Il muro di vetro
In una landa desolata vagava un ragazzo senza meta.
Era partito qualche anno prima con l'obbiettivo di essere il primo a superare il confine del deserto.
Camminò per chilometri e chilometri fino a raggiungere un muro di vetro molto alto. Inizialmente pensò di raggirarlo per raggiungere l'altra parte e proseguire così iniziò a camminare lungo esso. Dopo varie ore notò dei segni sopra il vetro: erano piccole persone stilizzate e linee tutti dipinti di svariati colori.
Emozionato iniziò a correre seguendo i piccoli disegni che man mano aumentavano sempre di più; finalmente dopo anni passati da solo poteva incontrare qualcuno e così la vide.
Era una ragazza come lui che teneva in mano un pennello: stava disegnando un fiore.
Subito si mise davanti a lei e i due si guardarono colpiti, lei lo salutò sorridente mentre lui era ancora incredulo.
Il ragazzo si fermò a guardare il muro che pareva senza fine e spostó di nuovo lo sguardo sui disegni della ragazza: "Ehi c'è un modo per superare questo muro?" Le domandò poggiando una mano su di esso.
Lei scosse la testa dispiaciuta facendo segno di non sentire e si allontanò.
Il ragazzo iniziò a battere i pugni, dare calci, spallate contro il vetro cercando di buttarlo giù ma niente funzionava.
Intanto la ragazza tirò il pennello dall'altra parte del muro assieme a una scatola di colori e sparì.
Il ragazzo li prese e iniziò a disegnare sul vetro sperando di rivedere la ragazza.
Il giorno dopo lei tornò con un altro pennello e altri colori e bussò al vetro per svegliare il ragazzo che, nel frattempo, si era addormentato. Lui sentì il rumore e non appena la vide scrisse subito sul vetro "grazie per essere tornata".
I due passarono le giornate a scrivere su quel vetro, lo avevano riempito di parole e disegni fin dove riuscivano arrivare. Con il tempo il ragazzo iniziò a provare qualcosa per lei anche se non aveva mai sentito la sua voce. Non riuscendo a resistere decise di buttare giù quel muro per raggiungerla a tutti i costi, così iniziò a colpirlo senza mai fermarsi: lanciò sassi, tirò gomitate, si gettò di peso svariate volte ignorando il colore ma quello pareva indistruttibile.
Non riuscendolo a vedere in quelle condizioni, la ragazza sparì nuovamente dalla sua vista per pochi giorni.
A quel punto, ormai disperato, cominciò ad urlare fino a non avere più la voce e a piangere pregando dio di riaverla indietro. Pareva che il mondo gli fosse caduto addosso, eppure superato il trauma iniziale continuò a disegnare per distrarsi e passare il tempo con la speranza di rivederla.
Iniziò a rileggere tutte le loro conversazioni precedenti ormai segnate per sempre su quel maledetto vetro: dopo un po'di metri rivide il fiore ancora incompleto che stava disegnando la prima volta e scoppiò nuovamente in lacrime ricordando il suo sorriso quando la vide dopo quel lungo periodo di solitudine.
Guardò all'orizzonte e notò una figura che avanzava lentamente trascinando qualcosa.
Non poteva sbagliarsi.
Tornò dov'era precedentemente e si asciugò le lacrime.
La ragazza gli fece cenno di allontanarsi e impugnò debolmente il grosso martello che aveva portato con sé.
Inizió a batterlo violentemente contro il muro formando delle crepe: continuò così fino a frantumarlo creando un passaggio che poteva unire i due. Con il fiatone lasciò cadere l'attrezzo e allargò le braccia lasciando che il ragazzo superasse il vetro e la strinse a sé.
Entrambi rimasero lì, con le lacrime di gioia che li bagnavano gli occhi, per abbandonarsi al piacere di un bacio atteso da tanto tempo.
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