Capitolo 2 - Kurt
Decisi di ritornare nella mia tenda per mettermi subito a lavoro.
Dovevo pensare ad un piano il più velocemente possibile cercando di evitare la perdita di altri uomini.
Avevamo perso 13 uomini nel giro di un mese a causa di una missione suicida.
E la colpa fu soltanto mia.
Ero convinto che il piano avrebbe funzionato, che saremmo passati inosservati ed invece ho portato il nemico nell'accampamento.
Gli abbiamo uccisi tutti ma anche loro erano riusciti a sterminare una parte di noi.
Dopo quell'attacco fummo obbligati a cambiare zona.
Mi sentivo in colpa sia per aver mandato all'aria tutto il lavoro che avevano fatto Jess, James ed Atom sia per le vite perdute.
Non ero in grado di gestire quella situazione e ogni giorno mi convincevo sempre di più.
Entrai nella tenda.
C'era qualcosa che non quadrava.
Guardai la scrivania disordinata soffermandomi sulle cartacce.
Sapevo esattamente quello che stavo cercando ma non volevo ammetterlo.
Volsi lo sguardo verso il letto e notai il tessuto del lenzuolo leggermente sgualcito.
Non l'avevo ancora toccato quel letto.
Mi avvicinai.
Guardai subito sotto il cuscino ma non c'era nulla così alzai direttamente il materasso.
Ed eccola lì.
La presi rapidamente e mi sedetti sul letto tenendola stretta tra le mani.
Un brivido mi percorse la schiena.
Aprii la lettera.
"Pensavo che saresti corso da lei ma forse non ti fidi di me.
Mi sembra giusto, infondo non sai chi io sia.
Devi trovarla Kurt.
Salvala.
Riportala a casa."
Strinsi la lettera con forza.
Quella era l'ennesima conferma del fatto che Angel fosse viva.
Mi alzai e tira un calcio al letto ribaltandolo.
Dovevo trovarla, a costo di sembrare un pazzo.
<Kurt!>esclamò la ragazza dai capelli biondi con un sorriso a trentadue denti spuntando alle mie spalle.
Si avvicinò a me per baciarmi ma la allontanai delicatamente.
Era arrivata nel momento sbagliato.
<Devo parlarti.> dissi.
Non sapevo cosa le avrei detto.
<Che succede?>
Esitai per un istante poi mi decisi a parlare.
Dissi tutto ciò che mi passo per la mente, tutto quello che sentivo.
<Ci ho provato ma non ce la faccio,non posso far finta di niente.> esclamai iniziando a girare a vuoto per la stanza <Se c'è la possibilità che lei sia ancora viva allora devo provarci. Mi farò catturare, devo trovarla.>
<Ancora con questa storia?> disse la ragazza alzando gli occhi al cielo <Ma lo vuoi capire che stai inseguendo un fantasma?>
<Il messaggio dice che è ancora viva.> dissi mostrandole la lettera.
Lei la prese in mano, la guardò e poi puntò lo sguardo su di me preoccupata.
<Kurt, qui non c'è scritto nulla.> esclamò <Stai impazzendo.>
<L'ho letta pochi minuti fa Em.> esclamai strappandole il foglio dalla mano.
Era bianco.
<No, non è possibile.> sussurrai tra me e me.
Doveva esserci una spiegazione valida.
Emily scosse la testa.
<Vuoi veramente lasciarmi per andare a cercare una ragazza ormai morta?>
<Tu non capisci, non è solo una ragazza.> dissi alterandomi, lei non era morta.
<Lei è la mia vita,senza di lei non esisto.>
<Cosa?> disse stringendo le labbra.
<Non fare finta di essere sorpresa.> dissi <L'hai sempre saputo che non ti avrei mai amata come amo lei, non più.>
Mi dispiaceva averglielo letto così, senza giri di parole ma era la pura verità.
Se non gli avessero mai portato via la memoria lui sarebbe stato sempre e solo innamorato di Angel.
Una risata amara uscì dalla sua bocca.
<Non sono sorpresa, sono solo delusa.>
<Delusa?>
<Si, da me stessa.> disse quasi in un sussurro <Non avrei dovuto sperarci ma credevo davvero che saresti riuscito ad amarmi come prima.>
<Mi dispiace.>
<Vuoi andare a cercarla? Va' pure, non ti fermerò se è questo che vuoi.> disse <Ma sappi che non verrò a salvarti quando ne avrai bisogno.>
Annuii, mi avvicinai lentamente a lei e le accarezzai la guancia.
Lei si scostò, puntò lo sguardo verso il basso e si morse il labbro per trattenere le lacrime.
<Ci vediamo.> dissi prima di uscire dalla stanza.
Mi recai nel "magazzino" e mi armai di una pistola.
Non sarebbe servita perché fondamentalmente anche se avessi dovuto usarla non avrei risolto nulla, da solo non sarei stato in grado di fermare tutte le guardie.
Dopodiché mi diressi nella tenda di Colton.
Il ragazzo con il volto ormai segnato dalla stanchezza si voltò sorpreso verso di me.
Sicuramente ero l'ultima persona che si aspettava di vedere.
<Colton devo andarmene.>
Lui scosse la testa e rise.
<Ma che stai dicendo Kurt?>
Presi coraggio, non mi importava più di apparire come un pazzo.
L'unica cosa che mi importava era ritrovare la ragazza che amavo.
<Angel è viva e andrò a riprenderla, a costo di perdere la vita.>
<Allora verrò con te.> disse stringendo il fucile che non posava mai.
<No,non voglio essere responsabile della perdita di altre vite.> dissi <E poi tu mi servi qui.>
Strinse le braccia al petto.
<In che senso?>
<Devi sostituirmi almeno fino al mio ritorno, se mai ritornerò.>
<Cosa? No! Non posso, io non sono in grado.> esclamò indietreggiando.
<Colton, sei scaltro e sei insieme a Thomas la persona di cui mi fido di più all'interno di questo campo quindi non potrei fare una scelta migliore.>
<Beh puoi chiederlo a Thomas.>
<Sappiamo benissimo entrambi che Thommy si farebbe prendere dal panico al primo problema.>
<Kurt...>
<È un ordine!>
Usai un tono più severo di quello che volevo usare ma dovevo sembrare abbastanza autoritario per convincerlo.
<D'accordo.> disse sospirando.
<Non deludermi.>
Gli sorrisi e lo abbracciai.
<Ci rivedremo.> dissi allontanandomi ed uscendo dalla sua tenda.
Mi recai da Thomas che era impegnato a discuterei con un ragazzino dai capelli rossi e riccioluti pieno di lentiggini perché voleva una doppia porzione di merenda.
<Ti ho già detto che non puoi averne ancora, sai come funziona!> esclamò esasperato.
Risi davanti a quella scena.
<Dagli la mia parte.> dissi.
Il ragazzino fece un sorriso fiero e Thomas alzò gli occhi al cielo per poi dargli un'altra porzione di biscotti.
Prima di scappare via con il suo bottino gli fece la linguaggio e Thomas innervosito gli fece il dito medio.
<Ma guarda te sti ragazzini di oggi, neanche un minimo di riconoscenza!>
Risi nuovamente.
<Lascialo perdere Thommy, era solo un bambino.>
<Si, un bambino alquanto maleducato.>
Mi grattai la testa e mi passai velocemente la mano sul volto.
Eravamo sopravvissuti solo io e lui della vecchia squadra.
Sapevo che mi avrebbe ucciso o che mi avrebbe seguito.
Entrambe le opzioni erano discutibili.
<Thomas...> dissi attirando la sua attenzione.
<Lascerò il campo per qualche giorno.>
<No problem, vengo con te.> disse scrollando le spalle.
<Non questa volta.>
Lui strinse le spalle.
<Dimmi che non ti stai andando a ficcare in un brutto guaio?>
<Mh, niente che non abbia già fatto.>
<Si ma non da solo.>
<Thomas, ho ricevuto un'altra lettera.> gli confessai.
Era l'unico che non mi avrebbe mai dato del pazzo perché sapeva quanto facesse male perdere la persona amata.
<Angel è viva, lo so.>
<Se è lei quella che stai andando a cercare allora fammi venire con te.>
Lo disse con un tono quasi supplichevole.
Scossi la testa.
<Non se ne parla.>
Thomas era agitato.
<Sei l'unico che mi rimane Kurt, non voglio perdere anche te.> disse in evidente disagio.
Non era abituato a parlare dei suoi sentimenti, solitamente teneva tutto dentro ma quella volta la sua preoccupazione aveva avuto la meglio.
<Tornerò, e riporterò anche Angel con me.>
Thomas annuì sconfitto.
Sapeva benissimo che non ci sarebbe stato modo per convincermi.
Lo salutai e poi mi allontanai dal campo rapidamente per non destare sospetti.
Sarebbe stato un lungo viaggio e per di più molto pericoloso.
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