La Gazzetta del Profeta
Blaise Zabini si svegliò quel giovedì mattina più riposato che mai.
Durante la notte aveva affidato Cocomero alle amorevoli cure di Otto, per non rischiare di rovinare il proprio riposino di bellezza e non vedeva l'ora di iniziare la nuova giornata con l'entusiasmo di sempre.
Era da qualche giorno che Astoria Greengrass, che lui continuava a chiamare Greeny Due — quando parlava di lei a Pansy e Draco — lavorava per lui e il moro doveva ammettere, che la ragazza era particolarmente portata nel trattare con i clienti e farli sentire a loro agio.
Da quando aveva assunto in prova l'ex compagna di Serpeverde, le vendite erano aumentate esponenzialmente e il moro aveva iniziato a chiedersi se le scarse vendite precedenti fossero in qualche modo legate ai suoi modo bruschi o alla sua aria di superiorità, che sfoggiava ogni volta che un cliente metteva piede nel suo Atelier.
Non poteva esserne certo, in fondo poteva anche essere un caso; quello che era certo era che aveva intenzione di tenersi stretta Greeny Due e non lasciarla andare mai più.
Incredibile come guadagnare qualche galeone gli avesse fatto cambiare completamente opinione sull'ex compagna di Serpeverde.
Aveva finito coll'apprezzare anche il suo modo di vestire e la sua riservatezza; da quando aveva iniziato a lavorare per lui, non gli aveva chiesto nemmeno una volta di Cocomero e del motivo per cui lui e Pansy si cedessero a turni il bambino.
Blaise sospirò e scostò le coperte, sedendosi sul bordo del letto.
Quel giorno avrebbe affrontato, per l'ennesima volta, un discorso che gli stava molto a cuore e di cui Pan non sembrava afferrare l'importanza.
Aveva provato a spiegarle in precedenza, che passarsi Cocomero come se fosse un giocattolo, rischiava di segnarlo a vita e fargli credere che i suoi genitori non si volessero abbastanza bene da vivere insieme, ma la ragazza si era limitata a fargli notare che quello per cui si stava preoccupando era soltanto un cocomero e aveva chiuso la questione dandogli del pazzo.
Blaise a volte proprio non riusciva a capire come funzionasse la mente di Pansy, ma la cosa non lo tormentava più di tanto: non doveva per forza capirla per amarla profondamente e rispettarla.
Quel giovedì avrebbe risollevato l'argomento e magari avrebbe avuto abbastanza coraggio da proporle, una volta per tutte, di trasferirsi da lui o magari di permettergli di trasferirsi da lei; l'attuazione di una delle due opzioni, non importava quale, avrebbe reso Blaise oltremodo felice.
Una volta in piedi, si vestì con la solita attenzione ai dettagli, selezionando una camicia gialla, che si accostava magnificamente alla sua carnagione, con volant sul davanti e i polsini a sbuffo, prese poi dei pantaloni a vita alta color pervinca dal taglio semplice e dei mocassini scamosciati.
Ammirò la sua immagine riflessa e come ultimo tocco si disegnò il contorno occhi con il kajal.
Tentennò brevemente, poi usò un incantesimo per modificare il colore dello smalto che gli colorava le unghie, trasformando il nero in un allegro celeste.
Una volta in sala da pranzo, recuperò dalle braccia di Otto, Cocomero, al quale sorrise amabilmente, iniziando a raccontargli tutto quello che avrebbero fatto insieme quel giorno, prima che Pansy sarebbe arrivata a prenderlo, per portarlo a casa sua.
Otto gli portò ben presto la colazione, accompagnata dalla Gazzetta del Profeta e la posta del giorno, il tutto riposto su un elegante vassoio d'argento.
Mentre con un braccio reggeva il peso di Cocomero, con l'altra mano scorse velocemente le buste sul vassoio, poi le raggruppò e le porse a Otto, chiedendogli gentilmente di leggerle per lui e di informarlo delle informazioni più importanti, tralasciando tutto il resto.
L'elfo domestico conosceva abbastanza il suo padrone da sapere per certo quali erano le lettere che Zabini avrebbe ritenuto importanti e iniziò subito ad aprire le buste e a leggere.
Dopo aver sistemato Cocomero nella culla accanto al tavolo, in modo da poterlo tenere d'occhio durante la colazione, Blaise afferrò la tazzina del caffè, tenendo ben alto il mignolo e iniziò a sorseggiarlo.
Con l'altra mano spostò il giornale, in modo da poter leggere la prima pagina della Gazzetta del Profeta.
Rischiò di sputare il sorso di caffè che aveva appena bevuto, quando notò l'enorme foto che occupava gran parte della pagina e il titolo che la sormontava.
Posò la tazzina con gesti impacciati, rovesciandone parte del contenuto sul vassoio d'argento e quindi sul giornale, poi si alzò in piedi e corse a recuperare il cappotto.
«Otto, esco prima oggi, mi parlerai delle lettere più tardi», disse, indossando con gesti febbrili il suo Chesterfield color panna, regalatogli da Malfoy per il suo compleanno.
Fece giusto in tempo a mettere un piedi fuori casa, quando si ricordò di Cocomero e tornò indietro per recuperarlo e stringerselo al petto, mentre con l'altra mano afferrava la copia della Gazzetta del Profeta, che sgocciolava in giro caffè.
«Padrone...», cercò di dire Otto, tra le mani una lettera della signora Zabini, che aveva tutta l'aria di essere molto importante; ma Blaise era già uscito di casa e l'elfo non poté fare altro che sospirare e iniziare a pulire.
Blaise Zabini corse per le vie di Diagon Alley, evento da considerarsi più unico che raro, dato che era solito pensare di dover sempre fungere da esempio di stile ed eleganza per il resto del Mondo Magico. Quel giorno però era di fretta e doveva mettere da parte l'eleganza e cercare di non pensare troppo a come dovessero apparire i suoi capelli, in quel momento.
In realtà, agli occhi delle persone che urtò quella mattina, i capelli parvero impeccabili, quello che lasciava loro basiti e incuriositi era il cocomero, che il ragazzo teneva tra le braccia.
Quando Blaise Zabini arrivò a destinazione, suonò il campanello, tenendo premuto il dito per un tempo a dir poco illegale, e quando il portone si aprì, corse su per le scale, con il fiato che iniziava a mancargli nei polmoni.
Arrivato di fronte al giusto appartamento, trovò la porta socchiusa, che aprì con gesto teatrale, annunciando la propria presenza con un: «Non crederai mai a cosa è successo!»
Draco Malfoy sussultò, versandosi parte del tè bollente sulla mano, mentre Hermione, seduta di fronte a lui si voltò incuriosita ad osservare il moro, che col volto paonazzo, stringeva tra le braccia Cocomero e un giornale.
Malfoy posò la tazza di tè e osservò con un misto di rassegnazione e fastidio l'amico: «Sentiamo, cosa c'è di così importante da portarti qui, alle sette e mezza di mattino, a disturbare la nostra colazione?»
Hermione lanciò uno sguardo di sottecchi al proprio ragazzo, un dolce sorriso le era apparso sulle labbra nel sentire quel "nostra".
«Siete sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta!»
Blaise posò il giornale incriminato sul tavolo su cui Draco ed Hermione stavano facendo colazione, e prese a cullare Cocomero, che aveva scelto proprio quel momento per iniziare a piangere.
La coppia, coi volti pallidi per l'apprensione, osservò con gli occhi sbarrati la prima pagina della Gazzetta del Profeta.
«Non ci credo», sussurrò Hermione, coprendosi il viso con le mani, mentre Draco prendeva il giornale per cercare la pagina dov'era riportato l'intero articolo.
«Ci sono altre foto», disse, mostrandole a Hermione, la quale non poteva fare altro che scuotere la testa, sconvolta.
«Chi può esser stato?», chiese Draco, senza riferirsi a nessuno in particolare, per poi sollevare lo sguardo e osservare attentamente Blaise, che sembrava esser riuscito a calmare il frutto che stringeva tra le braccia.
«Mi offende il fatto che tu pensi, che io possa fare una cosa simile», disse il moro, sollevando il naso e il mento al cielo, con aria addolorata.
«Il signor Greengrass», disse Hermione, mordendosi nervosamente il labbro inferiore: «Ti aveva detto che si sarebbe vendicato, questo è il suo modo per vendicarsi».
Draco osservò il volto di Hermione, non per la prima volta, affascinato dalla sua capacità di deduzione.
«E cosa spera di ottenere?»
«Davvero non capisci?», chiese Hermione, appoggiandosi allo schienale della sedia, la gamba destra che non riusciva a stare ferma e si muoveva su e giù per il nervosismo: «È uno scandalo: tu sei uno dei pochi maghi al Mondo che può vantare un albero genealogico impeccabile, sei il purosangue per eccellenza e frequenti me, una Nata Babbana».
Draco scrollò le spalle: «Lo sai che non m'importa».
Blaise Zabini si sentì all'improvviso di troppo, ma non si mosse, troppo avido di pettegolezzi e dramma per anche solo pensare di andare via in un momento simile.
Hermione si sporse sul tavolo e afferrò la mano destra di Draco, avvicinandosela al viso, così da lasciarvi un bacio: «Lo so, Draco, ma questo il signor Greengrass non lo sa, pensa che comunicando al mondo intero questo scandalo, tu torni da lui strisciando, per implorarlo di poter nascondere la vergogna con un matrimonio combinato».
Draco annuì, pensieroso, e mosse la mano, intrappolata tra quelle di Hermione, per intrecciare strettamente le loro dita.
«Non gli permetterò di allontanarci», disse Draco, gli occhi chiari fissi in quelli scuri e colmi di affetto di Hermione.
«Me lo prometti?», chiese l'ex Grifondoro, terrorizzata da quello che quella prima pagina avrebbe potuto significare per la loro relazione.
«Te lo prometto».
«Non vorrei rovinare questo bellissimo quadretto, ma mi chiedevo: cosa si fa ora?», chiese Blaise, spostando l'attenzione della coppia su di sé.
«Mia mamma è alla casa al mare e dovrebbe restarci per una settimana ancora...», Draco posò nuovamente lo sguardo su Hermione: «Penso che dovrai dare qualche spiegazione ai tuoi amici».
La ragazza annuì e sospirò: «Sarà una lunga giornata».
In quel preciso momento, Ginevra Weasley stava per uscire di casa.
Harry era andato al lavoro presto quel giovedì mattina, salutandola con un bacio sulle labbra e un buffetto sulla guancia.
Ginny, con addosso dei pantaloni dal taglio raffinato e un maglione verde mela, stava per prendere la metropolvere per raggiungere Diagon Alley, diretta per l'ennesima volta dal fioraio, il signor Kelly, per decidere una volta per tutte quale composizione ordinare per il matrimonio.
Era ancora indecisa tra le begonie bianche o le calle, e la colpa era del fioraio, che continuava a proporle composizioni impeccabili, ma diverse da quelle da lei richieste.
Una volta a Diagon Alley si fermò a comprare la Gazzetta del Profeta in un chiosco e se la mise sotto braccio, decisa a leggerla una volta che avesse risolto dal fioraio.
Il signor Kelly l'aspettava con un enorme sorriso e l'ennesima composizione floreale, bellissima e impeccabilmente equilibrata, ma diversa da quella che lei aveva ordinato
«Buongiorno, signorina, cosa ne pensate di questa?»
Ginevra Weasley non si lamentò, come aveva fatto le volte precedenti, forse perché, malgrado non ci fossero le rose bianche da lei richieste, quella composizione era talmente bella e raffinata da farla commuovere.
«Sono senza parole», ammise e pensò che avrebbe voluto condividere quel momento con Hermione, per chiederle un parere genuino sul bouquet.
Pensare all'amica la rattristò; era dalla cena alla Tana che non si parlavano.
Ginevra era stata particolarmente presa dal lavoro e dai preparativi per le nozze, nell'ultima settimana, e solo in quel momento si rese conto di non aver mandato la lettera che voleva spedire ad Hermione, per proporle di chiacchierare dell'accaduto di fronte a una tazza di cioccolata calda.
Ginny si adombrò per qualche secondo, poi decise che avrebbe mandato la lettera a Hermione quel giorno stesso, invitandola da lei nel pomeriggio.
«È perfetta», disse Ginny, prima di pagare un acconto al signor Kelly e assicurarsi che l'uomo scrivesse l'ordine correttamente.
In mattinata voleva passare anche da Zabini, per andare a controllare come procedeva la confezione del suo abito da sposa, ma decise di viziarsi e prendere un tavolo in un café elegante, dove ordinò un pain au chocolat e un latte caldo.
Mentre attendeva la seconda colazione di quel giovedì mattina, aprì a casaccio il giornale, abituata a saltare la prima pagina, sempre troppo vistosa per i suoi gusti, per andare a leggere la sezione dedicata allo sport.
Le informazioni sul Quidditch non erano particolarmente interessanti quel giorno, forse perché la stagione delle partite non era ancora iniziata e parlare degli scandali tra giocatori sembrava essere l'unica occupazione dei giornalisti, in quel periodo.
Quando arrivarono il latte e il pain au chocolat, chiuse il giornale, appoggiandolo sul tavolino, dedicandosi alla colazione.
L'aria era ancora fresca e le nuvole, che si rincorrevano in cielo, minacciavano costantemente pioggia, ma Ginevra si era resa conto dell'imminente risveglio della natura e dell'arrivo della primavera e si rallegrava, all'idea di poter osservare presto fiori sbocciare ad ogni angolo.
Proprio quando distolse lo sguardo dal viavai di maghi e streghe lungo Diagon Alley, l'occhio le cadde su parte della prima pagina della Gazzetta del Profeta e il titolo le fece aggrottare le sopracciglia per la curiosità.
Posò la tazza di latte e spiegò il giornale, rimanendo a bocca aperta e occhi sbarrati per lunghi secondi.
Se poco prima, dal fioraio, aveva sentito l'urgenza di scrivere a Hermione, in quel momento quell'urgenza era diventata una priorità.
Poco distante da dove si trovava Ginevra, nel quartiere generale degli Auror, Ronald Weasley ed Harry Potter stavano uscendo dalla sala in cui avevano passato le ultime due ore ad interrogare il maggior indiziato per un contrabbando illegale di Pozione Anti-Dolore.
Erano entrambi stremati e nervosi e non si tirarono indietro, quando una loro collega propose loro di prendere un caffè insieme.
L'aria sapeva di cavoli e formaggio, nella stanza adibita a caffetteria e Ronald storse il naso.
«Incredibile che si sia ancora questo odore», disse Harry, scuotendo sconsolato la testa.
Lewa Tangara sorrise e si legò i lunghi capelli intrecciati in fini treccine in una coda alta: «Ho sentito dire che è frutto di una maledizione».
Ron sorrise, sorseggiando il suo caffè americano: «E chi è la mente malvagia che potrebbe aver lanciato una maledizione simile?»
«Mio zio Vernon», disse Harry, facendo scoppiare a ridere Lewa e Ronald.
Era ormai tradizione per Harry inserire suo zio Vernon in ogni conversazione, aveva scoperto che faceva ridere i colleghi e a lui non dispiaceva sollevare gli animi al lavoro, ogni tanto.
Sul tavolino della caffetteria, qualcuno aveva abbandonato la Gazzetta del Profeta del giorno, di cui Lewa si impossessò, per cercare la sezione dedicata alla musica.
Ronald si scusò per andare in bagno, lasciando il suo caffè non ancora terminato sul bancone, mentre Harry sollevò lo sguardo, per sbirciare la prima pagina della Gazzetta del Profeta.
Il caffè che stava bevendo gli andò di traverso e si bagnò la divisa da Auror che indossava, mentre osservava con gli occhi sbarrati, oltre alle lenti degli occhiali tondi, la foto in movimento che occupava gran parte della pagina.
Quando Ron tornò dal bagno, Harry era ancora senza parole.
«Harry, ma che diavolo...?»
Le parole morirono sulle labbra di Ronald, mentre sussultava, alla vista della foto che raffigurava Hermione, la sua Hermione, mentre si sporgeva per baciare qualcuno che non era lui.
A causa dello shock impiegò qualche secondo a rendersi conto che quel qualcuno lui lo conosceva molto bene; quel qualcuno era Draco Lucius Malfoy.
Il titolo a caratteri cubitali che sormontava la foto era: "Amore segreto tra ex Mangiamorte ed eroina del Mondo Magico", nel trafiletto indicavano ulteriori approfondimenti a pagina cinque.
Ron si appoggiò con un braccio al bancone, incredulo di fronte alla prima pagina della Gazzetta del Profeta.
Per quanto quella vista lo facesse soffrire, non riusciva a distogliere lo sguardo e continuò a guardare la foto ancora e ancora, studiando il modo in cui Hermione, con un enorme sorriso, si sporgeva per lasciare un bacio proprio sulle labbra di Malfoy, che in risposta le accarezzava una guancia e apriva bocca per dire qualcosa.
Poi l'immagine tornava al punto di partenza: Hermione e Malfoy sorridenti, il bacio, la carezza.
Hermione e Malfoy sorridenti, il bacio, la carezza.
Ron chiuse con forza gli occhi, eppure quella sequenza sembrava esserglisi impressa a fuoco nelle retine e continuava a proporglisi con arroganza, facendolo sentire sempre più svuotato e spossato.
«Tu lo sapevi?», chiese alla fine a Harry, il quale si era appena pulito la divisa con un incantesimo ed era tornato a sorseggiare il suo caffè, con gli occhi persi ad osservare il muro bianco.
Il Salvatore del Mondo Magico scosse il capo: «No, non ne sapevo niente».
Lewa smise di leggere l'articolo sulla recente rottura delle Sorelle Stravagarie e posò il giornale.
«Tutto bene?», chiese, notando le espressioni tese e pallide dei colleghi.
Harry scosse il capo e Ron si coprì il volto con le mani.
A molti chilometri di distanza, a poca distanza da Wadebridge, in Cornovaglia, il sole splendeva a Port Isaac, rendendo la piccola baia ancora più pittoresca del solito.
Un gufo reale entrò dalla finestra socchiusa di un antico cottage e abbandonò nelle mani di Birdie, un'elfa domestica, una copia della Gazzetta del Profeta di quel giorno.
Birdie diede degli avanzi di carne al gufo, poi posizionò il giornale su un vassoio d'argento e portò la colazione in sala da pranzo.
Narcissa Black in Malfoy, con addosso una vestaglia color menta, osservava distrattamente la baia, dalla finestra della propria camera da letto, mentre pensava a suo figlio.
Più tempo passava, più le sembrava che Draco non fosse felice, tanto che aveva pensato più volte di suggerirgli di fare lui stesso una vacanza, per allontanarsi dalla frenesia di Londra.
Aveva pensato che la sua sofferenza potesse esser dovuta al fidanzamento con la giovane Greengrass, ma non aveva mai avuto il coraggio di affrontare l'argomento con lui; anche se non le erano di certo sfuggite le patetiche scuse a cui si aggrappava Draco pur di non sposarsi con la ragazza.
Mentre osservava il mare, Narcissa si chiedeva cosa avrebbe potuto fare per rendere felice suo figlio.
In quel momento entrò Birdie: «La colazione è pronta, signora», disse, tenendo lo sguardo basso, mentre si lisciava il tessuto liso dello straccetto che indossava.
«Arrivo, Birdie», disse Narcissa, scostandosi dalla finestra: «Il giornale?»
«È arrivato, signora».
«Molto bene», disse la signora Malfoy, chiudendo bene in vita la vestaglia, mentre seguiva Birdie nell'enorme sala da pranzo.
La donna si sedette di fronte ad una tazza fumante di tè verde, accompagnata da due toast imburrati e un uovo alla coque, riposto su un portauovo in argento, delicatamente decorato da altorilievi floreali. La Gazzetta del Profeta si trovava accanto alla colazione, ordinatamente piegata.
La signora Malfoy trovò subito le pagine dedicate ai pettegolezzi più piccanti e rimase a bocca aperta, quando si rese conto che suo figlio era il bersaglio dell'articolo a cui era dedicato più spazio.
«Birdie, prepara le valigie, voglio tornare al Manor entro questa sera», disse la donna, osservando con attenzione il sorriso di suo figlio, immortalato in quella foto, che lo ritraeva mano nella mano con Hermione Granger, eroina del Mondo Magico, amica di Harry Potter e Nata Babbana.
***
Buonsalve popolo di Wattpad!
Eccoci alla fine di un capitolo molto importante, scriverlo è stato emozionante, spero che anche per voi, che lo avete letto, sia stato altrettanto coinvolgente.
Mi diverte molto scrivere capitoli con così tanti personaggi e i loro diversi punti di vista, e penso — modestamente — che mi vengano anche piuttosto bene, voi che dite?
Ovviamente nei prossimi capitoli avremo i confronti decisivi e definitivi.
Draco manterrà la promessa fatta ad Hermione? Ginny, Harry e Ron accetteranno il fatto che Hermione stia con Draco, senza fare storie? E la signora Malfoy, come reagirà?
Questo e molto altro nei prossimi capitoli!
Come sempre ricordo che potete trovarmi su Instagram, il nome dell'account è lazysoul_efp e nel caso voleste offrirmi un caffè per supportare il mio lavoro, trovare il link per la mia pagina Ko-fi nella bio!
(In caso non sapeste cos'è Ko-fi: è un sito in cui "creators" come me possono essere supportati economicamente tramite l'acquisto di un "caffè virtuale" da parte di chi segue il creator, le transizioni avvengono tramite PayPal, quindi sono sicurissime)
Un bacio,
LazySoul_EFP
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