta il povero Baekhyun. Quest’ultimo, dopo lo sbigottimento iniziale, si sciolse in una calorosa risata che mai aveva lasciato le sue labbra da quando aveva scelto di rimanere da solo. Una risata così bella e così melodiosa, che il più alto non riuscì nemmeno lontanamente ad offendersi per una reazione simile. “Credo di capire cosa intendi” farfugliò quando si fu calmato il Senza Benedizione. “Penso anch’io di essermi innamorato, quel giorno nella foresta” concluse, mostrando i denti in un devastante sorriso che vinse ogni ragione del ramato, il quale si sporse verso l’altro, gli afferrò saldamente il viso e fece quello per cui sentiva di essere nato. Lo baciò.

Fu un bacio descrivibile solo con un aggettivo: magico. Le loro labbra si incastonarono perfettamente e il loro contatto generò tante piccole scintille dietro le palpebre di entrambi. Per i primi minuti nessuno osò fare niente. Non per paura, né per timore, ma semplicemente perché si stavano godendo quella sensazione così appagante. Fu Baekhyun a chiedere l’accesso alla bocca del ramato, che glielo concesse volentieri, ansioso di voler scoprire ogni piccola parte del corpo dell’amato. Quando le lingue si incontrarono, fu una festa di ormoni per quei due giovani amanti, che intrapresero una lotta selvaggia a chi voleva e riusciva a prendere più terreno. Inutile cercare di decretare un vincitore. Ogni volta che uno dei due otteneva un vantaggio, arrivava l’altro alla ribalta. Si staccarono ansanti, ma con gli occhi talmente carichi di endorfine che sembravano essere scuri anziché chiari. Si aggredirono nuovamente e con più vigore, arrivando chissà come a rotolare sulla tenera ed umida erba serale. Quando Chanyeol, che sovrastava il corvino, scese a scoprire con la bocca la sua dolce epidermide, il Senza Benedizione si accorse che in quel momento le lucciole avevano aumentato la loro intensità e sembravano essersi disposte intorno a loro, così da poter debolmente illuminare i loro corpi avviluppati. Bottone dopo bottone, la splendida camicia tessuta da Luhan fu tolta dal bel corpo del figlio dell’eclissi, che guardava con timore e fiducia l’incantevole amante, aiutandolo con la sua blusa. Si ritrovarono a scoprirsi con tenere carezze, curiose e bramanti, attenzioni che nessuno dei due pensava di desiderare finché non fu l’altro a dargliele. Il caldo di Chanyeol ed il freddo di Baekhyun si unirono in un vortice di scintille che irradiava ogni loro movimento. Un’unione talmente inscindibile, che entrambi sapevano che mai si sarebbero divisi. E per la prima volta, questo non spaventò il corvino. Per la prima volta, tutto ciò che voleva era rimanere incollato ad una persona. Quella stessa persona che in quel momento gli stava facendo provare una tempesta di emozioni che lo travolgeva e lo trascinava come in balia delle onde. Si separarono ancora brevemente, ma, incapaci di sciogliersi veramente, i due si strinsero ancora una volta in un impetuoso bacio, impedendosi così di vedere quello che stava accadendo. Una luce argentea, infatti, aveva avvolto il corpo del Senza Benedizione.

Appena si fu ripreso, Chanyeol sbarrò gli occhi e indietreggiò leggermente spaventato. Baekhyun brillava. Il suo corpo si stava lentamente alzando in aria, vorticando su sé stesso, mentre tutte le lucciole seguivano il suo corso. Gli zampilli del fiume luminoso seguirono la scia degli insetti e la fauna tutta si affacciò a vedere quanto stava avvenendo. Anche la collana con la mezza luna, regalatagli dal corvino il giorno prima, iniziò a irradiare una luce azzurrognola. L’abitante di Elios ebbe appena il tempo di alzarsi in piedi, che il corpo di Baekhyun improvvisamente cadde, atterrandogli fortunatamente fra le braccia. Quando l’accecante luce cessò, al suo posto lasciò un Senza Benedizione piuttosto diverso da come era precedentemente: la pelle diafana continuava a persistere, ma i capelli non erano più scuri. Erano rossi. Di un rosso acceso, vivo, come quello del fuoco che arde e devasta. Non appena i suoi occhi si schiusero, il più alto si ritrovò sbalordito nell’osservare che l’iride era talmente celeste da sembrare a tratti bianca.

“Chanyeol, cos’è successo?” domandò Baekhyun strofinandosi le palpebre e notando l’espressione confusa dell’amato, che però non gli rispose. Anzi, si ostinava a fissare qualcosa davanti a lui. Quando il più basso voltò il capo, si trovò davanti due splendenti luci, una bianca e una gialla. Lentamente, le due sfere presero una forma, quanto più simile a sembianze umane.

“Padre? M-madre?” si sorprese l'abitante di Selene nell’osservare i volti che si plasmarono proprio sotto i suoi occhi. Era tanto terrorizzato, quanto pieno di gioia.

“Oh piccolo Baekhyun, ci spiace aver preso queste forme, ma sono quelle più affine alla tua mente. Io sono Selene, dea della Luna, e lui è mio marito Elios, dio del Sole. Per noi è un onore conoscerti nella tua vera forma. Era da tanto che aspettavamo questo momento” lo guardò con voce autorevole, ma carica di commozione la luce argentea. Il rosso era rimasto privo di qualunque parola. Si girò verso il ramato, ma anche lui sembrava ammutolito. Solo allora si rese conto di essere ancora semi nudo tra le braccia di Chanyeol, che lo mise velocemente giù, aiutandolo anche con la camicia. “Cosa sta succedendo?” non poté impedirsi di ripetere ancora il più basso, notando il radicale cambio di look grazie ad uno specchietto fornito dalla dea stessa.

“Baekhyun, finalmente sei rinato sotto la tua vera forma. Sai come nascono le eclissi?” interrogò soavemente il suo fedele la bellissima dea.

“No, signora”

“Bene. Esse si verificano quando tra la luna e il sole si interpone questo pianeta, che io e mio marito abbiamo generato dal nostro amore. Quindi queste non sono altro che nostre figlie, simboli supremi della nostra unione. Quando ti sei unito alla tua anima prediletta, Chanyeol il Brillamento, la tua vera natura si è finalmente rivelata. Benvenuto al mondo, Baekhyun l’Eclisse” chinò leggermente il capo l’incantevole Selene e dietro di lei suo marito ripeté il gesto. Tutti gli animali che si erano radunati a vedere quanto accadeva, fecero una genuflessione al piccolo ragazzo, che si guardava intorno disorientato.

“E-E adesso?” riuscì a mormorare solo. Il dio del Sole si fece avanti e avvolse il braccio sulle spalle dell’amata. “Adesso andate e vivete. Il mondo è la vostra casa e non siete più legati a noi. Prendete l’imbarcazione che trovate al porto e cominciate la vostra vita insieme” annunciò con voce solenne, che però lasciò spazio solo ad un piccolo sorriso. Improvvisamente, le due immagini si iniziarono a spezzettare e ad essere portate via dal vento. “Addio Chanyeol. Addio Baekhyun, siate sempre pieni della nostra Benedizione” li salutò la coppia, prima di svanire completamente.

I due giovani amanti si guardarono per un sol folle istante. Con un sorriso che andava da un orecchio all’altro, si presero per mano e corsero verso il molo. Trovarono una piccola barchetta in legno dagli splendidi intarsi. Rappresentavano un sole che incontra la luna. Chanyeol con un balzo ci fu sopra e subito sporse una mano per aiutare il più basso.

Baekhyun era dubbioso. Terribilmente. Stava forse per lasciare tutto e tutti? Voleva davvero abbandonare la terra del padre e dove era cresciuto? I suoi da poco ritrovati amici? La gente che non l’aveva mai voluto?

Guardò la mano del suo amato, poi il suo volto. Un sorriso mozzafiato e uno sguardo carico di aspettativa per il futuro illuminavano il suo viso. E allora non tentennò più. Tutto ciò di cui aveva bisogno era lì e lo stava chiamando a sé. Luhan e Kyungsoo erano con la loro persona speciale e molto probabilmente forse uno sarebbe rimasto a Selene e l’altro si sarebbe trasferito a Elios. Loro stavano scegliendo autonomamente il loro futuro ed era il momento che anche l’Eclisse lo facesse. Afferrò saldamente il braccio del ramato, si issò anche lui nella barca e con animo quieto e sereno, tra le braccia del suo predestinato, partì alla volta di terre lontane. Ovunque le dolci acque l’avrebbero sospinti.

Forse Baekhyun non credeva alla predestinazione. Forse Baekhyun non credeva al rituale. Ma di una cosa era sicuro, quello che sentiva per quel ragazzo dalle orecchie buffe era profondo e radicato. Ogni volta che il fato li aveva fatti incontrare, un piccolo tassello dei loro sentimenti si era andato a concatenare, finché, con la loro unione, ogni cosa era finalmente andata al suo posto a formare un quadro completo e ben complesso.

Forse Baekhyun non credeva alla predestinazione. Forse Baekhyun non credeva nemmeno nel rituale. Ma Baekhyun credeva in Chanyeol.

E ai fini della nostra storia, questa è l’unica cosa che davvero conta.

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