Resta
Hermione Granger non era una cuoca provetta, di questo era fin troppo consapevole.
Ronald glielo aveva ripetuto più volte durante gli anni della loro relazione, aggiungendo che l'unico nemico, che per la strega sembrava impossibile sconfiggere, fosse proprio la cucina.
Hermione non si era mai offesa particolarmente, anche perché era consapevole che, per quanto dure, le parole dell'ex ragazzo erano fin troppo veritiere; l'unica cosa che le riusciva sui fornelli era scaldare l'acqua per il tè.
Quel pomeriggio, dopo aver riordinato l'intera casa, Hermione si trovava proprio in cucina, appoggiata col fianco al tavolo e le braccia incrociate al petto.
La ragazza non riusciva a distogliere lo sguardo dai fornelli, mentre la mente la riportava a ricordi lontani, che sembravano appartenere ad un'altra vita.
L'immagina di sua madre, intenta a cucinare, aiutata dal padre, era marchiata a fuoco nella sua mente e non le permetteva di pensare ad altro.
Gli occhi le si riempirono di lacrime — non per la prima volta, da quando aveva detto addio ai suoi genitori — e la gola le si chiuse dolorosamente.
Tirò su col naso e lasciò che il pianto le bagnasse il viso per qualche secondo.
Hermione cercava sempre di essere forte, così da mostrare poco i propri veri sentimenti alle persone che la circondavano, soprattutto quando si trattava di emozioni come la tristezza, il dolore o la solitudine.
Asciugandosi con gesti nervosi il volto e gli occhi, Hermione aprì un cassetto della cucina che non veniva aperto da anni ed estrasse un quaderno con la copertina color blu notte, sulla quale c'era un'etichetta bianca e, nella svolazzante calligrafia di sua madre, la scritta "Ricette".
Sfiorò con le dita, che le tremavano appena per l'emozione, la copertina del ricettario di sua madre e prese un profondo respiro.
Era arrivato il momento di mettere da parte la tristezza e la nostalgia.
Mamma e papà non sarebbero più tornati a fare parte della sua vita, ma questo non voleva dire che lei non potesse continuare a mantenere vivo il loro ricordo, celebrando una delle cose che amavano di più fare insieme: cucinare.
Hermione scavalcò Grattastinchi, che cercava di strusciarsi contro le gambe della padrona per farsi dare qualcosa da mangiare, e si sedette al tavolo della cucina.
Una volta aperto il ricettario, la ragazza iniziò a cercare qualcosa di abbastanza facile da poter preparare per cena.
Le sarebbe piaciuto essere abbastanza brava in cucina da potersi mettere alla prova con qualche piatto particolare, ma sapeva di non avere le competenze di base necessarie, così saltò tutte le ricette che sembravano contenere troppi procedimenti a lei sconosciuti o che necessitavano di più di un'ora di preparazione.
Decise alla fine, tenendo conto di quello che aveva in frigo, di preparare degli spaghetti al sugo e una torta di mele.
Iniziò dal dolce; mescolando in una terrina le uova, lo zucchero, il latte e la farina necessari, così da formare l'impasto della torta. In un secondo momento ci aggiunse il lievito e un pizzico di cannella, il cui odore le ricordava il Natale e la felicità che quel periodo dell'anno solitamente le trasmetteva
Grattastinchi continuò per qualche minuto a strusciarsi contro le gambe della padrona poi, quando si rese conto che non stava avendo la fortuna che sperava, smise e, indispettito, si diresse il salotto.
Hermione non ci fece molto caso, troppo intenta a seguire per filo e per segno tutti i procedimenti indicati nella ricetta; era intenzionata a preparare la torta di mele più buona che Malfoy avesse mai assaggiato in vita sua.
Un dolce sorriso le apparve sulle labbra al pensiero del ragazzo che le aveva bruscamente stravolto la vita nell'ultima settimana.
Le sembrava incredibile che in così poco tempo potessero cambiare così tante cose, in modo così radicale.
Usò un incantesimo per sbucciare e tagliare a fettine sottili le mele da disporre a raggiera sopra all'impasto della torta. Una volta terminato quel lavoro certosino, controllò che il forno fosse alla giusta temperatura e vi infilò il dolce.
Era certa che sua madre sarebbe stata fiera di lei e del suo lavoro.
Deglutì, cercando di sciogliere il groppo alla gola e, con la vista offuscata dalle lacrime si sedette al tavolo della cucina, sfogliando come una reliquia antica, le delicate pagine del ricettario che era appartenuto a sua madre.
Singhiozzò, portandosi una mano alla bocca e pianse, sfogando il dolore che poco prima aveva cercato di domare con l'autocontrollo.
In quel momento sarebbe stata disposta a tutto pur di ricevere uno degli abbracci consolatori di sua madre, sentire le sue braccia sottili stringerla forte e il suo profumo delicato di fiori di ciliegio invaderle le narici.
In quel momento sarebbe stata disposta a tutto pur di ricevere uno degli abbracci protettivi di suo padre, sentire le sue braccia lunghe cullarla dolcemente e il suo profumo muschiato entrarle nelle narici.
Grattastinchi, attirato dagli strani rumori, tornò in cucina, la coda che si muoveva sinuosa e la pancia che ballonzolava ad ogni passo. Il gatto si sedette di fronte alla figura in lacrime della padrona e la osservò con i grandi occhi gialli, spalancati e incuriositi.
Hermione osservò infastidita il gatto: «Cosa vuoi?», gli chiese, quasi si aspettasse una risposta dall'animale.
Grattastinchi mosse semplicemente la coda a destra e a sinistra, poi spostò lo sguardo verso la sua ciotola, vuota.
La ragazza scosse la testa: «Possibile che tu non riesca a pensare ad altro che al cibo?», borbottò, prima di alzarsi, lasciando il ricettario della madre sul tavolo, diretta verso la confezione di crocchette sul bancone della cucina.
Hermione servì una generosa cena a Grattastinchi, dopodiché controllò l'ora e si rese conto che mancava ormai poco all'arrivo di Draco.
Con passi velici e nervosi, l'ex Grifondoro si diresse in bagno, dove controllò che il proprio aspetto fosse come minimo decente.
Cercò con gesti precisi di sistemare i propri capelli in una coda alta, ma ben presto si arrese, insoddisfatta del risultato, e si accontentò di lasciarli sciolti e disordinati intorno al proprio volto struccato.
Prese in considerazione l'idea di indossare un filo di rossetto, ma cambiò subito idea, pensando che mangiando si sarebbe molto sicuramente rovinato e si diresse in camera.
Cambiò i semplici e rovinati abiti che indossava solitamente in casa, con un abito blu a maniche lunghe a tubino, dal taglio semplice e la scollatura a barca.
Ai piedi indossò delle comode ballerine e ancora una volta controllò il proprio riflesso, pensierosa.
Non si era mai preoccupata troppo del proprio aspetto esteriore, soprattutto durante i suoi anni ad Hogwarts. Aveva iniziato a fare più attenzione quando aveva iniziato a lavorare al Ministero, dove era tenuta ad essere vestita in modo consono, eppure non si era mai preoccupata tanto, come nell'ultima settimana, di apparire bella ad occhi esterni ai suoi.
Sorrise emozionata all'idea di vedere presto Draco e tornò in cucina, dove mise a bollire l'acqua per gli spaghetti, poi apparecchiò tavola per due, provando un brivido di gioia e impazienza.
Era incedibile, ma il tempo che passava con l'ex Serpeverde non sembrava bastarle mai.
Lo vedeva al lavoro, dato che condividevano lo stesso ufficio, e negli ultimi giorni avevano anche pranzato insieme, oltre a inventarsi ogni scusa possibile e immaginabile per parlare e stare un po' insieme oltre all'orario di lavoro.
Eppure non vedeva l'ora di averlo lì con lei e di vedere come avrebbe reagito alla cena che stava provando a preparare al massimo delle proprie capacità, ma, soprattutto, se avrebbe apprezzato il dolce che avrebbero condiviso quella sera, come era ormai loro tradizione.
Hermione sentì un dolce calore espandersi all'altezza del proprio petto; il pianto e la tristezza di poco prima erano soltanto un vago ricordo ormai.
Accese con un incantesimo la radio babbana e sorrise ulteriormente, nel sentire la voce familiare di un cantante che apprezzava particolarmente: Michael Bublé.
Mentre finiva di preparare iniziò a ballare per la cucina, profondamente emozionata all'idea della serata magica, che non vedeva l'ora di trascorrere con Draco.
Era talmente assorta dalla voce di Michael Bublé e dagli spaghetti che cuocevano nella pentola, che non si rese conto del rumore che proveniva dal salotto; il chiaro sfrigolio del fuoco nel camino, poi i passi di qualcuno.
Quando Draco mise piene in cucina, si trovò di fronte al magnifico e inaspettato spettacolo di una distratta e spensierata Hermione che ballava a ritmo di musica, muovendo sinuosamente i fianchi larghi, fasciati in un vestito che sembrava esser stato creato apposta per abbracciare la sua silhouette.
Il ragazzo non rese subito palese la sua presenza, decidendo di rimanere ad osservare la scena di fronte a sé per ancora una manciata di secondi, poi si schiarì la gola e gli occhi di Hermione si puntarono immediatamente su di lui, le guance le si colorarono di una scura sfumatura di rosa e le labbra si schiusero in un'espressione stupita.
«Non ti ho sentito arrivare», disse lei, posando il mestolo che aveva in mano, per poi avvicinarsi a Draco.
«L'avevo notato», ribatté lui, facendo diventare ancora più rosate le guance della ragazza.
«Benvenuto a casa mia», disse Hermione, avvicinandosi a lui per porgergli un lungo e suggestivo bacio sulla guancia.
Draco sorrise e si mosse in modo da premere le labbra contro quelle di lei per qualche secondo, poi si allontanò: «Ho portato un pensierino», disse, porgendo alla padrona di casa una costosa bottiglia di idromele.
Hermione sorrise genuinamente, incapace di riconoscere il vero valore del liquido ambrato racchiuso nella bottiglia. Se c'era una cosa che la ragazza conosceva poco, erano le diverse tipologia di vino e i rispettivi prezzi. Ecco perché non provò imbarazzo nell'accettare quel presente, che per lei era un alcolico come un altro.
«Siediti pure», disse la padrona di casa, indicandogli la tavola già apparecchiata: «Sarà pronto a momenti».
Draco seguì la ragazza ai fornelli, osservando con sguardo curioso quello che stava preparando: «È odore di torta di mele quello che sento?», chiese dopo poco Draco, spostando gli occhi verso il forno, al cui interno il dolce preparato da Hermione aveva un aspetto delizioso.
L'ex Grifondoro sorrise, orgogliosa e annuì: «Esatto».
Quando suonò il timer da cucina, Hermione scolò gli spaghetti, poi vi aggiunse il sugo.
«È pronto!», annunciò, sorridendo tanto da sentire male alle guance.
Draco prese posto a tavola e si fece servire una generosa porzione di spaghetti, impaziente di parlare con Hermione e raccontarle della conversazione che aveva avuto con Astoria quel pomeriggio.
Quando la ragazza si sedette a tavola, rimase incantata dal sorriso radioso sul volto di Draco: «Stai bene?», gli chiese, sorridendo a sua volta.
Draco scosse la testa: «Sto più che bene», ammise, iniziando a raccogliere con la forchetta un po' di spaghetti.
«Come mai?», chiese Hermione, un sorriso malizioso sulle labbra; stava già pregustando il momento in cui il ragazzo le avrebbe detto che la sua felicità era dovuta al fatto che fossero insieme.
«Ho parlato con Astoria questo pomeriggio».
In un primo momento, Hermione aggrottò la fronte, confusa da quelle parole, che non erano quelle che si era immaginata avrebbe udito. Poi una punta di gelosia la colse alla sprovvista, facendole chiudere lo stomaco in una morsa dolorosa. Gli occhi di Hermione, seri e confusi si puntarono sul volto sorridente di Draco, in attesa che dicesse altro.
«Non te l'ho detto prima perché volevo che fosse una sorpresa», disse il ragazzo, posando la forchetta nel piatto, troppo emozionato per poter mangiare in quel momento: «Abbiamo deciso di sciogliere il fidanzamento».
L'espressione di Hermione cambiò, la fronte le si distese e la gelosia scomparve all'istante, sostituita da una genuina felicità: «Quindi non sono più la tua amante?», chiese, emozionata.
«Esatto», disse Draco, raggiante.
Hermione si alzò e fece il giro del tavolo per raggiungere Malfoy, che si era a sua volta alzato in piedi.
Rimasero l'uno di fronte all'altra per qualche secondo, troppo emozionati per parlare, poi si abbracciarono stretti, il volto di lei premuto contro la spalla di lui, il viso di lui immerso tra i capelli di lei.
«Ora puoi essere la mia ragazza, se vuoi», sussurrò Draco, con un tono di voce leggermente incerto.
Hermione scoppiò a ridere e si scostò dalla stretta solo per poter puntare gli occhi in quelli chiari del ragazzo di cui si stava innamorando, di nuovo.
«Mi piacerebbe molto».
Draco osservò l'espressione radiosa di Hermione e si sentì l'uomo più fortunato al mondo: «Ti va di ballare?»
Solo in quel momento Hermione si rese conto che la voce di Michael Bublé continuava a riempire la sua cucina con le dolci note di una delle sue nuove canzoni.
«Va bene, ma poi mangiamo, che se no si raffredda», disse, gettando una veloce occhiata agli spaghetti fumanti nei loro piatti.
«Certamente», la rassicurò lui, prima di iniziare a dondolare a ritmo di musica.
«È un cantante babbano?», chiese Draco dopo qualche secondo, le labbra premute leggermente contro la tempia di Hermione.
«Sì, si chiama Michael Bublé e questa canzone s'intitola "Moondance"».
«Mi piace», disse lui, guardandosi intorno: «Ma non riesco a capire da dove arrivi la musica».
Hermione gli indicò la radio appoggiata sul bancone della cucina.
«Devo comprarmene una, mi accompagneresti?»
La ragazza sorrise ampiamente e annuì: «Molto volentieri».
Quando la canzone finì, tornarono entrambi a sedersi e ripresero la cena.
Hermione si rese conto, appena addentò la prima forchettata di spaghetti, che il sapore non era buono come se l'era aspettato e si rese conto di essersi dimenticata di salare la pasta prima di metterla a cuocere.
«È insipida, scusa», disse, allungando a Draco la saliera.
Il ragazzo scrollò le spalle: «È molto buona».
Hermione sorrise e scosse la testa: «Sei un terribile bugiardo, non mi offendo se aggiungi del sale, anzi».
Draco ignorò le parole della ragazza e cambiò argomento: «Mi piace molto il tuo vestito questa sera».
Hermione sorrise soddisfatta, dimenticandosi improvvisamente della precedente conversazione: «Sono felice che ti piaccia, piace molto anche a me».
La ragazza studiò la camicia che indossava Draco, poi abbassò lo sguardo sul proprio piatto: «Non sono molto brava a cucinare», ammise, mordendosi nervosamente il labbro inferiore: «Avrei voluto che questa cena fosse perfetta».
Draco allungò una mano sul tavolo e accarezzò il braccio destro di Hermione: «Per il momento lo è».
Hermione sollevò gli occhi al cielo: «Bugiardo adulatore».
«Non sto mentendo», l'assicurò Draco, sorridendole: «Come hai trascorso il pomeriggio?»
«Ho pulito casa, ho cucinato... Niente di che», raccontò Hermione, scrollando le spalle.
In quel momento Grattastinchi, che dopo aver cenato si era addormentato pesantemente in salotto, si svegliò e, sentendo una voce sconosciuta, oltre a quella della sua padrona, andò in cucina ad osservare la situazione.
Soffiò allo sconosciuto, lasciandogli intendere di non essere il benvenuto e ricevette un aspro rimprovero da parte di Hermione.
«Grattastinchi!»
Draco scoppiò a ridere: «Non ci posso credere, non sapevo avessi ancora questo gatto, Hermione», poi, con uno sguardo a metà strada tra il serio e il divertito si rivolse al gatto: «Non sono qua per rapirti, tranquillo».
Hermione, ricordandosi di quello che era successo il sesto anno scoppiò a ridere: «Dici che è per quello che sembra avercela con te?»
«Certo, è comprensibile», disse il ragazzo, tornando al piatto di spaghetti di fronte a sé, un sorriso malizioso a incurvargli le labbra: «Ti ricordi di come sei entrata di soppiattò in camera mia?»
Hermione addentò una forchettata di spaghetti e annuì: «Ricordo anche che hai pensato bene di bagnarmi tutta».
Draco scoppiò a ridere di gusto, gettando la testa all'indietro.
Hermione lo seguì a ruota, sorridendo apertamente: «Tu cos'hai fatto oggi? Oltre a parlare con Astoria, intendo».
«Ho spedito una lettera al padre di Astoria, per fargli sapere che non ho intenzione di sposare sua figlia, poi sono venuto qua».
«Pensi che il signor Greengrass prenderà bene la notizia?»
«No, ma non m'importa. Sono stanco di vivere la vita che gli altri vogliono che io viva, d'ora in poi sceglierò da solo il mio destino».
Hermione inclinò leggermente il capo, gli occhi scuri fissi in quelli chiari di Draco: «Come pensi che la prenderanno i tuoi genitori?»
Draco terminò gli spaghetti che aveva nel piatto e scrollò il capo: «Non lo so, di sicuro non faranno i salti di gioia quando scopriranno che la mia ragazza è una nata babbana».
«Non conosco molto bene i tuoi genitori, ma lo penso pure io», disse Hermione, ricordando i volti pallidi ed austeri del signore e della signora Malfoy.
«I tuoi genitori invece cosa diranno quando scopriranno che non stai più con Weasley, ma con un ex Mangiamorte pentito?»
Hermione tenne lo sguardo basso e cercò di scacciare le lacrime.
Draco si rese subito conto del repentino cambiamento nell'espressione di Hermione e si chiese cosa avesse detto di sbagliato. Possibile che la Granger stesse ancora male all'idea di aver lasciato Weasley?
«Non credo che i miei genitori lo verranno mai a sapere», mormorò Hermione, asciugandosi con la manica del vestito la lacrima, che era sfuggita al suo autocontrollo.
In un primo momento, Draco pensò che quelle parole volessero indicare la decisione di Hermione di non dire ai propri genitori della loro relazione. Poi, osservando lo sguardo della ragazza, si rese conto che doveva aver mal interpretato.
«Vuoi parlarne?», chiese Draco, allungando una mano verso Hermione.
«Non c'è molto da dire», sussurrò la ragazza, incapace di sollevare lo sguardo e incrociare quello di Malfoy.
Draco non disse nulla, rimase con la mano appoggiata al braccio di Hermione e il pollice che si muoveva lentamente, nel vano tentativo di consolarla.
«Non sono morti, se è questo che pensi», sussurrò la ragazza, riuscendo finalmente a sollevare gli occhi arrossati sul viso di Draco: «Ho dovuto usare un incantesimo di memoria e cancellarmi dai loro ricordi l'estate del '97. Dovrebbero essere in Australia, non so altro, non so nemmeno se stanno bene...»
Draco strinse maggiormente la presa intorno al braccio di Hermione.
«Prima o poi vorrei andare a cercarli, vedere se sono felici... ma ho paura».
«Paura di cosa?», chiese Draco, colpito dal racconto della ragazza.
«Paura di rovinare la loro felicità, paura di illudermi di poterli riavere nella mia vita, per poi realizzare che non è possibile... paura che non abbiano bisogno di me come io ne ho di loro».
Le lacrime ormai scorrevano copiose sulle guance di Hermione e la sua voce era spezzata dai singhiozzi.
Draco le accarezzò il braccio: «Se sei riuscita a fare un incantesimo tanto complicato sei anni fa, penso che tu sia più che in grado ora di usare il contro incantesimo per far tornare loro la memoria», disse: «Sei la strega più brillante che conosco e sono convinto che non esista nulla che tu non sia in grado di compiere».
Hermione avrebbe voluto dirgli che si sbagliava, ma i singhiozzi erano troppo forti per permetterle di parlare.
«Se pensi di non potercela fare da sola, posso accompagnarti; prenderemo una passaporta e andremo a cercare insieme».
Hermione rimase incantata ad osservare l'espressione sincera sul volto di Draco e scosse la testa: «Verresti con me in Australia a cercare i miei genitori? Perché mai?»
Draco sorrise e le guance gli si tinsero di un tenue rossore: «Non è ovvio?»
Hermione scosse il capo: «Non per me».
«Verrei con te in capo al mondo, Hermione, se questo volesse dire renderti felice».
Prima che la ragazza potesse rispondere, l'odore di bruciato che aleggiava nella stanza la fece tornare alla realtà e un'espressione colma d'orrore le comparve in volto: «La torta!»
Sciolse la stretta di Malfoy sul suo braccio e corse a spegnere il forno, estraendone il dolce, dove i bordi delle mele avevano cominciato ad annerirsi.
«Oggi non me ne riesce una giusta», disse Hermione, appoggiando la tortiera sui fornelli, il volto nuovamente stravolto dalle lacrime.
Malfoy si alzò in piedi e abbracciò stretto la ragazza: «Vuoi che vada?», le chiese, incerto di fronte alla sofferenza della ragazza.
Hermione scosse violentemente la testa: «No», disse, gli occhi colmi di lacrime e le mani strette intorno al tessuto della camicia di Draco: «Resta».
Il ragazzo annuì: «Va bene, resto».
*****
Buonasera popolo di Wattpad!
Vorrei intanto ringraziarvi per la pazienza e scusarmi per il terribile ritardo.
Chi mi segue su Instagram sa che ho avuto un periodo un po' difficile ultimamente, ma sembra essermi passato e oggi sono riuscita finalmente a tornare a scrivere.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa ne pensate.
Draco ha raccontato ad Hermione di aver rotto il fidanzamento con Astoria ed Hermione gli ha raccontato dei suoi genitori e delle sue paure. Dopo il capitolo "Cicatrici", dove abbiamo Hermione che consola Draco in un momento di debolezza, mi sembrava giusto inserire una scena simile, ma, questa volta, con Hermione in lacrime.
Cosa pensate che succederà nei prossimi capitoli?
Tante scene dolciose o drama?
(Fatemi sapere le vostre previsioni, che sono curiosa!)
Non so quando riuscirò a pubblicarvi un nuovo capitolo, anche se spero di non farvi aspettare troppo. Come sempre vi terrò aggiornati al riguardo su Instagram (il nome dell'account è lazysoul_efp)!
Un bacio,
LazySoul_EFP
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