8) Cacciasassi o Cacciapolli?

"Nana, hai preso tutto?"
"Sì"
"Sicura?"
"Certo! Non eravamo di fretta?"
"Se dimentichi qualcosa non torniamo" minacciò prendendo la sconosciuta per le spalle e allontanandola dal suo seno "Ti sei calmata?"
"Sì e-e scusatemi ma la mia carovana è stata attaccata e-e io-io ho visto il fumo del vostro fuoco e-"
"Va tutto bene" la rassicurò stringendole il volto tra le mani "Come ti chiami?"
"Vivian"
"Va bene Vivian, tu guidaci e noi vi aiuteremo. Io sono Serafine, lei è Nana" presentò entrambe
"Grazie..."
Asciugandosi le guance dalle lacrime, la ragazza cominciò a camminare, prima diffidente, poi accelerando vedendo che le cacciatrici, effettivamente, l'avrebbero seguita. Affiancando la Viveriana dai lunghi capelli rossi, rallentando per non seminarla e dovendo anche fermarsi per farle riprendere fiato, le due videro, distante da loro, una sottile ma nera colonna di fumo che si alzava dal confine d'un bosco.

Sparpagliate per la zona, decine di carcasse di Velociprey e di un Velocidrome risaltavano coi neri ed azzurri colori sul verde prato attorno a vagoni rovesciati, di cui uno in fiamme. Lanciando colpi con l'arrotondato becco ocra ed esalando un denso fumo nero, un'azzurra e longilinea figura si presentava appollaiata su di un carro, provando a sfondare le tavole di legno sotto le sue zampe mentre le orecchie beige risplendevano di sfumature smeraldine ascoltando i dintorni.
"Yan KutKu" annunciò la veterana prendendo la Viveriana per il colletto e tirandola a terra, bloccandone la corsa per portarla dietro a dei cespugli
"I miei compagni-"
"Sta' calma" ordinò trattenendo la ragazza "Nana, piano?"
"Io?"
"Sì, chi altri viene dal Distretto i cui cacciatori osservano Draghi Anziani per venti minuti?"
"Me la dovrai raccontare questa storia..." rise spostando lo sguardo sull'animale "Vivian resta qui. Io lo distraggo e lo attiro verso la foresta. Tu soccorsi i membri della carovana e li porti qui, infine vieni in mio soccorso"
"In tuo soccorso?"
"Mi farò massacrare" puntualizzò indicando la malridotta armatura e le bende

Senza aspettare risposta, Natalie saltò in piedi, slacciandosi la mantella che lasciò cadere a terra prima di scattare verso la Viverna uccelliforme. Osservandolo attaccare furiosamente il carro rovesciato sul lato, si mosse attorno ai restanti per osservare attorno a sé ed approcciarlo dalle spalle.
Prendendo un breve respiro e stringendo lo sguardo, sfoderò la Spada Lunga aprendo lo scontro con un fendente che, incidendo la coda, corse lungo l'intero ventre dalla spenta tonalità grigia, aprendo una profonda ferita che, sanguinando nero, non turbò minimamente la bestia.
Bloccandosi sul posto, lo Yan KutKu si voltò di scatto provando a mordere la ragazza e concentrando l'attenzione delle orecchie a parabola su di lei.
Con un passo all'indietro che accompagnò un ampio tondo, la cacciatrice indietreggiò vedendo la bestia saltare, anticipando le beccate da cui si allontanò con una serie di saltelli.
Osservando sclere annerite e pupille rosee, la rosea figura le ricordò immediatamente il Rathalos e i Velociprey che l'avevano attaccata.
Contando i quattro colpi che i Kut Ku erano soliti lanciare, la giovane alzò l'arma affiancandola al volto, lanciando un affondo contro il muso della Viverna e la lama, correndo lungo il becco, puntò ad una delle orecchie prima che, prendendola alla sprovvista, l'animale non richiudesse il parabolico organo, lasciando scivolare la lama nel nulla.
Scioccata dall'attuale intelligenza dell'animale mentre la sua strategia falliva miseramente, Natalie fece in tempo a vedere il becco aprirsi, venendo investita dall'improvvisata carica che l'animale terminò con un salto, voltandosi nella sua direzione.
Deglutendo e vedendolo lanciarsi nuovamente, la cacciatrice rotolò a terra, anticipando l'assalto che venne lanciato istanti dopo, rinfoderando l'arma e osservando Elóise arrivare quattamente sul luogo mentre lei scappava in direzione del bosco.

Nascosta dietro il carro in fiamme mentre stringeva una fune tra i denti, Serafine osservò la Viverna seguire la compagna, aspettando qualche momento prima di avvicinarsi al vagone che era stato bersagliato fino a quel momento. Strappando il telo che ne chiudeva il lato posteriore, la cacciatrice entrò osservando un ragazzo svenuto e coperto di sangue con, ancora stretto in mano, un coltello da cucina.
Dalla parte opposta, troppo impegnato per rivolgerle anche uno sguardo, un uomo brandiva un bastone spezzato provando a far leva sulle casse e sui barili che si erano ribaltate contro il quarto membro della carovana, una donna dai fini lineamenti che, inerme, giaceva respirando appena.
"Io e la mia compagna siamo qui per aiutarvi" esordì slacciandosi lo scudo e poggiandolo a terra "Quanti siete in totale?"
"Quattro" rispose lui spostando una cassa
"Vivian è al sicuro, prendo il ragazzo"
Rimuovendogli l'arma di mano, Serafine strinse il giovane, avvolgendolo nel telo che aveva appena strappato prima di poggiarlo delicatamente sullo scudo. Rientrando nel carro, puntò la Lancia tra le casse, cominciando a far leva mentre l'uomo aiutava la collega a liberarsi.
"State bene? Riuscite a seguirmi?" domandò ricevendo un cenno in risposta mentre l'altro si caricava la compagna in spalla "Dev'essersi solo stortata una caviglia" valutò "Vi porto da Vivian, seguimi"
Ricevendo un secondo cenno dal silenzioso sconosciuto, la donna accennò un divertito ma confuso sorrisetto, uscendo dal carro e recuperando luna corda che legò ai due angoli scudo prima di piantare a terra la lancia.
Stringendo la fune, la cacciatrice cominciò a tirare l'improvvisata barella seguita dall'uomo che, aiutandola, la convinse ad accelerare il passo.
Allontanatosi dal campo di battaglia, il gruppo osservò la Viveriana alzarsi dai cespugli e scattare nella loro direzione, inciampando mentre correva con occhi carichi di lacrime. Fermandosi a pochi passi da loro, osservò i due compagni incoscienti con occhi terrorizzati ricevendo, però, una pesante carezza sulla nuca.
"Antòn...smettila" balbettò vedendolo ridere
"Staranno bene" la rassicurò

Saltando tra due alberi, Natalie si lasciò cadere a terra, rotolando di lato prima che la bestia si scontrasse contro i tronchi. Bloccandosi all'altezza delle ali ma cominciando a dimenarsi, lo Yan KutKu cominciò a tirare morsi e beccate verso la cacciatrice, vedendola allontanarsi e recuperare fiato con ogni passo.
Osservando i vitrei occhi neri e rosa che analizzavano lei e la zona, la giovane si sentì rabbrividire prima di recuperare una cote e riaffilare distrattamente la Spada Lunga. Accontentandosi dell'irregolare filo della lama, caricò la bestia con un fendente verticale, puntando all'orecchio già attaccato ed affondando successivamente verso il busto.
Saltando indietro dopo aver incassato, la bestia aprì le ali e, cominciando a batterle, si alzò sopra le verdi chiome. Notando i movimenti del collo che preannunciavano un assalto aereo. la cacciatrice deglutì, spostandosi dalla linea dell'attacco mentre l'animale apriva gli artigli e si lanciava planando verso la sua ultima posizione, sfondando i rami che li separavano prima di cappottarsi a terra. Saltando in avanti mentre si rialzava, la giovane si lasciò scivolare sotto la bestia, alzando l'arma ed affondandola verticalmente nel molle collo prima che, alzando lo sguardo, non vide nerissimo sangue colare dalla ferita e dal becco, macchiandole il viso, l'arma e l'armatura mentre la figura collassava lentamente a terra.
Spostandosi di scatto, rinfoderando e sistemandosi mentre prendeva lunghi respiri, Natalie girò lentamente attorno al cadavere, studiandolo sommariamente ora che non poneva più alcun pericolo. Chinandosi di fronte al tondo muso passò la mano lungo il becco, impugnando il proprio coltello da scalco prima di tagliare con diffidenza un'orecchio ed osservarne poi gli smeraldini riflessi, riponendolo poi nella propria bisaccia. Spostandosi lungo il corpo, riempì una vecchia fiala con del sangue che, nero, continuava a sgorgare lentamente, recuperando anche delle scaglie.

Istanti dopo, però, la ragazza vide una scossa attraversare il cadavere che si mosse con un contorto scatto. Saltando in piedi e cacciando un urlo, indietreggiò inciampando a terra e sfoderando l'arma prima di vedere, con la coda stretta tra le mani, Serafine chinata dietro l'animale.
"Stava...tornando in vita?" domandò trattenendo le evidenti risate
"Ti odio..." rimarcò innervosita ricordando quel che accadde durante il pranzo
Ridendo e raggiungendola, la veterana le scompigliò i capelli prima di poggiarle le mani sulle spalle, osservandola con orgoglio.
"Ottimo lavoro Nana, ottimo lavoro" si complimentò smettendo di ridere "Hai fatto un'ottimo lavoro per non esser mai arrivata all'Alto Grado. Vuoi che metta una buona parola con la Gilda a Minegarde?" chiese con fare furbo mentre la inquadrava
Non ricevendo risposta, Serafine si limitò a notare le mani tremanti, alzando gli occhi verso un'altrettanto tremante e vuoto sguardo che, puntando nella sua direzione, osservava alle sue spalle.
Sentendo un rumore soffocato, la cacciatrice si voltò vedendo l'esile figura azzurra percorsa da nervature nere: nere come l'alito che esalava e come gli occhi si riaccendevano d'un brillante viola. Rialzandosi disfatto e sanguinante mentre le vene si gonfiavano e i muscoli si strappavano rumorosamente per la sola forza che stavano esercitando, l'animale osservò la coppia prima di emettere graffiati versi gutturali, crescenti e crescenti, sempre più forti finché, saltando ripetutamente sul posto, non spalancò le ali con tale impeto da strappar le proprie membrane, lanciandosi contro di loro con sguardo bruciante di folle rabbia.
Stringendo la compagna, il lanciere protesse entrambe, spingendola per costringerla a prendere le distanze mentre provava a concepire l'accaduto; ancora incerta su quel che stessero affrontando, non poté far altro che credere alle parole di Natalie; il Rathalos era tornato in vita e ora, a riprova senza spiegazione, anche lo Yan KutKu.
Voltandosi di scatto verso la novizia, la bestia si lanciò in una disperata e furiosa carica, sputando fiamme lungo il percorso prima di bloccarsi con un colpo d'ali e, con un salto, lanciarsi beccando il terreno.
Ad ognuno dei rapidissimi colpi, Natalie poté ammirare crepe allungarsi lungo il becco mentre ciotoli e terra si alzavano dalla pura, irrazionale potenza di ogni impatto.
Allontanandosi con brevi saltelli e scattando verso un tronco caduto, la ragazza saltò facendo appena in tempo a vedere la bestia che ci si scontrò, aprendo gli artigli e piantandoli nel terreno subito dopo per spingere. Facendo forza con le piccole zampe, mentre i muscoli si contraevano tanto da aprire sonore crepe nelle ossa, la Viverna cominciò a riversare polvere infiammabile dalle fauci, accedendola col becco mentre il legno, crepandosi, cominciava a cedere sotto l'inimmaginabile forza bruta.
Prendendo un lungo respiro, Natalie scattò di lato, saltando sul tronco e sfoderando l'arma con un lungo, armonioso movimento che ricadde sul restante orecchio a parabola, recidendolo senza fermare la bestia che aprì le ali dandosi un colpo all'indietro.
Cadendo di spalle per la folata di vento che alimentò le fiamme, la cacciatrice rotolò a terra mentre l'animale beccava l'arso tronco, spezzandolo e assalendola prima che, nuovamente in suo soccorso, Serafine non si lanciasse di fianco a lei, alzando lo scudo sui cui rimbombò ogni colpo.
Da graffi a beccate, la donna assorbì ogni attacco mentre il metallo del bracciale si piegava ed i rivetti si tagliavano dalle sole vibrazioni, rischiando di collassare e costringere le ossa della cacciatrice ad assorbire direttamente i successivi colpi.
Osservando impotente, Natalie strinse i denti, rotolando di lato ed uscendo dal riparo per recuperare la Spada lunga, affondandola nella zampa e lanciando un montante che ampliò la già profonda ferita, facendo indietreggiare l'animale e dando occasione al lanciere di alzare l'arma, tirando un singolo affondo che perforò la mandibola, attraversando il cranio dell'animale che, lasciandosi nuovamente cadere tra cespugli ed alberi, giacque senza alcuna scintilla di vita negli opachi occhi.

Prendendo lunghi respiri, Natalie vide Serafine porgerle una mano, accettando l'aiuto e rialzandosi in pochi attimi.
"A-Adesso mi credi?" chiese terrorizzata dall'incontrollata furia
"Sì ma...ma no" balbettò confusa
"Perché non puoi credermi?" ribatté frustrata battendo un piede a terra
"Non...Non lo so" sospirò vedendo il marcato dissenso negli occhi altrui "È stata dura e sei stata brava, lo ammetto...e ammetto di esser stata stupida ad averti sminuita...ma non sto capendo...e non capire è terrificante" ammise scuotendo il capo e prendendo un profondo respiro "Stiamo bene e la carovana è in salvo, è questo che importa. La tua ferita piuttosto?"
"Fa male ma penso di potermela cavare" sospirò massaggiandosi il fianco
"Perfetto. Andiamo a conoscere chi ci offrirà la cena e-e di...di questo ne parleremo dopo" propose strappandole un sorrisetto
Il sentimento, però, durò pochi minuti; raggiunti i vagoni che si vedevano in lontananza, Serafine lasciò che il suo sorriso svanisse mentre Natalie, bloccandosi sul posto, dovette farsi coraggio solo per tener lo sguardo alzato. Da vecchi ricordi oramai sepolti, colpe, obblighi e vergogna rifiorirono come rovi a soffocare quella singola, fragile rosa che era il suo orgoglio e la sua forza.
"He-Helain..." pronunciò sottovoce
Riconoscendo tutti i volti della carovana che l'aveva portata da Val Habar fino ad Harth, tutti eccetto quello della loro vecchia cacciatrice, avanzò con lenti passi, affiancando la compagna.
"Buongiorno" si presentò porgendole la mano "Serafine, cacciatrice di frontiera"
"Marta, mercante e capo della carovana" rispose la donna ricambiando il gesto "questi sono Luìs, il nostro cuoco, Vivian, la nostra tuttofare, Antòn, nostro secondo mercante" li presentò
"Piacere mio, questa è Nata-"
"Cacciassassi?" la interruppe attirando l'attenzione degli altri "Cacciasassi! Tu non eri andata a Pokke?"
"Salve..." ridacchiò timidamente
"Tornano da ogni parte del continente per la mia cucina" si vantò il cuoco in sottofondo
"Zitto Luìs che ci hanno letteralmente salvato!"
"Sono stato io a tenere a bada il KutKu! La Cacciapolli ha solamente concluso il mio lavoro!"
"Come avrei fatto senza di voi, mio cavalier armato di spatola" lo derise la Viveriana mentre gli bendava il braccio
"Lasciate perdere i miei colleghi, per favore" sospirò la donna "lasciate però che vi ringrazi, per qualche momento ho pensato di non veder più Minegarde"
"Vi state dirigendo a Minegarde?"
"E intendo ripartire non appena avremo risistemato i carri"
"Allora, in cambio potreste-"
"Certo, soldi, ovvio" sospirò fulminando Vivian con lo sguardo mentre raggiungeva la propria scarsella "Cacciasassi, vorrei ricordarti che sei ancora in debito di due sigari"
"Vivian è venuta a cercarci perché è stata la cosa giusta da fare e vi abbiamo aiutati per lo stesso motivo..." rispose la veterana facendole segno di aspettare "e anche noi siamo dirette a Minegarde quindi posso proporre della protezione in cambio di un passaggio?"
"E i tuoi sigari hanno rovinato un altrimenti stupendo bacio" aggiunse l'altra incrociando le braccia
"Le questioni di cuore non sono rimborsabili" minacciò con sguardo sottile "per il passaggio, invece, si può fare..."
"Siamo scese ad un accordo?" chiese porgendole la mano
"Accordo" rispose ricambiando

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