Ti va di ballare?







Ginevra Weasley, ferma di fronte allo specchio, prendeva profondi respiri e cercava di calmare i nervi tesi, mentre si lisciava il vestito e si chiedeva se avesse o meno esagerato con il trucco.

Luna Lovegood, con un bicchiere di idromele in una mano e la macchina fotografica nell'altra, immortalava il nervosismo sul viso dell'amica con un misto di invidia e piacere.

Hermione Granger, testimone di nozze, stava parlando del catering con Molly Weasley, che si era offerta di cucinare per il giorno speciale della figlia.

Nel cortile della Tana, dove erano stati allestiti un capannone e un arco di fiori bianchi, che fungeva d'altare, molte teste rosse si muovevano impazienti, tra le quali spiccavano quella nera del futuro sposo, quella bionda di Draco Lucius Malfoy e quella blu di Teddy Tonks.

Una volta definiti gli ultimi dettagli con Molly, Hermione osservò il giardino e prese un profondo respiro di sollievo, nel constatare che il suo ragazzo si trovava ancora dove l'aveva lasciato, seduto tra Andromeda e Teddy, nella fila di sedie davanti a Blaise Zabini e Pansy Parkinson.

«Possiamo andare?», chiese un'impaziente Ginevra, osservando a sua volta gli invitati dalla finestra di quella che era stata, per molti anni, camera sua.

«Sei pronta?», chiese Hermione, prima di lanciare un'occhiata ad Angelina e alle altre tre Holyhead Harpies, compagne di squadra di Ginevra, ossia le quattro damigelle, che chiacchieravano allegramente in un angolo della stanza.

«Sì, sono pronta da ore», borbottò Ginny, afferrando dal letto il bouquet, che si strinse al petto.

Hermione annuì decisa e baciò la migliore amica sulla guancia: «Vado a controllare che sia tutto in ordine. Dammi cinque minuti e poi fai venire le damigelle».

Ginevra le sorrise: «Ci vediamo tra un po' all'altare».

Hermione rise e uscì dalla stanza, scendendo le scale della Tana con passo leggermente malfermo, a causa dei tacchi scomodi che Zabini l'aveva costretta ad abbinare all'abito verde muschio, che aveva creato apposta per lei.

Una volta in cucina, Hermione avvisò dell'imminente inizio la signora Weasley e Otto, l'elfo domestico di Zabini — che era stato generosamente offerto come aiuto in cucina in quel giorno speciale dal padrone, il quale da qualche mese stava prendendo in considerazione l'idea di ampliare gli affari e diventare un wedding planner.

Dopodiché Hermione uscì in cortile e molti occhi si puntarono su di lei, impazienti.

Sorrise a tutti e avvisò Fleur di iniziare a suonare l'arpa, che avrebbe accompagnato l'intera cerimonia, poi raggiunse l'altare e si mise nel posto dedicato ai testimoni, accanto a Ronald.

Lo sguardo di Hermione si posò per qualche secondo sul viso di Draco, che le fece l'occhiolino.

«A quando il vostro matrimonio, Herm?», chiese Ron, che aveva notato quel gioco di sguardi e stava trattenendo un involontario conato di vomito.

«Non essere ridicolo, Ronald, stiamo insieme da solo pochi mesi e non abbiamo intenzione di affrettare le cose; il matrimonio è l'ultimo dei nostri pensieri», rispose la ragazza, osservando che tutti fossero al proprio posto.

«Mi inviterai?»

Hermione distolse lo sguardo dalla prima damigella, che stava percorrendo il sentiero di fiori fino all'altare, e osservò il volto pieno di lentiggini del suo ex ragazzo: «Dove?»

«Al tuo matrimonio», specificò il rosso, gli occhi chiari molto seri.

«Che domanda ridicola, ovvio che sì, Ron. Riceverai un invito e potrai scegliere se venire o meno», disse Hermione, prima di tornare a dedicare la propria attenzione al matrimonio.

«Perché mai dovrei scegliere di non venire?»

Hermione sbuffò, spazientita: «Forse per lo stesso motivo per cui pensavi che non ti avrei invitato».

«Sono felice che siamo ancora amici, Hermione. Sai che Malfoy continua a non convincermi, ma se ti rende felice, io sono felice».

La ragazza sorrise al rosso e annuì: «Grazie, Ron, anche io sono felice che siamo ancora amici e ora taci, non voglio perdermi l'arrivo di tua sorella».

Ginevra uscì dalla Tana pochi attimi dopo, il volto coperto dal velo, il bouquet stretto al petto e l'abito confezionato da Blasie Zabini che la fasciava come una seconda pelle.

Lo stilista era seduto una fila dietro a Draco e stringeva nella mano destra un fazzoletto bianco su cui erano ricamate le sue iniziali, mentre osservava la sua creazione più bella, che sfilava verso l'altare. Pansy Parkinson, seduta accanto a lui, sfoggiava un leggero arrotondamento sull'addome, che sul suo fisico asciutto, spiccava abbastanza da attirare occhiate e pettegolezzi.

«È solo un vestito, Blaise», disse lei, lasciandogli qualche pacca consolatoria sulla spalla, quando lui appoggiò il volto alla sua spalla, bagnandole l'elegante jumpsuit che indossava di lacrime: «Solo un vestito».

«Pan, non puoi capire», disse lui, soffiandosi rumorosamente il naso, mentre ammirava il lungo velo, la forma a sirena dell'abito e la profonda scollatura sulla schiena, che metteva in risalto le lentiggini che tempestavano la pelle candida della ragazza: «È come se stessi dicendo addio al mio bambino».

Pansy si risentì nell'udire quella parole e pensò necessario ricordargli, con un borbottio rabbioso, che l'affetto per un abito e un bambino non erano neanche lontanamente paragonabili.

Blaise le posò la mano, che non stringeva il fazzoletto, sulla leggera rotondità del ventre e le baciò la guancia; bastarono quei semplici gesti perché Pansy si calmasse, mentre Blaise continuava a piangere silenziosamente.

Fu una cerimonia semplice, accompagnata dall'arpa suonato da Fleur e dall'aroma delicato che emanavano le piccole composizioni floreali che decoravano le sedie e i tavoli del buffet, ancora privi di pietanze.

Molly e Arthur scoppiarono a piangere poco dopo Blaise, seguiti poi dal resto della famiglia; chi più, chi meno, non poté fare a meno di commuoversi di fronte alle promesse d'amore che Harry Potter e Ginevra Weasley si scambiarono quel giorno.

Luna Lovegood si premurò di immortalare ogni espressione e ogni momento, decisa a mostrare che anche la fotografia poteva essere una forma d'arte.

Al primo bacio da marito e moglie, iniziarono i fischi e gli applausi, seguiti poi da una lunga sequela di fotografie di gruppo e di abbracci inondati di lacrime.

Nel mezzo di quel trambusto, Hermione riuscì a fuggire dopo alcune foto di rito e raggiunse Draco, che si stava proponendo di aiutare Otto a trasportare con la magia tutte le pietanze ai tavoli del buffet.

Hermione li aiutò nell'impresa, utilizzando a sua volta numerosi Wingardium Leviosa, poi si ritagliò un momento di solitudine con il suo ragazzo.

«Stai bene?», gli chiese, leggermente preoccupata della possibile risposta.

«Sì, sto bene», rispose, sorridendole calorosamente: «Vorrei ricordarti, che non sono io quello che fino a qualche giorno fa aveva paura di passare una giornata intera circondato da Weasley», aggiunse Draco, lanciando un'occhiata allusiva a Blaise Zabini, che indossava i guanti proprio per non rischiare di toccare per sbaglio la pelle "di un qualche Weasley".

Hermione sorrise e sospirò, poi diede un veloce bacio a stampo a Draco e senza pensare a quello che stava dicendo, sussurrò: «Ti amo».

Malfoy sbarrò leggermente gli occhi a quella dichiarazione, ma non ebbe tempo di rispondere, dato che Molly arrivò proprio in quel momento e, afferrata Hermione per il braccio, la portò vicino all'altare, per scattare altre foto con gli sposi e il resto della famiglia.

Draco imprecò contro Merlino e Morgana, mentre osservava mamma Weasley portare via Hermione e rovinare irreparabilmente il magico momento, che aveva aspettato per lungo tempo di condividere con la propria ragazza.

Hermione, ancora sconvolta per la dichiarazione che le era sfuggita dalle labbra, si sentiva molto insicura e preoccupata. Molly aveva, forse fortuitamente, interrotto quello che sarebbe potuto essere un momento molto imbarazzante, oppure uno dei momenti più felici della sua vita.

Luna Lovegood iniziò a comandare tutti a bacchetta, facendo sapere a ciascuno dove voleva che si disponessero per le fotografie di gruppo ed Hermione fu felice di potersi concentrare su quelle strane richieste e non rimuginare troppo su quello che sarebbe potuto essere.

Malgrado i mesi felici con Draco, non aveva mai sentito, se non in rare occasioni, la necessità di comunicare al ragazzo quanto i propri sentimenti per lui fossero forti.

Gli aveva detto che gli voleva bene, gli aveva detto che ogni giorno passato con lui era unico e inimitabile, gli aveva detto che quando non erano insieme pensava spesso a lui e si chiedeva cosa facesse e se anche lui pensasse a lei.

Gli aveva detto molte cose dolci e ne aveva ricevute altrettante da lui, che non si era mai vergognato di mettere a nudo la propria anima.

Ma non erano mai arrivati a pronunciare il primo fatidico "Ti amo".

Hermione si ritrovò tormentata dai dubbi, mentre sorrideva alla macchina fotografica.

L'aveva detto nel momento sbagliato? Draco avrebbe ricambiato quelle parole, se Molly non l'avesse trascinata a scattare fotografie con gli sposi e la famiglia Weasley al completo? Erano troppo pochi tre mesi per dire a una persona di amarla?

Quando tutti iniziarono a perdere interesse per le fotografie e iniziarono a spandersi a macchia d'olio verso i tavoli del buffet, Hermione rimase vicina a Ginny, la quale sembrava intenzionata a condividere con lei ogni istante della giornata.

Draco Malfoy pensò più volte di allontanare Hermione dalla folla, per avere nuovamente un attimo solo per loro, ma a quel matrimonio intimo — al quale erano stati invitati solo i parenti e amici più stretti — c'erano troppe persone per poter permettere a Draco di trovare un momento di solitudine con la propria ragazza, soprattutto in quel momento di agitazione ed eccitazione generale.

Così Draco Malfoy prese un profondo respiro e smise di chiedersi quale sarebbe stato il momento giusto per rubare Hermione al resto degli invitati, e, con rassegnazione, decise di raggiungere zia Andromeda, Teddy, Pansy e Blaise al più vicino tavolo del buffet.

Hermione aveva seguito ogni movimento del proprio ragazzo con la coda dell'occhio, mentre ascoltava Ginny raccontare a mamma Molly e a una collega di Harry e Ronald, Lewa Tangara, l'emozione che aveva provato durante lo scambio delle promesse.

Luna Lovegood passò in quel momento e scattò una foto a Hermione, immortalando la sua espressione seria e nervosa.

«Quest'abito è... non penso esistano parole per descriverlo», disse Lewa, gli occhi scuri che ammiravano la purezza del tessuto e la precisione di ogni dettaglio: «Sembra calzarti come un guanto».

Ginny, col volto arrossato, sorrise ulteriormente e la ringraziò, dicendole che se voleva fare i complimenti allo stilista doveva solo cercare l'uomo con il completo a fantasia color ocra e lo smalto alle unghie.

All'udire la parola "smalto" Hermione pensò inevitabilmente al sesto anno e alla sera in cui Draco le aveva chiesto di aiutarlo a togliere lo smalto nero che qualcuno aveva usato per macchiare le sue unghie; per questo le spuntò un involontario sorriso sulle labbra, sorriso che Luna si premurò d'immortalare.

Ginny si guardò intorno e individuò facilmente Blaise Zabini e il suo eccentrico outfit, così da poterlo indicare a Lewa: «È più pazzo di quanto sembri, ma geniale quando si tratta di abiti e moda. Quella accanto è la sua compagna, che sono abbastanza certa sia incinta; sono una coppia molto chiacchierata recentemente: la madre di Zabini è famosa per il numero eccessivo di mariti che ha dovuto seppellire e i giornali si divertono a spargere cattiverie e a fare supposizioni su quanto vivrà Pansy Parkinson, prima che Zabini prenda dalla madre».

Hermione si sentì a disagio nell'ascoltare quello stupido pettegolezzo e le fu impossibile rimanere zitta: «Zabini è tante cose, ma di sicuro non un aspirante assassino».

Ginevra sussultò e scrollò le spalle: «Sto solo riportando i pettegolezzi», disse, nel tentativo di fuggire all'occhiata piena di rimprovero di Hermione.

La riccia, senza dire niente, si allontanò dalla sposa, decisa a non ascoltare altre cattiverie simili, e venne ben presto afferrata per un braccio da George, che la trascinò verso il giradischi portatile babbano di Harry, chiedendole come funzionasse quell'aggeggio.

Hermione aiutò George a mettere il primo disco e appena la musica iniziò a diffondersi nell'aria, Harry e Ginny si fecero larga tra gli invitati per dare il via alle danze, condividendo il loro primo ballo da marito e moglie.

Mentre Luna Lovegood si premurava di immortalare quel magico momento, Hermione si guardò intorno, alla ricerca di Draco.

La ragazza non era più preoccupata di quello che Draco avrebbe potuto dirle in risposta al "Ti amo", che le era sfuggito dalle labbra prima; tutto quello che voleva era stringere tra le braccia il proprio ragazzo e lasciarsi trasportare dalle note del lento.

Quando Hermione si rese conto che Draco non si trovava da nessuna parte, le si fermò un enorme macigno di paura nello stomaco e non poté fare altro, per pochi minuti infiniti, che rimanere in piedi, accanto al giradischi portatile, con gli occhi lucidi e il viso contratto in un'espressione di pura confusione; mentre si chiedeva quale potesse essere stato il motivo dietro a quell'improvvisa fuga.

Draco aveva forse deciso di andarsene a causa di quel "Ti amo"?

Hermione non poteva saperlo, ma più ci pensava, più non riusciva a trovare altra possibile motivazione.

In realtà Draco Malfoy non se n'era andato, ma aveva semplicemente accompagnato Teddy in bagno, il quale aveva preferito la compagnia del cugino a quella della nonna, per fare la pipì.

Appena Draco udì, dall'interno della Tana, le prime note di quel lento, incitò Teddy a sbrigarsi, mentre un dolce sorriso gli si formava sulle labbra: ballare con Hermione gli avrebbe permesso di parlare finalmente con lei e niente e nessuno avrebbe potuto fermarlo.

Quando uscì dalla casa, con Teddy per mano, iniziò subito a cercare con lo sguardo Hermione.

La individuò vicino al giradischi portatile, sembrava triste, mentre si tormentava le labbra con i denti e giocherellava con il braccialetto che portava al polso.

Una volta consegnato Teddy ad Andromeda, Draco raggiunse Hermione e le si parò di fronte, facendola sussultare per la sorpresa.

Gli occhi di Hermione si spalancarono nel notare il sorriso sulle labbra del ragazzo.

«Sei tornato?», gli chiese, confusa, cercando in quei lineamenti familiari qualche risposta alle sue infinite domande.

«Tornato?», chiese Draco, allungando una mano per afferrare quella di Hermione e accompagnarla verso il resto dei ballerini: «Tornato da dove?».

«Non ti ho più visto in giro e ho pensato che te ne fossi andato», sussurrò Hermione, portando le braccia intorno al collo di Draco, mentre lui le avvolgeva la vita con le sue, dopodiché iniziarono a dondolare dolcemente a ritmo di musica.

«Ho accompagnato Teddy in bagno», spiegò Draco, lanciando una veloce occhiata al cuginetto, che stava ballando, poco distante, con la piccola Victorie, mentre zia Andromeda osservava i due bambini con gli occhi colmi di commozione.

«Pensavo te ne fossi andato», ripeté Hermione, mentre il macigno sullo stomaco sembrava scomparire, sostituito da un fastidioso groppo in gola.

«Perché mai me ne sarei dovuto andare?», chiese lui, sorridendole, sinceramente confuso dalle parole di Hermione.

«Pensavo di averti spaventato, dicendoti... dicendo quello che ho detto».

L'espressione di Draco si fece improvvisamente seria, poi scosse il capo e sospirò: «Questo perché mamma Weasel ha scelto il momento peggiore per intromettersi: sono sempre più convinto che ce l'abbia con me... Sai, per averti "rubata a Ronald"».

In quel momento Molly, tra le braccia del marito, alterava momenti di pura gioia, quando posava lo sguardo sulla figlia e il genero, ad altri di totale sconforto, mentre notava Ronald bere idromele con la sua collega di lavoro e Hermione ballare con Malfoy. Molly sospirò affranta, poi sorrise, poi sospirò di nuovo, finché Arthur non la sostenne in un leggero casqué e la baciò sulle labbra, dicendole di non pensare troppo a Ron.

«Vuoi sapere cos'avrei detto, se mamma Weasley non ti avesse portata via, Hermione?», chiese Draco, pronunciando quelle parole a pochi centimetri dalle labbra della ragazza, le cui guance si tinsero di un rosso intenso.

«Sì», rispose Hermione, la voce che le tremava appena per l'emozione.

«Ti avrei detto...», sussurrò Draco, senza distogliere gli occhi da quelli scuri e lucidi di Hermione: «Ti amo».

Hermione sorrise e premette con impazienza le labbra contro quelle di Draco, che rispose al bacio con altrettanta passione. Poi tornarono a danzare, entrambi sorridenti e spensierati; troppo felici per prestare attenzione a qualsiasi altra cosa, troppo felici per notare la macchina fotografica di Luna Lovegood, che immortalò per sempre il loro amore.

Poco distante, Blaise Zabini aveva ormai smesso di piangere e stava sorseggiando dell'idromele, mentre Pansy cercava di non vomitare ad ogni strano odore che raggiungeva le sue narici. Era da qualche settimana che gli odori sembravano causarle sempre nausee improvvise, malgrado cercasse di stare lontana da uova, formaggi stagionati, pesce e cavolfiori, la nausea trovava sempre un modo per tormentarla.

«Ti va di ballare?», le chiese Blaise, voltandosi abbastanza verso la ragazza da permetterle di respirare a fondo la sua colonia, uno dei pochi profumi al mondo che sembrava salvarla dai conati di vomito.

Pansy ci pensò per qualche secondo, poi annuì e si alzò: «Facciamo vedere a questi incapaci cosa vuol dire ballare», disse, alludendo alle numerose lezioni di ballo che, in quanto Purosangue, erano stati tenuti a frequentare fin da piccoli.

Blaise sorrise soddisfatto e abbandonò il calice di idromele, accompagnando la sua dama in pista.

Mentre i due Serpeverde dimostravano, senza troppo sforzo, passi di danza complicati e particolari, Ronald Weasley si ubriacava con Lewa e cercava di non guardare Hermione e Malfoy, i quali avevano un aspetto troppo felice per i suoi gusti.

«È normale che i sentimenti cambino», disse Lewa, finendo l'ultimo sorso d'idromele che aveva nel calice: «Dovresti lasciarla andare».

Ronald spostò lo sguardo sulla collega, osservandone con attenzione i lineamenti. Aveva sempre pensato che Lewa fosse molto bella, ma non si era mai soffermato su quel pensiero per più di pochi secondi. Un tempo lo faceva quasi in automatico, se si rendeva conto che stava osservando i grandi occhi di Lewa o le sue labbra carnose o i suoi zigomi alti con anche solo un pizzico di desiderio, distoglieva lo sguardo e si sgridava aspramente, ricordando a se stesso di stare con un'altra.

Da quando con Hermione era finita, si era ritrovato più volte ad osservare Lewa da lontano, quando la ragazza parlava con Harry, o quando, seduta alla scrivania, leggeva concentrata rapporti e documenti.

Era stato strano rendersi conto di provare una forte attrazione per Lewa, forse perché l'aveva sempre vista come una collega e basta, forse perché erano troppi anni che non si permetteva di provare altro che amicizia con ragazze che non erano Hermione.

«Hai ragione», disse Ronald: «Ti va di ballare?»

Lo sguardo di Lewa si spostò sul viso pieno di lentiggini del ragazzo e gli sorrise, timidamente, prima di posare il calice e afferrare la mano che gli porgeva: «Stavo per chiedertelo io», ammise.

Ronald sorrise a sua volta e scrollò le spalle: «Sono un ottimo legilimens», mentì.

Luna Lovegood immortalò il momento in cui, nel bel mezzo del ballo, Ronald e Lewa si baciarono per la prima volta, poi si servì un altro generoso bicchiere di idromele e fu in quel momento, che i suoi occhi incontrarono quelli azzurri e limpidi di un ragazzo tanto lentigginoso da sembrare abbronzato.

«Ci conosciamo?», chiese Charlie Weasley, osservando con espressione incuriosita il volto pulito e i grandi occhi della ragazza di fronte a lui.

Luna scosse il capo: «Non credo, sono Luna Lovegood, una compagna di scuola di Ron, Harry ed Hermione, ma oggi sono la fotografa».

Charlie annuì pensieroso e allungò una mano per presentarsi: «Sono Charlie, fratello della sposa».

Luna posò la macchina fotografica per stringergli la mano e fece una piccola smorfia: «Sei ricoperto di Gorgosprizzi, lo sai?»

Charlie scoppio a ridere e annuì: «Me lo dicono in tanti».

Scese un momentaneo silenzio, poi Luna sorrise: «Ti va di ballare?»





***

Buonsalve popolo di Wattpad!

Siamo al penultimo capitolo di questa Fanfiction e posso percepire il vostro malumore.

Devo ammettere di essermi affezionata molto a tutti i personaggi, il che significa che sarà dura anche per me abbandonarli così presto... Anche se forse presto non è la parola giusta, tra "Gioco di Sguardi" e "Momenti rubati" arriverò ad un totale di novantuno capitoli scritti, che non sono mica pochi!

Mi sono ancora una volta impegnata a far emergere quanti più punti di vista possibili e sono abbastanza soddisfatta del capitolo, spero che sia piaciuto anche a voi e che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa ne pensate!

L'epilogo, che vi pubblicherò alla Vigilia, sarà leggermente più breve rispetto ai capitoli a cui siete stati abituati, ma penso che vi piacerà comunque!

Come sempre vi ricordo che potete trovarmi su Instagram (il nome dell'account è lazysoul_efp) e nel caso in cui voleste supportare il mio lavoro offrendomi un caffè, potete trovare il link per la mia pagina Ko-fi nella bio.

Un bacio,

LazySoul_EFP

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