50) Non deve finire così, non per forza
"Natalie, prego, siediti" la invitò Nekoth dopo aver chiuso la porta del piccolo ufficio "Gradisci da bere?"
"No...no grazie, sono ancora scossa" balbettò con sguardo perso
Sedendosi sulla sedia di fianco a lei, la cacciatrice si slacciò l'elmo con le infreddolite mani prima di poggiarlo sul tavolo di fronte a sè. Voltandosi osservò la Lynian prendere una teiera da un gancio che la sorreggeva su di un piccolo fuocherello, versando l'acqua bollente attraverso un filtro appoggiato al bordo di una tazza.
Dovendo aspettare qualche secondo, la Felyne preparò un piccolo piatto di biscotti che poi, insieme al the, poggiò di fronte alla ragazza.
"Prego piccola"
"Ma io no-"
"Ti serve" alzò gli occhi al cielo "Sei molto distratta e ti tremano ancora le mani, ti volti ad ogni singolo rumore e sei in allerta come se stessi combattendo nell'Arena di Loc Lac. Bevi" la invitò ridacchiando
Sentendo bussare alla porta mentre prendeva il primo sorso, la giovane si voltò di scatto mentre la Lynian si limitò a dare il permesso d'entrare. Palesandosi con fare estremamente preoccupato, Alexander osservò le due prima di chiudersi la porta alle spalle e raggiungere l'allieva, poggiandole dolcemente le mani sulle spalle mentre questa, notando l'ancora presente macchia di sangue sulla sua gamba, s'irrigidì ulteriormente.
"Stai bene?"
"Sì...credo" balbetto preoccupata voltandosi appena
"Ti vedo turbato Alex-"
"Corri che abbiamo pessime notizie di Natalie" la interruppe "Per quale altro messaggio dovrei esser turbato altrimenti?" sospirò "Da dove arriva la striscia di sangue che hai in volto?"
"Ha fallito la missione" spiegò
"Fallito?" domandò stranito "Ha fallito?" ridomandò al Cavaliere "Hai fallito?" continuò abbassando lo sguardo sulla diretta interessata "Ha fallito?" farfugliò infine sottovoce tra sé e sé
"Perdonatemi è...è che...sono successe cose" si discolpò
"Va bene" sospirò lui passandole una mano sulla testa "Basta che tu stia bene"
"Ho-Ho anche le mani fredde" piagnucolò divertita, rassicurata dalla loro tranquillità
"Va bene Cleo" la schernì
"Adesso che siam tutti qui riuniti" Nekoth li interruppe "Natalie, per favore, spiegaci cosa è successo"
"Va bene. La missione era cominciata come tutte le altre. Ho sistemato il Campobase secondo le mie necessità, ho assicurato lo scudo, controllato l'armatura, ho trovato il cioccolato e sono partita. Salendo lungo le pendici ho usato rocce, cespugli e neve per nascondermi alla vista del Barioth, sia per osservarlo che per paura"
"Cioccolato? Paura?" domandò confuso il Cavaliere della Gilda
"Sì. Fin dai miei primi giorni qui si è sempre mostrato più veloce, intelligente, capace e attento di me. Ho imparato a rispettarlo e ho capito come mai siede in quel preciso posto nella catena alimentare"
"Ogni cacciatrice ha una propria nemesi" rise "Per il tuo mentore era un Anteka"
"Era l'emissario di un Fatalis o anche peggio...bestia demoniaca" imprecò velatamente facendo ridere l'allieva
"Dopo aver piazzato dei bocconi drogati e una trappola ho visto un'occasione presentarsi e ho deciso di coglierla aprendo il nostro scontro" continuò "Ci siam combattuti e l'ho inseguito in zone differenti ma è sempre stato...distratto"
"Distratto?" domandò lui
"Mi era sembrato di sentire un secondo ruggito e dava priorità ai Popo piuttosto che a me..."
"Indagheremo" affermò prendendo lei stessa un sorso di the
"No, non ce n'è bisogno, ho scoperto subito cosa fosse. Dopo essermi presa qualche minuto ho valutato la mia situazione ma, mentre stavo affilando la mia spada, sono stata assalita da tre...piccoli Barioth"
"Pelosi, teneri e senza corazza?"
"Sì!" esclamò quasi saltando sul posto "piccole zanne, fittissimo pelo bianco ed occhi azzurri come il cielo! Mentre lanciavano dolcissimi versi mi hanno impedito di alzarmi e, quando finalmente ci sono riuscita, hanno cominciato a strusciarsi contro me, quasi cercando le mie attenzioni...e poi il Barioth è tornato" deglutì "Incurante delle ferite si è seduto ad osservarmi mentre i tre piccoli giocavano attorno a me e..."
"E...?" la esortò a continuare
"È arrivato un secondo Barioth, ha preso un cucciolo tra le fauci, portandolo altrove per poi tornare per il secondo e portare via anche lui. Il primo intanto rimaneva ad osservarmi e, quando è rimasto uno solo piccolo, sono riuscita a scappare" sospirò "Phelipe aveva ragione. Se avessi prestato più attenzione avrei capito che tutte le ferite risalivano al rituale pre-accoppiamento dei due" ammise prendendo un sorso di the
"Come mai sei fuggita?"
"Vedendo la dolcezza con cui si comportavano con i cuccioli ho pensato che i due adulti fossero i genitori...e...e non mi sembrava giusto interferire" sospirò "Inoltre una parte del simbolo della Gilda significa letteralmente convivere con la natura cercando un equilibrio...e romper famiglie non mi sembra nulla di ciò. Sbaglio?" domandò percependo una certa tensione nell'aria
Ascoltando la spiegazione, sia la Felyne che il cacciatore rimasero in silenzio, scambiandosi qualche rapido sguardo mentre la giovane, con occhi bassi, riprese ad osservare la tazza di ceramica tra le sue mani.
"Hai fatto bene" commentò lui
"Davvero?" domandò concedendosi un respiro di sollievo
"Sì, hai fatto bene" la rassicurò scompigliandole i capelli "Ti sei permessa di fallire, accettandone le conseguenze, pur di fare quel che hai considerato giusto"
"Quindi non importa che abbia fallito?"
"No, al contrario, dovresti esserne fiera" affermò
"E tu non sei fiero di lei?" domandò Nekoth con sguardo furbo
"Sì...ma non dirglielo, non voglio darle certe soddisfazioni" sussurrò
"Piuttosto Natalie" la Lynian riprese a parlare "Ho capito male o i cuccioli ti si sono strusciati addosso?"
"Sì"
"Questo...questo potrebbe essere un problema" sospirò lasciandosi scappare un miagolio
"In che senso può essere un problema? Sono coperta di peli?" chiese voltandosi e provando a guardarsi la schiena
"No, odore. Oserei dire che non avranno difficoltà a ritrovarti e che i tuoi viaggi per le Montagne Nevose saranno molto più pericolosi per i tempi a venire" suppose "Non mi fiderei a lasciarti andare da sola ma è anche vero che sta cominciando la Stagione Fredda e raramente vi manderemo a cacciare"
"Allora mi servirebbe un compagno di caccia" annunciò con finta innocenza voltandosi verso il ragazzo
"Ancora prima di propormi qualcosa del genere" rispose lui dandole una schicchera in fronte "dobbiamo capire come mai i cuccioli sono venuti a cercarti"
"Vero" concordò prendendosi qualche secondo per pensare "Il mio coltello da scalco non è ricavato dalla zanna di quel Barioth? Cha abbiano sentito l'odore del padre?"
"Dove avresti ottenuto materiali di Barioth col tuo attuale Grado?" domandò il Cavaliere con far inquisitorio
"Mi è stato regalato...da lui" si discolpò con innocenza
"Peggior...risposta di sempre" sospirò portandosi una zampina sul muso
"Nekoth, quando parte la Wyccademia?"
Intervenendo mentre si appoggiava alle proprie ginocchia, chinandosi in avanti, Alexander cambiò istantaneamente atteggiamento, quasi cancellando l'amichevole clima che si era creato, mostrando sguardo serio e pugni stretti a far capire che avesse dedotto l'accaduto nella sua complessità. Mentre l'allieva non capiva il perché, la Felyne alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo prima di prendere un foglio e cominciare a scriverci.
"Posso...posso sapere che sta succedendo?"
"Alex, sei sicuro di questa scelta? Non è una cosa da poco" commentò ignorando la ragazza
"Ne sono sicuro"
"Non tagliatemi fuori dal discorso!" si lamentò
"Natalie, piccola mia" le rispose mentre affondava la zampina nell'inchiostro "Con questa lettera che verrà consegnata al Solcacieli, io, Cavalier Nekoth di Pokke, data una preoccupazione da parte di entrambi, ti sollevo dalle cure di Alexander concedendoti di partire e continuare la tua carriera di caccia con l'Istituto di Studio e Ricerca della Wyccademia" annunciò timbrando
"No-Non sto capendo...io non voglio partire. Perché dovrei-"
"Restare è pericoloso. Partirai" la interruppe lui
"Ma possiamo cacciare altrove" ribatté confusa
"Il Batioth non è il solo problema" affermò alzandosi e prendendo il foglio che Nekoth gli porse "Ti spiegherò mentre prepari le tue cose"
Incapace di smuovere, con le proprie suppliche, il Cavaliere della Gilda che non le diede altre risposte, concedendole solo qualche saluto accompagnato da uno sguardo melanconico, Natalie seguì il mentore per le strade sterrate di Pokke che, alla luce del tramonto e delle nuove notizie, sembravano tanto familiari quanto sconosciute. Entrando in casa venne accompagnata in camera propria dove, incrociando lo sguardo d'Alexander con una sensazione di estraniazione pura, si lasciò cadere sul letto con fare perso.
"Prepara le tue cose, il Solcacieli parte questa notte"
"No...io..." balbettò confusa "pensavo ci tenessi a me...pensavo...io pensavo che avresti protestato alla mia partenza!"
"Partire è la scelta migliore che tu possa fare"
"Ma non ha senso!" ribatté alzandosi "Come fai a guardarmi con tanta tranquillità e senza neanche una nota di sofferenza in volto? Il tempo passato assieme e tutto quel che è successo non conta niente?" domandò scioccata, non credendo a quel suo stesso pensiero "Per tutto questo tempo hai solo pensato a mantenere la tua promessa con Nekoth per liberarti di me? Pensavo non mi considerassi più un peso! E-E se vuoi ancora andare altrove e ricominciare...possiamo andare assieme, no? O potremmo passare la fine della Stagione Calda e la Stagione Fredda a Yukumo, lasciando che i Barioth crescano e si dimentichino di me! Possiamo-"
"Natalie..." la bloccò alzando di poco la mano, facendole segno di fermarsi "È l'opposto di quel che hai detto; mi ero dimenticato della promessa fatta a Nekoth, mi sono abituato ad averti di fianco a me ogni giorno e amerei l'idea di continuare a viaggiare in tua compagnia" ammise passandole una mano lungo la guancia, spostandole lentamente i violacei capelli "In qualche modo sei riuscita a farmi riscoprire vecchi sentimenti che avevo dimenticato...e anche qualcosa di nuovo"
"Allora perché mi stai cacciando?" chiese con occhi lucidi
"Comincia a preparare le tue cose, poi ti spiegherò"
"No, non-"
"Natalie" la bloccò facendo un passo nella sua direzione e, lentamente, abbracciandola "Preparati prima che diventi sentimentale anche io"
Accettando la richiesta del mentore con un lungo sospiro, la ragazza portò il manichino con l'armatura di Rathian Rosa in centro alla stanza, attaccandoci tutte le scarselle che aveva con sè. Con lenti movimenti, ripiegò il suo completo di Yukumo che ripose in una delle borse mentre il cappello venne attaccato ad uno spallaccio, legando a mo' di zaino l'abito Mafumofu. Cominciando a riporre fogli, appunti e materiali, ritrovò il vecchio Gargua gonfiabile che aveva portato con sè fin dal suo primo viaggio a Yukumo che, immediatamente, sistemò di fianco a quello più recente.
Ripiegando poi la lettera ricolma di simboli e scarabocchi che, in primo luogo, l'aveva portata a Pokke, la fissò nella prima pagina del suo diario che, con occhi lucidi, ripose prima di osservare il mentore.
"Ho quasi finito. Puoi rompere questo silenzio e dirmi perché mi stai cacciando?"
Mentre lei si sedeva sul suo letto di fianco a lui con sguardo incerto, il ragazzo prese il ciondolo che portava al collo, lasciandolo pendere di fronte ai suoi occhi per lunghi momenti.
"Questa l'avevi già vista, esattamente come quello Spadone e quella tiara in camera mia"
"Sì, tanto tempo fa' quando entrai in camera tua"
"Quelle furono l'ultima arma e l'ultima tiara usate da Lorelay durante la sua ultima battuta di caccia" spiegò con tono basso, melanconico, accompagnato da lenti movimenti ed occhi lucidi
"Alexander" lo chiamò allungando la mano e facendolo sedere di fianco a sè "chi era Lorelay?"
"Lorelay...Lorelay...temporanea Dama della Gilda e candidata Cavaliere, più severa maestra di caccia che avresti potuto trovare, più fine donna che abbia mai incontrato, più letale cacciatrice che abbia mai accompagnato, più solare ragazza con cui abbia mai viaggiato...la mia unica, disastrata, svampita, perennemente assonnata ed amatissima sorellona"
Mentre ascoltava il poetico elenco d'elogi, Natalie osservò gli occhi del ragazzo farsi silenziosamente lucidi, vedendo lacrime correre prima che lei stessa, passandogli una mano lungo la guancia, non gliele asciugasse.
"Lei adesso è..."
"Lorelay non è più qui"
"Questo...è...totalmente diverso da qualunque pensiero abbia mai avuto" ridacchiò lei alzandosi "Non so cosa significhi perdere una sorella ma so quanto è preoccupante il solo pensiero" ammise abbracciandolo e lasciando che appoggiasse la fronte al suo seno
"La storia di Lorelay è molto lunga e ricolma di aneddoti...ma non è questo che devo dirti" ammise prima di prendere un lungo, tremante respiro "Lorelay non è più qui per colpa mia, per una mia distrazione e lo stesso, per un regalo che ti ho fatto senza pensare, poteva accadere a te. Se stare con me implica portarti rischi inutili, per favore Natalie, parti"
"Sei...Ma sei stupido? Non è un motivo che posso accettare" rispose allontanandosi di un passo e guardandolo scioccata negli occhi "Mi hai insegnato a riconoscere un ragionamento inconcludente e so benissimo che nemmeno tu vuoi vedermi partire!"
"No, non voglio che tu parta" ammise stringendole la mano che, con dolcezza, lei gli aveva posato sulla guancia "Ma se resterai ti farai male, è il destino di chi mi sta attorno...senza aggiungere che quei cinque Barioth conoscono il tuo odore e il tuo stile di caccia, potendoti ritrovare ed affrontare con tranquillità. Nekoth ha già dato l'ordine e nulla che tu possa dire cambierà la nostra decisione. Lascia Pokke con la Wyccademia, avrai modo di proseguire nella tua carriera e di diventare la cacciatrice che sogni di essere"
"E se mi rifiutassi?"
"Partirai questa notte, finisci di prepararti" ordinò imperativo alzandosi ed abbracciandola, posandole un bacio tra i capelli "chiamami quando sei pronta" terminò lasciandola e, concedendole una carezza, uscendo dalla stanza
Ore dopo, mentre le sole stelle e l'aurora illuminavano il cielo notturno, dopo aver lasciato una lettera sulla propria scrivania e dopo aver ricontrollato di aver preso tutto, Natalie indossò lentamente l'armatura che, da sempre, l'aveva accompagnata in questo lungo viaggio che sembrava, ancora una volta, ripartire.
Salutando la camera che l'aveva ospitata, sofferente ma non riluttante all'idea di andarsene, scese le scale porgendo la piccola chiave al ragazzo che, seduto in silenzio di fronte al camino, con un arco sulla schiena, richiuse un'enciclopedia che aveva con sé.
"È l'unione delle Gigantiche di Minegarde e Dundorma. Mi sono anche permesso di inserire qualche appunto" spiegò porgendogliela
"È uno strano regalo d'addio" commentò con una risatina sperando di sminuire la tensione del momento
"Lascia che ti accompagni"
"Molto sentimentale per esser colui che insiste a farmi partire" rise
Senza rispondere, Alexander le passò una mano in testa scompigliandole i capelli prima che, dopo qualche minuto di imbarazzante silenzio, i due non uscissero di casa. Provando una soffocante sensazione mentre vedeva la porta chiudersi, la cacciatrice prese un lungo respiro, trovando il coraggio di voltarsi non appena il ragazzo le poggiò una mano sulla spalla, aiutandola a muovere i primi passi verso la fine di un capitolo della sua storia e l'inizio del successivo.
Posando piede sul Solcacieli, dapprima capace di meravigliarla ma ora simbolo della sua partenza, la cacciatrice venne immediatamente rediretta sotto coperta con una chiave dove, aprendo una porta, entrò in una spoglia cabina con una scrivania, un letto con bianche lenzuola adornate dal simbolo della Wyccademia ed una manciata di mensole e di attaccapanni sparsi per le pareti.
"Non deve finire così" balbettò "non per forza"
"Ma è meglio che finisca così" sospirò lui "Sei la cacciatrice che mi hai chiesto di farti diventare quando, ad inizio Stagione, ti ritrovai infreddolita e confusa fuori dalla mia porta. Vattene da qui con tutto l'orgoglio che ti meriti e che sai di meritarti"
Osservandola discostare lo sguardo lusingato, il ragazzo osservò la vecchia allieva avvicinarsi alla scrivania, sollevando ed aprendo quel che si rivelò essere un vestito tradizionale di Bherna ed una lettera di benvenuto prima di ripiegarli a lato del tavolo sul quale lui, poi, mise la Gigantica ed il suo arco.
Incurante della sua presenza, la ragazza si spogliò della propria armatura per poi indossare la sua tenuta Mafumofu, con eccezione del cappuccio, prima di rovistare in una delle bisacce e tornare da lui.
"Avete voglia di tenermi compagnia sul ponte principale fino alla partenza?" domandò con un triste sorriso in volto
"Certamente"
Risalendo lungo la scalinata in legno che circondava il camino centrale, i due si diressero verso la fiancata dell'aeronave, sedendosi e lasciando pendere le gambe nel vuoto mentre, sotto di loro, si apriva il precipizio che portava alla fattoria di Pokke e al vicino fiume.
"Il giorno in cui ci siam conosciuti mi hanno dato questi" raccontò lei mostrando i due sigari presi dalla scarsella, tagliandoli poi in punta col fioretto che, liberando una fiammata, li accesse "In nome del nostro addio e nella speranza che i miei genitori non sappiano mai di questi sigari?" propose con tono basso ed una risatina
"Non sarai la più abile combattente di queste terre" replicò lui accettandone uno "ma sei una gran cacciatrice e spesso lo dimentichi. Continua sulla strada che stai percorrendo" consigliò per poi portarsi il sigaro alle labbra
"Anche tu sei meglio di quel che credi" rispose a tono tirando la prima boccata
"Posso accettare-"
Sentendo un bruciore in petto ed interrompendo il vecchio mentore, Natalie si chinò in avanti cominciando a tossire sotto lo sguardo divertito del ragazzo che, in risposta, scoppiò a ridere continuando a fumare.
Mentre lei prendeva nervosamente piccole boccate, osservando cautamente il sigaro del ragazzo accorciarsi mentre la cenere cadeva lentamente, notò come lui guardasse l'orizzonte illuminato dall'aurora che risplendeva il cielo, convinto che anche lei stesse facendo lo stesso.
"Dove andrai ora che non ti trattengo più?" domandò con sguardo basso
"A casa suppongo"
"Non volevi partire per altre terre?" domandò incuriosita
"Mi hai aiutato a riscoprire perché sono diventato un cacciatore; adesso restare ha un senso"
"Allora lascia che ti rifaccia una domanda che ho fatto a molti venendo qua: cosa significa, per te, adesso, essere un cacciatore?" chiese sottovoce
"Far quel che è giusto quando è giusto che venga fatto, per esempio accettarti come allieva, averti dato retta quando ce n'è stato bisogno e averti fatta partire ora che stai rischiando più del dovuto" spiegò a tono portando una braccio attorno alle sue spalle e stringendola a sé
"Ci rivedremo?" domandò lasciandolo fare
"Un giorno, quando sarà giusto rivederci"
"Accoglierai altre allieve e ti dimenticherai di me?" chiese ridacchiando
"Come faccio a dimenticarmi di te?" rispose prontamente ridendo
"Ti sei dimenticato del mio compleanno" lo punzecchiò "Auguri a me?" domandò con triste ironia
"E da oggi so la data del tuo compleanno" sospirò
"Ci credi se ti dico che me ne sono appena ricordata?"
Osservando il sigaro oramai terminato prima che lei potesse porre un'ulteriore domanda, Alexander si concesse un breve sospiro prima di passarle una mano sulla guancia, spostandole i capelli prima di alzarle leggermente il viso e, inaspettatamente per lei, baciarla con delicatezza per qualche istante prima che, abbracciandolo, lei non ricambiasse.
"Puzzi di fumo" commentò ridendo
"Non offrirmi sigari quando compi gli anni" ribatté baciandola nuovamente
Passando minuti ad indugiare delle labbra altrui in quegli inaspettati momenti di tensione, colpevolezza e romanticismo, Natalie lo allontanò di poco dandogli un buffetto sulla guancia prima di strappargli un ultimo, rapidissimo, bacio a stampo.
"Ti ho lasciato una lettera" spiegò sottovoce "e i miei insetti guida addestrati...in maniera speciale" annunciò ridendo
"Grazie Natalie, di questo e del resto"
"Del resto?"
"Capirai, mia vecchia Protetta" rise
Scorgendo il suo sguardo inquisitorio, Alexander le poggiò un ultimo bacio sulla nuca, sentendo un'ultima volta il profumo della ragazza prima di alzarsi e, dandole le spalle, scendere dal Solcacieli.
Ascoltando i passi di quel che era stato il suo mentore, Natalie si passò una mano sulle guance e sui languidi occhi, determinata a non farsi ricordare in lacrime ma ben sapendo che, la mattina seguente, tutte quelle emozioni sarebbero tornate da lei...
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