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Non abbiamo nulla quando veniamo al mondo e nulla ci portiamo via lasciandolo, ma lasciamo un gran disordine a chi rimane.
(Gossip Girl)
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Rimase bloccata, interdetta, confusa.

Che diavolo stava dicendo Jayden?

Appena lui sciolse l'abbraccio nel quale la stava cullando, rimase a fissarlo senza comprendere se fosse uno stupido scherzo o la crudele verità, finché l'amico non la prese per mano e la trascinò per strada correndo.

<<Corri Aly! Miles ha bisogno di te, ora più che mai>>

Miles.

Fortunatamente aveva ancora il telefono in mano, ripescò la chiamata di poco prima ed attese, nella speranza che a rispondere fosse la sua voce e non quella di suo padre o di un pompiere.

<<Allison..>>

Eccola lì, la sua voce, roca e spezzata, morirgli in gola nel pronunciare il suo nome.

<<Miles... s-sei vivo... sto arrivando, sto arrivando da te>> rispose a fatica per via del fiatone.

Riattaccò e continuò a correre, forte, sempre più forte, nel buio della sera. Aveva in testa solo ed esclusivamente il moro, tanto che non si accorse nemmeno di aver perso Jay lungo la strada.

Poco le importava in quel momento.

Aveva paura. Paura che Miles fosse ferito, ma almeno era vivo e quello era già un gran sollievo per lei.

Man mano che si avvicinava alla casa venne superata dai vigili del fuoco ed, in lontananza, le arrivò alle orecchie anche il suono delle sirene della polizia.

Era quasi arrivata.

La puzza di fumo invadeva l'aria così tanto da farle mancare il respiro.

Voltò l'angolo e la vide: casa Bailey era in fiamme e Miles si trovava in giardino, dove continuava a dimenarsi e a gridare un nome, uno solo: Bryan.

<<Sta indietro ragazzo!>> gli ordinò un poliziotto, mentre, appoggiato alla staccionata, lo sceriffo era in silenzio e con le mani premute sulla testa.

Si avvicinò lentamente tenendosi una mano sulla bocca. Gli occhi presero a bruciarle tanto da causare la fuoriuscita di alcune lacrime che le ricaddero sulle guance.

<<Ehi tu! Va via da qui, non c'è nulla da vedere!>>

Era lo stesso uomo che cercava di calmare Miles, e si stava rivolgendo a lei.

Fu in quel momento, che i loro occhi si incontrarono di nuovo dopo tanto tempo.

Lui si voltò, e ad Allison si crepò il cuore: non aveva mai visto Miles in quello stato.

Il volto rosso, sudato, e sporco di fuliggine; gli occhi gonfi e le guance rigate dal pianto.

Il giovane si divincolò dalla morsa del più anziano e corse verso la ragazza per poi fiondarsi tra le sue braccia.

<<Sei qui>> sussurrò stringendola.

<<Sono qui>>

In quell'istante, mentre tutto attorno a loro cadeva a pezzi e si trasformava in cenere, capì di non poter più fare a meno di lui.
Che quel ragazzo dall'animo ribelle e dagli occhi profondi come l'oceano, era tutto ciò di cui aveva davvero bisogno.

<<Cos'è successo?>> domandò quindi, ancora stretta nel suo abbraccio.

Lo sentì allontanarsi, staccandosi completamente da lei e lasciandole un immenso vuoto dentro.

<<S-sono tornato dall'acquario e quando ho aperto la porta sono stato investito da una nuvola di fumo. N-non vedevo niente, così ho chiamato mio padre che era addormentato sul divano e l'ho trascinato fuori, ma...>>

Miles chiuse gli occhi e si portò le mani sul volto, fece un giro di 180 gradi su se stesso e tirò su col naso, guardando poi in alto, precisamente verso una delle tante finestre di quella che, una volta, era la sua casa.

<<Cazzo>> mormorò, per poi cadere in ginocchio sul terreno ghiaioso.

La castana gli si inginocchiò accanto, posandogli una mano sulla spalla.

Aveva capito tutto sin da quando era arrivata sul luogo, sin da quando Jay le aveva dato la notizia.

Certo, aveva pensato subito a Miles, ma in seguito si era ricordata che in quella casa non viveva solo lui.

<<Bryan non...>>

Il ragazzo deglutì e abbassò il capo.

<<È ancora dentro, non... non mi hanno fatto entrare>>

Aly si morse il labbro, per evitare così di scoppiare in un pianto disperato, ma ci pensò il moro di fronte a lei a compiere quel gesto, che tuttavia lei imitò.

Lo attirò a sé, strinse le dita tra i suoi morbidi capelli scuri e gli baciò la nuca.
Sapeva di polvere, fumo e cenere, ma non le importava niente: non lo avrebbe mai lasciato solo in un momento tanto delicato.

Il loro abbraccio venne interrotto dopo qualche minuto, da una voce maschile e profonda alle loro spalle.

<<Ragazzo..>>

Miles alzò il capo, fino a poco prima premuto contro la spalla dell'amica e lei fece lo stesso, trovandosi faccia a faccia con uno dei cinque vigili del fuoco presenti sul campo.

<<Abbiamo capito cosa è stato a far scoppiare l'incendio: i mozziconi di alcune sigarette ancora accese, finiti sul tappeto del salotto e in altre parti del primo piano.>>

Sigarette.

Il moro sgranò gli occhi e serrò la mascella, contraendola così tanto che Aly ebbe paura si sarebbe rotto tutti i denti.

Non fece in tempo a dirgli quanto fosse dispiaciuta, che lui subito si alzò in piedi e si diresse a passo deciso verso la casa.

Lo seguì con lo sguardo fino a quando non lo vide raggiungere un uomo, che pensò fosse il padre, intento a parlare con un poliziotto suo collega.

**

L'uomo guardò il figlio avvicinarsi con un tripudio di odio negli occhi, e smise immediatamente di parlare con Jon.

Il pugno gli arrivò dritto in volto con una potenza che non sapeva il figlio possedesse.

Doveva aspettarselo, d'altronde quel casino era stata solo colpa sua, in quanto l'unico a fumare in quella famiglia.

Se solo non mi fossi addormentato, pensò.

<<È colpa tua! È solo colpa tua, cazzo! Sei un irresponsabile, non hai mai saputo prenderti cura di noi e ora guarda, guarda cosa hai fatto. Bryan rischia la vita per causa tua!>> urlò il moro con tutta l'aria che aveva nei polmoni.

E se non fosse stato per Jon che lo prese da dietro con l'intento di bloccarlo, avrebbe continuato a dargliene di santa ragione.

<<Da questo momento, tu non sei più mio padre. Sei solo una merda.>> sputò poi, prima di correre verso l'interno della casa, seguito dall'urlo straziante di Allison.

Per quanto Bryan non fosse mai stato il fratellastro migliore del mondo, non poteva permettergli di morire per un errore commesso da quello stronzo ubriaco di suo padre.

<<Bryan! Sto arrivando!>> gridò una volta entrato, investito subito dalla forte puzza di fumo.

Cercò di orientarsi in mezzo a tutte quelle nuvole grigie, ed avanzò lentamente fino a raggiungere la ringhiera delle scale.

Fortunatamente lì sotto, avevano già spento il fuoco.

Tuttavia, quando alzò lo sguardo per iniziare a salire i gradini e raggiungere così la stanza del maggiore, vide due pompieri correre giù per la rampa di scale, urlando di portare una barella al piano di sopra.

Bryan!

Miles fece per scattare al secondo piano ma venne bloccato per le spalle da uno di loro.

<<Allontanati da qua figliolo, è un ordine!>> disse l'uomo, superato poco dopo da due infermieri che sorreggevano la barella richiesta.

<<Devo vedere mio fratello!>> gridò, udendo in lontananza la voce di Allison chiamarlo.

Il giovane vigile del fuoco lo attirò a sé in un gesto di commozione, e il moro capì.

Sentì dei passi veloci scendere nuovamente le scale, e quando alzò il viso, vide la cruda realtà: il corpo, per metà carbonizzato, ed esanime di Bryan adagiato su di un bianco lenzuolo.

<<No.. N-no, ti prego, no>>

Guardò i due uomini passargli accanto, uno dei quali scosse la testa come a confermargli ogni dubbio.

<<Vieni fuori ragazzo, ormai è troppo tardi>>

Non poteva e non voleva crederci.

Bryan era morto ed era tutta colpa di suo padre. Anzi no, la colpa era sua, solo ed esclusivamente sua.

Se non avesse permesso a suo padre di ubriacarsi ogni giorno dalla mattina alla sera, se non gli avesse concesso di riempirlo di botte e se, al contrario, avesse agito da subito denunciandolo, benché fosse proprio lui stesso lo sceriffo, forse questo non sarebbe mai accaduto.

Seguì i due in uniforme e appena fu di nuovo all'aria aperta, Allison gli fu accanto.

<<Non ce l'ha fatta>> sussurrò con un filo di voce e le lacrime che ormai gli inondavano copiose il viso. Guardò l'ambulanza, le auto della polizia e il camion dei pompieri, andarsene lasciandoli soli davanti ad una casa ormai fatiscente.

Rivolse lo sguardo verso la ragazza al suo fianco e sospirò.

<<Simon Bailey?>>

Non aveva nemmeno più il coraggio, né la voglia, di chiamarlo padre.

<<L'hanno portato in centrale, ha confessato di aver acceso lui le sigarette trovate sul tappeto e di essersi addormentato. L'aria che filtrava dal condizionatore deve aver espanso le fiamme procurando l'incendio>> rispose quella, stringendo la sua mano tra le sue e accarezzandone il dorso.

Miles si voltò un'ultima volta per vedere ciò che restava dei suoi ricordi, del suo passato.

Aveva perso tutto: le foto di sua madre, i libri di scuola, i vestiti, persino il suo primo pallone da basket autografato da Kobe Bryant.

Ma più di tutto, aveva perso la sua famiglia.

<<Devo... Devo organizzare il funerale>> mormorò dopo qualche minuto, accarezzando con il pollice la mano della bella castana.

Allison lo guardò stupita.

Aveva appena perso tutto e l'unica cosa che gli era passata per l'anticamera del cervello era stata organizzare il funerale di Bryan.

Sorrise dolcemente prima di parlare.

<<Ci penseremo domani a questo. Ora vieni con me, ti serve una bella doccia calda e un po' di riposo>>

Detto ciò camminarono così, mano nella mano e nel silenzio più assoluto, fino alla villetta dei Roberts.

**

<<Oh povero caro, che faccenda terribile!>> aveva esclamato Nonna Rose una volta che Allison le ebbe raccontato l'accaduto.

<<Credi sia possibile farlo restare da noi, almeno per un po'?>> chiese la nipote all'anziana signora.

La donna si toccò il mento.

<<Tesoro, la camera degli ospiti adesso è la tua stanza, non abbiamo altri letti su cui farlo dormire>> mormorò visibilmente dispiaciuta.

Per Aly non sarebbe certo stato un problema farlo dormire insieme a lei, tuttavia sapeva bene che i nonni non avrebbero approvato.

<<Dormirò sul divano, a lui posso lasciare la mia stanza finché non troverà un altro posto in cui sistemarsi>> rispose, dopo di che salì le scale ed entrò in camera sua in attesa che il ragazzo uscisse dal bagno.

Pensò di dover avvertire Jayden, dato che le aveva mandato già tre messaggi per sapere cosa fosse successo, se Miles stesse bene, cosa di cui si meravigliò, e come fosse scoppiato l'incendio, ma non fece in tempo a digitare un sms di risposta che il suo cellulare prese a vibrare.

<<Pronto, Jay! Scusa ma sono tornata a casa da poco>> spiegò al biondo.

<<Stai bene? Cosa cavolo è successo? Come sta Bailey?>> domandò l'altro curioso.

<<Non bene. Ha perso tutto. La casa è ridotta a una catapecchia, suo padre è stato arrestato perché ha confessato di essere stato lui ad aver accesso le sigarette che hanno finito con l'incendiare tutto e... e il suo fratellastro è morto>>

<<Oh, merda.. Aspetta, hai detto fratellastro? Non sapevo che..>>

<<...sì, non te l'ho mai detto perché lui stesso mi aveva detto di non dirlo in giro, ma ha, aveva, un fratellastro tetraplegico>> mormorò, la voce bassa per evitare che il moro udisse.

<<Mi dispiace tanto, anche se non mi è mai stato simpatico, non se lo meritava, nessuno se lo merita>> sentenziò Jayden.

<<Già, in più il padre lo riempiva di botte, se proprio vogliamo essere sinceri>> aggiunse lei.

<<Sì, questo lo sospettavo. Veniva a scuola con certi lividi. Non ci vuole un genio a capire che gliene davano di santa ragione>>

Aly ripensò a quando, circa un mese prima, lo aveva visto all'acquario. Era rimasta sconvolta nel vedere il suo bellissimo viso tumefatto in maniera tanto visibile.

<<Già>> rispose, <<ora però devo andare. Adesso è a casa mia e credo ci rimarrà per un po'. Non so se domani verrò a scuola, in ogni caso ti chiamo appena posso>>

Quindi lo salutò, e riattaccò proprio nell'istante esatto in cui Miles entrò in camera sua.

I capelli ricci erano ancora un po' umidi, il corpo statuario era coperto da una canotta bianca di suo nonno che gli stava un po' grande come anche i pantaloni di tuta.

Era buffo, ma bellissimo.

Si alzò e lo raggiunse prima di abbracciarlo stretto a sé.

<<Non volevo recarvi disturbo, davvero>> sussurrò lui con le labbra appoggiate alla sua nuca.

<<Shh, non dirlo neanche per scherzo Miles, sei il benvenuto qui, e puoi restare tutto il tempo che vuoi>> lo rassicurò la giovane, prima di alzarsi sulle punte e scoccargli un leggero bacio sulla gota sinistra.

<<Ti lascio riposare, ti chiamo quando è pronta la cena.>>

Fece per uscire dalla camera ma lui la bloccò per un polso, costringendola a restare.

<<Scusami per quello che ti ho detto. Erano tutte cazzate. Non è vero che non sei importante per me, lo sei, lo sei eccome. E mi dispiace anche per aver detto quelle cose su Jayden, hai ragione tu, è stato solo un'incidente e... Non sembra un ragazzo così male>> disse.

Aly sorrise e gli accarezzò una guancia.

<<Ti perdono Miles. Ma dovresti scusarti con Jay, non con me. Se non fosse stato lui ad avvertirmi dell'incendio, adesso non sarei qui. E forse nemmeno tu, ma ora è tutto passato>>

Miles accennò un sorriso, prima di osservare la ragazza chiudersi la porta alle spalle.

Me:

.....

Vi do il permesso di uccidermi.

Rip Chia xx


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