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C'erano cose che avrei voluto dirgli, ma sapevo che gli avrebbero fatto male. Così le seppellii e lasciai che facessero male a me.
(Jonathan Safran Foer)
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Il mattino seguente, quando Miles ed Allison arrivarono insieme di fronte all'ingresso dell'edificio scolastico, nessuno dei due poté trattenere una risata: le loro "opere d'arte" stavano venendo spazzate via dai colpi di straccio di ben tre inservienti, con alquanto scarsi risultati.
<<Dici che l'abbiamo fatta grossa?>> domandò il ragazzo, sussurrando quelle parole all'orecchio della fidanzata.
Aly fece spallucce. <<Secondo me abbiamo solo reso la scuola più accogliente>> sentenziò lei, avviandosi successivamente verso l'entrata, dove aveva scorto un Jayden in jeans neri e maglietta bianca che rideva sotto i baffi.
<<Mi piace>> disse il biondo una volta a distanza ravvicinata con l'amica, la quale lo avvolse in un veloce ma tenero abbraccio sotto lo sguardo leggermente geloso di Miles.
Una volta che furono tutti nelle proprie classi - Miles ed Aly a biologia e Jay a storia dell'arte - la voce metallica del preside Westerly risuonò tra le mura dell'edificio, interrompendo le lezioni iniziate soltanto da cinque minuti.
<<A tutti gli studenti della Monterey High>> annunciò, <<sono stato profondamente deluso questa mattina arrivando qui, di trovare i muri della nostra, e sottolineo nostra, scuola imbrattati di pittura. Questo è un edificio scolastico, non la tela di un artista, pertanto sarei pregato a coloro che hanno compiuto il gesto o ne sanno qualcosa di venire nel mio ufficio durante la pausa pranzo. Ricordo anche che l'esterno è munito di telecamere, quindi spero per voi che non c'entriate nulla con tutto ciò, in caso contrario prenderò seri provvedimenti. Buona giornata>>
Allison ruotò gli occhi al cielo e si posò una mano sulla fronte.
<<Merda>> sussurrò a denti stretti Miles, <<come abbiamo fatto a non pensare alle telecamere...>>
La giovane scosse la testa e lo guardò.
<<Mi dispiace averti coinvolto, io non avrei mai pensato...>>
<<Roberts e Bailey, se avete finito di farvi i fatti vostri io riprenderei a spiegare>> la interruppe la McHill con tono di rimprovero.
Ora non restava che scoprire quali sarebbero stati i seri provvedimenti del preside Westerly.
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<<No, tu non c'entri, vado solo io>>
Era da tutta la mattina che Allison cercava di convincere Miles a non andare insieme a lei nell'ufficio del dirigente scolastico, senza però alcun successo.
Si era intestardito sul fatto che fosse anche colpa sua, in quanto uno dei due disegni sulla facciata dell'ingresso era opera sua.
<<Io ti ho coinvolto, io ti ho trascinato di notte a compiere quel gesto, quindi io, e solo io, andrò da Westerly, chiaro?>>
Alzò il tono di qualche decibel per essere ben chiara e sembrò esserci riuscita dato che sia Bailey che Sullivan - che come loro aveva saltato il pranzo, preoccupato per la sua cara amica - se ne stettero in silenzio e a braccia conserte di fronte a lei, uno con sguardo dispiaciuto e l'altro con le sopracciglia aggrottate.
<<Sei una testarda>> brontolò quest'ultimo, sbuffando.
La castana fece un sorriso e si incamminò verso l'ufficio del preside sicura di sé e a passo spedito.
Cosa avrebbe mai potuto succederle?
Bussò alla porta con due colpi di nocche ed attese che qualcuno dietro ad essa la invitasse ad entrare nella stanza.
Abbassò la maniglia ed avanzò, ma non più così sicura come prima.
<<Ah, signorina Roberts, prego si accomodi>> disse l'uomo dai capelli castani e brizzolati e dagli occhiali spessi come fondi di bottiglia.
La giovane prese posto sulla sedia di fronte a lui e lo guardò.
<<Ha bisogno di qualcosa?>> domandò il preside Westerly.
Ma prima ancora che Allison potesse rispondere, qualcuno bussò alla porta.
L'uomo sulla quarantina pregò allo sconosciuto di aspettare, ma la porta si aprì ugualmente lasciando che la figura di Miles entrasse nella stanza piena di targhe e riconoscimenti.
La ragazza lo guardò con occhi sgranati e affondando poi sulla sedia bisbiglio un impercettibile "non ci posso credere", mentre dal canto suo il moro prese posto di fianco a lei.
<<Le avevo chiesto di aspettare, non vede che ho un altra persona a colloquio signor Bailey?>>
<<Sì, lo vedo, ma io e la signorina Roberts dobbiamo parlarle insieme>> spiegò Miles, ricevendo un'occhiataccia dalla compagna, la quale lo rimproverò di essere lui il testardo della situazione, non lei.
<<Okay, volete spiegarmi?>>
Il preside Westerly si sporse verso la scrivania ed incrociò le mani su di essa, passando in rassegna con gli occhi prima uno poi l'altro studente e viceversa.
Aly prese un profondo respiro e parlò.
<<Sono stata io a imbrattare il muro questa notte. Lui era con me, ma solo perché l'ho costretto io, non voleva nemmeno venire e non ha nemmeno toccato il muro, quindi prego, mi dia pure la punizione più consona a quello che ho fatto, ma lui lo lasci fuori>>
Ovviamente Miles non se ne stette solamente ad ascoltare.
<<Invece c'entro eccome. Sono colpevole tanto quanto lei, le telecamere potranno confermare che uno dei due disegni è opera mia>>
Westerly li guardò serio scuotendo ripetutamente il capo, gesto che compì anche la ragazza mentre con lo sguardo fulminava il compagno chiacchierone.
<<Spero siate consapevoli della gravità della cosa>> iniziò a dire l'uomo ricevendo un segno d'assenso da parte di entrambi gli interrogati. <<Tuttavia, apprezzo l'onestà, quindi, sebbene volessi farla pagare ai colpevoli con tre giorni di sospensione, nel caso si fosse trattato di miei studenti, ho cambiato idea. Rimarrete a scuola tutti i pomeriggi per due settimane per aiutare i bidelli a pulire la scuola e, perché no, anche il muro che avete sporcato>>
I due ragazzi sospirarono sonoramente e si alzarono, prima di uscire dall'ufficio e incamminarsi verso la classe silenziosi e a stomaco vuoto.
<<Sei arrabbiata?>> chiese Miles afferrandole la mano.
Allison scosse la testa. <<No, ma quello testardo sei tu, non io. Avresti potuto benissimo starne fuori>>
Il moro si fermò e si appoggiò contro il muro lì a fianco, tirandola contro il suo petto. Le spostò una ciocca ribelle dietro l'orecchio tempestato di anellini argentati e le baciò la fronte.
<<Le telecamere mi avrebbero incastrato comunque e poi, vedila così, avremo più tempo da passare insieme>> sussurrò ormai sfiorando le sue morbide labbra.
Aly sorrise dolcemente abbassando lo sguardo. <<Sei molto dolce Miles,ma come farai con i compiti? E con i turni all'acquario?>>
Allison non ricevette nessuna risposta sonora, ma le sue labbra collisero perfettamente con quelle del ragazzo di fronte.
Si scambiarono un tenero bacio poi si separarono lungo gli infiniti corridoi.
**
- Un mese più tardi -
<<Dovresti dirglielo Aly, non ha più senso aspettare>>
Era passato un mese ormai dalla bravata nella quale aveva coinvolto anche Miles e, di conseguenza, anche dalla "punizione" del preside Westerly.
Sebbene fossero stati avvisati sia i suoi nonni che i suoi genitori, nessuno, a parte sua madre ovviamente, si era arrabbiato con lei, sostenendo che il gesto compiuto fosse soltanto l'opera di due adolescenti vogliosi di avventure.
Tuttavia, sebbene in quelle due settimane la vicinanza al moro le aveva permesso di conoscerlo meglio e confidarsi con lui su alcune faccende personali, c'era una cosa che non aveva ancora avuto il coraggio di comunicargli.
Ed era proprio per questo che quel giorno aveva chiamato Jayden a casa sua, mentre Miles era di turno all'acquario.
<<Lo so, hai ragione ma...>>, sospirò profondamente prima di proseguire. <<Sai, mentre eravamo a scuola, la settimana scorsa, inebriati dal tanfo dei cessi, Miles mi ha detto che non vede l'ora di andarsene via da questa città. Vuole trasferirsi a Los Angeles dove è convinto di trovare un lavoro più degno e più facilmente che in altri posti. Ne parlava come se vedesse già il suo futuro e...>> fece una pausa torturandosi le mani, poi riprese il discorso. <<Vorrebbe che andassi con lui>>
Jayden, seduto sul letto di fronte a lei, arricciò il naso in una smorfia.
<<Questo è un problema>> disse, scuotendo la testa a destra e sinistra. <<Ed è proprio per questo che dovresti dirgli subito che ti hanno presa a Seattle. Magari potrebbe cambiare idea su Los Angeles>> aggiunse il biondo.
Allison dal canto suo tenne il viso basso per tutto il discorso dell'amico, il quale, con premura, glielo risollevò regalandole un sincero sorriso.
<<Dov'è finita Wonder Aly?>>
A quelle parole, alla ragazza si incurvarono leggermente le labbra carnose e dopo un attimo di esitazione gettò le braccia al collo del biondo.
<<Grazie Jay, non so cosa farei senza di te>>
E fu proprio quando pronunciò l'ultima lettera, che qualcuno suonò il campanello.
<<E' lui, o adesso o mai più>> sussurrò, salutando poi Jayden che sgattaiolò via dalla porta finestra che dava sulla spiaggia, giusto in tempo prima che Miles spalancasse la porta della stanza.
<<Eccola qui, la mia ragazza!>> esclamò gettandosi a peso morto sul letto e tirandola a sé per un abbraccio.
Allison ricambiò la tenera stretta e gli baciò la fronte sudata.
<<Com'è andata oggi? Qualche tartaruga ha detto di salutarmi?>> domandò, cercando in quel modo di eliminare quelle briciole di ansia che la stavano attanagliando.
Il ragazzo rise e scosse la testa.
<<Oggi erano piuttosto silenziose>> rispose guardandola negli occhi chiari.
Aly sorrise e si avvicinò a lui per baciarlo, sperando che il contatto con le sue labbra le avrebbe dato la giusta dose di forza per affrontare l'argomento Seattle.
Ma prima ancora di riuscire a proferire parola, Miles la precedette.
<<Devo dirti una cosa>> dichiarò, sistemandosi meglio accanto a lei e cingendole le spalle con un braccio.
Quelle quattro parole le misero agitazione, tuttavia era curiosa di sapere di cosa si trattasse.
<<Anche io, ma dimmi prima tu>> disse, facendo un gesto col capo per invitarlo a procedere.
<<Siccome una delle tue strambe pazzie consisterebbe nel volare sopra San Francisco e lanciarsi con il paracadute...>> iniziò, <<beh, ecco, in questi giorni io avrei prenotato sia l'hotel che il lancio>>
Allison sgranò gli occhi, e senza nemmeno accorgersene spalancò la bocca.
<<Tu.. noi..>>
Non sapeva cosa dire. Era incredibilmente felice e le parole le morirono in gola per la troppa gioia.
<<Sei contenta?>> le domandò lui, e per tutta risposta ottenne le labbra della giovane sulla sue.
La castana prese a baciarlo con una foga che non sapeva nemmeno esistesse e, non contenta, si mise a cavalcioni copra di lui, incurante che da un momento all'altro potesse entrare uno dei suoi nonni.
<<Ti amo Miles>> mormorò una volta staccatasi per riprendere fiato.
Il bel giovane sorrise con quella sua fila di denti bianchi e perfetti che ogni volta le provocava un capitombolo al cuore.
<<Partiamo sabato e torniamo domenica sera, così avremo anche un po' di tempo per noi. Ci stai amore?>>
Se prima il suo organo pulsante aveva fatto un capitombolo, ora sentendo quell'ultima parola si era proprio fermato.
Le farfalle nel suo stomaco presero a moltiplicarsi, tanto che le risultò tremendamente difficile tenerle tutte a bada al proprio interno.
<<C-cosa hai detto?>> balbettò osservando ogni minimo particolare di quel viso fanciullesco.
<<Che partiamo sabato e..>>
<<No, no, dopo, l'ultima parola>> spiegò interrompendolo.
Il moro si inumidì il labbro superiore con la punta della lingua e con voce roca e alquanto arrapante per lei, sussurrò <<ho detto amore>>.
Aly sorrise, incapace ancora di credere a quella stupenda parola, e prendendogli il viso tra le mani lo baciò nuovamente, ma questa volta con estrema delicatezza.
<<Tu cosa dovevi dirmi?>>
Fu in quell'istante che si ricordò dell'e-mail che le era arrivata la settimana prima, della conversazione con Jay di quel pomeriggio e di Seattle.
Aveva, per un momento, dimenticato tutto per la troppa felicità.
Ora, dopo quello che lui le aveva appena detto, come avrebbe potuto confessargli una cosa simile? Non voleva rovinare quel momento, non dopo che Miles si era dato tanto da fare per lei.
<<Niente, solo che mi sei mancato tantissimo>> sussurrò, finendo di nuovo per far combaciare le labbra alle sue.
Me:
Aly è stata presa alla Seattle University, e non alla UCLA a Los Angeles, il che è un bel problema considerando i piani di Miles.
E lei lo sa bene, tanto che fatica a comunicarglielo per non deluderlo.
Che succederà?
Chia xx
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