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L'aria era sempre tesa nel Makai. Elettricità mista ad odore di morte aleggiava per quelle lande desolate e sconfinate. Nulla scalfiva tutto ciò, mai, questo era il suo fascino il suo potere sui demoni. Qui si poteva vivere, uccidere, morire indisturbati senza mai dover incontrare lo stesso demone due volte, senza dover dare spiegazioni o patire punizione alcuna. Ah! Il fascino senza tempo di un luogo solitario ed infinito. Come si potesse preferire altro a quel luogo, Hiei doveva ancora scoprirlo. Come Kurama lo avesse abbandonato preferendo il mondo degli umani restava ancora un mistero; gli aveva chiesto di restare certo, ma non si può imbrigliare il demone del fuoco in un posto misero ed affollato come quello. Così ignorando completamente il suo cuore, aveva avvolto a se il suo mantello nero ed era ritornato a casa; preferendo la solitudine all'incertezza, sperando di poter dimenticare quella orrenda sensazione che comprimeva tutto il suo essere. Poteva ancora sentire quelle mani lunghe ed affusolate esplorare il suo corpo, quei baci discreti che come una droga, riuscivano ad allontanarlo da tutti. Kurama lo aveva totalmente stregato, lui il demone del fuoco, soggiornato da uno Yoko. Non che fosse poi successo molto tra loro due, sarebbe potuto accadere, oh si più di una volta, ma semplicemente Kurama non voleva forzare Hiei e lui non se la sentiva di prendere l'iniziativa. Così crogiolati in quello che sarebbe potuto essere andavano avanti. La mente, però, non risponde al nostro volere ed inesorabile ti mostra ciò che di terribile è sepolto in essa. Il Terrore, il dolore, la consapevolezza che nulla è infinito. Un dolore sordo che ti colpisce al cuore, che ti lacera il petto nel ricordare Kurama riverso a terra morente ricoperto da una splendida pianta demoniaca, che proprio non vuole Abbandonarti. Quegli attimi sono marchiati a fuoco nella sua mente, indelebili frammenti di un passato fin troppo vivo. Aveva curato Kurama per giorni, senza lasciarlo mai, ed al suo risveglio distrutto come nemmeno una battaglia sarebbe stata in grado di fare, gli aveva comunicato la sua decisione; avrebbe rinunciato a tutti per lui, anche al Makai, ma non era pronto a perderlo ancor prima di averlo.
Perché le persone preferiscano di gran lunga scappare piuttosto che vivere i propri sentimenti è qualcosa di sconosciuto ai più, ma Kurama sa bene che quella decisione è anche colpa sua; non avrebbe potuto evitare nulla di quello che accadde, sia chiaro, il destino non può essere cambiato, ma evitare che tutto scivolasse via sarebbe stato un buon modo per tenere Hiei a se. "zuccone di un demone" sospirò Kurama, non riusciva a non pensarci si era ritagliato addirittura del tempo; ogni giorno si fermava in un parco solitario, vicino casa, e li seduto su quell'altalena fatiscente, rifletteva. Dopo anni non riusciva ancora a capire tutte le scelte del demone del fuoco. La paura, il terrore erano le cause principali, ma l'amore non vince su tutto? Ma poi d'amore si sta parlando?
" sei un demone potente dovresti avvertire la mia presenza..."
" chi ti dice che non l'abbia fatto" replicò Kurama "cosa vuoi? Perché sei qui Hiei"
Se il suo sguardo sarebbe stato in grado di parlare avrebbe sicuramente gridato terrore. "sono qui per conto di Mokuro". Che bugia pessima, ma non poteva certo dirgli che il Makai era diventato una trappola dove i suoi pensieri per essere liberi si rifugiavano nel suo ricordo, troppo sdolcinato e romantico per un demone con la sua reputazione. Hiei guardò attentamente lo Yoko in cerca di un cedimento, di una parola, di una qualsiasi prova, ma se lui era considerato spietato l'altro era impassibile come sempre. Il problema dei sentimenti sta nel doverci convivere e raramente si limitano ad una persona sola anche quando il l'affetto è unidirezionale, ma non è questo il caso, perciò se Hiei si aspettava un lieto fine, un atteggiamento cedevole da parte di Kurama si sbagliava di grosso.
"sono stanco, vado a casa." Si era rassegnato Kurama, quanto tempo passato ad aspettare il suo ritorno, porsi milioni di domande, chiedendosi se mai avessero avuto risposta alcuna...per poi arrivare a questo, ad una stupida bugia per non ammettere nulla, per non ammettere il suo interesse o il suo disinteresse. Doveva andare a casa, mettere più distanza possibile tra lui e quel demone fastidiosamente sexy, non poteva e non voleva prendere in mano la situazione...risolvere sempre e solo lui le cose, poteva essere anche il demone volpe, freddo e calcolatore che tutti temevano e apprezzavano, ma c'è un limite a tutto.
Una piacevole brezza penetrava dalla finestra aperta, gli alberi già radi permettevano al vento di giocare facilmente tra i loro rami, nessun cinguettio a cullare le giornate, sempre meno bambini a ricorrere i loro palloni, l'inverno stava arrivando. Non si ferma la natura qualsiasi forma voglia prendere. Tanti erano i pensieri di Kurama, troppi per una serata così piacevole, gli sarebbe piaciuto dondolare ancora un po'su quell'altalena, liberare la sua mente, riflettere con calma....ma tutto era cambiato, lui era tornato e il suo cervello non era più in grado di ragionare, completamente annebbiato, perso irrimediabilmente in due occhi neri.
"questa stanza non è cambiata affatto " Hiei, avvolto nel suo mantello nero e coperto come poteva da una sciarpa bianca troppo lunga per la sua bassa statura, aveva fatto il suo ingresso nella stanza. Infondo per un demone non era stato difficile raggiungere la finestra all'ultimo piano di casa Minamino ed entrare, sapeva bene che Kurama non la chiudeva mai.
"mi stupisce che tu la ricordi ancora" disse calmo Kurama, non poteva perdere il suo sangue freddo, questa era la battaglia più importante di tutte "perché sei qui Hiei". Ancora quella domanda, sapeva essere insopportabile quando voleva, sempre a chiedere a parlare, cosa aveva il silenzio di così orrendo.
"ti ripeti Kurama "fu tutto quello che riuscì a dire, infondo non era mai stato bravo con le parole, amava il silenzio, la pace, cavolo doveva proprio invaghirsi di un demone volpe . Il destino gioca sempre con gli amanti, li lega con il suo filo rosso e poi si diverte a vederli annaspare a sorreggersi l'un l'altro per cercare di sopravvivere, per cercare di vincerlo...ma lui è il re degli inganni sempre un passo avanti e sempre poco incline a perdere.
"ci conosciamo da tanto perché continuare a mentire...non ti riesce bene". Colpito ed affondato, non si può vincere contro Kurama, dannata volpe, vede e sente tutto. Insopportabile. Razionale e spietato come pochi, sotto quell'aria calma e gentile si nascondeva il peggiore dei demoni...-meglio averlo come alleato, piuttosto che come nemico- aveva detto Hiei a Yusuke il giorno del loro primo incontro.
"il Makai è diventato incredibilmente noioso, nessuno degno di nota da sfidare". Ecco questo era il massimo che potesse fare, non che fosse una bugia, ma nemmeno si poteva pretendere che dicesse tutta la verità. Kurama si alzò dal letto, era rimasto li tutto il tempo incurante degli sguardi del demone, troppo preso dalle sue parole per muoversi, ma ora non riusciva proprio a star fermo. Sapeva bene dove l'amico voleva parare, dove tutti volevano arrivare in sua presenza...lui doveva risolvere la situazione, o almeno trovare una soluzione, ma non ora, non questa volta. Era stanco, incredibilmente stanco, era troppo sperare in un comportamento aperto e privo d'orgoglio da parte di Hiei?
"ed io sono stato il tuo primo pensiero arrivato qui, mi lusinghi cosi" disse Kurama come ridestatosi da un lungo sonno. La finestra non era molto lontana , aveva bisogno di aria, respirare qualcosa che non fosse il profumo di Hiei e perdersi per un attimo nella notte. Con quei pensieri ancora nella mente, non si accorse che a spostarsi erano stati in due e così come inaspettato può essere un temporale estivo cosi l'abbraccio di Hiei stupì Kurama. Prendere l'iniziativa così non era da lui, che si fosse dimostrato finalmente vigile e attento nei suoi confronti? Che avesse alleggerito il suo orgoglio? Perché sempre a porsi domande, sempre a ragionare su tutto , non potrebbe semplicemente vivere il momento è bearsi di quell' abbraccio; ma non era da lui, mille erano le speranze perse, mille le questioni irrisolte...
"mi sembri perso Kurama. ..stai bene?" A quelle parole, lo Yoko, si liberò l'abbraccio e girandosi di scatto, sputò fuori tutto ciò che aveva nel cuore.
" perso...certo che sono perso...vai via dall'oggi al domani e poi come se niente fossi ritorni...comportandoti come il migliore dei fidanzati o meglio ancora , come il peggiore degli amanti...qual è il tuo problema Hiei!".
Visibilmente scottato dalle parole dello Yoko non poté far altro che abbassare il capo ed abbandonarsi alla rassegnazione , allo sconforto di aver fatto per l' ennesima volta la cosa sbagliata
"ho colpa di tutto lo so, ...ma Kurama, non potevo rimanere qui.... E nello stesso tempo non posso tornare li senza di te"...finalmente era riuscito a buttare fuori tutto, ad alleggerire quel nodo che gli impediva di respirare, quel nodo che gli stringeva il cuore peggio di un pezzo di legno in una morsa. Si era esposto , aveva aperto la sua mente ed il suo cuore, si stava affidando a Kurama in tutto e per tutto, gli stava regalando se stesso.
"non ti sei preoccuparto di me, mi hai lasciato qui nella mia desolazione, nella mia rassegnazione...credevo di aver perso tutto, di aver perso te...ma mi sbagliavo! Non ti ho perso allora, ma adesso"
Lo stupore fu visibile sul volto di Hiei mai si sarebbe aspettato un rifiuto.." non fraintendere, ti ho aspettato, l'ho fatto per così tanto che non ricordo più quando sei andato via, ma ora averti qui non mi fa desiderare altro che vederti andare via".
"non credo ad una sola parola, non credo che il tuo cervello abbia partorito un abominio di tali proporzioni..." constatò Hiei " oh, non guardarmi così, se piangi non sei credibile"
Come un automa porto le mani al viso ad asciugare le piccole lacrime che in barba al suo volere stavano bagnando il suo volto, eliminando tutti i residui della sua debolezza e portando via con se l'ultimo barlume di autocontrollo.
"non posso venire con te e tu non puoi rimanere qui. Non vi è scelta".
"lascia questo posto Kurama, torna nel tuo mondo. Non vi è nulla qui per te..."
"e cosa troverei li...lasciare tutto per cosa. Per ritrovare un nome ed un mondo che non mi appartengono piu?". Avevano evitato anni fa questa discussione, ma ogni problema non risolto torna fuori quando meno te lo aspetti , più grande di prima e pieno di rancore. Rancore che non può che logorarti l'anima, bruciare come fuoco in un animo pacifico ed diventare rogo in animo corrotto.
"avresti me" incalza Hiei
"non mi basta Hiei" e così parlando volto le spalle al suo amato e con passo lento lascio la stanza, chiudendo dietro di sé il suo passato ed il suo futuro. Nessuno avrebbe mai immaginato che Kurama gettasse la spugna, che abbandonasse i suoi sogni, che voltasse le spalle all'unica persona che fosse mai riuscita a capirlo. Ma è quello che accadde. Bisogna prenderne atto. L'amore è compromesso, è viversi....È il salvagente in un mare in tempesta, ma l'animo è traditore, vigliacco ed indeciso
Hiei lentamente si avvicinò al baratro e ci guardò dentro non vedendo altro che dolore e rassegnazione, ma era un demone dannazione e per antonomasia non si danno mai per vinti " ti aspetterò Kurama"..e regalando un bacio in direzione della porta spicco un salto dalla finestra andando incontro alla notte.
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