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Che tu voglia o no, quando fai l'amore con qualcuno il tuo corpo fa una promessa.
(Dal film Vanilla Sky)
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<<Ce la puoi fare, so che puoi>>

Con quelle parole la ragazza cercò di incoraggiarlo ad entrare, per la prima volta dopo la tragedia, all'interno dell'edificio scolastico.

Le loro mani incrociate gli davano la giusta forza per continuare a camminare e non voltarsi indietro con l'intento di scappare.

Era dura vedere gli sguardi dei suoi compagni sulla sua figura. Sguardi, questa volta, non di ammirazione o idolatria, ma di compassione.

Cazzo, che odio. Odiava sentirsi così, compatito. Era già successo con la morte della madre certo, ma a quel tempo lui era solo Miles, una ragazzo come tanti. Invece adesso...

Dio, ma a che cavolo sto pensando?

Fece un sospiro e cancellò del tutto quelle assurde fissazioni dalla sua testa.

Che male c'era ad essere solo Miles?

Alzò il viso che in precedenza aveva abbassato, sciolse l'intreccio di dita che lo legava alla ragazza e posò il braccio attorno alle sue spalle, prima di darle una bacio sulla tempia e proseguire a testa alta verso l'entrata.

Una volta in corridoio, gli studenti già presenti si voltarono a fissarlo ma Miles non degnò nessuno di uno sguardo. Nessuno a parte Jayden, il quale appena li vide arrivare, si avvicinò tenendo stretti al petto alcuni libri.

<<Ciao Jay!>> esclamò Allison, scoccando un bacio sulla guancia al biondino.

<<Ciao Aly!>> rispose quello ricambiando il saluto. <<Miles...>> aggiunse.

<<Sullivan...>>

Era ovvio che tra loro non fosse già tutta acqua passata, ma la ragazza sperava che prima o poi avrebbero messo da parte tutto l'astio e fossero diventati amici.

<<Pranziamo insieme oggi?>> domandò lei, incrociando mentalmente le dita in attesa di una risposta affermativa.

<<D'accordo>> rispose Jayden, guardando poi Miles con la coda dell'occhio.

<<Va bene>>

Quando anche l'ultima conferma arrivò, Aly non si trattenne dal fare un saltello.

<<Perfetto, ci vediamo in mensa più tardi>> disse, dirigendosi successivamente verso l'aula di storia, euforica.

                                                                                         **

Una volta tornati a casa, accompagnati fino ad un certo tratto da Jayden, con la sua preziosa moto alla mano, Miles ed Allison si sedettero sul divano, sfiniti.

<<La mattina oggi non passava più>> si lamentò il moro, sprofondando nel comodo divano.

<<Però sei stato bravissimo. Hai retto tutti gli sguardi di quegli stronzi dei nostri compagni>> rispose Aly appoggiandosi al suo petto in un tenero gesto.

Ci fu un attimo di silenzio, in cui l'unico rumore a riempire la stanza fu l'orologio a pendolo accanto al caminetto spento, poi Miles riprese la parola.

<<Posso farti una domanda?>>

Lei alzò il viso verso di lui e annuì.

<<Quella sera alla festa, quando tu e Jayden vi siete baciati>> iniziò, ricevendo da lei un cenno del capo per proseguire. <<Cosa hai provato?>>

Non si aspettava quella domanda, per niente.

Rimase muta qualche secondo, doveva pensare.

<<È stato... strano. Insomma, non era nel mio intento quella sera baciare il mio migliore amico, ma la musica, l'alcol... te>> mormorò, <<è stato divertente, e allo stesso tempo strano>>

<<Quindi ti è piaciuto?>>

La bella castana rimase interdetta.

Sì, le era piaciuto, ma era stato solo un bacio.

<<Può darsi, ma questo ora cosa c'entra?>> chiese alzandosi, questa volta del tutto, dal petto del ragazzo.

<<Provi qualcosa per lui? Voglio la verità!>> esclamò l'altro, guardandola con insistenza nelle iridi verdastre.

<<La verità te l'ho già detta in gita. Io e Jay siamo amici, solo questo. Per quanto quello che ci siamo scambiati alla festa sia stato un bel bacio, era tutta una messa in scena per farti ingelosire e non perché volessi davvero baciarlo, ti è più chiaro adesso?>> rispose secca e stizzita, alzandosi scattante dal divano.

Miles la guardò dal basso verso l'alto e sorrise. Un sorriso malizioso e compiaciuto che fece roteare gli occhi alla ragazza.

Si sistemò meglio con il busto, muovendosi in avanti così da poter poggiare le mani sui fianchi della giovane.

<<E così volevi farmi ingelosire, eh? Che stronza>> mormorò. La voce uscì roca e sensuale dalla sua gola.

Allison affondò le mani nei suoi capelli e, prima con una gamba, poi con l'altra, finì a cavalcioni sulle sue ginocchia.

<<Io stronza? Chi è quello che mi ha rimpiazzata in soli due giorni?>> replicò, avvicinandosi lentamente alle sue labbra senza però toccarle.

Bailey posò le sue grandi mani a coppa sul fondo schiena della castana, facendo aderire bene i polpastrelli alla stoffa dei suoi skinny jeans, mentre con i denti cominciò a morderle il collo.

<<Scusa>> biascicò, salendo con le mani fin sotto la sua maglietta.

Una volta a contatto con la sua pelle nuda, ebbe un fremito.

La voleva, dannatamente ed egoisticamente.

<<Oh, senti senti, Miles Bailey che chiede scusa due volte in una settimana è un evento da segnare sul calendario>> sentenziò lei, facendolo sorridere.

Lui appoggiò la fronte alla sua prima di stamparle un bacio dolce, che, piano piano, per volere di entrambi, si trasformò in qualcosa di più profondo.

<<Che intenzioni hai?>> bisbigliò una volta ripreso fiato.

Ovviamente lo aveva capito benissimo che intenzioni aveva, ma voleva sentirglielo dire. Voleva sentir dire dalla sua voce quanto la desiderasse.

<<I tuoi nonni non sono in casa, ci stiamo baciando come se fosse l'ultima volta, tu cosa credi che voglia?>>

Per tutta risposta, Allison si alzò, gli porse la mano che lui presto afferrò e lo condusse in camera sua.

                                                                                         **

In ginocchio sul morbido materasso, gli afferrò i lembi della maglietta che indossava anche al momento della tragedia. D'altronde era l'unico capo superiore che gli era rimasto, come i pantaloni e le scarpe.
Si era ripromessa di accompagnarlo a fare shopping, ma di certo non in quel momento. Magari più tardi.

Quindi, la sfilò del tutto, fermandosi qualche secondo ad osservare quella pelle chiara che molto spesso era stata percossa ingiustamente e con insensata violenza.

Partì dalle spalle e ne sfiorò ogni centimetro, costringendolo a chiudere gli occhi per via del suo tocco leggero.

Arrivata al bottone dei jeans, lo aprì e ne abbassò la zip, per poi fare lo stesso con l'indumento e i boxer grigi.

Lo guardò tutto, senza pudore, senza vergogna, e si sentì appagata da quella visione.

Lo accarezzò, lo baciò con delicatezza, cercando, in qualche modo, di cancellarne le orrende cicatrici.

Quanto sei bello, pensò, e sei mio, solo mio.

Prese le sue mani e in quell'istante lui riaprì gli occhi, portandole poi sotto la sua maglietta per, finalmente, toglierla e lasciarla cadere ai piedi del letto.

Fece lo stesso con il resto degli indumenti, lasciandola così nuda e con una gran voglia di unire il corpo al suo.

La guardò con sguardo perso per secondi che parvero infiniti, poi si distese piano sopra di lei e la baciò col respiro già in affanno. Scese sul collo, sui seni, sul ventre, sulla sua più intima nudità, poi risalì.

Si sentiva strano, diverso, ma forse era perché aveva capito che di lì a poco avrebbe fatto una cosa che mai prima d'ora aveva osato fare: l'amore con una ragazza.

E non una ragazza qualsiasi, la ragazza che amava. Quella stessa ragazza che gli aveva fatto provare odio e gelosia, ma anche tanta felicità.

Col cuore che gli pompava nel petto al ritmo di mille tamburi africani, si chinò vicino al suo orecchio e sussurrò <<Ti amo>>, prima di entrare dentro di lei e dare vita ad un'anima sola.

La loro.

Allison sorrise, le lacrime agli occhi.

<<Ti amo anche io>> rispose flebile, ma lui capì benissimo.

Fecero l'amore, entrambi per la prima volta, finché non sentirono l'auto dei nonni fermarsi davanti al vialetto della villetta, un'ora più tardi.

<<Cazzo, cazzo, cazzo!>> imprecò Allison alzandosi di scatto, spostando le coperte sotto le quali erano intenti a coccolarsi,  saltellando qua e là per la stanza alla ricerca disperata dei suoi vestiti.

Miles fece lo stesso, ma mentre tentava di rivestirsi, in maniera maldestra per via della fretta, prese a ridere come un matto.

<<Se ci scoprono...>> iniziò a dire la castana, che venne però bloccata dal giovane il quale, ancora in mutande, si era piazzato di fronte a lei e le aveva lasciato un bacio casto sulla nuca.

<<Se ci scoprono capiranno, non penso ci sia nulla di male. O forse, per loro, non sono un buon partito?>>

Aly sorrise, più serena per quelle parole, raccolse i suoi vestiti e si incamminò verso il bagno, chiudendo la porta a chiave.

Una volta dentro, e al sicuro, strinse a sé i suoi vestiti e si appoggiò alla porta sorridendo come un ebete.

O meglio, come una ragazza innamorata.

<<Ma certo che sei un buon partito Miles Bailey>> sussurrò a sé stessa prima di iniziare a rivestirsi.

                                                                                    **

Erano ormai le 18.00 quando i due ragazzi tornarono a casa da uno shopping sfrenato.
Fortuna che nell'incendio, Miles non aveva perso anche il portafoglio contenente tutti i documenti, carta di credito e patente compresi, altrimenti non avrebbe saputo con cosa pagare quella miriade di nuovi vestiti.

<<Credo che dovrai buttare via un po' dei tuoi per fare spazio ai miei nell'armadio>> disse sorridendo mentre posava le cinque borse di plastica sul letto.

<<Scordatelo! Domani andremo a comprare una cassapanca o un altro mobile simile. Tanto qua di spazio ce n'è>> rispose lei, iniziando a sistemare i suoi capi acquistati.

Il moro rise appena per la reazione della ragazza, però concordò a pieno con lei. Quella stanza era enorme e non sarebbe stato male aggiungere anche un altro letto, così da stare insieme. Tuttavia pensò che non sarebbe potuto rimanere lì per sempre, quindi, in ogni caso, sarebbe stata una spesa inutile anche la cassapanca.

<<Non fa niente Allison, appena avrò soldi a sufficienza per prendere un monolocale me ne andrò da qua e anche da questa città. Voglio ricominciare da capo, magari a Los Angeles>>

Sentendolo dire ciò, il suo cuore perse un battito.

Lui voleva andarsene da Monterey e lei, molto probabilmente, sarebbe andata a vivere col padre.
Oppure, se non fosse stata presa all'università di Seattle, sarebbe andata altrove, e senza di lui.

<<Tutto okay? Sei diventata silenziosa>> la richiamò.

Lei si voltò e si sedette sulla sedia girevole vicina alla scrivania.

<<Sì, é solo che quello che hai detto mi fa pensare. Insomma, io vorrei continuare gli studi una volta ottenuto il diploma, tu no?>>

Miles scosse la testa e fece spallucce.

<<No, vorrei trovare un lavoro serio. E poi non saprei nemmeno con cosa pagarmeli gli studi ora come ora>>

Giusto.
Economicamente non era messo molto bene al momento. La sua decisione era più che comprensibile.

<<E tu cosa vorresti fare?>> domandò avvicinandosi a lei.

<<Mi piacerebbe avere a che fare con la natura, magari biologia, ma ho ancora le idee piuttosto confuse>> rispose con un tenero sorriso.

Avrebbe dovuto pensare bene a cosa fare.

Andare a vivere con suo padre, che era la cosa che più desiderava al mondo, e fare un college che non fosse troppo distante da lui, o seguire il suo cuore?

E in entrambi i casi, Miles che fine avrebbe fatto? 

<<Magari potresti venire con me>> 

Lo guardò per un istante, convinta che fosse solo una battuta, ma la sua espressione era più seria che mai.

Le si avvicinò e si abbassò, raggiungendo così la sua altezza. 

<<Pensaci, mentre io lavoro tu potresti frequentare l'università, potremmo vivere insieme così da dividere anche le spese e potremmo stare insieme, come una coppia>> aggiunse.

Okay, era spaventosamente serio e stava correndo troppo. 

All'improvviso si vide scaraventata in un ipotetico futuro: era ai fornelli in un grazioso appartamento, Miles era seduto sul divano con una birra in una mano e il telecomando nell'altra. 

Scosse la testa per cacciare quella visione.

<<Non ti vedo molto entusiasta>> borbottò il ragazzo, rialzandosi in piedi e lasciando la scomoda posizione accucciata in cui si era messo.

<<No, non è questo, è che... non so ancora quello che voglio fare una volta finita la scuola. Cioè vorrei continuare a studiare sì, ma non so dove e cosa>> disse.

<<Beh, l'importante è che tu voglia stare con me adesso. Lo vuoi?>>

Lo chiese con una tale dolcezza che ad Aly si sciolse il cuore come un ghiacciolo al sole.

<<Mi stai chiedendo di essere la tua ragazza Bailey?>> 

Lui sorrise mordendosi sensualmente il labbro inferiore.

<<Per quanto possa suonare strano detto da me, sì>>

Per tutta risposta, lei si alzò dalla sedia girevole e gli corse in braccio, sussurrandogli all'orecchio un arrapante "sì che voglio" che lo fece eccitare. 





Me: 

L'amouuur ❤

Miles sembra avere le idee abbastanza chiare sul suo futuro. Futuro che sembra comprendere anche Allison.

Ma lei, al contrario, sembra ancora un po' indecisa. Cosa deciderà di fare? 



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