19

Non ci sono segreti che il tempo non riveli.
(Jean Racine)
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Il giorno del Ringraziamento era arrivato, ed Allison era ancora in camera sua a decidere che cosa avrebbe dovuto indossare per l'occasione.

La cena a casa di Jay era una cosa formale o informale? I suoi nonni conoscevano i Sullivan da molto tempo, ma erano mai stati a casa loro? Era indecisa se optare per il vestito a maniche lunghe color panna e le decolté nere, oppure per i suoi amati skinny jeans, una graziosa magliettina in pizzo nera e le ballerine del medesimo colore ai piedi.

<<Tesoro, noi siamo pronti!>> urlò sua nonna dal fondo delle scale.

Cosa? Oh no, doveva darsi una mossa e prepararsi nel minor tempo possibile per evitare di far arrivare tutti quanti in ritardo.

<<Due minuti e arrivo! Sono quasi pronta!>> esclamò mentendo.

Afferrò il vestito e lo indossò, lasciando il resto degli indumenti preparati sul letto, infilò le decolté e stese un leggero velo di mascara sulle folte ciglia.

Avrebbe voluto arricciare un po' i capelli, ma ormai non c'era più tempo, quindi si accontentò della sua solita cascata di capelli lisci. Li spazzolò velocemente, prese la sua borsetta nera dai dettagli dorati e scese barcollante le scale.

Indossare scarpe col tacco non era da lei, ma per quell'occasione voleva essere carina e fare bella figura con i genitori e la sorellina di Jay.

Nella macchina di Nonno Ben si ascoltavano canzoni degli anni 50, cosa che stava annoiando leggermente Allison, ma quando le chiesero se le piacesse la canzone in questione, disse di sì e che le era capitato di sentirla molte volte. Ed era vero, That's Amore di Dean Martin non sarebbe mai passata di moda.

Proprio quando la canzone successiva stava per trasmettere le prime note della melodia, la villetta dei Sullivan comparve davanti a loro.

**

<<Ben, Rose, siamo così felici di vedervi! Prego, entrate pure>>

Era stato il signor Sullivan ad aver aperto la porta ai Roberts e li aveva pregati con molta gentilezza e premura di accomodarsi, afferrando con garbo i loro cappotti.

<<Tu devi essere Allison. È davvero un grande piacere conoscerti!>> le disse allungando poi la mano verso di lei per stringerla poco dopo.

<<È un vero piacere anche per me Signor Sullivan>> rispose Aly educatamente, sfoggiando un sorriso.

<<Ti prego, chiamami Andrew, Signor Sullivan mi fa sentire anziano>> sussurrò senza farsi sentire da Ben e Rose, i quali si erano già diretti verso il salotto dove Sarah, la mamma di Jay, aveva preparato un tavolino stracolmo di stuzzichini invitanti.

<<Buonasera a tutti>>

Dalla cucina fece capolino Jayden, vestito del suo solito brillante sorriso, seguito da una ragazzina di circa dodici o tredici anni.

I capelli della giovane erano dello stesso colore di quelli dei proprietari e del fratello, mentre gli occhi erano di un caldo castano chiaro.

<<Ciao, tu devi essere Allison! Io sono Jinny>> esclamò andandole incontro per stringerla in un abbraccio.

<<Ciao Jinny, piacere di conoscerti. Tuo fratello mi ha parlato di te ma non mi ha detto che eri così carina>>

E lo pensava sul serio. Aly non aveva mai visto una bambina dal viso più angelico di quello.

La serata procedette tranquilla. La signora Sullivan - Sarah - aveva preparato un ottimo tacchino arrosto con contorno di purè di patate, fagiolini e carote ed Aly non poté fare a meno di complimentarsi con lei per l'ottima cena, almeno una decina di volte.

Alla fine del pasto vennero servite a tutti quanti due fette di torta: una ai frutti di bosco ed una con panna e fragole. Inutile dire che erano anche quelle la fine del mondo.

Quando ebbe ingoiato l'ultimo pezzetto di soffice pan di spagna, Allison pensò che in quella sola serata fosse ingrassata di cinque chili, e il pensiero le fece girare la testa.

<<Oh, cara, non avresti dovuto disturbarti così tanto. Chissà quanta fatica hai fatto per preparare questa ottima cena>> mormorò Nonna Rose mentre aiutava la donna di casa a sparecchiare.

<<Nessun disturbo Rose. L'ho fatto con piacere, e poi, ho avuto dei bravissimi aiutanti>> rispose lanciando un'occhiata ai suoi due figli, ai quali si dipinse un sorriso sornione sul volto.

<<Va bene, mamma. Io faccio vedere la casa ad Aly okay?>> esclamò quindi Jayden afferrando il braccio dell'amica per farla alzare dalla sedia.

Sarah acconsentì e i due si allontanarono verso un lungo corridoio, seguiti da Jinny.

<<Tu vai ad aiutare la mamma, ranocchia!>> ordinò il biondo liquidando così la sorella, la quale assottigliò gli occhi prima di regalare al fratello una sonora pernacchia.

**

<<Hai davvero una bella camera>>

Erano da poco entrati in quello che era il regno di Jayden: una stanza non tanto grande e un po' confusionaria, ma non a causa del disordine quanto per la marea di mobili, oggetti e libri che la riempivano.

<<Grazie, avrei voluto sistemarla meglio ma è stato il massimo che sono riuscito a fare>> mormorò grattandosi la nuca visibilmente imbarazzato.

Aly sorrise e si sedette sul letto, lisciando con le mani la gonna del vestito.

Ed ora?

Da quando lo conosceva non si era mai trovata da sola con lui in una stanza, avvolta dal più completo silenzio.

<<Hai molti libri>> esclamò poi, giusto per trovare un argomento di cui parlare.

Il ragazzo guardò la libreria alla quale Aly si stava riferendo.

<<Oh, sì, parecchi. Mi piace molto leggere, ma diciamo che la maggior parte sono quaderni da disegno>> rispose, tornando con lo sguardo su di lei.

Era bellissima quella sera, il vestito color avorio le metteva in risalto gli occhi preziosi a cui lui non si sarebbe mai abituato.

Deglutì senza nemmeno rendersene conto.

<<Tu disegni? Non me lo hai mai detto>>

Per la prima volta da quando lo conosceva, la giovane si chiese quante cose ancora entrambi non sapessero l'una dell'altro. Si erano ritrovati amici fin dal primo giorno di scuola, ma solo ora, nella sua stanza, si rese conto di non conoscere tutto di lui come invece due migliori amici, quali si definivano, avrebbero dovuto fare.

Scacciò quel pensiero appena lui si alzò.

<<Hai ragione, aspetta un attimo qui. Vado a prendere il quaderno con i miei ultimi disegni così te li mostro. L'ho lasciato in salotto, torno subito>> e detto questo il biondo uscì dalla stanza, lasciandola sola.

Per ingannare l'attesa, Allison fece un giro tra quelle quattro mura. Osservò i vari soprammobili presenti sul comodino, il poster gigante appeso alla parete raffigurante uno dei tipici autobus rossi londinesi su sfondo monocolore, ed infine si avvicinò alla scrivania.

Con la mano accarezzò la superficie chiara, mentre gli occhi vagavano tra pastelli e matite di diverso tipo, finché si posarono su una cornice rivolta verso il basso, in modo tale da nasconderne la fotografia.

Avrebbe dovuto lasciarla com'era e non toccarla, per non invadere la privacy di Jay, ma la curiosità prese il sopravvento sull'indifferenza.

Sollevò la foto e ciò che vide la lasciò senza fiato.

Sotto il vetro erano raffigurati due bambini dai capelli color del grano, dagli occhi blu come il mare, ma soprattutto... perfettamente identici.

Chiuse gli occhi per poi riaprirli subito dopo, constatando che no, non ci vedeva doppio e non era un'allucinazione.

<<Eccomi, sono tor...>>

La voce di Jayden alle sue spalle la fece sobbalzare e per poco non le cadde per terra l'oggetto che teneva tra le mani.

Quando si voltò, Jayden teneva in mano un grosso quaderno ad anelli e la stava fissando con le labbra dischiuse.

Passarono secondi interi, prima che uno dei due si decidesse a parlare.

<<Non sono un granché ma spero ti piacciano>>

Il ragazzo le si avvicinò nuovamente, la voce gli tremò appena mentre iniziò a sfogliare il quaderno descrivendone il contenuto, ed evitando così di far ricadere l'attenzione su ciò che la giovane teneva stretto tra le mani.

<<Sono bellissimi Jay>> mormorò lei senza però alcuna emozione.

Stava ancora ripensando a ciò che aveva visto poco prima e al fatto che il suo unico amico non gliene avesse mai parlato.

<<Questo invece...>>

<<Perché non me lo hai mai detto?>>

Le loro voci si sovrapposero e di nuove tra loro cadde il più assoluto silenzio. Si guardarono negli occhi per molti secondi, poi Aly vide Jayden distogliere lo sguardo e voltarsi di spalle.

<<Non siamo mai andati d'accordo e ora lui è...>>

Un nodo gli si formò in gola impedendo al ragazzo di proseguire. Ma poi, si decise a continuare e a mettere da parte ciò che gli pesava sul petto come un enorme macigno.

<<È in Inghilterra>> disse, voltandosi nuovamente verso di lei. <<Ha deciso di proseguire gli studi lì e i miei genitori glielo hanno consentito anche se è minorenne. Abbiamo una zia là che si prende cura di lui>> spiegò gesticolando animatamente con le mani.

Allison si avvicinò a lui guardando nuovamente la fotografia che teneva ancora in mano.

<<Siete proprio identici. Come si chiama?>> chiese alzando poi lo sguardo verso l'amico.

<<Jaxon>>

<<Jaxon>> ripetè lei, posando la cornice dove l'aveva trovata.

<<Mi dispiace che non andiate d'accordo>> continuò. <<In ogni caso avresti potuto dirmelo. In questi mesi io ti ho detto un sacco di cose su di me, sulla mia famiglia, su cosa mi piace fare, ed ora scopro che hai un fratello e che non me ne avevi mai parlato>>

Sussurrava perché non voleva farsi sentire dai suoi nonni o dai genitori di Jay. Era un po' arrabbiata sì, non capiva perché avesse dovuto tenerglielo nascosto. Ma in fin dei conti, se non gliene aveva parlato, un motivo doveva senz'altro esserci. Il fatto che non andassero d'accordo e che Jaxon non vivesse a Monterey poteva essere uno di questi, ma avrebbe potuto accennarglielo comunque.

<<Mi dispiace di non avertene parlato. Pensavo non fosse così importante>> replicò Jayden sospirando.

<<Ogni cosa che ti riguarda è importante per me>> rispose Aly, appoggiandosi poi alla spalla del biondo e chiudendo gli occhi per respirarne la colonia.

**

Quella sera, avvolta dal suo piumone, ripensò alla scoperta che aveva appena fatto: Jayden aveva un fratello gemello. Ne era ancora visibilmente stupita, soprattutto era stupita dal fatto che non avesse voluto minimamente accennarglielo, ed il perché non riusciva a capirlo.

Tuttavia, proprio mentre stava per spegnere la luce e mettersi a dormire, il suo computer portatile, che aveva utilizzato quel pomeriggio per svolgere una ricerca di biologia emise un suono corrispondente ad un messaggio di Facebook.

Subito pensò che fosse Jay, magari per scusarsi ancora, o semplicemente per augurarle una buona notte, ma poi realizzò che se avesse voluto farlo, le avrebbe di sicuro mandato un sms.

Sollevò lo schermo e lesse il messaggio.

Miles Bailey ti ha inviato un messaggio:

Volevo avvisarti che domani non potrò darti ripetizioni. Mi hanno chiamato oggi per fare il turno all'acquario. Mi dispiace. Ci mettiamo d'accordo per la prossima settimana.

Aly sbuffò. Non poteva permettersi di perdere dei giorni di lezione con Miles e da sola non ce l'avrebbe mai fatta.

Non preoccuparti, farò degli esercizi da sola. Comunque, sarebbe meglio scambiarci i numeri, sai, non sono sempre attaccata al computer.

<<Dai, avanti Miles, fai la tua stupida battutina sui numeri di cellulare>> mormorò tra sé e sé.

Miles Bailey ti ha inviato un messaggio:

Se volevi il mio numero bastava chiedere, Roberts.

Miles rispose, come previsto, con una delle sue frecciatine ed Allison si salvò il numero in rubrica sotto il nome di: Rompipalle Bailey poi riportò gli occhi sullo schermo del Pc.

Miles Bailey ti ha inviato un messaggio:

E il tuo numero?

<<A tempo debito lo avrai Miles>> mormorò, prima di chiudere gli occhi e addormentarsi.

Me:

Sì, è corto lo so e non è il massimo, ma credo che sia sufficiente per spiegare quello che succede.

Jay ha un gemello che, a quanto dice, è in Inghilterra! Voi che dite?

Domani ci sarà un altro aggiornamento quindi spero di farmi un po' perdonare per la lunghezza ❤

Chia xx

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