Regalo
Acciambellata sul divano, Hermione stringeva tra le mani "Il Maestro e Margherita" e si godeva quel giovedì pomeriggio nella più totale solitudine.
Aveva la fronte aggrottata mentre leggeva del terribile mal di testa di Ponzio Pilato e interruppe brevemente la lettura, quando si rese conto che più andava avanti, più le sembrava di avere a sua volta un terribile cerchio alla testa.
Posò il libro e si diresse in cucina per prepararsi una tazza di tè, quando si ricordò di non essere veramente sola; Grattastinchi, acciambellato su una sedia troppo piccola per la sua mole, la seguiva con occhi attenti.
Quando Hermione si avvicinò un po' troppo alla sua ciotola del cibo vuota, per recuperare il bollitore, Grattastinchi scattò e in pochi secondi si trovò a strusciarsi, sinuoso, tra le gambe della padrona.
Hermione sbuffò divertita e si accovacciò per accarezzare l'animale.
«Lo so che hai fame, tu hai sempre fame, ma siamo stati dal veterinario l'altro giorno, ricordi? Dobbiamo stringere la cinghia per un po', altrimenti rischi di non arrivare al tuo dodicesimo anno di vita», disse Hermione, dando un ultima carezza a Grattastinchi, prima di tornare a cercare il bollitore.
In quel momento sentì vibrare il proprio Nokia 3310 e lo prelevò dalla tasca dei pantaloni della tuta che indossava, per controllare chi le avesse mandato un messaggio.
"Ciao, ti andrebbe un tè da me?"
Nel leggere il messaggio di Draco, un enorme sorriso era comparso sulle labbra di Hermione, che abbandonò la ricerca del bollitore per correre in camera a cercare qualcosa di più carino da mettere.
Negli ultimi giorni aveva constatato più volte che non importava cosa indossasse quando si trovava con Draco, l'ex Serpeverde trovava sempre un modo per farla sentire bella e unica; anche quando indossava una tuta sbiadita e rovinata dal tempo o aveva i capelli scompigliati.
Quel giorno però, dopo aver risposto al ragazzo, dicendogli che lo avrebbe raggiunto presto, Hermione si trovava di fronte al proprio armadio, indecisa su cosa mettere.
Avrebbe voluto indossare qualcosa di carino per Draco, forse per mostrargli che teneva a lui e ad essere bella per lui, o forse semplicemente perché il senso di colpa non la abbandonava; da quando aveva accettato l'invito a cena alla Tana, non riusciva a trascorrere serenamente le proprie giornate, soprattutto quando passava del tempo con Malfoy.
Gli aveva raccontato ogni cosa alla prima occasione, dopo il pranzo con Ronald e aveva provato sollievo nel constatare che Malfoy non era arrabbiato, forse un po' deluso, forse un po' geloso, ma non le aveva fatto una scenata e si era dimostrato molto comprensivo.
Hermione in quel frangente lo aveva amato un po' di più di quanto pensava fosse possibile amare un altro essere umano, ma non aveva avuto il coraggio di dirglielo, per paura di spaventarlo. Sapeva che anche Draco provava qualcosa per lei, qualcosa di molto profondo e serio e tenero, ma si frequentavano da poco, ed entrambi erano troppo spaventati dai loro stessi sentimenti per ammetterli ad alta voce.
Hermione selezionò, dopo un'attenta analisi una semplice gonna di jeans che le arrivava alle ginocchia e una camicia, di cui lasciò slacciati un paio di bottoni in più rispetto al solito, certa che Draco avrebbe apprezzato.
Avrebbe voluto portargli un presente, ma in casa non aveva molto, a parte una confezione di cookies con cioccolato fondente e scorza d'arancia, che aveva comprato al supermercato il giorno prima, così indossò il cappotto, prese i biscotti e fatta una veloce ramanzina a Grattastinchi, per ricordargli di non farsi le unghie sul divano, prese la metropolvere per raggiungere casa di Draco.
Era dalla sera prima che non si vedevano, da quando Draco le aveva raccontato della lettera minacciosa del signor Greengrass e di aver scoperto che Blaise e Pansy aspettavano un bambino.
La prima reazione di Hermione a quella notizia era stata inorridire, forse perché si sentiva ancora troppo giovane per mettere su famiglia e l'idea che due suoi coetanei stessero per diventare genitori la lasciava piuttosto perplessa. Poi aveva notato l'espressione sul volto di Draco, la felicità che traspariva dai suoi lineamenti, mentre parlava dei suoi amici e di come sarebbero stati due ottimi genitori, e si era ritrovata a sua volta impaziente di conoscere la nuova vita che di lì a otto mesi sarebbe nata.
All'improvviso non le era più importato ciò che era successo in passato; il fatto che Pansy non le fosse mai andata particolarmente a genio, troppo brusca e snob per i suoi gusti; o il fatto che Blaise le fosse sempre apparso troppo eccentrico e poco affidabile per poterci andare d'accordo.
La Parkinson e Zabini erano amici di Draco, e in quanto tali, Hermione avrebbe fatto il possibile per instaurare con loro un rapporto basato sul rispetto e magari, col tempo, sarebbe riuscita a conoscerli meglio, tanto da poterli considerare suoi amici.
L'ex Grifondoro bussò alla porta di Draco, provando un forte senso di déjà vu, per tutte le volte che si era ritrovata di fronte a quello stesso uscio negli ultimi giorni e sorrise, impaziente.
Malfoy le aprì poco dopo, indossava dei pantaloni della tuta e un maglione, sul mento e la mascella cominciava a intravedersi un accenno di barba bionda e i capelli corti erano perfettamente pettinati.
Hermione entrò nell'appartamento e lo salutò premendo con forza le labbra sulle sue, mentre si chiudeva la porta alle spalle con un movimento del piede.
Le mani di Draco si avvolsero, protettive, intorno alla vita e i fianchi della ragazza, stringendosela al petto.
Quando Hermione interruppe il bacio, Draco sorrideva ampiamente e gli occhi erano illuminati da una punta di malizia: «Dimmi cosa ho fatto per meritarmi un saluto simile, perché ho intenzione di rifarlo».
La ragazza rise, lusingata da quella parole e pizzicò il fianco del ragazzo, liberandosi dalla sua stretta: «Ho apprezzato il tuo invito per un tè».
«Ti inviterò più spesso, allora», disse lui, prima di voltare il capo verso la cucina: «Ho già messo la teiera sul fuoco, a breve l'acqua dovrebbe essere abbastanza calda... accomodati».
Hermione appoggiò sul tavolino basso del salotto i biscotti che aveva portato e disse a Draco di averli comprati in un supermercato babbano, mentre il ragazzo appendeva la giacca dell'ospite sull'appendiabiti dell'ingresso.
«Babbani? E come sono?», chiese Malfoy, recuperando la scatola dal tavolino per osservare le scritte sulla confezione.
«Cioccolato fondente e scorza d'arancia, sono molto buoni», lo rassicurò lei, sfilandosi le scarpe dai piedi, mentre si metteva comoda sul divano.
Draco sollevò appena lo sguardo dalla confezione di biscotti che aveva tra le mani, per osservare l'orlo della gonna della Granger sollevarsi abbastanza da mostrare una generosa porzione di coscia, poi tornò alle scritte che indicavano numeri relativi a ingredienti a lui poco familiari.
«Cosa sono tutte queste informazioni?», chiese, porgendo la scatola ad Hermione.
«È l'apporto calorico... I babbani vogliono sapere quanti grassi, sali, proteine o fibre sono contenuti nei loro pasti, così da sapere quanto mangiare», cercò di spiegare Hermione.
Draco sollevò il capo verso la cucina e fece un veloce gesto della mano, mentre andava a controllare l'acqua sul fuoco: «Certo che i babbani sono strani», disse: «Non possono fare come noi maghi e mangiare fin a saziare la fame? Devono per forza avere tutte quelle informazioni su una scatola di biscotti?»
Hermione sorrise e appoggiò i cookies sul tavolino, mentre si alzava per raggiungere Draco in cucina: «Ad alcuni babbani piace avere tutto sotto controllo».
Qualsiasi altra cosa Hermione avesse voluto dire, le rimase incastrata tra le corde vocali, mentre osservava con stupore la teiera gialla, di cui Draco stava svuotando il contenuto in due tazze.
Il ragazzo inserì una fettina di limone in uno dei due tè e sorrise: «Vuoi rimanere lì impalata o lo beviamo di là?»
Hermione distolse lo sguardo dalla teiera e portò gli occhi, colmi di emozioni, sul volto sereno di Draco: «Dove l'hai presa?»
L'ex Serpeverde impiegò qualche secondo a capire cosa avesse turbato tanto Hermione, poi portò a sua volta gli occhi sulla teiera gialla comprata tre settimane prima, anche se sembrava essere passato molto più tempo, e gli comparve un tenue sorriso sulle labbra: «Londra babbana».
Calò un breve silenzio tra di loro, poi Hermione si portò una mano al viso per asciugarsi la lacrima che era sfuggita al suo autocontrollo e si schiarì la gola: «È uguale a...»
«Sì», confermò Draco, incerto su come reagire di fronte agli occhi lucidi della ragazza e alla sua postura rigida.
«È per questo che l'hai presa? Perché è uguale...»
«Sì».
Hermione si morse l'interno guancia e scosse leggermente la testa, stupita.
Se aveva pensato, anche solo per un secondo, che i sentimenti che Draco provava nei suoi confronti potessero essere inferiori a quelli che lei provava per lui, si era sbagliata.
La prova era di fronte a lei.
A molti sarebbe apparsa come una semplice teiera gialla, niente di speciale, niente di valore, ma per lei e per Draco quel semplice oggetto ricordava una serata felice nella Stanza delle Necessità; un momento di spensieratezza, uno dei pochi momenti insieme in cui non avevano sfogato le rispettive frustrazioni nel sesso, ma che avevano sfruttato per parlare, confidarsi e stare semplicemente insieme, abbracciati su un divano, circondati dall'aroma della Tisana di Natale.
«Quando l'ho vista ho pensato a quella sera, ho pensato a te e... non ho potuto non comprarla», disse Draco, sembrava stesse cercando di giustificarsi, mentre Hermione combatteva contro le lacrime.
«Ho ripensato spesso a quella sera, o a quella in cui abbiamo giocato a scacchi magici, ricordi?»
«Sì, ricordo», ammise Draco, muovendo un passo verso Hermione, che non riusciva a distogliere gli occhi lucidi dalla teiera gialla.
«Quando ci ripenso mi chiedo cosa avrei potuto fare di diverso per spingerti a confessarmi tutto quello che stavi passando. Avrei voluto che ti fossi confidato con me, invece di allontanarmi e farti consolare dalla Greengrass... Mi chiedo come sarebbero stati i mesi prima della Guerra, come sarebbero stati questi ultimi anni, se tu ti fossi fidato di me abbastanza da confidarmi tutto...», lo sguardo di Hermione si posò sul viso serio di Draco: «Avresti mai rinnegato Voldemort, per me?»
Draco abbassò lo sguardo e provò una profonda vergogna: «No, Hermione, ero troppo immaturo e stupido e spaventato. Il Draco Malfoy che ero il sesto anno ad Hogwarts non avrebbe meritato il tuo aiuto, perché non l'avrebbe accettato, non l'avrebbe capito, l'avrebbe soltanto denigrato».
Hermione sospirò: «Hai ragione, a volte lo dimentico, ma hai ragione. Non eri come sei ora... Ora rinnegheresti Voldemort per me?»
Draco allungò una mano e l'appoggiò sul volto teso della ragazza: «Coraggio permettendo, ucciderei Voldemort per te».
Hermione sollevò gli occhi al cielo, divertita: «Adesso non esagerare», disse, gettando le braccia intorno al collo dell'ex Serpeverde: «Mi basta sapere che hai imparato dai tuoi errori e d'ora in poi mi parlerai di ogni cosa, senza avere paura del mio giudizio».
«Te lo prometto: nessun segreto».
«Bene, anche io te lo prometto», disse Hermione, baciando la guancia ispida del ragazzo: «Nessun segreto».
Rimasero abbracciati per qualche secondo, stretti tanto da respirare con fatica.
Draco, con le labbra socchiuse, prese fiato e si chiese se avrebbe avuto il coraggio di ammettere i propri sentimenti alla ragazza, poi sospirò e affondò il capo tra i ricci ruvidi di Hermione, incapace di dare voce all'emozione che gli stringeva la gola in quel momento, impedendogli di parlare.
«Il tè si sta freddando», disse Hermione, sciogliendo l'abbraccio; il volto illuminato da un sorriso radioso.
«Hai voglia di portare le tazze sul tavolo in salotto? Ho qualcosa per te di sopra», disse Draco, dirigendosi verso la mansarda.
Hermione, incuriosita, trasportò con impazienza le tazze fino a posarle accanto alla confezione di biscotti babbani, poi mosse alcuni passi verso la scala che portava alla camera di Draco.
Il ragazzo la raggiunse in quell'istante con un pacchetto delicatamente incartato tra le mani, pacchetto che emanava un profumo che Hermione riconobbe all'istante.
«Non l'hai fatto davvero», disse Hermione, capendo subito cosa dovesse contenere il regalo che le stava porgendo Draco in quel momento.
Hermione lesse la scritta dorata e svolazzante che si ripeteva sull'incarto e scosse la testa, incapace di dire alcunché.
«Aprilo», la incitò lui, mettendole tra le mani protese il pacchetto.
«Non dovevi», disse lei, sedendosi sul divano e appoggiando il regalo sulle proprie cosce, mentre ne accarezzava il nastro di stoffa dorato che lo decorava: «Quel completo costava un occhio della testa, Draco, è un regalo fin troppo costoso...»
«Blaise mi ha fatto lo sconto amicizia», la rassicurò lui, decidendo di omettere quanto effettivamente avesse risparmiato grazie a quello "sconto amicizia".
Hermione lanciò un'ultima occhiata di rimprovero a Draco poi, incapace di attender oltre, aprì il pacchetto, trovandoci all'interno il completo che aveva provato tempo prima nell'atelier di Zabini e che non aveva acquistato perché troppo costoso.
«Non dovevi», disse per l'ennesima volta, a disagio, poi sorrise e decise di mettere da parte la questione soldi: «Ma è bellissimo, grazie».
Draco si sporse per lasciarle un bacio a fior di labbra: «Figurati, vuoi provarlo?»
Hermione arricciò il naso: «Ho paura di rovinarlo, magari dopo aver bevuto il tè».
L'ex Grifondoro e l'ex Serpeverde si sedettero sul divano, le gambe che si sfioravano, mentre sorseggiavano il tè, mangiavano i biscotti babbani e si godevano semplicemente la compagnia l'uno dell'altra, inebriandosi della felicità che provavano.
«Grazie davvero per il regalo, mi mette un po' a disagio il fatto che tu mi faccia regali costosi», ammise la ragazza, osservando con la coda dell'occhio il pacchetto aperto, che aveva lasciato sul tavolo basso di fronte a loro.
«Temevo che ti saresti sentita a disagio, ma speravo anche che ti potesse piacere tanto da non pensare al prezzo», disse Draco, addentando con gusto il suo terzo cookie: «Questi biscotti sono molto buoni».
Hermione sorrise e prese un lungo sorso di tè, mentre osservava con profondo affetto il ragazzo che le sedeva accanto, che in quel momento le sembrava un bambino, sporco com'era d cioccolato sulla guancia: «Cercherò di non pensare al prezzo, ma tu devi promettermi di limitare i regali costosi, altrimenti rischi di farmi sentire in colpa».
«Te lo prometto», disse sporgendosi per lasciarle un bacio sulla guancia.
«Hai impegni questa sera?», chiese lei, sperando di ricevere una risposta negativa.
«No, sarei dovuto andare a cena da mamma, ma l'ho convinta ad andare alla casa al mare per qualche giorno, così sarà meno facile per il signor Greengrass contattarla», disse Draco, con un sorriso soddisfatto in volta: «Spero che quell'uomo getti presto la spugna».
«Tu conserva la lettera dove ti ha minacciato, potremmo usarla come prova in caso dovesse provare a farti del male», disse Hermione, pensierosa, poi sorrise: «Ma quindi, dato che non hai impegni, potremmo cenare insieme?»
«Certo che sì».
Hermione sorrise soddisfatta: «Ottimo, cucini tu?»
Draco scoppiò a ridere: «Ti stai approfittando di me, Granger? E della mia bravura in cucina?»
«Forse», disse lei, facendo spallucce, prima di bere l'ultima sorso di tè.
Draco posò la sua tazzina, proprio mentre Hermione faceva lo stesso e rimasero a guardarsi per qualche secondo.
«Cosa?», chiese Hermione, portandosi una mano ai capelli, sentendosi leggermente a disagio sotto lo sguardo attento del ragazzo.
«Hai lasciato quei due bottoni slacciati apposta, vero?», sussurrò lui, gli occhi che scendevano, non per la prima volta da quando era arrivata, ad osservare il corpo della ragazza.
Hermione si morse appena il labbro inferiore, poi annuì, decisa ad essere sincera: «Mi piace stuzzicarti», ammise.
Draco sorrise e si alzò, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi, poi la condusse fino alla camera da letto dove, con un incantesimo veloce, accese le candele profumate che aveva sparso su ogni superficie disponibile.
«Non ti facevo tanto romantico», disse lei, stupita.
Draco la abbracciò da dietro e appoggiò il mento sulla spalla della ragazza: «Ho comprato un orribile teiera gialla solo perché mi fa pensare a te, penso che tu abbia sottovalutato il livello di romanticismo a cui potrei arrivare, se solo m'impegnassi...»
Le labbra di Draco iniziarono a riempire il collo della ragazza di baci dolci, mentre lei gemeva piano: «Credo che tu abbia ragione, ti ho sottovalutato».
Hermione sciolse l'abbraccio, in modo da potersi voltare e osservare Draco negli occhi.
Appena i loro sguardi s'incrociarono, Hermione iniziò a slacciarsi la camicia, fino a mostrare il seno nudo, privo della copertura del reggiseno, al ragazzo. Poi si sfilò la gonna e rimase con addosso un semplice paio di mutande nere.
Draco si spogliò a sua volta, senza perdere il contatto visivo con Hermione, che stava indietreggiando lentamente, attenta alle candele a terra, verso il letto.
Si rotolarono sul materasso a lungo, facendosi il solletico, stuzzicandosi e dandosi piacere reciprocamente, fino a quando, sudati e impazienti, non smisero di giocare.
Hermione era sopra di lui e Draco osservava i movimenti lenti e seducenti della ragazza — della sua ragazza — con desiderio e ammirazione.
Le mani di lei erano strette intorno alle spalle di lui e ogni tanto lasciavano la presa per scorrere sul petto imperlato di sudore del ragazzo — del suo ragazzo — o per accarezzare quel volto i cui lineamenti erano stravolti da un piacere tanto forte da non poter essere descritto a parole.
Quando Hermione aumentò la velocità dei suoi movimenti, alla rincorsa di quello che, ne era certa, sarebbe stato uno dei migliori orgasmi della sua vita, Draco portò una mano sul suo seno, a stuzzicare quel capezzolo turgido, che sembrava implorarlo di essere toccato.
Una volta che entrambi ebbero raggiunto il picco massimo di piacere, si accasciarono sul materasso, stretti, i respiri che si mescolavano e gli occhi troppo appesantiti dall'orgasmo per riuscire a stare aperti.
«Non so se avrò le forze per cucinare», disse Draco, mentre cercava di prendere profondi respiri, per calmare il suo cuore impazzito.
«Possiamo ordinare qualcosa d'asporto», lo rassicurò Hermione, iniziando a giocare con i fini capelli biondi del ragazzo, il cui volto era sepolto contro il suo petto.
«Oppure potrei mangiare te per il resto della sera», propose lui, spostando le dita esperte verso il clitoride ancora sensibile della ragazza.
Lei gemette, poi rise: «Non pensi che avrai bisogno di vero cibo primo o poi?»
«Forse, ma prima vorrei vedere quante volte riesco a farti venire in un'ora, usando solo la bocca».
Hermione sentì un brivido attraversarle la schiena e si ritrovò incapace di dire alcunché, mentre il volto del ragazzo lasciava la pelle del suo petto, spostandosi verso il basso.
«Io dico quattro, tu?»
«Quattro cosa?», chiese lei, mordendosi le labbra per non gemere quando sentì il respiro di Draco contro la carne bollente della sua intimità.
«Quattro orgasmi in un'ora. Tu che dici?»
«Due».
«Pensavo dovessi smettere di sottovalutarmi, Hermione», disse lui, sorridendo con malizia: «Pronta a perdere?»
Hermione smise di pensare, nell'istante in cui la bocca di Draco iniziò a riempirla di attenzioni.
***
Buonasera popolo di Wattpad!
Come molti di voi sono certa si aspettassero, da un po' ormai, finalmente Hermione ha scoperto la famosa teiera gialla comprata da Draco, nel primo capitolo di questa storia.
Teiera che le ha dato la conferma, nel caso avesse avuto ancora dei dubbi al riguardo, sulla sincerità dei sentimenti provati da Draco, anche se non ancora espressi a voce.
So che non vedete l'ora che si confessino amore eterno, ma concedete loro ancora un po' di tempo, in fondo si sono ritrovati da meno di tre settimane e in amore non bisogna essere troppo avventati... o almeno credo.
Sembra comunque che le cose vadano a gonfie vele: sono felici, non hanno segreti tra di loro e le uniche ombre sono la cena alla Tana, che potrebbe portare scompiglio, e la determinazione del signor Greengrass a rovinare la vita di Draco.
Voi come pensate che si risolverà la questione?
Spero che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cose ne pensate!
Come sempre, ricordo che mi potete trovare anche su Instagram, il nome dell'account è lazysoul_efp, e nel caso foste interessati a sostenermi con un simbolico caffè, trovate il link della mia pagina Ko-fi sulla mia bio (qua, su Wattpad).
Un bacio,
LazySoul_EFP
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top