24
È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama.
(Fedor Dostoevskij)
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Si era dato da fare per cercarla subito dopo aver letto quelle parole.
Lei non era più a Monterey, ma a San Francisco, ed era partita per le vacanze senza dirgli niente.
D'altronde cosa pretendeva? Non era il suo migliore amico come quello stupido Sullivan. Lo invidiava, più di qualsiasi altra cosa, ed era anche geloso del loro rapporto. Erano sempre insieme, parlavano di tutto - almeno questo credeva lui - ed uscivano insieme. Sicuramente ridevano, scherzavano, si divertivano.
L'avrebbe voluta tutta per sé, ma questo non lo avrebbe mai ammesso. Era sempre stato colui che le ragazze cercavano per diventare famose e lui era sempre stato quello che le voleva solo per una scopata. Era incapace di affezionarsi, figuriamoci di amare.
Eppure Allison era diventata per lui una persona speciale in poco tempo. Gli mancava stare sdraiato sul letto accanto a lei, gli mancava sentire il suo dolce profumo di lavanda e soprattutto gli mancavano i loro battibecchi che celavano però una velata verità. Lo sapevano entrambi che c'era del vero nelle loro parole dette per gioco, e questo lo faceva sorridere.
Non perse tempo quindi, e dopo aver ricevuto quella risposta, si alzò dalla sedia e corse in camera di Bryan.
Lo trovò intento a guardare un film di guerra dove l'unico rumore presente era quello dei mitragliatori che sparavano a raffica proiettili sulla gente.
Molto interessante.
<<Che cavolo vuoi?>>
L'uomo non lo guardò nemmeno, al contrario tenne gli occhi puntati sullo schermo illuminato.
<<Devo andare in un posto e tu vieni con me>> rispose il moro cercando di restare calmo.
<<Non se ne parla, sto guardando un film non lo vedi?>> sbottò l'altro girando la testa verso il più giovane.
<<Senti, sai come stanno le cose! Non posso lasciarti in casa da solo, quindi ora tu vieni con me. Vedi di non farmi incazzare Bryan>>
Detto ciò spense il televisore e si avvicinò alla carrozzella per iniziare a spingerla, ma l'altro fu più veloce e premendo un pulsante gli fu addosso. Le ruote dell'aggeggio elettronico lo colpirono alle ginocchia, ma non gli diede troppa importanza.
<<Tuo padre non può decidere per me, non più! Ho ventisei anni cazzo, decido io della mia vita, hai capito razza di idiota? Voi non siete la mia famiglia!>>
Bryan urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni e Miles, dal canto suo, diventò rosso di rabbia.
Non sopportava quell'uomo, eppure vederlo così gli faceva male. Doveva prendersi cura di lui quando suo padre era in centrale e quando Nate, l'infermiere, faceva i turni altrove, ma aveva solo diciott'anni cavolo, e doveva occuparsi di qualcosa di più grande di lui.
Era libero solo quando era a scuola e quando era all'acquario, ma in queste vacanze sarebbe stato compito suo dodici ore su ventiquattro.
<<Molto bene. Rimarrai qui da solo, non me ne frega un cazzo. Se ti succede qualcosa sono affari tuoi>> rispose gridando ed uscendo così sbattendo la porta con un grande peso sullo stomaco.
Non avrebbe dovuto lasciarlo a casa da solo, ma doveva fare una cosa importante per Allison e soprattutto per lui.
Doveva andare a San Francisco.
**
Arrivò davanti alla casa dei Roberts in dieci minuti. Parcheggiò l'auto nel vialetto e, dopo aver chiuso la portiera, si incamminò verso la porta d'ingresso.
Aveva mandato un messaggio di chat a Lynn, che sapeva essere amica di Allison, per chiedere l'indirizzo preciso e lei glielo aveva dato senza nemmeno domandargli per cosa gli servisse.
Tanto meglio, pensò.
Suonò il campanello ed attese che qualcuno venisse ad aprire la porta. Infatti, pochi istanti dopo, un signore calvo sulla settantina, si presentò sulla soglia con sguardo curioso.
<<Buonasera, sono Miles, un'amico di Allison>>
Il vecchio lo guardò meglio, poi non soddisfatto tirò fuori un paio di occhiali dal taschino della camicia e se li posizionò sul naso.
<<Mia nipote non c'è. È tornata a San Francisco con sua madre per le vacanze natalizie>> lo informò.
<<Sì, questo me lo ha detto, ma vede siccome partirò anche io a breve, vorrei mandarle una cartolina da..>> si bloccò. Non aveva deciso il possibile posto in cui sarebbe andato, accidenti.
<<Dall'Alaska. Sì.>> mentì infine per niente convinto.
<<Alaska? Interessante>> mormorò l'uomo. <<Chiedo a mia moglie, lei di sicuro sa l'indirizzo meglio di me. Vieni, intanto puoi entrare, non stare lì sulla porta che fa freddo>>
Detto ciò lo seguì all'interno della villetta.
<<Rose, tesoro, c'è un amico di Aly che chiede l'indirizzo di San Francisco>>
Nel frattempo una signora elegante, ma non troppo, fece il suo ingresso nel salotto.
<<Buonasera signora, sono Miles>> si ripresentò il giovane.
<<Miles, Miles Bailey? Il figlio dello sceriffo?>> chiese la donna.
Oh cazzo. Come sapeva chi era? Oh meglio, certo che sapeva chi era, a Monterey si conoscevano tutti, ma non pensava..
<<Come sta tuo padre?>>
No no no, datemi quel benedetto indirizzo vi prego, pensò agitandosi.
Aveva anche fretta di tornare a casa per controllare Bryan e loro gli stavano facendo perdere un sacco di tempo.
<<Oh, sempre al lavoro>> mormorò. <<Sono venuto perché mi servirebbe l'indirizzo della casa di Allison>> rimarcò il suo intento, sperando che la vecchina si desse una mossa.
<<Certo certo, 124 Pennybrook Road>> rispose quella.
Dopo aver ringraziato, si precipitò alla porta e tornò a casa con il sorriso stampato sul volto.
Le avrebbe fatto una sorpresa e sarebbe andato da lei il giorno successivo, cioè il giorno di Natale, tanto suo padre sarebbe rimasto a casa, e di Bryan avrebbe potuto occuparsene lui.
**
Convincere il suo vecchio a lasciarlo andare non fu un'impresa semplice, tant'è che dovette inventarsi l'ennesima bugia.
Durante il pranzo preparato dall'uomo, che a detta di tutti faceva davvero schifo -purtroppo si sentiva fortemente la mancanza di una donna in casa-, Miles chiese a Richard, suo padre, se avrebbe potuto andare nel pomeriggio da Connor, altro giocatore di basket della scuola, nonché suo amico da una vita.
<<Pensavo avremmo passato il pomeriggio insieme, come una famiglia, adesso che la mamma non c'è più dobbiamo restare uniti>> replicò l'uomo ricevendo un'occhiata di fuoco da Bryan e un sospiro da parte di Miles.
<<È per un compito che dobbiamo consegnare al rientro a scuola e non abbiamo ancora iniziato>> inventò ancora, sperando, questa volta, di essere riuscito a convincerlo.
Nel frattempo Richard continuava a versarsi da bere, tant'è che il moro dovette alzarsi e levargli la bottiglia di vino da sotto il naso.
<<Datti una calmata papà>> mormorò supplicandolo e lanciando un'occhiata al ragazzo in carrozzina.
L'uomo seguì il suo sguardo e annuì.
<<Comunque non mi va che il giorno di Natale mio figlio esca di casa e se ne vada per i suoi comodi. Resterai qui>>
Ecco. Cosa poteva esserci di peggio?
Il sangue stava cominciando a ribollirgli nelle vene e quando ebbe finito di sparecchiare salì in camera sbattendo la porta.
Aveva provato a chiedere con le buone e non aveva ricevuto il permesso. Bene, allora avrebbe raggiunto il suo obiettivo con le cattive.
Sarebbe scappato di casa una volta che suo padre fosse crollato addormentato sul divano.
Doveva raggiungere Allison a tutti i costi o sarebbe impazzito.
**
Riuscì a svignarsela quando suo padre salì in bagno. Aveva preso le chiavi dal portacenere sul mobile dell'ingresso e aveva preso la sua auto partendo a tutta velocità.
Aveva pensato alle conseguenze certo, e sapeva che suo padre non solo si sarebbe incazzato, ma avrebbe sfogato la sua rabbia su di lui come più volte aveva fatto.
Tuttavia in quel momento era troppo preso ad immaginare il volto di Aly una volta averlo visto davanti alla sua porta.
Si sarebbe arrabbiata o sarebbe stata felice di vederlo? Sperava tanto la seconda opzione.
Guidò veloce lungo l'autostrada, tenendo gli occhi bene aperti e in due ore soltanto raggiunse la meta. Il Golden Gate Bridge, si ergeva sulla sua testa in tutta la sua imponenza ed un sorriso gli comparve sulle labbra al pensiero che di lì a poco avrebbe rivisto la ragazza che solo standogli accanto lo aveva stregato.
Lui ed Allison erano molto simili, lo aveva capito dal primo istante, eppure riusciva a colmare quel vuoto presente dentro di lui da troppo tempo. Riusciva a tenere la sua mente occupata, a distrarlo dai suoi problemi famigliari ed era davvero grato che non fosse più solo il sesso a tenerlo lontano dalla sua vera ed odiosa vita.
Cercò la via datagli dai Roberts col navigatore, e una volta arrivato parcheggiò l'auto accanto al marciapiede.
La casa aveva le pareti esterne di un color rosso scarlatto e le finestre erano bianche e marroni, come la porta principale. Era quasi il tramonto e sperava con tutto il cuore che la ragazza fosse in casa.
Afferrò il cellulare e le inviò un sms.
Ehi patetica, cosa stai facendo?
Non dovette aspettare molto prima di ricevere una risposta, infatti dopo un minuto scarso lo schermo si illuminò.
Da Patetica Allison:
Ciao Miles, sono a casa davanti alla tv, tu?
Era il momento giusto. Non si era mai sentito più nervoso in vita sua, tanto meno per una ragazza.
Scese dalla macchina e si avviò verso la porta. Una voce automatica risuonava dall'interno, segno che la TV era davvero accesa.
Qua fuori fa freddo, che ne dici di aprirmi la porta e invitarmi ad entrare?
Bene. Ora non restava che aspettare.
Sentì la voce di poco prima sparire nel nulla e tacere, mentre dei passi frettolosi si avvicinavano sempre di più.
Quando aprì la porta, le sue labbra si allargarono in un sorriso.
<<Buon Natale ragazza patetica!>> esclamò, vedendo Aly davanti ai suoi occhi più meravigliata che mai.
<<M-Miles. Che diavolo ci fai qui?>> domandò lei, sorridendo subito dopo e portandosi una mano alla bocca per la sorpresa.
Fece spallucce. <<Beh, mi avevi detto che eri a San Francisco e che non avresti potuto uscire con me, quindi ho deciso di venire io qui, da te>> spiegò, infilando le mani nelle tasche del giubbotto.
Gli occhi della ragazza si illuminarono. Era felice.
<<Non dovevamo uscire insieme solo se avessi preso una A?>> domandò Aly ridendo appena.
<<Mettiamola così, non ho resistito>>
La giovane scosse la testa divertita e lo abbracciò con dolcezza.
<<Tu sei pazzo! Dai, entra>> disse l'altra, invitandolo così ad entrare.
L'interno era spazioso e accogliente. Al centro del salotto, appoggiato al muro, vi era un caminetto accesso e sopra di esso la TV precedentemente spenta.
Il divano in pelle chiara era comodo, e non si risparmiò una scena di loro due avvinghiati su di esso a scambiarsi effusioni.
<<Allora, come.. come mai sei qui?>>
Pensava di essere stato abbastanza chiaro.
<<Sei anche sorda oltre che patetica. Voglio uscire con te Allison, devo ripetertelo un'altra volta?>>
Aly lo guardò negli occhi.
<<Tu sei venuto fin qua, solo per portarmi fuori?>> chiese confusa.
Miles annuì di rimando. <<Ti va?>>
Questa volta fu lei ad annuire dopo aver sorriso. Si alzò in piedi e andò a prendere il cappotto dall'attaccapanni.
<<Wow, sei l'unica ragazza che non dice di doversi cambiare prima di uscire>> mormorò raggiungendola.
<<Sono già bellissima così>> rispose l'altra ridendo ironica.
No, aveva assolutamente ragione. Era stupenda con quel maglioncino rosso a rombi bianchi e i jeans neri. Era semplice, ma bellissima.
<<Tua madre non c'è?>> domandò uscendo dall'abitazione e aspettando che lei terminasse di chiudere a chiave.
<<È andata a comprare dei regali per i suoi colleghi, ma comunque non mi importa di avvertirla>> rispose fredda.
Erano simili anche nel rapporto con i genitori.
**
Erano finiti in una caffetteria al centro della città, a detta di Allison la migliore al mondo. E infatti la sua cioccolata calda con uno spruzzo di menta piperita era una favola.
<<Voglio sapere tutto. Come hai fatto a convincere lo sceriffo a lasciarti venire qui?>>
La ragazza appoggiò la sua tazza sul piattino e incrociò le mani sul tavolo.
<<Non l'ho fatto>>
<<Che significa?>>
<<Significa che sono scappato>> rispose lui alzando le spalle.
Aly lo guardò per secondi che sembrarono infiniti e lui fece lo stesso, poi scoppiarono a ridere insieme, all'unisono, facendo voltare verso di loro mezzo locale.
<<Tu sei fottutamente pazzo Miles!>> lo additò lei tenendosi l'altra mano davanti alla bocca.
<<Un po' di pazzia ogni tanto ci vuole, e poi ti piaccio così, giusto?>>
Non poteva non provocarla era più forte di lui.
<<Mi piace il fatto che abbiamo accantonato le rivalità tra di noi, questo sì>>
Ed anche lui ne era felice. Erano partiti col piede sbagliato per colpa della presunzione di entrambi, ed ora, i pezzi del puzzle che essi stessi erano, stavano piano piano iniziando a combaciare.
<<Perché volevi uscire con me?>> chiese di punto in bianco la ragazza.
Avrebbe detto la verità stavolta, niente più battute né provocazioni, soltanto la verità.
<<Mi mancavi>> sussurrò.
Allison si avvicinò più a lui e mise una mano dietro all'orecchio.
<<Scusami non ho capito, potresti ripetere?>> disse ridendo appena.
<<Sei proprio stronza, hai capito benissimo>> borbottò lui, alzando un sopracciglio.
Aly rise appena poi si alzò e si sedette sul divanetto accanto a lui, prima di stringerlo in un abbraccio.
Il contatto con lei, seppure con due strati di vestiti addosso, gli riempì quel vuoto che aveva nel petto da tre giorni. Inalò il suo profumo e accarezzò i suoi capelli, prima di staccarsi e guardarla in viso per l'ennesima volta.
<<Vado a pagare e poi andiamo a fare un giro okay?>>
<<No, pago io>> replicò il moro alzandosi.
<<Ah, ah>>. La giovane sventolò l'indice davanti al suo naso. <<Sei già venuto fin qui per una come me. Pago io>>, e detto ciò si allontanò in direzione della cassa.
Una come me? Che cavolo stava a significare?
Pensava fosse una ragazza sicura di sè stessa ma evidentemente anche lei aveva le sue debolezze e insicurezze.
Poco dopo uscirono dalla caffetteria ed entrarono in un parco. Mentre camminavano parlavano del più e del meno, ma quando nominò Jayden, la voce dell'amica si incrinò.
<<Oh, beh.. Con Jay non va molto bene ultimamente>>
Si sedette su una panchina lì vicino e lui le fu subito accanto.
<<Ne vuoi parlare?>>
La ragazza deglutì e fece un sospiro.
<<Ho scoperto una cosa su di lui e la sua famiglia. Una cosa che è successa tempo fa della quale non mi aveva mai parlato, e da quel giorno ha chiuso i rapporti con me>>
Lui la ascoltò senza dire una parola. Sapeva che Sullivan nascondeva qualcosa, ed era per quello che lo aveva sempre preso in giro. Quell'aria da squilibrato gli avevano sempre fatto credere che fosse un poco di buono, ma chi era lui per giudicare? La gente vedeva Miles Bailey, come il più figo e popolare della scuola e a lui era sempre andato bene così. Chi se ne importava degli altri.
Non sapeva quanto si sbagliava. Se avessero saputo la verità su di lui, non sarebbe stato più niente per nessuno.
<<Vedrai che risolverete>> disse cercando di mostrarsi il più sincero possibile.
<<L'hai sempre odiato, Miles, non devi fingere con me>>
Certo, Jayden, ora come ora, era un rivale per lui, anche perché sapeva benissimo quanto il biondo tenesse alla ragazza, e non solo per semplice amicizia.
<<Dico davvero. Non sa cosa si perde ad averti accanto>>
Sentendo quelle parole, Aly sorrise e lui non riuscì più a contenersi. Più la guardava negli occhi, più il suo sguardo si abbassava alle sue labbra, tanto che in un millesimo di secondo eliminò la distanza che li separava.
Con uno scatto, Allison si sedette a cavalcioni sulle sue gambe e gli strinse le punte dei capelli con le dita, mentre le loro labbra non ne volevano sapere di dividersi.
Passarono a baciarsi gli altri minuti restanti prima che lo squillo di un cellulare interrompesse tutto.
<<Sarà sicuramente tua madre>> sussurrò alla giovane ancora con le labbra sulle sue. Non ne voleva sapere di staccarsi da lei, ed infatti fece collidere di nuovo i loro bacini, assaporandola di nuovo.
<<Mh, Miles, devo rispondere>> mormorò però Allison, questa volta alzandosi del tutto da lui.
Quando afferrò il cellulare la vide sbiancare e fare un passo indietro.
<<È Jayden>> sussurrò guardandolo negli occhi prima di decidere il da farsi.
Me:
My God, capitolo pieno di roba. Spero non sia stato troppo confusionario :O
E lo so che secondo voi Jay è un guasta feste (e in questo caso vi do ragione), ma più avanti scoprirete cosa si nasconde dietro al suo personaggio e spero possiate cambiare idea sul suo conto :)
Anyway, fatemi sapere cosa ne pensate di quello che avete letto ❤
Alla prossima,
Chia xx
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