Indizio
Il giorno dopo mi svegliai tardi, alle 11.
Il temporale e la pioggia avevano dato sollievo ai miei dolori e mi avevano fatto dormire bene per la prima volta dopo 3 mesi di insonnia e sonno cattivo. Quando mi svegliai, la prima cosa che sentii furono i dolci canti dei pettirossi nel mio giardino e il loro sbattere di ali. Per pochi secondi mi sembrò di sentire la voce di mia madre che mi chiamava per la colazione. Ogni mattina mi succedeva lo stesso. Ancora non ero riuscita ad abituarmi.
Dopo quei secondi, mi rendevo conto che quella voce non sarebbe mai più stata pronunciata, né in quella casa né altrove, né in questo mondo né in un altro universo parallelo...
Subito mi sentii estremamente triste, finché non mi ricordai del sogno e un barlume di speranza mi riempì il petto, infondendomi alito di vita. Forse la mamma aveva avuto ragione! Quelle frasi "tutto non è quello che sembra" e "la nostra famiglia tornerà ad essere la stessa" dovevano aver voluto assolutamente dire che lei era viva!!!
Ma come esserne convinti? Mi rendevo conto che era solo un sogno e in quanto tale poteva aver voluto esprimere il mio profondo desiderio di riaverla con me.
Non mi diedi per vinta.
Già la presunta morte di mia madre non era stata chiara, ma anzi assurda.
Il fatto che non ci fosse un'arma del delitto, sangue e ferite era inconcepibile e la faccia nera abbrustolita era ancora più inquietante e strana. Per non parlare della posizione strana con cui era a terra. Inoltre quando avevo esaminato il suo corpo, avevo dato per scontato che il suo cuore avesse smesso di battere e non avevo fatto in tempo a verificarlo per l'immensa paura del momento.
E siccome in questi giorni non era permesso chiamare alcun medico (per sicurezza dicono ma non ho ancora capito il vero motivo), nessuno aveva potuto stabilire se fosse realmente morta.
Ma la cosa più strana e che aveva addolorato e colpito tutti noi era il fatto che, la seconda volta che uscii per portare in casa il corpo, esso era sparito, come volatilizzato.
Qualcuno l'avevo preso, ma chi?
Se fossi riuscita a risalire a quella persona, avrei trovato l'aggressore e quindi la mamma.
Insomma, per una serie di motivi, nulla era chiaro. Forse ecco perché ero l'unica della famiglia che non era disperata: in cuor mio sapevo che "nulla era come sembrava".
Ed intendevo scoprirlo.
Così , dopo aver saltato la colazione ed essere andata a controllare mio padre che ancora dormiva, uscii di casa. Feci tre o più giri interi attorno ad essa, attraversando il giardino. Volevo individuare qualcosa di cui a prima vista solitamente non ci si accorge, un indizio che mi avrebbe aiutata a ritrovare mia madre.
Ma niente sembrava essere cambiato. Tutto era rimasto immutato, pure un filo d'erba.
Riesaminai per l'ennesima volta "la scena del crimine", mentre la noia e la tristezza ricominciavano ad avere influenza su di me, quando la mia attenzione fu catturata di scatto, come un felino che sobbalza alla vista del ratto.
Era una piccola cosa nascosta nel prato, collocata proprio sotto il marciapiede del mio giardino. Ecco perché non l'avevo subito vista.
Era una sostanza di color nero. Con molta titubanza avvicinai la mano ed afferrai la cosa. Poi la misi sul pavimento per guardarla meglio: era una sostanza mai vista prima, molliccia al contatto, come uno slime, e tutta nera... Sapevo di aver ottenuto l'indizio e ne ero entusiasta, ma quella cosa mi spaventava ed infatti ci misi 10 minuti buoni prima di portarla in casa. Non sapendo di cosa si trattasse, feci due ricerche su internet: scrissi "sostanza nera, molla e appiccicosa" e il primo risultato fu "feci". Subito rabbrividii al pensiero di aver toccato quelle schifezze, magari quelle del mio cane, ma, guardando meglio la sostanza, no, per fortuna non erano assolutamente delle feci, a meno che non appartenessero alle ombre! Esclusi la possibilità e mi tranquillizzai. Altri risultati? Niente... le solite cose.
Ma era possibile che internet non ne sapesse nulla di questo schifo di letame, che già immaginavo avesse macchiato la mia bianchissima scrivania di un colore puzzolente che non sarebbe venuto via nemmeno con Chanteclair...
E chi pulisce più di Chanteclair, il gallo del pulito? Non fatemi iniziare, altrimenti inizio a cantare e non ne uscite vivi.
La mia rabbia era ai livelli più alti e al contempo non sapevo cosa fare.
In tv si diceva chiaramente a grandi caratteri che non potevo far venire a casa alcun medico o scienziato per fini personali, ma piuttosto dovevo andare da loro, perché erano molto impegnati in ste ricerche...
Dovrebbero essere invece fra i primi ad aiutare la gente in questo periodo buio, ma quali fini personali ?!?!?!
Neanche gli esperti ragionano più ormai ed è comprensibile, perché dall'avvento delle ombre nessuno al mondo è riuscito a mantenere la sua sanità mentale.
Un'idea geniale prese il sopravvento: avrei fatto io ricerche sulla sostanza, io e solo io, senza l'aiuto di nessuno, dato che nessuno mi avrebbe aiutata. Dovevo cavarmela da sola.
Eccitata ed agitata, mi buttai sulla sedia della scrivania del salotto, su cui era posizionato il pc di mio padre. Con quello avrei potuto prenotare su amazon tutto quanto fosse necessario. Ero così contenta e soddisfatta, pronta ad impegnarmi e a dare il meglio di me, ad imparare la chimica, materia che non ho mai amato, pur di ritornare ad abbracciare mia madre. Ma bastò pochissimo, come un goccio d'acqua, a spegnere la favilla del mio entusiasmo. Dopo aver digitato amazon, sulla schermata principale comparve un messaggio che diceva: ci dispiace, servizi temporaneamente non disponibili fino a nuovi aggiornamenti per emergenza mondiale. Se avete bisogno urgentemente di qualcosa, siete pregati di recarvi direttamente in uno dei nostri uffici. Le nostre sedi:
Italia, Roma; Spagna, Madrid; ecc"
Me lo sarei dovuta aspettare: nessun servizio che comportasse il contatto con i clienti era al momento disponibile. O meglio nessuno era disposto ad andare nelle prossimità delle case, luoghi ritenuti pericolosi in quanto maggiormente attaccati dalle ombre. Invece uffici e luoghi di lavoro erano stati resi sicuri, attraverso una rete di sicurezza che individuava spostamenti di aria, e faceva scattare un allarme, rete molto costosa per una famiglia di reddito basso o medio.
Inoltre lì gli attacchi erano stranamente meno frequenti e ovviamente questo fa sentire al sicuro le persone, che si vanno a chiudere negli uffici, nelle banche, nelle poste.
Comunque, dovevo raggiungere l'ufficio di amazon, che si trovava nientemeno che a Roma naturalmente... Quanto vorrei che la capitale fosse Milano, almeno sarebbe più vicina. Avrei dovuto prendere l'aereo e prima di tutto ottenere il permesso di mio padre, che non ci sarebbe stato, conoscendolo.
Ma perché fare tutto questo viaggio per comprare strumenti vari da amazon, senza la sicurezza di riuscire ad usarli bene, e non andare direttamente in un laboratorio di chimici, dove avrei potuto far analizzare la sostanza molliccia?
La seconda sembrava l'opzione più corretta.
Mi documentai e scoprii che se si volevano dei servizi, per qualunque cosa, si poteva direttamente andare all'ospedale del capoluogo di regione.
Finalmente sarei andata a Torino!
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