18

Mi ha accarezzato i capelli e il mio cuore ha martellato così forte che ho pensato: se mi bacia, muoio.
(Stefano Benni)
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Uscita da scuola, se ne tornò a casa accompagnata da Jayden, al quale raccontò della scenata che Allen aveva fatto davanti a tutta la classe a causa dello stupido bigliettino che Miles le aveva lanciato sotto la sedia, - segno di quella che voleva essere a quanto pare una buona azione del moro nei suoi confronti - durante il test di matematica della settimana prima.

<<Bah, da quando ci sei tu Bailey è cambiato>> sentenziò il biondo tenendo gli occhi puntati di fronte a sé.

<<Cioè? Prima era meno stronzo?>> chiese Allison ironicamente, provocando una risata nell'amico, che prima di risponderle sgranò gli occhi celesti.

<<Direi piuttosto il contrario. Sembra che tu lo abbia messo, in un certo senso, a tacere. Gli anni passati non sai quanto mi ha rotto il cazzo con le sue battute di merda su quanto io fossi sfigato, ritardato, e, vediamo.. ah sì, anche gay!>>

Povero idiota, pensò la giovane mentre ascoltava quelle dichiarazioni. Avrebbe voluto essere presente anche i primi anni, evitando così di far passare a Jay i soprusi di un coglione.

<<Ovviamente non ci ho mai dato troppo peso, anche se sentir ridere tutti solo perché respiri, non è proprio entusiasmante>> continuò l'altro.

Aly gli rivolse un sorriso gentile e lo prese a braccetto, appoggiando la testa alla sua spalla.

<<Ormai quei tempi sono passati. Ora è arrivata Wonder Aly a zittire quel presuntuoso!>> asserì lei con voce trionfante.

<<Oddio. Sembro davvero così sfigato da aver bisogno dei soccorsi di una ragazza?>> chiese guardando l'amica dall'alto della sua statura.

<<No Jay, non sei, né sembri, uno sfigato. Se ti guardo, vedo un ragazzo splendido e intelligente, quindi non hai di che preoccuparti. Bailey ha solo bisogno di dare aria ai denti e tu dovresti ignorarlo>>

Continuarono a parlare di Miles, di come fosse andata la mattinata ad entrambi, poi, una volta raggiunta la villetta dei Roberts, si salutarono.

**

Arrivò davanti alla casa di Miles con cinque minuti di ritardo, perché, siccome il moro era stato talmente gentile da sgattaiolare fuori da scuola in fretta e furia, quella mattina, senza nemmeno informarla su dove abitasse, si era dovuta arrangiare chiedendo a Lynn - che da quanto aveva capito, era a conoscenza di vita, morte e miracoli di ogni studente - dove fosse la dimora del ragazzo più popolare del liceo.

Aveva evitato di chiedere a Jay; temeva che, se l'amico avesse saputo che avrebbe dovuto recarsi a casa di Bailey, anche se solo per semplici ripetizioni, le avrebbe di sicuro mandato dei segnali d'allarme per tenerla lontana, e non poteva permetterselo. Anche se le costava parecchio ammetterlo, quelle lezioni le servivano per non essere bocciata proprio l'ultimo anno.

Quindi, suonò il campanello e aspettò.

Dall'interno si sentì il rumore di una porta sbattuta, forse per via del leggero venticello autunnale, e successivamente dei passi pesanti avvicinarsi.

Quando finalmente il portone di ingresso si aprì, lasciando che la chioma scura di Miles facesse capolino, Allison sgranò gli occhi.

Sul labbro del giovane era presente un segno violaceo che aveva tutta l'aria di essere fresco, dato che quella mattina la sua bocca era immacolata, lo ricordava benissimo.

<<Sei in ritardo>> disse lui guardandola dritta negli occhi con uno sguardo che la intimidì. Sembrava incazzato, ma era in ritardo di soli cinque minuti, e se solo lui si fosse degnato di spiegarle l'indirizzo, forse sarebbe arrivata puntuale o addirittura in anticipo.

<<Ciao anche a te Bailey, che piacere vederti!>> disse sarcastica oltrepassando la soglia ed entrando così nel regno del ragazzo.

Si guardò un po' intorno. La casa era davvero graziosa e le pareti color lavanda dell'ingresso le diedero un senso di pace.

Pace: parola che assolutamente non si sposava col proprietario della casa.

<<Seguimi, Roberts. Prima iniziamo prima te ne andrai da qui>> borbottò l'altro cominciando a salire una rampa di scale in legno scuro.

Aly roteò gli occhi prima di andargli dietro rassegnata.

Giunti in cima, Miles svoltò a destra ed aprì la porta di quella che capì subito fosse la sua stanza.

<<Wow, sono appena arrivata e già mi porti in camera da letto? Dovresti aver capito che non sono quel tipo di ragazza>>

Almeno non con te, aggiunse nella sua mente.

Osservò da fuori lo spazio interno e, sebbene si aspettasse di trovare poster di macchine sportive o donne seminude, dovette ricredersi. Il letto ad una piazza e mezzo al centro della stanza era ricoperto da leggere lenzuola celesti, ed una finestra era posta proprio sopra la testiera. I mobili beige erano sul lato sinistro, mentre la scrivania in perfetto ordine, su quello destro.

<<Se avessi voluto portarti a letto lo avrei già fatto>> rispose il ragazzo, questa volta con un leggero ghigno di malizia.

Era tornato lo stesso Miles di sempre, bastava solo provocarlo un po' e stare al suo gioco.

Allison alzò un sopracciglio e scosse la testa.

<<Pensi di rimanere lì sulla porta o vuoi entrare? Giuro che non alzerò un dito>> disse. <<Forse>> aggiunse poi sedendosi sul letto e afferrando il libro di matematica che aveva già preparato sul comodino.

<<Studiamo sul letto? Non è meglio stare in cucina così se ci viene fame...?Hai dei biscotti per fare merenda? Dimmi di sì>> chiese la ragazza avvicinandosi e gettando malamente il suo zaino a terra, prima di estrarne libro, quaderno e biro nera.

<<Dio, non abbiamo nemmeno iniziato che già fai un sacco di domande. Vuoi stare un po' zitta o devo zittirti io con un bacio come nei film?>>

Aly non rispose, ma un'immagine di Bailey che le si avvicinava fino a sfiorarle le labbra si fece spazio nella sua mente senza che lei lo volesse davvero.

<<Oh, stavo scherzando. Datti una svegliata Roberts, mi sembri un pesce che boccheggia. E comunque casa mia non è un albergo>> la riprese schioccandole due dita davanti al naso.

Possibile che tutte le volte che era con lui, le figuracce fossero dietro l'angolo? Ma poi davvero gli aveva chiesto se avesse dei biscotti? Magari erano avvelenati.

Storse il naso. Da quando era diventata così pazza?

Scacciando quell'immagine dalla mente, si sedette a gambe incrociate sul morbido materasso e attese.

<<E tu vuoi essere un po' meno rompipalle del solito?>> borbottò lei, sdraiandosi poi completamente sul letto.

<<Allora, qual'è l'argomento che il tuo cervello non è ancora stato in grado di afferrare?>> domandò Miles ignorando la domanda precedente.

Vederlo lì, sdraiato a pancia in giù di fianco a lei, che la osservava con quegli occhi la fece incantare di nuovo.

<<È la mia bellezza il problema?>> chiese lui sbuffando e abbandonandosi completamente con la testa sul cuscino. <<Sei una palla al piede, lo sai?>> borbottò.

Ah! Lei era una palla al piede? Come osava quel lurido...

<<Ehi! Ti ricordo che è per colpa tua che sono qui, o hai forse dimenticato che sei stato tu, di tua spontanea volontà, a suggerirmi?>> replicò la giovane dandogli un leggero pugno sulla schiena per farlo reagire.

Infatti, lui si rialzò poggiandosi sui gomiti, i loro occhi di nuovo incatenati.

<<Lo so, lo so, non hai avrei dovuto, non so nemmeno perché l'ho fatto...>>

La sua voce in quel momento era un sussurro. Sembrava che quella situazione, il fatto di aver sbagliato, lo mettesse in soggezione e lo intimidisse, e ad Aly si strinse un po' il cuore.

<<Ti ho vista in difficoltà ed io...Senti, iniziamo e non parliamone più, ok?>>

Ora era lui in difficoltà. Si vedeva che gli costava fatica dire che l'aveva aiutata perché gli andava di essere gentile, ma la ragazza lo capì, e prima che potesse riprendere a parlare, sussurrò: <<Sono contenta che tu abbia voluto aiutarmi, anche se ho preso una stupida F>> aggiunse senza riuscire a trattenere una risata. <<È stato un bel gesto e non dovresti vergognartene>>

<<Non me ne vergogno è solo che... io non sono così, non sono gentile. Con nessuno>>

Non la stava guardando, ed Aly capì che, in fondo, Miles stava solo mentendo a sé stesso. Nel suo petto nascondeva una corazza, proprio come lei.

<<Ma con me lo sei stato, per ben due volte>> ribatté la ragazza, ricordando il traumatico episodio della settimana precedente.

Ci fu una lunga pausa in cui nessuno dei due proferì parola. Il silenzio li circondava, a parte il cinguettio degli uccellini in sottofondo.

Allison si schiarì la voce prima di riprendere a parlare, rompendo così quel mutismo imbarazzante.

<<Direi che sono pronta per affidarmi al genio della matematica che sei! Sai, non ti ci vedo proprio come uno bravo in questa materia, senza offesa, ovviamente>>

Bailey alzò un sopracciglio e assunse un'espressione compiaciuta. <<Troppo bello per essere anche secchione?>> domandò facendole poi un veloce occhiolino.

Di nuovo questa storia della bellezza. Sì, era bello, e allora? Aveva davvero bisogno di averne conferma?

La giovane dai capelli castani si lasciò sfuggire una risata, intimandolo successivamente ad iniziare.

Anche Miles rise, e per la prima volta, Allison pensò che fosse il suono più armonioso che avesse mai udito in diciassette, quasi diciotto, anni della sua vita.

<<Sarà davvero meglio che iniziamo adesso, hai ragione>> asserì lui aprendo il libro e iniziando a spiegare con parole semplici il primo capitolo.

**

Dopo un'ora era riuscita a capire quasi tutto, ma ancora aveva dei problemi nel cambiare i segni da positivo a negativo e viceversa.

<<Credo che per oggi possa bastare, ti vedo stanca>>

Miles chiuse il suo libro e lo posò delicatamente sul comodino da dove lo aveva preso.

Aly annuì e fece per alzarsi, quando notò un rivolo di sangue rigare il labbro del ragazzo al suo fianco.

<<Ehm, ti sanguina il labbro>> sussurrò guardando quelle labbra così perfette, anche se in quel momento livide.

Il moro si portò un dito alle labbra e tolse il sangue fresco, arricciandole in una smorfia di dolore.

<<Penso che dovresti disinfettare la ferita, altrimenti continuerà a rompersi la crosta e sanguinare>>

Detto ciò si alzò dal letto e risistemò le sue cose nello zaino per poi dirigersi verso la porta.

<<Dove sta andando Dottoressa Roberts? Non si abbandona così un malato>>

Sentendo quella frase, Aly scoppiò a ridere e voltandosi, trovò Miles che le rivolgeva un sguardo da cucciolo con il labbro deturpato rivolto verso il basso.

<<Stupido, se fai così ti si allarga. Devi usare il disinfettante, ma non domani, subito, finchè è ancora fresco>>

<<Oh, capisco>> disse, e fece per alzarsi ma subito dopo si bloccò, posando una mano sul fondo della schiena, stringendo gli occhi in una smorfia di dolore. <<Credo di essermi rotto una vertebra>> brontolò, ma il tono di vice ilare e il sorriso a trentadue denti che gli comparve sul volto, fecero capire alla ragazza che era tutta una messa in scena.

<<Cosa stai cercando di comunicarmi?>>

Lui la guardò, tornando serio. <<Ma non vedi? Mi sono fatto malissimo. Potresti, per favore, andare tu a prendere il disinfettante?>>

Aly si mise le mani sui fianchi e lo guardò fisso per qualche istante, poi sorrise. <<Se me lo chiedi così gentilmente Bailey, corro, non vorrei mai che venisse a nevicare per la tua insolita cortesia>>

Detto ciò, il moro le spiegò la strada per raggiungere il bagno e di conseguenza l'armadietto con i medicinali e il disinfettante, dopo di che tornò in camera, bagnò un battuffolo di cotone con il liquido trasparente dall'odore di ammoniaca e glielo passò.

<<Fallo tu>> mormorò lui fissando la sua mano che gli porgeva la soffice nuvoletta bianca. La voce roca e sensuale le provocarono un brivido lungo la spina dorsale.

Aly sbuffò. <<Scordatelo>>

Non avrebbe medicato il labbro di Miles. No, non lo avrebbe fatto. Sarebbe stato troppo... intimo.

<<Perché? Ti emozionerebbe troppo?>> la provocò, e lei non sopportava che lui la provocasse. La faceva sentire debole e non lo era. Non lo era affatto, non lo era mai stata.

O forse sì?

In ogni caso, assottigliò gli occhi riducendoli a due fessure e avvicinò il cotone al labbro insanguinato.

<<Come vedi, nessuna emozione>> mormorò Aly sicura di sé.

Ma quando il ragazzo, che fino ad ora era rimasto appoggiato a pancia in su, tenendosi sui gomiti, si sollevò del tutto mettendosi seduto ed avvicinando così il viso a quello della giovane dagli occhi smeraldini, fu costretta a deglutire per via della poca distanza che separava i loro volti.

<<C-come te lo sei fatto? Il livido intendo>> chiese balbettando leggermente. Non era da lei cedere davanti ad uno sguardo, ma non ne aveva mai visto uno penetrante come quello.

In un primo momento, abbassò gli occhi verso le lenzuola, ma poi incastrò nuovamente le pupille alle sue, decisa a non perdere quella sfida. Avrebbe retto il suo sguardo, non aveva intenzione di fargli credere che, se avesse voluto, avrebbe potuto sottometterla.

Continuò a tamponargli il labbro senza mai spostare gli occhi dalla sua figura, fino a quando Miles si spostò in avanti, sfiorandola.

<<Non ha importanza>> sussurrò lui sulle sue labbra.

L'avrebbe baciata, ne era sicura, infatti le farfalle che albergavano, a sua insaputa, nel suo stomaco iniziarono a svolazzare in preda al panico come se stessero sfuggendo da un presunto nemico.

I loro nasi erano praticamente attaccati, sentiva i loro respiri fondersi, chiuse addirittura gli occhi consapevole di ciò che stava per accedere, quando una voce maschile sistemò - o rovinò? - tutto.

E la voce non era certo quella roca e sensuale di Miles.

Il giovane si ritrasse di poco continuando a guardarla, mentre colui che poco prima li aveva interrotti chiamò nuovamente il suo nome, questa volta con più insistenza.

<<Forse dovrei tornare a casa>> sussurrò la ragazza indietreggiando, saltando così giù dal letto.

<<Ti accompagno alla porta>> rispose il ragazzo, imitandola.

Prese lo zaino, e si diresse verso le scale, quando un suono, simile a colpi continui tirati contro ad una porta, risuonò nel corridoio.

<<Miles! Apri questa cazzo di porta!>>

Allison si voltò verso il compagno di scuola con espressione spaventata.

<<Chi è?>> osò domandare.

<<Nessuno. Dovresti proprio andare>> disse Miles per tutta risposta.

Gli occhi con cui la guardava si erano improvvisamente fatti tristi e malinconici. Si passò una mano tra i capelli e sul viso, come se quella voce fosse la causa di tutti i suoi problemi.

E forse era così.

<<Miles! Butto giù la porta se non apri fra due secondi! Con chi sei? È una ragazza? Apri!>>

Rassegnato, andò ad aprire per evitare che le cose peggiorassero con Allison ancora in casa sua.

Dalla stanza vicina, uscì un ragazzo dalla folta barba scura e dagli occhi celesti seduto sulla sedia a rotelle, lo stesso che Aly aveva notato la sera del quasi incidente e del quale Miles le aveva espressamente chiesto di non dire niente a nessuno.

<<Finalmente cazzo!>> esordì l'uomo. Poi quando vide la giovane si fermò, cliccando su un pulsante posto sul bracciolo della sedia. <<Chi è questa? La tua troia? Carina!>>

<<Bryan, lei è Allison, e non è la mia troia>> rispose Miles in tono duro. Dalla risposta che diede si capiva che non andavano affatto d'accordo.

<<Che cazzo hai da guardare? Sono tetraplegico e allora? Sono comunque riuscito a sferrare una testata a questo coglione>>

La freddezza e la cattiveria con cui le si rivolse, le fecero accapponare la pelle.

Quindi era stato lui a procurargli quel livido sul labbro.

Miles rimase fermo a guardarla per un istante, poi abbassò lo sguardo incapace di reggere il confronto coi suoi occhi. Le stava silenziosamente chiedendo di andarsene.

<<Io vado>> mormorò, voltando le spalle ad entrambi e scendendo di corsa le scale.

Prima di raggiungere la porta però, una mano la afferrò per il polso, costringendola a voltarsi.

<<Ti prego Aly non dire niente a nessuno di questo. Nessuno a scuola lo sa e...>>

Era visibilmente preoccupato e si capiva che, da ciò che le stava chiedendo, dipendesse parte della sua vita, se non addirittura tutta.

<<Hai la mia parola Miles. Ci vediamo domani>>

Uscì da quella casa con un enorme macigno sullo stomaco. Mosse qualche passo verso la strada prima che alcune lacrime le rigassero il viso.

Me:

Ehi! Non sono pienamente soddisfatta di questo capitolo quindi ci terrei a sapere se a voi invece è piaciuto. Prometto anche che una volta completata la storia revisionerò tutto, ma fatemi sapere se trovate errori o qualsiasi altra cosa che non vada.

Coooooomunque....

BOOM!

Una bomba è esplosa.

Il ragazzo in sedia a rotelle vive a casa di Miles e lo ha anche ferito con una poderosa testata. Zidane gli fa un baffo ahaha. Ora avete le idee più chiare sul chi sia oppure no?

Ma a parte questo... sbaglio o stava per succedere qualcosina tra i due protagonisti?

Alla prossima girls,
Chia xx

PS: nel prossimo capitolo si scoprirà una prima parte del segreto di Jay ;)

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