48) Cacciatrice contro Cavaliere
Alitandosi sulle fredde mani per scaldarsi un poco di più, Natalie uscì dalle caverne ghiacciate, accovacciandosi dietro una stalagmite per osservare l'ampio spiazzo di fronte a sè. Con un lungo sospiro, sentì il proprio fiato tremare, non solo per il freddo ma anche per l'anticipazione del momento.
Aprendo le bisacce prese i due pezzi di carne drogata che aveva portato con sè, osservando le venature viola sin uno e la polvere gialla sull'altro.
Controllando la zona, corse verso il centro della radura dove si fermò, voltandosi di scatto mentre lasciava cadere il pezzo avvelenato e posizionando il secondo a metà strada tra il primo e il riparo. Giunta a pochi passi da questo, preparò una Trappola, stringendola in mano prima di chinarsi cautamente e scavare nello spesso strato di neve dove, con cura, piazzò l'oggetto.
Sentendo un'esplosione sotto i suoi piedi prese un lunghissimo respiro, capendo che la trappola fosse pronta prima di stringere il corno da richiamo che aveva portato con sè.
Osservando con timore i propri preparativi, ripensò al suo primo ed unico scontro con Alexander, come l'avesse invitata ad attaccarlo e come l'avesse presa alla sprovvista, spiazzandola fin da inizio battaglia; ripensò ad entrambi gli scontri col Chameleos, a come la bestia aspettasse prima di attaccare, lasciando che la preda s'indebolisse prima di lanciarsi all'attacco. Convinta di poter fare lo stesso e tendere due trappole consecutive alla propria nemesi con abbastanza preparazione, prese un lungo respiro, gonfiando i polmoni di quella fredda aria che aveva il sapore di casa, portandosi il corno alle labbra.
Un sordo boato ed un muro di neve, però, la bloccarono.
Lanciandosi a terra e sprofondando nel soffice strato, espirò nervosamente prima di alzare di poco lo sguardo, notando le bianche corazze, il bianco manto, le bianche scaglie, le nere picche, i celestiali occhi e l'unica zanna arancione della mastodontica figura.
Lasciatosi cadere dal cielo, il Barioth si scrollò la neve dalla crepata corazza, alzando il lungo collo carico di cicatrici e il compatto muso sfoggiante una singola zanna, osservando l'ambiente e notando, immediatamente, le due esche comparse dal nulla. Avvicinandosi alla prima, si fermò guardandosi un'ulteriore volta attorno, annusandola, addentandola, spezzando l'osso che correva al centro e ingurgitandola dopo due brevissimi morsi. Sotto lo sguardo tremante di Natalie, proseguì seguendo le tracce che portavano al secondo pezzo di carne, posizionato con tanta convenienza da fargli inclinare il muso con confusione mentre lo osservava. Girandoci attorno con interesse fino a dar le a spalle alla giovane, lasciò che l'ampia coda corresse a terra, passando sopra la cacciatrice che venne coperta dalla neve spostata.
Trattenendo il fiato, tanto pronta alla battaglia quanto terrorizzata dall'idea di esser scoperta, la ragazza strinse l'arma sentendo l'elsa scaldarsi nella sua mano e i muscoli tremarle dell'ansia prima che, rompendo l'attimo, il Barioth non affondasse i denti nel secondo pezzo.
Vedendolo ingurgitare, Natalie scattò in piedi sfoderando il fioretto che gli puntò contro il fianco, affondandolo mentre gialle scosse sovraccaricavano il sistema nervoso dell'animale, bloccandolo sul posto. Vedendo la carne cauterizzarsi, estrasse di fretta scattando verso il muso, correndo lungo il collo e tagliando le bianchissime scaglie che si carbonizzavano al contatto con la lama. Affiancandosi alle fauci da cui fuoriusciva un denso fumo, ruotò sul posto tirandogli un colpo di scudo seguito da uno sgualembro che strisciò tra gli occhi della bestia, portandola esattamente di fronte a lui.
Le fauci, però, si aprirono di scatto, investendola con un getto congelante che la buttò a terra solidificandosi attorno al suo corpo, dando tempo alla viverna di saltare all'indietro, atterrando nella trappola che cedette sotto l'immenso peso.
Facendo forza e rotolando di lato, Natalie si diede un colpo di braccia, spezzando lo strato di ghiaccio e rialzandosi, scattando verso la bestia lanciando un affondo alla gigantesca spalla prima che l'arma slittasse sulle corazze e, con un colpo d'ali, l'animale non si liberasse.
Librandosi in volo mentre la cacciatrice indietreggiava, il Barioth discese lentamente, osservandola ed atterrando in tutta la sua maestosa eleganza.
Mostrando le bianche zanne e le violacee gengive avvelenate dal primo boccone, scosse il muso, avanzando cautamente di un passo e fermandosi in contemporanea alla ragazza che portò la spada di fronte al suo viso, quasi con far celebratorio.
"Cavaliere sotto-zero" lanciò un nervoso sorrisetto pronunciando il titolo del suo avversario "Oggi ti affronterò come cacciatrice...a noi..." propose mettendosi in guardia
Rispondendo all'invito con un cavernoso ruggito che fece staccare stalattiti dal soffitto congelato, la bestia si lanciò alla carica con un lungo salto, andando oltre la ragazza che si accovacciò, voltandosi in sua contemporanea. Vedendolo ruotare sul posto, scattò verso il muso, sotto il collo e poi tra le zampe, lanciando un montante che corse sulle scaglie mentre sentiva la coda smuovere neve e d'aria come un colpo di frusta alle sue spalle.
Colpo dopo colpo, la cacciatrice riempì il bianco ventre di piccoli fendenti, vedendo poi l'avversario allontanarsi con un colpo d'ali, l'osservò investirla di pesto con una fiancata, lanciandola per metri prima di ricadere nel manto nevoso. Sopra di sé vide scorrere una bianca sfera che colpì alle sue spalle, aprendosi in un vortice di ghiaccio che la convinse a rialzarsi, rinfoderare l'arma e scattare di lato, correndo intorno all'animale che, con un colpo d'ali, s'alzò nuovamente in volto.
Librandosi a pochi metri da terra con ampi colpi, il Barioth studiò il movimenti della ragazza, lanciandole un secondo soffio che le esplose di fianco, lanciandosi infine verso la preda, impuntando le picche sul ghiaccio, ruotando sul posto ed usando l'intero corpo come arma per colpirla.
Portandosi in salvo lanciandosi e rotolando a terra, Natalie si rialzò correndo verso la bestia, tracciante stretto in una mano e spada nell'altra, tirando il primo sul piccolo occhio seguito da un colpo di scudo. Approfittando della confusione dell'animale che s'inarcò, puntò la lama al basso fianco, affondandola e facendola correre fino alla zampa posteriore, dove, ruotando sul posto, la estrasse dall'ampio taglio cauterizzato.
Saltando di lato ignorando il dolore, la viverna riprese le distanze, scuotendo il muso che pulì nella neve prima di lanciarsi contro la cacciatrice e mancandola non appena si accovacciò ma, individuandola istanti dopo, ruotò su una delle picche facendo scorrere gli artigli sulla neve e colpendo l'esile figura che buttò a terra.
Avvicinandosi a lenti passi mentre questo si rialzava, il predatore le poggiò la zampa sulla pettorina, bloccandola a terra e cominciando a raccogliere aria tra le fauci.
Con armatura congelata e mani tremanti, Natalie sentì l'animale schiacciarla nel manto nevoso, facendola affondare fino allo strato di ghiaccio mentre provava a raggiungere il fioretto. Conoscendo ed avendo provato indirettamente l'alito congelante, strinse e sfoderò a fatica l'arma, terrorizzata della bianca coltre che si stava creando dietro la singola zanna arancione, e lo conficcò nella membrana dell'ala, cominciando a bruciare e costringendo la bestia ad allontanarsi.
Scuotendo il muso e lanciando per sbaglio il fiato di lato, che si aprì in una bianca esplosione, il Barioth concesse una rapida occhiata alla cacciatrice che si stava già rimettendo in piedi, si lanciò verso l'alto, aprendo le zampe e dispiegando le ali, lasciando la zona con pesanti battiti per poi planare altrove.
Osservando la Viverna allontanarsi, Natalie si concesse un lungo sospiro, rinfoderando lentamente il fioretto prima di chinarsi per occultare la sua figura, senza però ricordarsi che rosa su bianco fosse parecchio visibile. Raggiungendo le bisacce, arraffò nervosamente un pezzo di cioccolato, masticandolo lentamente per sentirne il bruciante calore a combattere il freddo attorno a sè, stappando infine una pozione curativa e portandola alle labbra dopo qualche istante.
Osservando il verde liquido tremare come le sue stesse mani, strinse l'altro pugno e i denti; realizzando che una manciata di parole d'incoraggiamento non le avessero fatto superare paure e preoccupazioni, si lasciò cadere di spalle, sedendosi a terra.
"Non va bene" sospirò "la trappola è andata sprecata, ho visto a mala pena i suoi movimenti e...e ho un brutto presentimento" ammise sottovoce "cosa l'ha ridotto così?" si domandò ripensando ai graffi e alle cicatrici che si stendevano per tutto il bianco corpo
Spinta solo dal proprio orgoglio come cacciatrice e dall'ambigua promessa con Alexander, però, si rialzò ripensando ai movimenti del suo avversario, rapidi e improvvisi ma calcolati e controllati, quasi ripetitivi se non, effettivamente, tanto tecnici e rodati da esser diventati istinto.
Levandosi dagli spallacci quel poco ghiaccio che le era rimasto addosso, si rialzò controllando la zona e, scegliendo una direzione casuale, riprese la ricerca del Barioth.
Passando tra crepacci e liberando canali, correndo su distese nevose in cui affondava fino alle ginocchia e scivolando rovinosamente su spiazzi ghiacciati che le fecero riaffiorare qualche altro umiliante ricordo, la giovane raggiunse la cima, un'ampio spiazzo dove nient'altro fosse più in alto di lei, nessun altro luogo più freddo, nessuna parete più ripida e nessuna caduta più fatale.
Ricadendo con un tonfo alle sue spalle, però, la bianca viverna le ricordò che qualcos'altro più in alto di lei effettivamente ci fosse; dall'alto della torre rocciosa, vetta della montagna, scuotendo il massiccio corpo si levò la neve di dosso, ruggendo verso il cielo prima di alzare il lungo collo con un fluido movimento, adocchiando due singoli Popo che, ancora, osavano pascolare per i suoi territori.
Deglutendo, Natalie preparò lo scudo ad assorbire un qualsiasi colpo, sfoderando l'arma ed aspettando infiniti secondi finché non capì che, questa volta, il bersaglio della bestia fosse un'altro. Ancor prima che potesse muovere un passo, vide il Barioth appiattirsi a terra, caricando le zampe come molle prima di lanciarsi verso i due animali, atterrando con una zampa che si conficcò sotto la neve e, con l'altra, tranciando una delle prede in una fulminea rotazione dell'intero corpo. Lasciando scappare il secondo erbivoro fiutò l'animale ancora in vita, addentandolo, sollevandolo e ,come un colpo di frusta, lanciandolo contro la parete dove carni si strapparono, ossa si ruppero e sangue sgorgò macchiando neve e roccia con delineate strisce di sangue e frattaglie.
Paralizzata dall'orrida scena, ripetizione di come avesse squartato il Blangonga tempo addietro, la cacciatrice si portò una mano al collo, cercando il ciondolo del mentore che l'aveva accompagnata nella sfida contro il Chameleos, stringendo infine un pugno quando non lo trovò.
"È affamato...è distratto...è la tua occasione..." farfugliò tra sé e sé
Ricordando il coltello da scalco, però, il suo sguardo si rasserenò. Scattando verso il predatore, passando la mano sull'arancione lama, simbolo di una passata vittoria, e stringendone l'elsa, si preparò al contrattacco. Sfoderando l'arma pestò la coda della viverna, usandola per lanciarsi sulla sua schiena ed aggrapparsi alle corazze; alzando la lama seghettata al cielo affondò il primo colpo che passò con semplicità tra le bianche scaglie, colpendo e colpendo ancora prima di vederlo scuotere nervosamente la testa e, con un ultimo affondo, stringendosi all'animale che cominciò a dimenarsi. Saltando sul posto e ruotando su se stesso provò a disarcionarla, lanciandosi contro le pareti e nella neve mentre scosse di dolore si estendevano dal dorso al resto del busto.
Al primo momento di calma, sfruttata per riprendere fiato, la ragazza estrasse il coltello, tranciando carni grazie ai piccoli aculei e puntando alle intersezioni tra corazze, sentendo la lama guidata in ogni affondo prima che, saltando sul posto, l'animale non si lanciò contro la parete rocciosa alle sue spalle, disarcionando la cacciatrice ma cappottandosi stordito.
Rotolando nella neve dopo aver sentito piaste di metallo piegarsi, scaglie di Rathian spezzarsi e rivetti cedere sotto la pura pressione, Natalie si rialzò sulle braccia, tossendo ma costringendosi a rialzarsi. Scattando contro l'animale, sfoderò la spada lanciando un fendente contro il muso dell'animale aprendo un profondo taglio che continuò lungo il bianco collo e voltandosi di scatto, lanciandone un secondo contro l'ala sinistra. Continuando ad infierire alternando i due bersagli tra tondi e fendenti, colpi dopo colpi, ferite, ustioni e cicatrici cominciarono a percorrere la bestia, bruciando le bianche scaglie e spaccando le nere picche finché, rimbombando in lontananza tra le parti ghiacciate, un profondo ruggito cavernoso non la interruppe.
Sgranando i celesti occhi in risposta, il Barioth affondò gli artigli nel ghiaccio lanciandosi contro le gambe della cacciatrice; addentandola la sollevò di peso, scuotendola mentre cercava attorno a loro attorno con frenetici sguardi e, infine, lanciandola per terra.
Rotolando sul ghiaccio, la cacciatrice sentì di non star più stringendo il fioretto ma facendo forza sulle braccia si rialzò cercando l'animale nella speranza di poter schivare il successivo colpo quando, sulla traiettoria della sua carica, vide soltanto l'ampio ventre passar sopra di lei, seguito dalla liscia coda biforcuta che la mancò per pochissimi centimetri.
Senza respiro, sentì il Barioth ricadere alle sue spalle, scivolando sul ghiaccio ma comunque lanciandosi contro la carcassa del Popo. Addentata, corse verso il precipizio di fianco a loro, lanciandosi ed aprendo le ali in quella che a Natalie sembrò una lunga planata verso il basso.
Confusa e con sguardo perso, la giovane si guardò attorno, rialzandosi e dirigendosi a piccoli passi verso la verde spada che, stretta in mano, cominciò a scaldarsi, sciogliendo la neve che la ricopriva mentre la rinfoderava.
"Ho un brutto presentimento...ancora..." ammise
Lasciandosi cadere a terra, prendendo un'altro morso di cioccolato, Natalie strinse i pugni, spaventata, confusa, infreddolita e inorridita ma, comunque, decisa a portare a termine la missione che le era stata affidata.
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