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<<Il motivo per cui ho chiesto di vedere voi due è perché ho dei compiti da assegnarvi>> disse il re, guardando Wangyo e Jongin che erano davanti a lui in attesa <<Terzo principe Wangyo dovete lasciare Songak, visitare ogni regione e controllare i magazzini di grano>> ordinò.
<<Ci sono molti magazzini>> disse Wangyo sollevando lo sguardo <<So che ci sono molti ladri che ci stanno attaccando, ma l'anno scorso il generale responsabile dei magazzini è tornato morto>> continuò preoccupato.
<<È proprio per questo che vi mando>> disse il re tranquillo <<Un principe deve farsi avanti per far si che le cosa cambino>>
Wangyo guardò attentamente il re e capì che protestare non lo avrebbe aiutato per nulla.
<<Accetterò i vostri ordini>> disse a denti stretti.
<<Maestà>> parlò poi Hoseok che fino a quel momento era rimasto in silenzio <<Per quanto riguarda la scorta militare di cui il terzo principe era a comando?>>
<<Sarà il quarto principe Jongin a prendersene carico>> disse il re.
Jongin rimase sorpreso da quelle parole, era il primo vero compito che il re gli affidava, e ne era felice.
<<Accetterò i vostri ordini>> disse inchinandosi.
<<Il re vuole buttarmi via?>> domandò Wangyo a Hoseok quando restarono soli nella sala del trono.
<<Assolutamente>> negò Hoseok <<Non avrebbe assegnato un compito così difficile a nessuno se non alla persona di cui si fida di più>>
<<Hai detto questo quando hai dato il mio posto nel rituale a Jongin>> ringhiò <<A causa dei favoritismi di un padre due figli si stanno staccando pezzi l'un l'altro>>
<<Hai avuto l'avidità per quello che appartiene al principe ereditario da quando eri giovane>> rispose a tono Hoseok <<Ora devi trovare il tuo posto nel mondo>>
<<Allora tieni gli occhi su di me, e guarda dove sarà il mio posto>> ringhiò, voltandosi a guardare il trono.
***
Jongin, Sehun, Wangyo e la regina Yoo erano seduti intorno ad un tavolo ricco di cibi. Sehun sorrideva contento all'idea della famiglia riunita, ma al contrario Wangyo e la regina avevano uno strano sorriso che Jongin non riusciva pienamente ad identificare.
<<Perché sei così sorpreso>> gli disse Wangyo <<Vogliamo solo avere un pasto in famiglia, non è vero madre?>>
<<Com'è bello vedere la tua faccia nuda>> sorrise la regina <<Ora hai la fiducia del re, sono fiera di te. Ho aspettato così a lungo per un giorno come questo. Dimentichiamo il passato>>
<<Giusto>> concordò Wangyo <<Ora mangiamo>>
<<Questa è la prima volta che mangio con te Jongin>> sorrise sincero Sehun.
<<È vero, ero già a Shinju quando sei nato>>
<<Cerchiamo di dimenticare il passato e di vederci più spesso come fratelli>> commentò Wangyo, cominciando a mangiare, venendo subito emulato dagli altri.
Sembravano tutti tranquilli, ma Jongin sentiva che c'era qualcosa di strano. Il comportamento di Wangyo e della regina era fin troppo strano ai suoi occhi, e non riusciva a credere che dipendesse solo dal fatto che il re ora si fidasse di lui.
<<Ora prenderai il posto di Wangyo>> disse la regina <<Hai molto da imparare>>
<<Dovrò lasciare Songak, perciò ti conviene imparare dal principe ereditario>> seguì Wangyo.
<<Lo farò>> rispose solamente Jongin.
<<Quindi, avrai molte occasioni di vedere il principe ereditario>> riprese Wangyo <<<<Ci saranno momenti in cui sarte solo voi due>>
<<Cosa stai insinuando?>> chiese subito Jongin, sentendo che la conversazione stesse andando in un punto particolare, solo in quel momento capì il vero motivo di quell'invito <<Certamente, volete qualcosa da me>> sbuffò.
<<Uccidi il principe ereditario>> disse la regina senza mezzi termini.
<<Madre non dovresti dire queste cose nemmeno per scherzo>> commentò Sehun.
<<C'è stato un re che non ha ucciso i suoi fratelli dopo essere salito al trono?>> domandò Wangyo <<Se uno di noi due non diventa re siamo tutti morti>>
<<Il principe ereditario non è così, non ucciderebbe ai suoi fratelli>> protestò ancora Sehun.
<<È questo che volete veramente?>> domandò Jongin alla regina.
<<Lo voglio>>
<<Allora lo farò>> disse Jongin serio <<E dopo che l'avrò fatto mi siederò il trono>>
<<Cosa?>> disse la regina sconvolta, proprio la reazione che Jongin si aspettava.
<<Desiderate che uno dei vostri figli diventi re>> le fece notare <<Non dovrebbe importare se si tratta di me>>
<<Non comportarti come se fossi così grande>> lo schernì Wangyo <<Se avessi guidato io il rituale della pioggia sarei io l'eroe>>
<<Io ho il favore dei cieli>> ghignò Jongin <<Tu non hai niente oltre i tuoi parenti>>
<<Tuo fratello è benedetto dal cielo per diventare re>> urlò la regina <<Con chi credi di avere a che fare? Pensi davvero di essere diventato qualcuno? Sei stato scelto per il rituale della pioggia perché pensavano sarebbe andato bene se fossi stato tu ad essere colpito, sei stato semplicemente uno scudo usato per proteggere il principe ereditario, sei stato manipolato>>
<<Non sono stato manipolato>> commentò Jongin sorridendo <<Sapevo tutto e sono stato io a strisciare in quel posto>>
La regina lasciò cadere la sua maschera a quella risposta inattesa. Sperava di colpirlo, umiliarlo, scoraggiarlo, ma non aveva ottenuto nulla con le sue parole. Furono più quelle di Jongin a colpire lei.
<<Il cibo qui non era così male>> disse Jongin alzandosi in piedi <<Tuttavia credo dovreste mangiare solo con la famiglia. Non chiamarmi di nuovo>> concluse, lasciando poi la stanza sotto lo sguardo adirato della regina e di Wangyo.
<<Avete esagerato>> sbottò Sehun sbattendo la sua tazza sul tavolo, alzandosi dal suo posto <<Gli avete chiesto di uccidere una persona ad una cena di famiglia? E per di più il principe ereditario. Jongin non è un assassino da assoldare, è mio fratello>> urlò andando via senza lasciare loro il tempo di rispondere.
***
Cosa si aspettava veramente? Jongin si ritrovò a ridere. Sapeva già che non avrebbe avuto modo di ritrovare i legami con la sua famiglia, ma che lo chiamassero per fargli una tale richieste così tranquillamente per Jongin era veramente assurdo. Aveva una spiegazione, se lui lo avesse fatto sarebbe stato lui a pagare mentre Wangyo avrebbe comodamente preso il trono. Jongin non sarebbe stato altro che un tramite, un sacrificio per far sedere Wangyo così in alto.
Camminando perso fra i suoi pensieri quasi non si rese conto di essere arrivato fuori Damiwon. Lanciò uno sguardo verso quella che doveva essere la stanza di Kyungsoo e dalle luci accese capì fosse ancora sveglio.
Aveva bisogno di lui.
Raccolse di sassolini e cominciò a lanciarli contro la finestra nella speranza di farsi notare solo dal ragazzo, e fortunatamente fu così. Kyungsoo aprì la finestra e quando vide Jongin la riuchiuse per comparire davanti a lui poco dopo. Non potevano però restare davanti a Damiwon, non potevano farsi vedere dalle altre dame, quindi raggiusero il lago alle spalle del palazzo, quel lago che era ormai il loro posto.
<<Fammi restare così, solo per un momento>> sospirò Jongin abbracciando Kyungsoo da dietro posando la fronte contro la sua testa.
<<Cesa è successo Jongin?>> domandò Kyungsoo.
<<Mia madre>> sbuffò Jongin stringendo ancora di più Kyungsoo<<Mi ha chiesto di uccidere il principe ereditario per far si che Wangyo si sieda sul trono, per loro sono solo un mostro addestrato ad uccidere>>
Il più basso gli fece allentare la presa e si voltò verso di lui, gli preso il viso fra le mani e sorrise.
<<Non importa ciò che dice tua madre Jongin>> cominciò dolcemente <<Tu non sei un mostro, e non uccidi le persone solo perché te lo ordinano o provi gusto nel farlo>>
<<Ma io...>>
<<Jongin tu sei una persona meravigliosa. Certo minacci di uccidere quasi chiunque ti passi davanti>> lo bloccò ridacchiando Kyungsoo, per farlo sorridere <<Ma nel momento in cui dai a qualcuno l'opportunità di conoscerti nessuno può chiamarti mostro. Dentro di te sei una persona buona, indurito dalla sofferenza che hai sopportato per tutto questo tempo. Ma ora non sei più da solo Jongin. Io, sono qui con te. Minseok, Jongdae, Junmyeon, Sehun, Baekhyun, Jimin, persino Chanyeol e Yoongi. Siamo tutti al tuo fianco, e ti vogliamo bene per quello che sei. Perciò non importa cosa tua madre o Wangyo possano dire di te, tu non sei un mostro>>
Jongin non riuscì a protestare a quelle parole così decise e perentorie. Una parte di sé sentiva come se Kyungsoo gli stesse appena dando un ordine, quello di non cadere davanti a sua madre e suo fratello e si ritrovò a sorridere. Per un momento ricordò il loro primo incontro, era stato davvero pessimo, eppure in quel momento erano insieme e Kyungsoo lo stava spronando a non mollare, lo aveva accettato, e lo amava.
<<Kyungsoo>> disse dolcemente Jongin, avvicinandosi lentamente fino a far scontrare le loro labbra in un bacio dolce, sentito, desiderato <<Sin dalla prima volta mi hai visto per quello che sono, non c'erano scuse o bisogno di spiegazioni , ed è per questo che ti amo>>
<<Tu mi hai aiutato più di una volta, senza mai pretendere nulla da me, ed è per questo che ti amo>>
Kyungsoo non sapeva dire come fosse successo precisamente, l'unica cosa che riusciva a capire era il materasso contro la sua schiena e il corpo di Jongin che premeva sul suo mentre le sue labbra percorrevano il suo corpo e le sue mani lo accarezzavano dolcemente. Le sue mani tremavano e la testa era diventata sempre più leggera, bacio dopo bacio, carezza dopo carezza, ansimo dopo ansimo.
La strada dal lago alla stanza di Jongin era stata sorprendentemente breve, e non poteva negare a se stesso di provare un po' di paura. Passo dopo passo aveva cominciato a chiedersi se concedersi fosse veramente la cosa giusta, ma non appena guardò negli occhi il ragazzo, che lentamente lo faceva scivolare sotto di sé premuroso capì che non esistevano cose giuste o sbagliate, ma semplicemente cose che si volevano fare. E sì, Kyungsoo voleva sentirsi parte di Jongin, e divenire parte di lui.
Jongin saggiò lentamente ogni lembo di pelle del ragazzo, cullandosi nei suoi ansiti e nel modo in cui ripeteva il suo nome. Voleva farlo suo il più velocemente possibile, ma al tempo stesso avrebbe voluto che il tempo si fermasse in quel preciso istante. Il prepararlo ad accoglierlo per Jongin fu una vera e propria tortura. I gemiti di piacere di Kyungsoo, il suo viso segnato dal piacere, la bocca aperta in cerca di aria lo stavano portando lentamente alla pazzia, e fu proprio nel momento in cui finalmente entrò in lui che si sentì risucchiato in quell'oblio.
Jongin attese, stringendo i denti, che Kyungsoo si abituasse a lui ma non volendo sprecare tempo si avventò sulle sue labbra per distrarlo e assaporarlo contemporaneamente. Kyungsoo allacciò le braccia intorno al collo dell'altro e se lo tirò contro muovendo il bacino per invitarlo a muoversi, e Jongin non se lo fece ripetere due volte. Cominciò a muoversi lentamente, entrando ed uscendo per tutta la sua lunghezza, facendo in modo che Kyungsoo potesse sentirlo al meglio. Dopo un po' però quello non gli bastò più. Entrambi volevano sentire i loro corpi aderire l'uno contro l'altro e diventare una cosa sola, volevano sentire i loro profumi mescolarsi tanto da diventare indistinguibili così come lo erano i loro gemiti, rubati dalle loro bocche che si assaporavano a pieno. Jongin aveva molte cicatrici lungo la schiena, e di molte di quelle aveva dimenticato l'origine. Ma non avrebbe dimenticato mai quei segni che le unghie di Kyungsoo stavano lasciando su di lui, anche se questi sarebbero scomparsi in poco tempo lui li avrebbe ricordati tutti. Così come avrebbe ricordato quelli che aveva lasciato sul ragazzo mentre continuava a reclamarlo e proclamarlo suo. Aveva da poco trovato il punto capace di far urlare a piena voce Kyungsoo, e Jongin non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare. Prese a dare spinte veloci e mirate, trattenendo al tempo stesso il bacino di Kyungsoo fermo, intenzionato a fargli provare un piacere intenso e indimenticabile.
<<Jongin...>> gemette Kyungsoo, impossibilitato a dire qualcosa di sensato.
<<Sei mio Kyungsoo, non lasciarmi mai>> ordinò Jongin a denti stretti, sapendo che quelle sarebbero state le ultime spinte.
<<Mai, non lo farò mai>> riuscì a promettere Kyungsoo, prima di sentire il seme di Jongin riversarsi in lui e raggiungere l'orgasmo insieme al suo ragazzo riversandosi fra loro.
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