๑ Beast
"Fa male, vederlo così..." mormora Hanji, in piedi accanto a me. Non le rispondo, ma allungo un braccio per frapporlo tra lei e le sbarre della cella, quando la vedo tentare di avvicinarsi. Quegli occhi iniettati di sangue saettano da me a lei, vuoti e selvatici. Digrignando i denti, si lancia contro di noi, ma le manette di metallo legate ai polsi ed alle caviglie lo bloccano, facendolo cadere violentemente a terra.
Non smette di ringhiare. Odio questo suono.
"Forse dovrei provare a sedarlo di nuovo?"
"Non ha avuto il minimo effetto."
"Il suo metabolismo consuma il sedativo più in fretta di quanto farebbe normalmente, ma era una dose umana..."
"Sta suggerendo di aumentare la dose?"
"Non mi vengono idee migliori."
"E' rischioso, potrebbe ucciderlo."
"Ma ho bisogno di potermi avvicinare per prelevargli sangue ed è impossibile finché è vigile."
"Inoltrerò subito la richiesta al Comandante."
"Grazie Moblit..."
Sento la quattrocchi ed il suo assistente discutere alle mie spalle, ma non capisco neanche una parola. La mia attenzione è tutta rivolta a quel paio di occhi verdi che ero abituato a veder brillare di ammirazione e voglia di vivere. Ora mi guarda ed io so che non esiterebbe un istante a squarciarmi la gola con i denti, se gliene dessi la possibilità.
Hanji mi sfiora la spalla con la mano, prima di andarsene con quell'altro lasciandomi finalmente un po' di silenzio. Sempre che il ringhio infernale che esce dalla gola di Eren si possa definire tale.
Tornano un'ora più tardi, con un permesso firmato da Erwin ed un'enorme siringa in pugno.
Prendo la chiave ed apro la porta della cella. Calcolo i passi cautamente, fermandomi a pochi centimetri dal punto massimo che il mio moccioso può raggiungere, incatenato com'è. Mi piego sulle ginocchia e lo guardo negli occhi: lui mi osserva cauto, sembra un animale. Lo è, in questo momento. Le sue pupille sono sottili, la pelle attorno agli occhi è rossa, segnata da quegli strani graffi che compaiono dopo ogni trasformazione e che, questa volta, non sono scomparsi, né accennano a farlo. Mi mostra i denti per sfida ed io non distolgo lo sguardo.
"Vieni, se vuoi" dico a bassa voce.
Eren si avvicina di qualche passo, lento e cauto, ma io non abbasso la guardia. Tutti i miei sensi sono all'erta, mi urlano pericolo. Quando Eren scatta in avanti, sollevo un braccio e lui vi affonda i denti. Non sento dolore, sotto la giacca ho indossato una protezione di cuoio ed è su quella che Eren si accanisce, mordendo fino a strappare la stoffa. Quando sente il sapore del cuoio in bocca, cerca di allontanarsi, ma non posso permetterglielo. Infilo l'altra mano tra i capelli della sua nuca, un gesto che ho compiuto centinaia di volte, ma in un contesto completamente differente. Cerco di non pensarci, mentre forzo il suo viso contro il mio braccio, bloccandogli ogni movimento.
"Muovi il culo, quattrocchi!" ordino e lei accorre al mio fianco.
Sento Eren tendersi e guaire, quando quell'ago penetra nella sua carne ed il liquido gli brucia nelle vene. Si agita ed io rafforzo la presa: nei suoi occhi leggo tanta furia, ma anche paura e distolgo lo sguardo, incapace di sopportare quel tipo di emozioni da parte sua.
Non se sono io a causarle.
Hanji e Moblit mi aiutano a tenerlo fermo, mentre il sedativo fa effetto. Le palpebre si chiudono lentamente su quei ferali occhi verdi ed Eren si accascia contro di me, mentre piccoli guaiti gli escono dalle labbra. Gli accarezzo i capelli finché non si addormenta completamente.
"Sarò qui al tuo risveglio, Eren."
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